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Autore: Sally Cinnamon    11/09/2015    1 recensioni
"E’ finita.
Non riesco a pensare ad altro da quando quello stronzo egoista di mio fratello ha sbattuto la porta e se ne è andato.
Ha lasciato tutto e tutti e ha deciso di non voler avere più niente a che fare con me e con gli Oasis.
Tutto quello per cui ci siamo fatti il culo è stato spazzato via da un “vaffanculo”, una porta chiusa malamente e un cesto di frutta.
Si può buttare via tutto in questo modo?"
Le considerazioni di Liam Gallagher sul suo rapporto con il fratello dopo la litigata con Noel che ha portato allo scioglimento della band.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Liam Gallagher, Noel Gallagher
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Brotherhood?


 

E’ finita.
Non riesco a pensare ad altro da quando quello stronzo egoista di mio fratello ha sbattuto la porta e se ne è andato.
Ha lasciato tutto e tutti e ha deciso di non voler avere più niente a che fare con me e con gli Oasis.
Tutto quello per cui ci siamo fatti il culo è stato spazzato via da un “vaffanculo”, una porta chiusa malamente e un cesto di frutta.
Si può buttare via tutto in questo modo?
In fondo, io e Noel siamo famosi anche per questo, no? Le nostre litigate precedono la nostra fama e io mi chiedo se non poteva andare così anche questa volta ma Noel è stato chiaro, categorico: “non posso stare a guardare questa testa di cazzo un minuto di più!”, ha urlato.
Ovviamente, ancora una volta, la colpa è solo e soltanto mia, lo ha persino dichiarato pubblicamente in quel cazzo di comunicato di merda che ha fatto senza nemmeno aver cercato di sbollire prima un po’ la rabbia.
È facile prendersela con me, sono il capro espiatorio: qualsiasi cosa è sempre successa negli Oasis, la colpa è sempre stata di quell’imbecille, immaturo di Liam, che non mette mai la testa a posto e continua a fare il cazzone suscitando le ire del fratellino intoccabile che non sbaglia mai niente.
Mi sono rotto il cazzo di Noel Gallagher e dei suoi comportamenti da uomo perfetto.  Lui non è perfetto ed è ora che se lo ficchi in testa.
Se ripenso a quello che ci è successo, non posso che ringraziare il Destino, o Dio – whatever – per quello che ci ha riservato ma Noel, lui no. Lui è me, che deve ringraziare. Se non gli avessi messo a disposizione il mio gruppo tanti anni fa, forse non sarebbe mai arrivato da solo fino a dove siamo arrivati insieme e probabilmente tutta la spocchia da tiranno gli avrebbe impedito di arrivare ad essere il re del rock. Forse non ci sarei arrivato nemmeno io, perché lo so che mio fratello è stato l’anima degli Oasis, ma è grazie a me se ha trovato un gruppo a cui far suonare le sue fottute canzoni.
Ma perché fa così?
Spengo la Benson ormai arrivata alla fine, nel posacenere sul tavolo. Spingo con forza il filtro sulla base di vetro, sporcandomi le dita con le pagliuzze di cenere che ne fuoriescono. Quanto vorrei poter fare la stessa cosa anche con la testa di Noel!
Nonostante sia mio fratello, io certe volte, davvero non lo capisco.
È vero, negli ultimi tempi sono stato una testa di cazzo; ho ignorato volutamente i suoi consigli, non ho fatto niente per questa cazzo di voce che sembra aver perso la magia che mi faceva spaccare sul palco e che faceva innamorare i milioni di fans che venivano a sentirci suonare negli anni Novanta ma credo ancora che potremmo fare grandi cose insieme, io e lui. Mi comporto da ragazzino e sono pieno di difetti ma sono comunque suo fratello.
Come può odiarmi a tal punto da voltarmi le spalle? Come può aver scelto di chiudere la sua carriera con gli Oasis ma soprattutto augurarsi di non incontrarmi mai più?
Ci scorre lo stesso maledetto sangue nelle vene, possibile che non riesce mai a sentirlo?
Ingollo sbadatamente un sorso di birra direttamente dalla bottiglia, qualche goccia mi scappa dalle labbra e finisce sui jeans, facendomi imprecare.
Sento il liquido alcolico pizzicarmi la gola e scendere nell’esofago; brucia ma so che quello non è per colpa dell’alcol.
E’ il dolore della mia anima fatta a brandelli, dell’umiliazione che ho dovuto subire, del dolore che soltanto chi combatte tutta la vita per farsi accettare riesce a sentire davvero.
