Terzo
e ultimo capitolo di questa storia. Vi lascio alla lettura di questo capitolo
conclusivo e mi farebbe piacere sapere cosa ne pensate del mio lavoro. In
attesa delle recensioni, ringrazio coloro che hanno letto e messo tra le
seguite la mia storia. Buona lettura!
Con qualche difficoltà, Scrooge si sedette e lasciò che Goldie si occupasse di lui. Ogni tanto, si lasciava scappare un guaito che soffocava mordendosi il labbro quando lei passava il disinfettante sui tagli più profondi. Una volta medicato e bendato, la papera gli fece appoggiare la testa sulle sue ginocchia e distendere.
– Adesso hai bisogno di riposare.
Appena ti sveglierai, torneremo a casa- sussurrò, accarezzandogli la testa e
facendolo rilassare sempre di più.
– Va bene- mormorò lui, che stava già per crollare dalla stanchezza – Ma non
prima di aver recuperato il tesoro- si rianimò, sollevandosi un pochino e con
un braccio attirare a se Goldie per
baciarla
Quando si staccarono, il vecchio papero mormorò un – Buonanotte - prima di
cadere addormentato
-Buonanotte- mormorò quest’ultima, riprendendo ad accarezzarlo mentre lo
guardava con infinita dolcezza e
sorridendo
Chi l’avrebbe mai detto? Da quando si erano riuniti, non erano più quei due
paperi orgogliosi e testardi che si erano conosciuti nel Klondike anni indietro
ma si sa: le persone cambiano …
-Ehi, Goldie- fece irruzione Donald, che si bloccò alla vista dello zio
addormentato e quando lei gli fece segno di far piano – Scusa, non sapevo.
Volevo sapere se volevate qualcosa da mangiare ma credo che ripasserò più tardi
… - si scusò a voce bassa, per non disturbare lo zio che, nel sonno, si mosse
per abbracciare la papera senza però svegliarsi.
A entrambi scappò un sospiro di sollievo e, mentre Donald usciva, lei si
sistemava meglio tra le braccia di Scrooge, posando la testa sul suo petto. Il
papero mugugnò soddisfatto e un sorriso comparve sulle sue
labbra.
Di sicuro, adora questa posizione pensò Goldie che, nel giro di pochi
minuti, si addormentò, cullata dal respiro e dal battito regolare
dell’amato.
Erano passati pochi minuti e, dalla fessura della tenda, sbucarono le teste dei
nipoti
-Bene. Stanno dormendo profondamente- iniziò Huey a voce
bassa
-Adesso il nostro piano può avere inizio …. - continuò Louie, sempre nello
stesso
modo
- … e cosi faremo una sorpresa allo zio- terminò Dewey, con lo stesso tono dei
fratelli
-Siete sicuri di quello che fate?- chiese, dubbioso,
Donald
-Si- esclamarono i tre in coro, per poi
allontanarsi
Dopo aver recuperato il sonno necessario, Scrooge e Goldie si svegliarono
pronti e carichi d’energia per affrontare il resto della giornata. Il magnate
si era appena stiracchiato che … sniff sniff … sentì
un profumo familiare
-Oro!- realizzò, balzando in piedi e facendo spaventare la
papera
-Cosa ti prende? E poi ti sembra il modo?- si lamentò, alzandosi e guardandolo
in modo scocciato
-Scusa. Ma questo è … - si fermò ad annusare l’aria - … profumo d’oro- terminò
con un sorriso da un orecchio all’altro e gli occhi luccicanti
– Hai detto oro?- anche lei aveva un enorme sorriso sul volto e gli occhi
che
brillavano
Si scambiarono un’occhiata e corsero fuori, dove rimasero senza fiato. Di
fronte a loro, si trovava il tesoro di Magger in tutta la sua completezza e lui
non poté fare a meno di buttarsi dentro la montagna d’oro per farsi una sana
nuotata in barba alle ferite che, tra l’altro, non sentiva
neanche.
