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Autore: harmony125    13/09/2015    5 recensioni
Sono passati due anni dalla battaglia tra le Winx e Kalshara. Le sei fate, ancora una volta, ne sono uscite vive e hanno trionfato valorosamente, salvando gli animali fatati. Ora stanno trascorrendo una vita serena senza mostri e missioni, fino a quando Tecna, un giorno, non legge una misteriosa lettera che distrugge la vita delle sei fate...per sempre!
Genere: Avventura, Fantasy, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Un nuovo mistero

Era notte ad Alfea, la luna splendeva così alta nel cielo che sembrava quasi volesse sorvegliare la scuola, tutti i docenti e le studentesse stavano riposando mentre le Winx avevano appena finito di festeggiare il ritorno della loro amica.
«Ci sei mancata così tanto!» esclamò Stella abbracciando Flora fortemente a sè.
«Non facevamo che pensare a te ogni giorno e, finalmente, sei tornata.» proferì la fata della musica in una leggera risata.
«Anche voi mi siete mancate, ragazze, ma il Regno aveva bisogno di me, dato che ora sono diventata Principessa di Lynphea. E da principessa, ho i miei doveri e i miei compiti, che non posso trasgredire.» affermò Flora con un tono serio e severo.
«Come ci si sente ad essere una principessa?» domandò curiosa la fata del sole splendente.
«E'...emozionante! Direi emozionante...» rispose la fata della natura, con un tono un po' insicuro e smarrito.
«Come ti trovi con la tua nuova famiglia?» chiese Bloom preoccupata per l'amica.
«Bene, ma da quando è morto mio padre non faccio che pensare a lui, ogni giorno. Mi manca la sua presenza, il suo odore, i suoi baci sulla mia fronte,quando mi dava la buonanotte, le sue carezze, il suo sorriso...lui.» affermò la fata facendosi scendere una lacrima dall'occhio sinistro. Le amiche la avvolsero subito in un grande abbraccio.
«Non ti preoccupare, il dolore passerà. Io ne so qualcosa.» la rassicurò Musa asciugando la guancia bagnata dell'amica. Flora rispose con un piccolo sorriso malinconico.
«Com'è Crystal come sorellastra?» domandò Tecna curiosa di sapere la risposta della fata.
«Si comporta bene con me, mia madre la tratta come se fosse sua figlia e il Re fa altrettanto con me. Ma io non riesco ancora a vederla come sorella, siamo troppo diverse. Siamo come il giorno e la notte: a me piace il bianco, a lei piace il nero, io ascolto musica classica, lei ascolta musica rock. Alcune volte litighiamo ma in fin dei conti mi tratta abbastanza bene.» spiegò la fata alle amiche.
«Non deve essere facile anche per lei, capiscila. Da un giorno all'altro, si ritrova con una matrigna e una sorellastra nella sua casa.» disse Bloom mentre preparava il tè caldo.
«E' successo tutto all'improvviso.» pensò ad alta voce la fata della natura osservando la luna dalla finestra.
«Il Re divorzia con la Regina, mia madre e lui si conoscono, dopo un po' si innamorano e mia madre mi porta con lei a vivere in un castello magnifico, dove tutto ti viene servito e riverito. Ci sono servi ovunque: ti danno il buongiorno, ti preparano la colazione, ti vestono...sembra quasi un film.» continuò la fata con il tono un po' smarrito.
«Dovresti essere felice.» intervenne Aisha.
«Sì, ma è tutto così strano..io non sono abituata a tutto questo. Quando abitavo a Lynphea io mi preparavo la colazione, facevo il letto, andavo fuori a raccogliere la frutta, curavo i fiori con le mie pozioni magiche e cucivo gli abiti insieme a mia mamma.» replicò la fata. «Mentre mio padre....» e si interruppe sbadigliando, con la scusa di aver sonno.
Le ragazze stettero a parlare per ore e ore, finchè non crollarono dal sonno e ognuna si rimboccò nel proprio letto sotto le coperte.

                                   
Il giorno dopo, ad Alfea regnava la pioggia e batteva il vento. Le goccioline di poggia si schiantavano contro i vetri deformando il panorama per chi vedeva dall'interno. Gli alberi della Foresta di Selvafosca si muovevano bruscamente da una parta all'altra, cascate di foglie cadevano dai rami e si stava formando un grande tappeto giallo, rosso e marrone.
La sveglia suonò e tutte le ragazze si svegliarono, si vestirono e andarono a fare colazione in mensa, con tutte le altre studentesse.
«Che brutta giornata che è oggi...» affermò Stella assonnata, stiracchiandosi.
C'era un gran caos, ragazze che mangiavano, che parlavano, che ridevano, che urlavano e che giocavano. Sembrava tutto normale, come ogni mattina ad Alfea.
Mentre tutte le studentesse facevano colazione in gruppo, un'allieva dai lunghi capelli biondi e dalla candida carnagione mangiava la sua colazione da sola sulle scale e piangeva singhiozzando con le mani in faccia.
«Sì, perchè...» Tecna interruppe il suo discorso, dopo aver notato la ragazza in lacrime sui gradini continuando a fissarla.
«Tecna, cos'hai?» domandò Aisha mentre mangiava un puncake.
Tecna indicò alle sue amiche la ragazza «Non la vedete? Cos'ha quella poveretta? Ora le vado a parlare. Deve essere qualcosa di grave.» e decisa la fata della tecnologia così fece. Si alzò dalla sedia e si diresse verso la ragazza.
La studentessa notò che Tecna si stava avvicinando, con un espressione preoccupata e le urlò «Lasciami in pace!» e scappò via scontrando con Tecna.
Tecna e le altre, che la guardavano da lontano mentre consumavano il cibo, rimasero scioccate, fino a quando la fata della tecnologia non notò che alla ragazza era caduta una lettera dalla tasca della gonna.
La raccolse e subito dopo averne letto il contenuto, rimase scioccata: gli occhi iniziarono a bagnarsi di lacrime e svenne al suolo.
 
   
 
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