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Autore: MRPrd    08/09/2015    0 recensioni
Una missione, ecco cosa è diventata la mia vita. Una missione che mi permetterà di riacquistare un’umanità ormai macchiata dal sangue. Una missione per scappare via da questa illusione, per difendere la persona che amo, per ricordare chi sono. Una missione che tu non potrai impedirmi di portare a termine perché, anche se ti amo, non potrò starti accanto. Odiami, sii triste per me, soffri a causa mia, uccidimi, disprezzami, dimenticami, ma ti prego...Non amarmi, mai!
Genere: Angst, Mistero, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Cho Hakkai, Genjo Sanzo Hoshi, Nuovo Personaggio, Sha Gojio, Son Goku
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Della serie "Ogni tanto ritornano". Siamo state assenti parecchio tempo, come sempre del resto, e ogni volta non possiamo fare altro che chiederevi infinitamente scusa.
Sanzo: Ma tanto sta storia non la legge nessuno
Meiko: Infatti, che ve scusate a fa?
Cattivi! ç_ç
E comunque non è vero perchè abbiamo le nostre care e fedeli elttrici che, speriamo, continuano a seguirci.
Questo capitolo lo dedichiamo a loro e in particolare a WhiteLie per il prezioso aiuto che ci ha dato.
Vi lasciamo con questo nuovo capitolo con la promessa di pubblicare al più presto il prossimo.
Un bacio dalla MeRProduction. 




Capitolo 33
Male che fa male
 
Oh no,
here it is again
I need to know
when I will fall in decay

 
Eccolo, stava arrivando, lento, pian piano diventava una vampata, bloccava il suo respiro, fermava ogni suo muscolo e lo strizzava come uno straccio; una mano di ferro che artigliava le sue mani e le stringeva con forza, le ossa sembravano spaccarsi a quella presa, e la sua bocca lentamente si spalancava, fino alla fine, cercando di trovare il respiro, cercando d’immettere aria nei polmoni, mentre la saliva scivola via dalla bocca, i canini pronunciati in bella mostra; i capelli le scivolavano lungo il collo e le spalle, il nastro rosso teneva ferma quell’acconciatura, mentre dal tatuaggio nero sulla guancia sembrava...
...sembrava diramarsi una serie di linee tribali che percorrevano la strada dei suoi nervi, lungo la guancia fino alle orecchie, anche il collo si tingeva di linee nere tribali, e scendevano giù, oltre i vestiti, insinuandosi in tutto il suo corpo, mentre la testa si abbassava: gli sembrava di morire per asfissia, non riusciva a respirare, le mani si stringevano a pugno, le nocche sbiancavano, le gambe erano allargate, la sua figura restava appoggiata a quella parete, unico appoggio in quegl’istanti.
Doveva resistere, doveva ancora una volta resistervi, le sue energie venivano prosciugate via dandogli un forte senso di dolore, tutti i suoi muscoli scatenavano crampi e forti dolori, si contraevano procurandogli uno spaventoso dolore, se fosse svenuta molto probabilmente avrebbe trovato solo piacere.
La bocca lentamente si richiuse, le labbra formarono una “U” muta, il respiro lentamente riusciva ad entrarle nella gola dolorante, le ginocchia tremavano, e le sue gambe non avevano più forza di sostenerla, tanto che, lentamente, andò ad accasciarsi verso il suolo; con quel movimento urtò accidentalmente il suo bastone, appoggiato lì vicino, il legno cozzò contro il pavimento, creando un rumore fastidioso ed improvviso che riecheggiò in quel punto del castello; una delle mani, liberandosi dal pugno, cominciò a tastare le varie parti del corpo, sentendole bruciare sotto il tocco delle dita, i tribali lentamente erano assorbiti dalla pelle, ed il tatuaggio sotto il suo occhio stava tornando normale.
Lentamente la mano raggiunse il ventre, ed avvertì sotto la pelle il muscolo, indurito come una pietra, andare lentamente ad ammorbidirsi, quella crisi aveva rivelato un piccolo rigonfio che usciva dalla pelle del ventre, e che in quel momento andava a scomparire, Himitsu lentamente si riprendeva il bastone, usandolo per alzarsi in piedi e sostenersi per i primi passi, lentamente le sue energie tornavano, mentre si allontanava da quel luogo, voltandosi un secondo indietro per vedere se aveva lasciato segni del suo passaggio.
Niente...
Sulla scia del silenzio che cadeva pesante sulle sue spalle, il demone cominciò a muoversi, preferendo allontanarsi da li, il nastro che reggeva l’acconciatura da una parte aveva lasciato andare i capelli, così una mano lo sfilò via, lasciando che la capigliatura bionda scivolasse sulle spalle in un movimento fluido, mentre i suoi occhi si andavano a perdere nel vuoto: da quanto tempo aveva quelle crisi?
...da parecchio tempo, ormai il tempo era un concetto poco importante, dentro quelle mura il tempo aveva assunto un aspetto secondario: da quando era arrivata in quel castello, i giorni erano trascorsi tutti più o meno uguali, e attraverso i suoi occhi castani aveva visto passare di fronte a se volti e figure sconosciute, riuscendo in qualche modo a capirne i sentimenti, le sensazioni che provavano.
Ed osservando, in silenzio, pian piano si lasciava andare dentro l’oscurità che permeava dentro di lei, dal suo essere, fino a quando i suoi occhi non incrociarono quel volto e, soprattutto, quel profumo di menta e rosa, fresco, ma allo stesso tempo dolce ed avvolgente, come un abbraccio.
In quegl’occhi neri non riusciva a penetrare, in quel dolore che permeava, come una barriera, quella iride, non era mai riuscita a penetrare, mentre quel demone le passava accanto, come un qualsiasi estraneo, ignorandola, mentre Himitsu l’aveva tenuto d’occhio fino a quando non era scomparsa nel buio, sembrava quasi far parte di questo.
Un essere che sembrava nascere dal buio, mascherarsi e nascondersi in questo, con quei lunghi capelli e le orecchie di demone che davano quell’aspetto...quasi irreale...così come irreale appariva lo schermo di quel dolore negl’occhi neri di quella donna, tanto da arrivare a chiederglielo...a chiedergli se era triste, se quello che nascondeva dentro gli occhi era il buio, il vuoto, oppure il suo dolore.
Per la prima volta, sotto il suo sguardo nocciola, una mano si diresse verso di lei, qualcuno s’importò della sua presenza, semplicemente acconciandogli i capelli con quel lungo nastro rosso che ora teneva tra le dita, restandosene in silenzio, rivolgendole poi la parola, quella sensazione di buio che continuava ad avvolgere quel demone era presente, continua, eppure non era fredda, od ostile.
 