Io so che questa storia e questo dolore non appartengono soltanto al presente; non c’entrano un cazzo gli Oasis, non c’entra niente il mio carattere di merda, né la sua volontà a non collaborare con me un minuto di più. Il punto è un altro e riguarda il mio rapporto con Noel. Sono convinto che mio fratello non abbia mai veramente accettato la mia presenza nella sua vita ed abbia colto i miei atteggiamenti del cazzo degli ultimi anni come pretesto per tagliarmi fuori dalla sua esistenza. Finalmente ha messo in pratica quello che ha voluto fare dalla prima volta che mi ha visto: si è liberato di me, il fratellino rompicoglioni che gli ha rubato la camera, che gli ha regalato un sogno ma poi ha fatto di tutto per rovinarglielo. Ho passato ogni fottutissimo giorno a cercare di conquistarlo e di farmi voler bene; ho messo Noel in cima al mondo e ho sperato che il successo che abbiamo raggiunto con gli Oasis potesse unirci; in fondo, condividiamo e abbiamo sempre condiviso la stessa passione ma a lui non è mai interessato molto di discutere di musica con me.
O si faceva a modo suo, o non si faceva per niente.
Figuriamoci poi se ha mai inteso di prendere in considerazione le mie idee!
Io ero soltanto un ragazzino che voleva emulare John Lennon ma che scriveva testi di poco impatto sul pubblico, in fin dei conti.
E pensare, che quel ragazzino avrebbe venduto l’anima al diavolo per compiacere suo fratello: non ho mai capito però se Noel mi ha mai voluto davvero bene o ha fatto tutto soltanto per il proprio tornaconto. Tante volte avrei voluto chiedergli se fosse contento di dividere con me quel successo tanto a lungo agognato e tante volte sono stato sul punto di farlo ma poi ho preferito evitare.
“OurKid, non fare il sentimentale del cazzo.” Questa sarebbe stata la sua risposta.
Ma di parlare di quello che lui sente per me, neanche a pensarci.
Perché nessuno può sapere che cosa ha in quella testa; è capace di scrivere testi incredibili, può far cantare cazzate senza senso a chiunque ma non provare a chiedergli quello che prova perché tanto è come andare a suonare il campanello di Buckingham Palace. Non solo non ti risponderebbe, probabilmente ti manderebbe pure a fanculo.
E così io ho passato la mia intera esistenza a rincorrerlo; ho vissuto con il mito di mio fratello, desiderando con tutto me stesso, sin da bambino, di essere in gamba come lui, di potergli dimostrare che Liam è cresciuto, è diventato un uomo e non è Weetabix, al quale doveva badare quando mamma ci portava al supermercato e gli chiedeva di tenermi buono nel carrello.
So di essere cresciuto e di non essere più quel ragazzino ma so anche di non averglielo mai dimostrato.
È che mi fa incazzare perché non si accorge mai di quanto avrei bisogno di lui e del suo affetto invece che dei suoi comportamenti da dittatore del cazzo, delle sue continue ramanzine e degli ammonimenti di chi si sente il Padre Eterno; lo so da solo che sono una testa di cazzo e non c’è assolutamente bisogno che Noel Gallagher continui a farmi notare quanto lui è migliore di me; è proprio per questo che invece di dimostrargli che non sono come lui dice, preferisco fare qualcosa che lo faccia andare su di giri, che gli faccia perdere le staffe e tirarmi una prugna pur di farmi del male. Non è tirandomi una frutta che riesce ad infliggermi dolore, lo fa ogni volta che mi ignora, o che mi sminuisce davanti alle altre persone.
Sono convinto che per Noel non smetterò mai di essere il fratello nato tardi che gli ha tolto la pace in casa, quello che gli rubava i vestiti e che riceveva le maggiori attenzioni perché ero il più piccolo. Non me ne è mai fregato un cazzo delle altre persone, io ho sempre agognato soltanto l’amore di mio fratello. È stato un desiderio vano, comunque.
Non so cosa farò adesso, non voglio dargliela vinta e mandare a puttane tutto quello che abbiamo fatto finora; io continuerò a cantare, la metà dei diritti delle canzoni sono anche i miei, non può impedirmi di cantare Wonderwall, anche se di fatto, l’ha scritta lui.
Voglio fargli vedere che non dipendiamo solo da Noel Gallagher, gli Oasis non si sono sciolti perché lo ha deciso lui. Cambia la macchina ma la benzina resta sempre quella.
Mi alzo, trascinandomi pigro e distrutto dalla poltrona rossa al letto che mi ospita in questo hotel francese del cazzo, dove nessuno parla inglese e io mi sento ancora più solo.
Sono ubriaco e probabilmente tutta questa storia è solo colpa della sbornia; domani mi sveglio e troverò ancora la faccia da cazzo di Noel che mi guarda imbronciato perché ho fatto tardi alle prove.
Sicuramente tutto quello che è successo, il concerto che è saltato, la porta sbattuta domani saranno solo frutto della mia immaginazione.
Mi sdraio, ho un cerchio pesante alla testa. Massaggio le tempie e comprendo che domani, in realtà, non tornerà a posto proprio niente.
È finita, gli Oasis non esistono più.
E io, forse, ho perso per sempre quel fratello che ho sempre rincorso e mai raggiunto.
   
 
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