Running in circle
(Coming back as we are)
 

«Chiudi gli occhi».

Hai quattro anni e Dean ti rimbocca le coperte.
Canticchia Hey Jude, una canzone d'un gruppo di cui non ricordi il nome, sai solo che è qualcosa di buffo. Forse il nome di qualche pianta, o animale. Ti piace, quella canzone. Tuo fratello la canta tutto il tempo, sottovoce, soprattutto quando è sovrappensiero e siete soli, chiusi in qualche motel senza poter uscire.
«Sei abbastanza stretto, Samdwich?»
«Siiì, Dean» ridacchi, tirandoti il lenzuolo fino agli occhi.
«Allora chiudi gli occhi. Papà tornerà presto. Dovresti dormire da un po'» dice lui, carezzandoti la testa. È stanco e sai che finge di no perché deve fare il bambino grande.
«Anche tu, però».
 

«Chiudi gli occhi».

Hai sei anni e in tv c'è un film dell'orrore.
Dean ti insegue per la stanza, cercando di rubarti il telecomando dalle mani. Ridete entrambi, anche se tuo fratello finge di far la voce grossa.
«Hai scuola, domani, non puoi far tardi!» ti rimprovera, quando infine inciampi nei tuoi stessi piedi e cadi rovinosamente a terra. Ridi ancora; non ti sei fatto nulla.
«Ma voglio vederlo, Deeean» provi a lamentarti, mentre ti trascina a letto.
«Sei troppo piccolo per quella robaccia, Sammy. Chiudi gli occhi, ora».
«Starai qui a farmi compagnia, vero?» vorresti chiedere, ma già dormi.
Nel sonno, senti la voce di Dean cantare Hey Jude al tuo orecchio.
 

«Chiudi gli occhi».

Hai sette anni e nascondi la testa sotto il braccio di Dean.
«Fa paura!» dici, ed è una verità a metà. Il film non è così sanguinoso come pensavi, ma il tizio con la maschera da lupo ti mette una strizza assurda.
Forse sono gli effetti speciali dell'horror che avete deciso di vedere sotto tua insistenza, forse sono i discorsi tra tuo fratello e tuo padre che ogni tanto ti capita di ascoltare... ma quel cattivo è cattivo sul serio.
«Ti dico io quando riaprire gli occhi, Sammy. Tranquillo. Va tutto bene» sussurra Dean al tuo orecchio. Tiene una mano poggiata sulle tue spalle, ferma.
Non sai quando, ti addormenti.
 

«Chiudi gli occhi».

Hai otto anni e gli incubi ti assalgono.
Non li ricordi, da sveglio, sai solo che hai voglia di piangere.
Hai voglia di abbracciare il tuo papà, ma il tuo papà non c'è; c'è solo Dean che dorme nell'altra stanza e ti fa posto nel suo letto, lasciandoti rannicchiare addosso a lui.Profuma di bagnoschiuma e caramelle, tuo fratello ― quelle che avete mangiato davanti alla tv prima di andare a dormire.
«E se il mostro del mio incubo mi cattura e mi mangia?» chiedi sottovoce, guardando atterrito le ombre scure della notte.
«Ci sono io, Sammy. Chiudi gli occhi, nessun mostro ti porterà via. Ci sono io per te».
 

«Chiudi gli occhi».

Hai nove anni e i mostri sono reali.
Il calcio della pistola che Dean tiene infilata nei jeans ti preme contro il petto. Fa un po' paura, quella sensazione. «Non guardare, Sammy. Chiudi gli occhi, le teste dei vampiri fanno più schifo viste fuori dalla tv».
Stringi le palpebre, ricacciando le lacrime indietro, anche se vorresti piangere; i bravi ragazzini non lo fanno mai.
Tuo fratello ti fa sedere dentro l'Impala, comandandoti di togliere la camicia ― vuol vedere se sei ferito. Se ti hanno toccato, dice Dean, con una rabbia nella voce che non gli hai mai sentito. «Non sarebbe dovuto succedere, Sammy. Scusa».
«E se...»
«Mai. Mai, capito?»
 

«Chiudi gli occhi».

È la mano di tuo fratello abbandonata sulla testa quando si addormenta al tuo fianco.

È una canzone appena mormorata, la ninnananna di vostra madre che sfuma nel sonno.

È un film dell'orrore guardato nel mezzo della notte, censurato perché troppo pauroso.

È sapere che i mostri dentro l'armadio non verranno a prenderti mentre dormi, perché lui è lì.

È la certezza che mai,mai tuo fratello potrebbe lasciare che ti accada qualcosa, perché è lì per te.
 

«Chiudi gli occhi, Sam».

Hai trent'anni ed è l'atto di fede di tutta una vita.








Due parole.

Questa fic è... mmm. Diciamo strana.
Strana nel senso che mi è venuta fuori con una forma del tutto diversa da quello che avevo in mente, e non so se mi piace. 
Sono 660 parole, precise. Organizzate a paragrafi di 110 l'uno, tranne l'ultimo che raggiunge i 110 contandoci ogni “Chiudi gli occhi” di destra.
Era tanto che questa... cosa strana giaceva nel mio pc ― da dopo il finale della decima, insomma ― e oggi mi pareva una buona giornata per rimetterci le mani, complice l'aria festosa del fandom per i dieci anni della serie. 
Ohibò. Chissà che roba ne ho ricavato.