“-Di un po’, ti va di venire con me a divertirti?-”
 
Sembrava...sembrava di essere immersi nel buio di una sera primaverile, tiepida, tranquilla, piacevole; per un volta il buio non si dimostrava feroce, che la ingoiava e la cancellava via, facendogli perdere il senso del tempo. Il tempo cominciava di nuovo a scorrere, le sue giornate cominciavano ad essere “palpabili”, restando accanto a quel demone, facendosi cullare da quell’oscurità.
Eppure...
 
“Sai Himitsu, tu sei l’unica persona a cui rivelo il mio segreto.
La cosa che mi terrorizza di più al mondo...è il nulla...
Essere ignorati...o dimenticati, credo che sia peggio che morire...e allora...preferisco farmi odiare, piuttosto che avere l’angoscia di essere il nulla per Rika...”
 
Rika...ogni volta che parlava di quell’essere, il buio intorno a lei sembrava attanagliarla, farsi nero, non c’era più quella leggera sfumatura chiara nel suo buio...la sua oscurità era nera, e veniva assorbita dal suo corpo, dalla sua pelle...e questo ogni volta che parlava di quell’essere, ogni volta che ci pensava...
La prima volta che gliene aveva parlato, era stato durante una missione, erano fuori dal castello, e quel demone era lì, sdraiato accanto a lei, sotto quell’albero, in quella sera calda, estiva...
 
“-A cosa pensi?-
Si voltò verso di lei, un leggero venticello rinfrescava e sollevava qualche ciocca di capelli biondi di Himitsu, gli occhi nocciola del demone erano fissi su quelli neri, silenziosi della sua signora, come la chiamava sempre; da quando l’aveva “raccolta”, per Himitsu quel demone era diventato la sua signora, il suo capo.
Questa la guardò in silenzio, tutto ad un tratto quegl’occhi neri aprivano le loro barriere, rivelando qualcosa di estraneo, sconosciuto alla ragazza dai capelli biondi, che sussultava leggermente nel vederlo, davanti a lei c’erano ora due occhi...tristi...una tristezza sconosciuta...
Il demone si mosse verso di lei, ed appoggiò la sua testa sulle gambe di Himitsu, che rimase immobile e stupita da quel comportamento, ora la sua signora chiudeva gli occhi, quasi volesse addormentarsi, sussurrando tra le labbra.
-Pensavo...alla persona che amo di più al mondo...e che mi odia dal più profondo del suo cuore...-”
 
La mano di Himitsu strinse con forza il nastro rosso, i suoi occhi s’indurivano in quegl’attimi, la sua energia veniva alimentata da quella sensazione di rabbia repressa, per la prima volta sentiva di provare rabbia, gelosia nei confronti di qualcuno, ed erano sentimenti così intensi da bruciarla dentro di lei; lei stessa aveva cercato di rendere felice la sua signora, portandogli Rika...e tutto ciò che aveva ottenuto era semplicemente il sorriso freddo e crudele di quel demone, rivolto verso quell’essere...aveva fallito, aveva fallito la sua missione...
E la sua padrona si era allontanata da lei, cercando conforto...da qualcun altro...mentre lei rimaneva in silenzio, in attesa, fedele alla sua padrona, così come lo sarebbe sempre stata; ma non era giusto, dentro di lei sentiva qualcosa urlare che non era giusto! Fino a quel momento lei era sempre stata accanto alla sua signora, lei aveva sempre cercato di aiutarla e consolarla, ed aveva ricevuto in cambio quella sensazione...materna...eppure...
Eppure nella mente di quel demone ci sarebbe sempre stata la sorella, unico motivo che faceva ancora vivere quell’essere, mentre lei...lei cos’era?
Non era giusto, Rika non faceva altro che far soffrire la sua signora, eppure questa continuava ad amarla, a volerle bene! Era crudele, era ingiusto nei confronti di quel demone, della sua signora!
Doveva...doveva a tutti i costi fermare questa situazione, lo vedeva ogni giorno, sotto i suoi occhi: lentamente quel demone stava andando ad immergersi in un buio nero, da dove non sarebbe più tornata, e tutto a causa di quella sorella ingrata, che la odiava...e che la manteneva in vita con quel suo odio, fomentando una colpa che la sua signora non aveva! Lei sapeva la verità! E sapeva che non era stata colpa sua!
Dannata Rika! Maledetta! Era solamente causa sua se...se Selene soffriva!
Himitsu osservò il nastro rosso che stringeva fra le dita, arrotolandolo tra queste ed ammirandone le buone condizioni, era da tanto tempo che lo portava con se, fin da quando era piccola, sempre legato al collo, come un segno di riconoscimento, mentre intorno a lei la gente passava e svaniva via: forse i suoi genitori erano ancora vivi, forse no, oramai non gl’interessava più, aveva dimenticato i loro volti, si era perfino dimenticata di voler loro bene.
Il tempo era passato...ma per un certo momento si era fermato, un giorno il tempo si era fermato, e lo aveva avvertito immobile, anche se il suo cuore batteva ancora e forse respirava. Cos’era accaduto quel giorno?
 
-Himitsu! Ma dov’eri finita?-
 
La ragazza si voltò verso la voce, dietro di lei Selene le si stava avvicinando, il ventre scoperto non portava alcuna presenza del tatuaggio, e le orecchie demoniache sbucavano dalla massa nera di capelli, per di più nell’aria c’era il profumo di menta e rosa, e la ragazza dai capelli biondi lo annusò in silenzio, tenendo d’occhio la figura del demone di fronte a lei, al polso portava il suo smaniglio, ancora una volta portava addosso quel bracciale.
 
-Vedo che oramai lo porti sempre con te-
 
Selene guardò il suo gioiello, e sorrise con aria amara e nostalgica, tastandolo con la mano libera.
 