– Ti piace la nostra sorpresa, zio?- chiese Louie, osservando il
parente
-Si, ragazzi. Siete stati fantastici- li lodò Scrooge, sentendosi rinascere
-Tenete, ragazzi- aggiunse, lanciando ai nipotini tre pezzi da un dollaro
ciascuno
-Grazie, zio- lo ringraziarono i tre, immaginandosi il gelato che si sarebbero
mangiati.
– E a me? Anch’io ho aiutato- si lamentò Donald, spuntando da dietro i tre
ragazzi e leggermente invidioso
Per una volta, non sarebbe morto se avesse dato qualcosa anche al
nipote. Solo per stavolta
-Oh, giusto. Hai ragione, nipote. Prendi- tirò anche a lui una moneta da un
dollaro
-Grazie, zio. Sei il migliore- costatò, felice, il
nipote
Goldie aveva osservato la scena in silenzio e sulla soglia della tenda finchè
non fu chiamata dalla voce di Scrooge – Ehi, Goldie. Unisciti a
me-
Con un’espressione gioiosa sul volto, la papera si avvicinò a lui e, seduti sul
cumulo e abbracciati, guardavano la luna che splendeva alta nel
cielo.
A Magger, faceva buio presto e, anche se erano appena le sette di sera, si poteva vedere la luna.
Forse fu l’atmosfera romantica o che
era un folle ma Scrooge decise che era giunto il momento di fare qualcosa
…
Dando qualche colpetto di tosse, attirò l’attenzione della donna che si
preoccupò subito per lui - Stai bene?-
-Si. Solo che …. Solo che … - balbettò, il becco impastato e la gola
secca-Io volevo … volevo – cercò di continuare, respirando a
fondo
Dai Scrooge, c’è l’ha puoi fare! Hai affrontato orsi, lupi e altre bestie
feroci nella tua vita … s’incoraggiò Già, ma era
indubbiamente più facile di quello che sto per fare e dire … Coraggio, un
respiro profondo e
…
-Vuoi diventare mia moglie?- tirò fuori tutto d un fiato per poi fare respiri
profondi per riprendere l’aria che gli era sfuggita dai polmoni in quella
frase.
Goldie lo guardava stranita: non poteva credere alle parole appena uscite da
quella bocca che era sempre stata orgogliosa, seria e tagliente … o almeno cosi
ricordava … - Co … cosa?- sussurrò Goldie, con
gli occhi di fuori e la bocca
aperta.
Trattenendo a stento una risata, Scrooge, con il cuore in mano,
dichiarò:-.Goldie, io ti amo dalla prima volta che ci siamo incontrati e mi
sono accorto che eri come me. Testarda, orgogliosa, avida e dal cuore di
ghiaccio anche se in realtà non lo eri e non lo sei. Ora, ti chiedo di fare un
ulteriore passo avanti senza perdere tempo. Ne abbiamo perso fin troppo e il
tempo è denaro. Vuoi diventare mia moglie e starmi accanto per tutta la vita?-
la guardò negli occhi e attese la sua
risposta.
A Goldie, caddero le braccia ma, dopo aver capito che lui aveva ragione,
rispose:-Hai ragione, abbiamo perso fin troppo tempo. E’ un sì e adesso baciami
pelledura-
Non se lo fece ripetere due volte:
l’attirò a sé e gli diede un passionale bacio sulle labbra. Il loro momento
magico fu interrotto da quell’impiccione di Donald che, con la sua voce
irritante e petulante, esclamò:- Congratulazioni! Era ora, piccioncini- e battè
le
mani
-Nipote!!!!!- urlò lo zio, rosso in
volto e, furioso, corse dietro al nipote che continuava a dire con tono
innocente come quello di un bambino:- Cos’ho detto di
male?-
Goldie e i nipotini, attirati dall’urlo bellicoso dello zione, scossero la
testa e risero: certo cose non cambiavano proprio mai …