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Autore: _Hanadia    08/09/2015    1 recensioni
Freud la chiama frustrazione è dice che è necessario vincerla... io ci provo anche cosi. abbiate sempre il coraggio di sfidare il destino e di scrivere la vostra storia... tratto dalla Flashfic.
-Chiuse gli occhi e Vide nella sua mente gli occhi verdi di Rose che lo guardavano, belli come solo i suoi occhi osavano essere. Vedeva i suoi boccoli rossi vibrare liberi nell’aria mentre oltre la sua figura esile e forte allo stesso tempo si estendeva il mare. Quel mare incantevole ma crudele che gli stava risucchiando la vita.
spero con tutto il cuore che vi piaccia.
baci _Ale
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Rosalinda Dewitt Bukater
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Titanic
(Siamo noi a decidere il nostro lieto fine)
 
Cercavano con tutte le loro forze di restare a galla, nel mare ghiacciato che di li a poco sarebbe diventata la loro tomba.  Jack non riusciva più a sentire le gambe, erano addormentate dal freddo mare gelido dell’oceano Atlantico, in lontananza sentivano le grida disperate della gente che non voleva morire. Ma la morte per molti di loro era inevitabile. Rose si voltò con le sue ultime forze e vide le scialuppe di salvataggio che si allontanavano, debolmente illuminate dalla luce di alcune lanterne. Le tornò alla mente quando aveva fatto osservare al suo futuro marito che le scialuppe erano poche.  Non era giusto vedere tante persone morire. Non era proprio giusto farle toccare la felicità e poi averla portata via dal mare.
–jack. 
Disse Rose con un filo di voce, che le rimase incastrato in gola.
– sono qui.
Rispose lui tramando per il freddo. Le loro mani erano ancora strette l’una all’altra eppure lui non riusciva più a sentire la mano di Rose sulla sua. Stava perdendo la sensibilità in tutto il corpo e quella non era la parte peggiore, di li a poco sarebbe morto.  Non voleva che la paura fosse il suo ultimo ricordo. Si sforzò di pensare a quando aveva salvato Rose. A quando i loro occhi si erano scambiati il loro primo sguardo. Alla felicità di aver amato per la prima vera volta. Era un ricordo che lo  teneva aggrappato alla vita.  Chiuse gli occhi e Vide  nella sua mente gli occhi verdi di Rose che lo guardavano, belli come solo i suoi occhi osavano essere. Vedeva i suoi boccoli rossi vibrare liberi nell’aria mentre oltre la sua figura esile e forte allo stesso tempo si estendeva il mare. Quel mare incantevole ma crudele che gli stava risucchiando la vita. Anche Rose sembrava determinata a distrarre la mente dalla loro tragica separazione. Proprio sopra di loro si estendeva il cielo. Era cupo e buio, ma pieno di stelle. Di bellissime stelle che sembravano guardarli e brillare solo per tenergli compagnia. Cominciò a contarle, non voleva pensare ad una vita senza Jack. Non poteva esserci una vita senza di lui, era lui che le aveva insegnato a vivere, non poteva perderlo, non cosi, non adesso. Rose amava Jack. E non le importava se sua madre non approvava e non le importava se la gente non approvava, lei non aveva paura di vivere in povertà perché era ricca nell’anima, lei non aveva paura di essere felice, perche aveva toccato il fondo e grazie a Jack era rinata, lei non aveva paura di lottare e  avrebbe lottato fino alla morte per il suo Jack. 
–Jack, sei ancora li?
– si Rose.
Rispose sempre più debolmente Jack.
– non mollare, tra poco torneranno a prenderci.
– Rose.
– non sforzarti Jack, ti prego. Non puoi lasciarmi sola, non cosi.
– Rose, io voglio sapere che continuerai a vivere quando non ci sarò più.
 – no! Ti prego Jack, non lasciarmi.
–promettimelo.
– non posso.
– Rose.
– non cela faccio.
– Rose.
–cosa? Cosa? Non posso farcela.
– Rose guarda laggiù.
Cercò con tutte le sue forze di alzare la testa e con grande sforzo ci riuscì, in lontananza vide una piccola scialuppa che si muoveva nell’acqua illuminata da una lanterna che adesso sembrava molto più grande. A bordo c’erano solo due uomini uno remava e l’altro teneva la lanterna sospesa sul mare per vedere meglio. Per un attimo Rose desiderò che quella lanterna sparisse. Perché mostrava davanti a lei uno spettacolo orrendo. Cadaveri congelati galleggiavano in quell’acqua che non si preoccupava di salvare nessuno, tranne loro due. Gli uomini nella scialuppa gridavano cercando qualche fortunato sopravvissuto da soccorrere.  Rose vedeva Jack indebolirsi sempre di più allora scese dalla sua porta di legno e senti il gelo nelle ossa. Era la sensazione più brutta che le era mai capitato di provare. Giurò che non avrebbe mai più dimenticato quella terribile sensazione di freddo e di paura mischiati assieme. Fece sdraiare Jack che prese a tremare cosi forte che Rose ebbe davvero paura di perderlo. Allora cominciò a urlare per attirare l’attenzione degli uomini sulle scialuppe. Ma non si giravano continuò a gridare nonostante l’acqua sembrava inghiottire la sua voce e sembrava risucchiarle la forza vitale. Nel frattempo Jack, sembrava tremare di meno e respirare a fatica. Stava morendo. Allora Rose raccolse un fischietto dal collo di un uomo, o meglio dire di quello che restava di un uomo, sicuramente era un ex operaio dell’ Titanic, che cercava di tenere l’ordine mentre tutti cercavano di scappare per avere salva la vita. E cominciò a fischiare una, due, tre volte e poi la scialuppa li raggiunse. Sali prima lei e poi Jack. Si sedette sulla scialuppa e le diedero una coperta, che avvolse stretta a se. Jack era privo di sensi e incapace di aprire gli occhi ma era vivo. Rose lo vide mentre stringeva la coperta che un uomo gli aveva avvolto addosso. Gli fece poggiare la sua testa sulle sue gambe e prese ad accarezzargli i capelli congelati e bagnati di quell’acqua che non avrebbero mai più dimenticato.
   
 
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