-Si...e voglio portarlo sempre con me...-
 
Male...faceva dannatamente male quella frase, come facevano male quelle parole rivolte a Rika, come facevano male quegl’occhi tristi, le difese di quelle iridi crollavano a quel pensiero, e quel demone si dimostrava fragile; non era così! Selene era un’assassina feroce e crudele! Selene era dolce e materna! Selene non era mai triste! Selene...era tutta colpa di Rika...solo di quella maledetta...
Himitsu vide la sua signora allungare una mano verso il nastro che teneva fra le mani, e socchiuse gli occhi, sporgendo leggermente in avanti la testa per permettere al demone di fronte a lei di sistemarla come sempre i capelli: sentiva quelle dita sfiorarle la pelle, afferrarle con dolcezza i capelli ed acconciarglieli, il nastro era delicato, ed abbracciava quell’acconciatura in un unico movimento.
 
-Ecco fatto, così stai meglio-
 
Lentamente Himitsu rialzò il capo, avvertendo di nuovo quella sensazione piacevole, quell’oscurità sfumata in blu la stava toccando di nuovo sulla pelle, penetrandole dentro i muscoli e l’anima, il bastone tenuto con l’altra mano, mentre Selene controllava l’acconciatura, per poi sorridere con aria tranquilla e stanca.
 
-Scusami...ma adesso vado a riposare...-
-Sei stanca?-
-Si, molto stanca...-
 
Il demone si passò una mano sul ventre, li dov’era il tatuaggio, ed Himitsu sentì il cuore accelerare di colpo: oh no...aveva avuto anche lei una crisi? Si era sentita male anche lei?
 
-Non dovevi ubbidire a Gyokumenkoshu...-
-L’ho fatto per sopravvivere, maggiore potere significa maggiore possibilità di sopravvivere. Ed inoltre...ho accettato anche per poter-
-Poter difendere Rika?-
Selene guardò stupita il volto di Himitsu, dagl’occhi e dalla smorfia della bocca trasudava una grande rabbia e fastidio, il che indurì il suo volto, i suoi occhi divennero ancora più neri ed opachi, il demone feroce e crudele tornava in quei casi.
-Rika si sa benissimo difendere da sola. Se l’ho fatto è stato unicamente per me stessa. Non voglio sentirti più dire simili sciocchezze-
 
A malincuore, Himitsu annuì, sentendo una mano poggiarsi sulla spalla, Selene si avviò verso la sua stanza, lasciando dietro di se il demone immobile, con il pugno stretto e le nocche bianche, le unghie s’infilavano nella pelle, sanguinando leggermente, mentre il buio aveva oscurato il suo sguardo, nella sua mente, in quell’oscurità, s’intuivano dei movimenti, e si udivano delle voci.
In quel suo ricordo sentiva chiaro l’urlo di quella donna, e poi il suo sguardo soddisfatto ed orgoglioso, quando esibì quel tatuaggio, al suo centro si poteva ancora vedere...aveva una forma arrotondata, ed aveva un colore violaceo, ad abbellire la rosa che aveva sul ventre; poi, con tempo, era scomparso, lasciando che ritornasse l’ombelico.
Tempo...era trascorso tempo da allora...eppure...il motivo di quella follia, di quella decisione folle di Selene...era sempre lo stesso...lo stesso per cui portava quello smaniglio al polso.
Ed Himitsu...non lo sopportava...
 
 
 
-Non vedo l’ora di arrivare alla prossima città! Sono due giorni che dormiamo all’adiaccio. Ed in più muoio di fame!-
-Mi sembrava che mancasse la tua solita lamentela, scimmia!-
-Non chiamarmi scimmia! E poi anche tu non fai altro che lamentarti che ti mancano le donne!-
-Cosa che di sicuro a te non serve, dico bene Rika?-
 
La ragazza non seppe rispondere, avvertendo un certo imbarazzo a quel sorriso pieno di doppi sensi, anche se Goku non sembrava farci caso, troppo offeso per il vizio del rosso a chiamarlo “scimmia”. In quel momento accanto alla jeep passò la motocicletta di Meiko, la ragazza diede un po’ di gas per doppiare il fuoristrada ed andare avanti come al suo solito, stavano superando una zona pianeggiante, oltre di questa doveva esserci una discesa che portava verso una città di medie dimensioni. Dopo l’esperienza delle scolopendre giganti avevano passato due giorni all’aperto, senza trovare traccia di presenze umane.
 
“-Kodoku è sulle tue tracce-”
 
“-Sai, Satsuki sente molto la tua mancanza...
E, devo ammetterlo...anch’io sento la tua mancanza...in fondo...io posso esprimere il tuo desiderio...
O forse...te lo sei scordato?
Che ne dici Erroris?-”
 
Il suo desiderio...era da molto tempo che non ci pensava più: una volta bramava ardentemente a quello, a quel miracolo, senza però riuscire a chiederlo a quella donna, alla sua signora; non voleva più provare di nuovo la stessa vergogna, non voleva piangere più dalla rabbia.
Obbediva, silenziosamente obbediva ad ogni richiesta di quell’essere, e dentro di se l’invidia cresceva ogni volta che vedeva quella scena, lei come una spettatrice silenziosa restava a guardare, a guardare una sconosciuta, e in alcuni casi anche uno sconosciuto, che abbracciava e stringeva a se i suoi figli, sorridendo con aria felice.
In silenzio, nascosta da qualche parte, con il fucile che pesava sulla schiena, restava ad osservare, per poi allontanarsi, con la sensazione che se si sarebbe girata avrebbe rivisto in quella sconosciuta il volto della persona che aveva amato di più al mondo, e che ora appariva sfuocato, come un acquarello che scoloriva via dalla sua mente, molte cose svanivano dalla sua mente; lo ammetteva, era angosciata per questo.
La sensazione di dimenticare ciò che era stata, prima di diventare Erroris, la sensazione di aver dimenticato il suo vero nome, e che pian piano tutti i suoi ricordi venivano come...assorbiti da qualcuno, da qualche presenza che gli stava cancellando la memoria...tutto questo...la spaventava...
Presto avrebbe dimenticato chi era, cos’era stata, e allora, a quel punto, cosa sarebbe diventata?...
...un’illusione...sarebbe diventata veramente un’illusione...e come tale, nessuno più si sarebbe ricordato di lei...
Meiko vide davanti a se la fine della pianura, la discesa si rivelava leggermente ripida, e frenò fino a fermarsi proprio sulla soglia della discesa, per aspettare gli altri, quando il suo sguardo cadde sul villaggio, e spalancò gli occhi e leggermente la bocca in un’espressione basita, dietro di lei una ventata improvvisa anticipò l’arrivo della jeep, gli altri si fermarono di fronte alla moto ferma della ragazza.
 
