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Autore: Jade Tisdale    13/09/2015    6 recensioni
«Taru-Taru, tu non hai paura di crescere?»
[...]
«La vita è un po' come un ghiacciolo» esordì dopo poco l'alieno, studiando attentamente le parole da usare.
Genere: Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Purin Fon/Paddy, Taruto Ikisatashi/Tart
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Come un ghiacciolo

 

 

 

 

 

«Taru-Taru, tu non hai paura di crescere?»
Il castano rivolse un'occhiata infastidita alla Mew Gialla, che in quel momento aveva lo sguardo rivolto verso il cielo. «No» rispose seccato, dedicando nuovamente la sua attenzione al ghiacciolo all'anice che stava mangiando.
«Io sì invece» proseguì Purin, sospirando lievemente. «Non è bello diventare grandi. Si hanno mille responsabilità, non si può più giocare, bisogna lavorare. Non sembra una bella vita.»
«A me sembra ciò che fai tutti i giorni.»
«E poi bisogna comportarsi bene, non si può piangere se qualcosa non piace. Non si può passare la serata come stiamo facendo noi, seduti sugli scogli a guardare le stelle. No. Ci sono i piatti da lavare, i panni da stirare, i figli da mettere a letto. E la mattina seguente tutto ricomincia: bisogna svegliarsi, preparare la colazione, lavare i pavimenti, portare il cane dal veterinario, e fare in modo di non spendere troppo, altrimenti il conto si prosciuga.»
«Ripeto, a me sembra il riassunto della tua vita quotidiana.»
«Ma se qualcuno non è bravo in matematica, come fa a capire se ha esagerato o se può comprarsi ancora qualcosa? A me piace contare, ma se sbagliassi i calcoli e restassi senza soldi? Chi mi comprerebbe da mangiare?»
«Ti stai facendo mille problemi per nulla.»
Taruto succhiò l'ultimo pezzo di ghiaccio, rigirandosi distrattamente il bastoncino tra le dita. La Mew Scimmia lo osservò con poco interesse, ancora turbata per i pensieri che le avevano invaso la mente.
«La vita è un po' come un ghiacciolo» esordì dopo poco l'alieno, studiando attentamente le parole da usare. «La parte migliore è quando prendiamo lo stecco in mano e cominciamo a gustarci il ghiacciolo. All'inizio è freddissimo, così freddo da congelarti il cervello, e non ci piace. Poi però ci facciamo l'abitudine e lo mangiamo in poco tempo, rimpiangendo di non essercelo gustato. E tu con la tua vita stai facendo questo Purin, non te la stai godendo. Gli anni passano in fretta, questo è vero, ma tu non stai facendo nulla per far sì che il tempo non vada sprecato. Dovresti divertirti, pensare al presente, e non farti queste fisse mentali che non servono proprio a niente. Un ghiacciolo finisce per forza, anche se non lo mangi dopo un po' si scioglie, e tutto ciò che ti rimane in mano è un legnetto appiccicoso.»
La ragazzina abbassò lo sguardo, iniziando a sentirsi a disagio. «Però i ghiaccioli li mettiamo nel freezer proprio per evitare che si sciolgano.»
«Prima o poi accadrà comunque qualcosa che cambierà il corso degli eventi. Magari il freezer si romperà, o magari... bah, non riesco a credere di aver detto queste cose sciocche sui ghiaccioli.»
Purin, al sentirlo borbottare le ultime parole, scoppiò a ridere di gusto, ma dopo non molto calde lacrime si fecero strada lungo le sue guance, e a Taruto si strinse il cuore nel vederla in quello stato.
«N-Non volevo dirlo con cattiveria... Purin, scusami... non l'ho fatto apposta...» disse impacciato, accarezzandole delicatamente la schiena.
La bionda tirò sul col naso un paio di volte prima di alzare finalmente lo sguardo. Aveva le guance bagnate e gli occhi leggermente rossi: continuava a piangere, singhiozzava di tanto in tanto, e le bruciava la gola.
«Tu... te ne andrai...» balbettò con voce tremante.
Taruto percepì il battito del suo cuore accelerare. «Eh?»
«Pai ha detto... ha detto che presto... tornerete... a casa...» proseguì, alternando le frasi spezzate ai singhiozzi. «E io non voglio... se tu te ne vai... io non... non potrò sopportarlo... non di nuovo...»
«E dai, lo sai che Pai dice tante baggianate! (*) Io e i miei fratelli siamo qui da più di un anno ormai, perciò credo che passerà ancora un bel po' prima che torneremo a casa.»
Pronunciò quelle parole cercando di essere il più cauto possibile, nel tenero tentativo di rassicurarla.
Purin, però, non era migliorata tanto. Si era asciugata le guance con il dorso della mano, ma i singhiozzi non erano spariti e le lacrime, anche se silenziose, non avevano smesso di cadere.
«In ogni caso cresceremo... magari ci perderemo... di vista...»
«È per questo che eri così pensierosa questa sera?» la bloccò Taruto, ruotando la testa di lato.
Purin annuì leggermente, singhiozzando ancora.
«Ti prego, adesso smettila di piangere!» esclamò il castano, sorridendole.
La Mew Scimmia abbozzò a sua volta un sorriso, e si passò nuovamente le mani sulle guance.
«E poi...»Taruto socchiuse gli occhi, non riuscendo a smettere di sorridere «anche se tornassimo sul mio pianeta, io ti verrei a trovare, di tanto in tanto.»
La biondina sussultò, assimilando il significato di quelle parole. Le sue gote si tinsero di un lieve rossore senza che lei se ne rendesse conto. Si avvicinò all'alieno e lo abbracciò dolcemente: Taruto ricambiò il gesto, anche se imbarazzato.
«Me lo prometti, Taru-Taru?»
Quest'ultimo diede un'ultima occhiata allo stecco del ghiacciolo. «Promesso» sussurrò, sentendo a sua volta le guance in fiamme.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

(*)= Mai detta questa parola in tutta la mia vita. Non so perché, ma mi sembrava proprio una parola adatta al linguaggio di Taruto xD

 

 

 

 

Buonasera, popolo!
Lo so che dovrei fare qualcosa di più produttivo, tipo portare a termine i capitoli delle long, le storie per i contest o prepararmi psicologicamente per domani, ma questa storia è nata dal nulla and è riuscita a svuotarmi la mente e a tranquillizzarmi, anche se per poco.
Sì, la fine delle vacanze mi fa questo effetto, non c'è da stupirsi.

   
 
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