Solo dei singhiozzi provenivano da quella cella buia e fredda, quella cella imprigionava una ragazza ormai persa nei ricordi e senza piu un briciolo di speranza.
-Oh, quanto ho sbagliato ad amare quello stupido cavaliere che ha preferito 20 monete d’argento a me! Diceva la povera Rebecca tra un singhiozzo e l’altro.-Oh, luna ti prego manda un messaggio a quello strampalato poeta e digli che lo amo!-
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-Ma chi sono io per dirlo, forse mi ha già dimenticato! Ma ti scongiuro mia bellissima luna mandagli questo messaggio, io voglio rivederlo e amarlo di nuovo!- le lacrime della ragazza incominciarono a scendere sempre più copiose pensando al poeta e alla sua tenerissima capretta.
Quando rialzò  la testa la ragazza sgrano gli occhi nel vedere che lui era li, e che gli stava porgendo la mano.
-G…Gringoire?!Che cosa ci fai qui? Rebecca prese timidamente la mano del poeta e si alzo in piedi continuando a piangere.
-Suvvia, non piangere, sono venuto per portarti fuori di qui, ma ci dobbiamo sbrigare altrimenti credo che alla forca ci andremo in due.
-Giusto, andiamo.Disse Rebecca ancora incredula.
Pierre aprì velocemente la porta della cella, prese Rebecca per mano e corse fino all'uscita, purtroppo non aveva calcolato le ronde notturne ma grazie a Dio uscirono sani e salvi. Senza pensarci due volte si gettarono nella Senna dove vennero in parte trasportati dalla corrente fino a una riva libera dove poterono finalmente riposarsi.
-Voglio sapere come hai fatto a trovarmi, chi ti ha detto che ero imprigionata li?Domando Rebecca guardando il poeta negli occhi.
-Hai degli ottimi amici, sai?E’ stata Cecilé a dirmelo.
Non lascio il poeta finire e si gettò tra le sue braccia incominciando a piangere di nuovo.
-Oh, Pierre non sai quanto mi dispiace… io ti ho sempre amato non sarei mai dovuta andare con quel bastardo, mi dispiace così tanto…
-Shh…non preoccuparti tu non hai fatto niente di male, sono io quello che non avrebbe mai dovuto lasciarti sola.le sussurrava il poeta stringendola più stretta a sè e cominciando ad accarezzarle i suoi bellissimi capelli scuri.
Dopo cinque minuti buoni i due si separarono da quell’ abbraccio e lui la guardava fissa negli occhi che ricordavano tanto la galassia, però fu lei a rompere il ghiaccio.
-Pierre?
-Dimmi mia cara.
-Che ne pensi di venire con me alla Corte dei Miracoli?
-Ne sarei felice ma sai che potrei essere impiccato.
-Si, ma potresti diventare un accattone.
-Ah, non me ne parlare quella prova e impossibile!
-Si ma puoi diventare un accattone anche sposando una… zingara.
-Con questo vuoi dire che…
Non gli lascio nemmeno il tempo di finire che lo baciò. Era un bacio appassionato desiderato da così tanto tempo. Quando si stacco da lui abbastanza contrariata disse quelle parole che Gringoire voleva sentire dal primo giorno che la incontrò.
-Ti amo Pierre Gringoire…
-Vuoi  sposarmi? Levò le parole di bocca alla ragazza che disse solo un sì gioioso
Allora i due amanti lasciavano quella piccola sponda e si dirigevano verso un unico posto: La Corte dei miracoli.
 
Note autrice:
Bonsoir! Spero che la storia vi sia piaciuta, e mi sa che vi devo spiegare un attimo chi è questa Rebecca; Rebecca e nata in italia e si trasferì in Francia alla ricerca della Corte dei Miracoli ed è la madre della protagonista di un libro che sto scrivendo. Appunto pubblicherò queste One-Shot come “missing moments” del libro. Ah quasi dimenticavo che la storia non è ambientata nel 1482 o giù di lì ma nel *rullo di tamburi* 1731!
Spero che la fic vi sia piaciuta se si fatemelo sapere (scusate per possibili orrori grammaticali, perché  non funziona il correttore automatico)
Bon nuit!