-Meiko, che hai?-
-...-
 
La ragazza non rispose, chiudendo di nuovo le labbra e continuando a guardare con aria seria quello che c’era sotto di lei, dalla jeep gli altri si sporsero, e un po’ tutti rimasero impressionati da quello che videro: quello che prima era un paesino abbastanza grande e tranquillo...ora non era che cenere, i resti di vari incendi finivano di bruciare pezzi di case, alcune sembravano essersi salvate, ma il vento che di colpo si alzava per colpire la faccia del gruppo portava anche uno strano odore...come...carne bruciata...
Rika scese velocemente dalla jeep, Goku lì accanto cercò di richiamarla, per poi inseguirla apprensivo, dietro di loro Meiko sbuffò “Stupida”, dando gas alla motto ed inseguendoli con Kira che si teneva dietro di lei, per ultima la jeep con Hakkay, Gojyo e Sanzo; la castana scese velocemente la discesa, tutta di corsa, con il ragazzo dietro che la inseguiva, fino a riuscire ad afferrarla con un braccio per fermare la sua corsa verso il villaggio distrutto, dai focolai si alzavano fiammate alte due metri, segno che c’era ancora di roba da bruciare, il fumo nero si mischiava a quello grigio che veniva dagl’incendi oramai spenti.
La ragazza, d’istinto, afferrò con una mano la casacca di Goku, dalle fiamme il suo sguardo si abbassò sul terreno, e la prima cosa che notò fu un cadavere di un uomo, mezzo sepolto dalla casa che gli era crollata addosso, delle fiamme andavano a raggiungerlo, ed il calore di queste confondeva le forme delle travi in legno e delle murature.
 
-Ma com’è successo? Demoni?-
 
Goku non le rispose, limitandosi a tenerla accanto a se, mentre Meiko lasciava la moto li vicino, avviandosi verso il villaggio bruciato, il fucile sulle spalle, camminando come se nulla fosse tra le case, alla ricerca di qualcosa, dietro di lei il gruppo la seguiva, anche se la castana rimaneva stupita dalla freddezza della biondina, in quel momento quest’ultima smosse un cadavere con il piede, urtando la sensibilità della compagna.
 
-SMETTILA!-
-?-
 
Meiko alzò il capo verso Rika, che la guardava con aria rabbiosa e rattristata; la biondina la guardò male, ogni volta quell’atteggiamento le faceva venire i nervi, possibile che quella tipa si preoccupasse di ogni morto che si parava sulla loro strada? Lo sguardo ambrato della ragazza tornò verso le macerie li, di fronte a lei, un luccichio metallico in quel momento attirò la sua attenzione: si chinò verso le macerie, infilando una mano in un buco tra due travi in legno, rischiando di farsela mozzare nel caso di qualche spostamento improvviso, e tastò la polvere, individuando un oggetto...ed una mano.
Trattenne il fiato, e con forza tirò verso l’alto, cercando di far uscire la mano dalle macerie, sotto lo sguardo sconvolto di Hakkay la ragazza cacciò fuori da quelle macerie una mano di donna, questa esibiva sul polso troppo sottile un bracciale a spirale, il metallo a prima vista sembrava argento, e la ragazza lo studiò con attenzione, per poi abbandonare quella mano, fortunatamente Rika solo adesso la raggiungeva, almeno non aveva assistito a quella scena.
Meiko si pulì le mani sui pantaloni, sospirando con aria stanca.
 
-Questo villaggio non è stato assalito dai demoni, altrimenti avremmo trovato molti più cadaveri...messi in condizioni peggiori...
Inoltre qui dovevano abitare dei demoni con dei sistemi di controllo del potere maligno...-
 
Meiko si guardò intorno, osservando un piccolo falò ancora acceso, le fiamme stavano divorando le ultime cose combustibili, prima di morire lentamente, Rika nell’ascoltare la ragazza restò senza parole.
 
-Come fai a capirlo?-
 
La biondina non rispose subito, ma si voltò lentamente verso la castana, sul volto era dipinto un’espressione strana, che nessuno gli aveva visto prima in faccia: era fredda, fredda ed impassibile, quegl’occhi sembravano nascondere qualcosa...di orribile, mentre la sua voce era tranquilla, troppo tranquilla.
 
-Esperienza...-
 
“Cosa sei?”
 
Rika sentì quella domanda venirle spontanea, il ricordo del tribale della ragazza gli tornò prepotente in testa, di sottofondo c’era il rumore del falò; Meiko distolse lo sguardo, tornando a guardare per terra alla ricerca di qualcosa, con il fucile sulle spalle, trattenuto da una mano, mentre l’altra s’infilava nella tascona dei pantaloni che indossava.
Era inutile restare lì, a parte la sensazione di nausea non si poteva fare altro per quel posto, anche se Rika osservò il corpo di un uomo li vicino con fare abbattuto, Goku le si avvicinò, restandogli accanto, accompagnandola poi verso la jeep; il gruppo stava per muoversi, alla ricerca del prossimo villaggio dove fermarsi quando la terra tremò leggermente. Hakuryu di colpo si trovò investito da una colonna di terra, che lo spazzò verso l’alto. Hakkay lo guardò stupito per poi correre a salvarlo da un brutto atterraggio, prendendolo tra le braccia, il draghetto per la botto era intontito.
Gli altri si misero in allarme e Meiko stava per correre verso la sua moto quando si vide bloccare la strada da una figura nera che la colpì con una spazzata alle gambe, buttandola a terra.
 
-Meiko!-
-Fermati Rika!-
 
La ragazza bloccò la sua corsa voltandosi verso la fonte della voce: tra le macerie di alcune case abbattute una figura si fece avanti armata di bastone che teneva in una mano, i capelli erano sciolti e si alzavano leggermente al leggero vento che si era alzato, gli occhi color nocciola apparivano ancora più profondi e stanchi per il tatuaggio sotto uno di questi, al collo un nastro rosso; apparentemente tranquilla, Himitsu si avvicinò verso Rika e parlò con voce tranquilla, come sempre.
 
-Rika...combatti-
 
“Cosa?”
 
Ebbe solo il tempo di pensarlo che l’avversaria si trovava già davanti a lei, pronta a colpirla con il bastone. La castana fece in tempo ad abbassarsi a terra e a schivare tirando fuori i Sai ed iniziando la violenta battaglia contro Himitsu. Il demone era freddo ed implacabile come sempre, ma in ogni colpo che vibrava sulle armi di Rika si avvertiva la sua rabbia che ribolliva dentro di lei. I capelli sciolti non le davano il minimo fastidio, nascondendo ogni tanto il suo sguardo in apparenza tranquillo.
Gli altri potevano solo stare a guardare in silenzio, in qualche modo non riuscivano ad intervenire nello scontro delle due ragazze. Goku fremeva dall’impazienza le sue mani erano nervose, vedere Rika combattere e trovarsi anche in difficoltà lo metteva in ansia. La ragazza in quel momento tentava un affondo ma l’avversaria lo schivò, colpendo Rika di schiena e scaraventandola a terra.
A quel punto Goku scattò quando la voce di Sanzo lo bloccò.
 
-Non farlo-
-Ma Sanzo! Rika è in pericolo!-
-Se la sa cavare da sola, non è così stupida da morire...-
-Ma...-
-Goku, fidati di lei-
Quelle parole uscirono dalle labbra di Hakkay che guardava con aria seria il combattimento, Kira intanto aveva preso tra le braccia Hakuryu controllando il suo stato, il draghetto era ancora rimbambito dal botto; quel demone aveva capito che con il draghetto fuori gioco il gruppo non poteva andare da nessuna parte.
Rika intanto continuava a combattere ma nella sua attuale situazione poteva fare ben poco contro Himitsu che in quel momento si trovò a poca distanza dal volto dell’avversaria, le loro armi in una situazione di perfetta parità.
 
-Se tu non fossi ancora viva...a quest’ora Selene non indosserebbe quello smaniglio...-
-Cosa?!-
-Se tu fossi rimasta con noi...avresti avuto il perdono da Kougaiji...ed inoltre Selene non sarebbe sempre triste! E’ colpa tua se Selene è infelice! È solo colpa tua! TUA!-
 
Rika si allontanò da Himitsu che si mise diritta, i suoi occhi era furenti eppure al tempo stesso mostravano una grande calma cosa che preoccupava molto la castana, non aveva mai visto Himitsu veramente furibonda e la sua forza come ragazza non valeva nulla contro quella del demone di fronte a lei però...non voleva rivelare la sua forma, non davanti a Goku!
Dopo Ryo...non voleva più tornare di quella forma...era spaventata, spaventata all’idea di venire ancora una volta trascinata dentro il baratro delle sue paure.
Intanto Himitsu la osservava, con il vento che passava tra i capelli di entrambe, piegando le colonne di fumo dei falò oramai spenti di quel villaggio distrutto.
 
-Ogni volta che Selene pensa a te...provo una rabbia immensa, perché tu sei solo una povera stupida, che non capisce quanto lei soffra per te!-
-E’ una menzogna! Mia sorella è solo una maledetta assassina, e tu non sei da meno!-
-Io accetto i tuoi insulti nei miei confronti...ma sei così ottusa da non accorgerti che Selene ti ha solamente salvato la vita!!-
 
Himitsu sembrò scomparire dallo sguardo di Rika, che la sentì alle sue spalle, e fece in tempo a voltarsi per ricevere un colpo in pieno ventre, mozzandole il respiro, Goku vide la ragazza però fare resistenza, uno dei Sai colpì la guancia dell’avversaria, ferendola con un leggero taglio, da cui scivolò una goccia di sangue. Il demone sembrò non accorgersene, tenendo gli occhi fissi sulla ragazza che aveva davanti a se.
 
-Sei solo una sciocca! Non capisci che tutto quello che ha fatto per te l’ha fatto per salvarti la vita?
Prova a pensarci...a quest’ora...tu saresti finita molto peggio...magari saresti stata fatta a pezzi dall’uomo con cui viaggi insieme, ci hai pensato?-
 
“Hakkay!”
 
-O magari...saresti stata divorata da Hyakuganmao...dopo naturalmente aver fatto divertire lui e la sua tribù-
 
Rika sussultò, di colpo su tutta la sua pelle ebbe una sensazione viscida...fredda, mani...mille mani che la toccavano, la tastavano, andavano su tutto il suo corpo...distruggendoglielo, profanandolo, e lei che poteva solo urlare, ed urlare...e piangere...mentre quei volti, tutti uguali...bramavano solo il suo corpo...e di divorare la sua intera anima...
 
-AAAAH!!-
 
La ragazza fece per allontanarsi da quell’essere, ma Himitsu la trattenne per un spalla, portandosela vicinissima all’orecchio, sussurrando fredda, come una lama sul collo di Rika.
 
-Allora, se non hai dimenticato...sappi che Selene ti salvò la vita...e tu...sei solo un’ingrata...che non meriti il suo amore...-
 
La castana sussultò, per poi discostarsi, tentando ancora una volta di colpire Himitsu, la quale si allontanò a pochi metri dalla ragazza, che rimase immobile, ancora scioccata, voltandosi poi lentamente verso il demone, ed osservarlo seria, immobile, i capelli si agitavano al vento; poi, con un sorriso amaro, si girò verso i compagni, ed i suoi occhi azzurri si fermarono soprattutto sulla figura di Goku; lui la vide sorridere con quell’amarezza, e sulle labbra solo una parola.
 
“Perdonami”
 
Il ragazzo la guardò stupito, Rika adesso rivolse tutta la sua attenzione verso Himitsu, che l’attendeva immobile, con il bastone saldo tra le mani: velocemente la castana si mise una mano sul braccio, e chiudendo gli occhi lasciò che il sistema di controllo scomparisse dalla sua pelle, intorno a lei l’aura demoniaca cominciò a manifestarsi, le lunghe orecchie sbucarono dalla capigliatura, e dalla bocca semiaperta si rivelarono le zanne.
Però...dai suoi occhi celesti...si leggeva ancora la determinazione di Rika, la ragazza partì così all’attacco, la sua velocità era notevolmente aumentata, come la sua forza, e stavolta l’incontro si poteva definire in perfetta parità fra le due forze, stavolta la castana riusciva a ferire e a mettere in difficoltà la bionda, il tutto sotto lo sguardo attento degl’altri, Goku osservava con un’espressione elettrizzata, vedere Rika combattere in quel modo gli faceva venire una voglia di buttarsi nella mischia...
Meiko intanto restava in silenzio, da quando aveva verificato quel bracciale come sistema di controllo, gli era tornato in mente anche il tatuaggio di Rika, molto più difficile da scoprire, ed anche molto più complicato da creare...il suo pensiero si rivolse ad una persona di sua conoscenza, se lo avesse saputo quello non avrebbe esitato due volte dall’ammazzare per prima Rika, quelli più difficili da trovare erano prede ancora più interessanti.
 
...un momento...
 
Un movimento tra le maceria indusse Meiko ad alzare la testa di scatto,
 
“Oh CAZZO!”
 
Con un unico movimento la ragazza imbracciò il fucile, lo caricò e si mise in posizione di tiro, urlando contro le due combattenti.
 
-STATE GIU’!!-
 
Rika ed Himitsu la sentirono distrattamente, ma prontamente entrambe si abbassarono a terra, la biondina sparò due colpi ravvicinati verso la figura tra le macerie, la quale balzò via, allontanandosi dai due demoni, atterrando li a metà fra Meiko e le altre due, in mano teneva una scimitarra sporca di sangue raffermo, a quella vista la biondina non poté fare a meno di sentire un movimento strano dello stomaco.
 
-Allora sei stato tu a distruggere il villaggio...-
 
La figura era coperta da un mantello, ed in quel momento ripose la scimitarra nel fodero, per poi applaudire con fare ironico e divertito la ragazza, che teneva ancora in mano il fucile in posizione di difesa, la voce di lui era tranquilla...e fredda.
 
-Ma brava, vedo che hai ancora un’infallibile mira ed un buon intuito....Erroris...-
 
La ragazza digrignò i denti a sentirsi chiamare così, il gruppo intero, comprese Himitsu e Rika, si erano fermati a guardare il nuovo arrivato, che si tolse il cappuccio, rivelando la capigliatura nera, delle bande color grigio argento le adornavano; il suo sguardo era di un verdino chiaro, ed in quel momento stava studiando i presenti, soffermandosi soprattutto su Gojio, Goku ed Hakkay.
 
-Vedo che sei in buona compagnia...-
-Kodoku...-
-STA ZITTA!-
 
L’urlo del ragazzo fece sussultare Meiko, che digrignò i denti, mentre questo gli si avvicinava, fino ad arrivare a pochi centimetri dal suo volto, e piantarle gli occhi verde chiaro nelle sue iridi ambrate, il sorriso aveva lasciato il posto ad un’espressione disgustata e contrariata.
 
-Non ti vergogni minimamente di viaggiare in questa compagnia piena di demoni impuri? Schifosi demoni...che sporcano questo mondo semplicemente con la loro presenza...e anche i mezzo demoni non sono da meno...nati nel sangue impuro di un’unione proibita!
E tu ne sai qualcosa...vero...Erroris?-
 
Meiko rimaneva impassibile di fronte a quella provocazione, ma il ragazzo si trovò a pochi millimetri da se l’alabarda di un Gojyo visibilmente incazzato e di un Goku piuttosto infastidito, oltre ad Hakkay dietro che sembrava il più tranquillo dei tre.
 
-Ehi, non ti sembra di essere stato un po’ offensivo?-
-Se cerchi rogne le hai trovate!-
-La prego di non usare più un tono così indelicato con la signorina Meiko, se non vuole passare grossi guai-
 
Kodoku li guardò con aria di superiorità, e sputò davanti ai loro piedi in segno di schifo, Meiko di scatto stava per mollargli un ceffone, mentre Gojyo gl’imprecava contro, le labbra del ragazzo dai capelli neri sfiorarono in un bacio la guancia fredda della biondina, che fece una smorfia di paura, sotto lo sguardo stupito degl’altri per la prima volta Meiko tremava di fronte a quel ragazzo, che si pulì poi la bocca, sputando via, e sorridendogli crudele.
 
-Eh si Erroris...anche se cambi di aspetto hai comunque un sapore disgustoso...sai di sangue!-
-STAI ZITTO BASTARDO!!-
 
La ragazza cercò di rifilargli un calcio, ma il ragazzo schivò facilmente il colpo, sfoderando la scimitarra, gli altri intanto gli andarono addosso, con Sanzo e Kira che restavano al loro posto ad osservare la scena, il bonzo rivolse un’occhiata alla biondina vicino a lui, notando che si stava sfregando la guancia con forza, quasi a voler cancellare qualsiasi traccia del passaggio di quelle labbra, erano più gelide della pelle di Meiko, che provò un’intensa rabbia mista a vergogna, ed imbracciò il fucile. Stavolta lo avrebbe ammazzato!
Rika osservò gli altri prendersela con quello sconosciuto, che si rivelò più forte del previsto, tanto da riuscire a scaraventare a terra in pochi secondi Goku, la castana quella scena scattò in avanti per aiutare il ragazzo, ma il bastone di Himitsu le bloccò il passaggio.
 
-Dove credi di andare tu?-
 
Il demone dagl’occhi azzurri si voltò verso l’avversaria, ripartendo così alla carica, prima avrebbe sistemato Himitsu in qualche modo, poi sarebbe accorsa ad aiutare Goku e gli altri; nel frattempo l’alabarda di Gojyo si muoveva contro il polso del ragazzo, bloccandoglielo, ed Hakkay sparò un suo Ki contro il ragazzo, il quale però la schivò con uno scatto laterale.
Goku in quell’istante gli andò addosso, il bastone sembrò colpire in pieno ventre Kodoku, che invece sorrise, e mollò un diretto destro sul volto di Goku, scaraventandolo via; a quel punto il ragazzo diede un forte strattone alla catena dell’arma del rosso, che per poco non se la fece scappare di mano, ma ricevette un calcio al fianco che lo mandò al tappeto, il ragazzo a quel punto si chinò a terra, il Ki di Hakkay gli passò vicinissimo alla spalla.
Kodoku sospirò, muovendosi veloce verso l’uomo dagl’occhi verdi, intenzionato a sferrargli un colpo con la scimitarra, ma il metallo della sua arma incontrò quello della spada di Kira, che lo osservava innervosita, allontanandolo da se e da Hakkay; il ragazzo dai capelli neri osservò stupito la ragazza, per poi sorridere crudele, vedendosela arrivare contro, all’ultimo momento Kodoku mollò la sua arma, per afferrare il polso di Kira e torcergli il braccio per farle mollare la spada, la ragazza gemette per il dolore al muscolo, la spada cadde in mezzo alla cenere.
Il ragazzo però non la trattenne a lungo, mollandola all’ultimo momento per parare il calcio di Hakkay, osservando l’uomo con un sorriso ferino, ed allungando una mano verso il suo orecchio dove c’erano i sistemi di controllo, con l’intenzione di strapparglieli dal lobo dell’orecchio; uno sparo in quel momento lacerò l’aria carica di tensione e Kodoku sentì il braccio lanciare un acuto ed improvviso dolore: Meiko per tutto il tempo era rimasta in attesa, colpendo alla fine il braccio del ragazzo che si allungava verso i sistemi di controllo di Hakkay.
 
-Dacci un taglio, brutto stronzo-
 
Il ragazzo la fissò visibilmente stupito, per poi lentamente far affiorare un sorriso dalle labbra, velocemente mollò la presa sull’uomo dagl’occhi verdi, che tossì leggermente, quel ragazzo aveva una mostra mostruosa, ed era folle, glielo si leggeva negl’occhi, che ora osservavano la biondina, questa lo osservava in silenzio, caricando un altro colpo del fucile, la ferita di lui intanto cominciava a sanguinare.
Era strano, ma...quando si avvicinava troppo a lei...sentiva i muscoli delle gambe bloccarsi...il suo cervello sapeva esattamente cos’avrebbe fatto lui...ma non riusciva a muoversi...era bloccata...dal suo stesso terrore...
 
“Tu non mi tradirai mai, vero Erroris?”
 
-Tu...non la tradirai mai...vero Erroris?-
 
Il ragazzo le afferrò saldamente la gola, il respiro si bloccò in un secondo, ma Meiko continuò a tenere saldamente il fucile tra le mani, mentre Kodoku gli allungava la ferita sanguinante, la ragazza a stento riusciva ad evitare il contatto delle labbra con quel colpo che il fucile aveva inferto alla carne di lui, che sussurrava divertito.
 
-Dolce, vero? Assaggialo...assaggialo Erroris...in fondo, il tuo stesso corpo è formato di sangue...come anche la tua anima...oh si, piccola e sterile Erroris...sappiamo perfettamente tu che cosa sei...non è vero?-
 
Il volto di Kodoku era oramai ad una distanza millimetrica da quello di Meiko, la ragazza sentiva il fiato di lui caldo e soffocante, il solo pensiero di cosa avrebbe fatto le scatenò una fortissima nausea, sentì lo stomaco tentare di rigurgitare quello che in realtà non aveva mangiato.
 
“Lontano...STAMMI LON TANO!”
 
Un secondo sparo per la seconda volta lacerò l’aria tesa, stavolta era passato vicinissimo ai visi dei due ragazzi, e Kodoku aveva spalancato gli occhi verdi sconvolto, voltandosi lentamente: la Shureiju fumava ancora, e Sanzo stava finendo di fumarsi l’ennesima sigaretta, c’è l’aveva ancora tra le labbra, ed il suo sguardo d’ametista era duro ed impassibile contro il ragazzo.
Questo, a malincuore, lasciò andare Meiko, che sentì l’aria tornargli fresca nei polmoni; Kodoku sembrò sul punto di darsi alla ritirata, tenendo d’occhio il bonzo che continuava a tenerlo nel mirino della sua pistola, nel caso ci fosse stato bisogno anche di un terzo colpo, stavolta in mezzo agl’occhi.
All’ultimo secondo, però, Kodoku afferrò la spada di Kira che si trovava a terra a poca distanza da lui, e senza neanche prendere la mira la scagliò contro gli altri due demoni che stavano ancora combattendo, in quel preciso istante la lama della spada sarebbe andata ad infilzare il corpo di Rika, che dava le spalle alla scena, troppo impegnata in un gioco di resistenza contro Himitsu.
Goku urlò con tutta la voce che aveva, gli occhi dorati spalancati in un’espressione di terrore.
 
-RIKA!!-
 
Furono istanti lunghissimi: Rika si voltò verso la spada, proprio mentre Himitsu mollava la presa per allontanarsi e sferrarle un attacco, la spada era a poca distanza da lei, l’avrebbe presa sicuramente...se Gojyo in quel momento non si fosse contrapposto, allontanando la spada con un gesto del braccio, ma ferendosi con un taglio diagonale alla spalla, che lo fece accasciare a terra.
 
-...GOJYO!!-
 
Kodoku fu più veloce di tutti e diede un sonoro calcio al mezzo-demone, che sentì il fiato mancargli e le energie esaurirsi con quel colpo, il ragazzo lo vide cadere al suolo e restare incredibilmente cosciente, quell’essere aveva la pelle dura a quanto sembrava: bene, gli sarebbe tornato utile.
Lo afferrò saldamente per il collo, sollevandolo come se niente fosse sotto lo sguardo di tutti, Himitsu si era bloccata di fronte a quella scena, Meiko invece si avvicinava al ragazzo che si limitò a stringere di più il collo di Gojyo, imponendo alla ragazza di fermarsi.
 
-Se non ti dispiace, Erroris, lui me lo prendo. Se vuoi riaverlo dovrai venire ad un edificio abbandonato che si trova a poca distanza da questo villaggio. Un volta era stato usato come luogo sacro.
Ah, ti avverto: ho con me altri due ostaggi, ovviamente sono demoni con sistemi di controllo, ed inoltre ho qualche piccolo effetto speciale da mostrarti.
Beh...ci vediamo Erroris!-
 
Kodoku chiuse la mano libera, per poi spalancarla, e rilasciare così una fortissima luce che accecò tutti quanti, costringendoli a coprirsi gli occhi, quando Meiko cercò di nuovo con lo sguardo il ragazzo, questo se n’era già andato via, e si era portato anche il rosso.
-...MALEDIZIONEE!!-
 
La biondina lanciò un urlo furibondo che riecheggiò per tutto il villaggio distrutto, Himitsu guardò in silenzio la ragazza, che mollò una serie di cazzotti al terreno, il fucile poco distante, e tutti gli altri lì, dove prima si trovava quello sterminatore di demoni; li chiamava così quella gente, ma questo rispetto a tutti quelli che aveva visto...era veramente il più folle.
Ad un tratto sentì qualcosa schiaffeggiarle via i bastone dalle mani, Rika si era avvicinata a lei e glielo aveva tolto di forza, per poi urlarle contro, con aria visibilmente stanca e preoccupata.
 
-Contenta? Adesso VATTENE!-
-...-
 
Il demone dai capelli biondi obbedì, riprendendosi il bastone ed alzando i tacchi, svanendo, così com’era apparsa, tra il fumo delle macerie; in quei momenti Goku era andato verso Rika, visibilmente spossato per il combattimento appena effettuato, di sicuro riportava una serie di contusioni leggere e qualche taglio, ma al momento si preoccupo solamente della ragazza che gli dava le spalle.
 
-Aspetta Goku, per favore...-
 
Il ragazzo le disobbedì e l’abbracciò da dietro, le braccia le avvolsero la vita e la testa di lui si appoggiò stancamente sulla spalla della ragazza che si lasciò scappare una lacrima di sollievo, la sua guancia toccò quella di Goku prendendo un profondo respiro: la stava accettando, accettava anche quell’aspetto di lei, la sua luce la stava abbracciando e la teneva stretta a se.
...era una sensazione bellissima...anche se nella sua mente...faceva capolino l’immagine di Gojyo in pericolo...
 
Quando Himitsu tornò al castello, avvertiva una certa spossatezza nei suoi movimenti, quell’incontro era stato duro e n’era uscita sconfitta, anche contro quegl’occhi azzurri che la fissavano in quel modo...triste...preoccupato...era di sicuro in ansia per il suo compagno di viaggio...
Aveva combattuto contro di lei sotto sembianze di demone...per la prima volta Rika non si era fatta divorare dalle sue tenebre, dalle tenebre di quel suo aspetto demoniaco, ed aveva combattuto.
...
-Allora? Com’è andata?-
 
Quella voce fece scattare Himitsu. Selene aveva le braccia incrociate e la stava osservando in silenzio con fare tranquillo, non sembrava arrabbiata...non sembrava...il demone dai capelli biondi abbassò il capo mestamente, pronta a ricevere la sua sgridata o una punizione di qualsiasi genere, avvertendo i passi della donna avvicinarsi a lei, poteva sentire quell’odore forte, segno che oramai quel corpo era vicinissimo a lei, e chiuse gli occhi.
Una mano si mosse delicata e gli slacciò il nastro rosso sul collo. In silenzio Himitsu sentì quelle mani toccarle ancora una volta i capelli, acconciandoglieli, mentre quella voce mormorava con fare tranquillo ed affettuoso.
 
-Tieni sempre i capelli sciolti, in questo modo nascondi i tuoi bei occhi-
 
Si...ora la sentiva...sentiva chiaramente quell’oscurità piacevole che l’avvolgeva in un abbraccio silenzioso, dolce, come la notte di primavera, tiepido, tranquillo.
Quando Selene terminò il lavoro, Himitsu alzò lentamente il capo, in modo da mostrare al demone il lavoro che aveva fatto, a giudicare da come sorrideva doveva esserne soddisfatta.
 
-Bene, ora possiamo andare-
-...Selene...-
 
Il demone si voltò verso la ragazza dai capelli biondi che la guardava tranquilla attraverso i suoi occhi color nocciola.
...
 
Meiko osservò la desolazione di quel luogo, allora per questo motivo Kodoku aveva lasciato quell’abitazione in piedi: voleva mostrare con crudeltà alla ragazza cosa poteva fare il suo potere...e quello di Satsuki...non si sarebbe stupita se gli avesse detto che aveva pianificato tutto...era un monito...quella giornata era stata un avviso da parte di lei, per esortarla ad accelerare i tempi...altrimenti Kodoku...cos’avrebbe fatto?
 
“-Tu non mi tradirai mai, vero Erroris?-”
“-Tu non la tradirai mai, vero Erroris?-”
 
Dannati, sapevano bene come fare per renderla docile e servizievole, e di questo provava una rabbia atroce, qualcosa che le torceva le budella, oltretutto aveva permesso a quel maledetto di portarsi via Gojyo; non aveva altra scelta, se lo doveva riprendere a tutti i costi.
Fortunatamente c’erano stanze per tutti quanti, anche se Rika aveva preferito restare insieme a Goku, * i due piccioncini...ed anche Kira era rimasta vicina ad Hakkay fino a pochi minuti prima, l’aveva sentita muoversi nel corridoio, aveva il passo leggero, eppure il legno sotto i suoi piedi scricchiolava.
L’immagine di Sanzo che sparava contro Kodoku tornò prepotentemente come quello sparo: in qualche modo...aveva voluto difenderla...ma non capiva...la ragazza non capiva se sentirsi bene all’idea...o male, proprio perché l’aveva difesa...
Sospirò, l’idea di Satsuki e Kodoku non la faceva dormire, e forse era stato meglio così, perché qualcuno bussò alla sua finestra, si era spostata da questa proprio qualche minuto prima, e d’istinto prese il fucile, voltandosi verso la figura nera, i lunghi capelli scivolavano in basso, segno che l’estranea era a testa in giù; riconobbe solo in parte la sua fisionomia, e sospirò, aprendo la finestra con uno scatto nervoso.
 
-Se cerchi rogne non è serata-
-Lo so, sono stata informata-
-E allora che vuoi?-
 
Selene, con un movimento fluido, entrò nella stanza, guardando l’arredamento spoglio, per poi rivolgersi a Meiko, il suo sguardo era tranquillo, non ferino come al suo solito, ma non lasciava scappare alcuna emozione da quelle iridi; incrociò le braccia, e parlò con aria tranquilla e distaccata.
 
-Ascolta: so perfettamente che tra me e te non c’è mai stata comunicazione, ma voglio che tu sappia...che sono interessata a Gojyo-
-Capisco...quindi vorresti unirti alla nostra spedizione?-
-Non anelo a tanto, anche perché dovrei incontrare Rika...-
-Hai paura di vedere se ti odia?-
 
Meiko dava le spalle alla donna, che si lasciò scappare un’espressione triste e nostalgica, il bracciale che aveva al polso era nascosto alla luce esterna.
 
-Non sono affari tuoi-
-Capisco, quindi semplicemente terrai d’occhio la situazione?-
-...diciamo che ti darò una mano...-
-Oh, non chiedevo di meglio-
 
La biondina caricò il fucile, che fece un rumore secco e fastidioso per quella conversazione, Selene non parlò più, limitandosi ad andarsene, quando Meiko la richiamò di nuovo con un’affermazione.
 
-Spero che quel bracciale che indossi tu non l’abbia rubato a Rika: ne ha uno identico che indossa da un po’ di tempo, da quello che ho notato-
 
Selene si limitò a sorridere sollevata, per poi uscire dalla finestra, Meiko si voltò a vedere quell’ombra scomparire, prima di chiudere la finestra; quella notte non sarebbe riuscita a dormire...come al solito del resto...
 
FINE CAPITOLO 33
  
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