Film > Basil l'Investigatopo
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Autore: Bebbe5    14/09/2015    2 recensioni
Rattigan è tornato in azione e tocca di nuovo a Basil sconfiggerlo. Ci riuscirà anche stavolta? Per tutti i fan dell'argomento. [capitoli e titolo modificati e corretti]
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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CAPITOLO 33

 

“Brynna, smettila di guardarti intorno. Finirai per attirare l’attenzione oltre che per essere estremamente sconveniente”

 

“Selena, ci sono almeno dieci cose in questa stanza più sconvenienti di un banale guardarsi intorno. Quel topo mascherato, per esempio, sta corteggiando la migliore amica di sua moglie, la quale o è molto ingenua o sta cogliendo perfettamente l’occasione. Quell’altro laggiù, invece, è al suo terzo cordiale nel giro di venti minuti”

 

“Sì, ma mi stai mettendo tremendamente a disagio. Insomma, è una festa, dovremmo divertirci”

 

“Ma ti assicuro che lo sto facendo, mia cara. Non mi divertivo così da molto” replicò scherzosa Brynna, prendendo un sorso dal suo calice di vino e facendo sospirare Selena accanto a lei. “È solo che mi pare strano che manchi proprio la festeggiata.”

 

“Brynna non fare la finta tonta.” Replicò Selena. “Mi hai già detto che la festa di stasera probabilmente serve da copertura per qualcos’altro e, dati gli eventi in cui si è trovata implicata di recente, non c’è da stupirsi che non si sia ancora presentata.”

 

Comodamente sedute su una chaise-longue in casa Morstan, Brynna e Selena si trovavano nel bel mezzo di una festa dedicata alla giovane Elizabeth ed ai suoi recenti successi, festa fortemente voluta dal padre di lei, il quale danzava tra gli invitati tessendo le lodi della figlia. In quel momento, si stava giusto intrattenendo con Tobias, il quale annuiva e rispondeva educatamente a ciò che gli veniva detto.

 

“Mi chiedo quanto ne sappia dell’intera vicenda e quanto ci guadagni” borbottò la maggiore dei Basil, prendendo un altro sorso e vuotando il calice mentre i suoi occhi fissavano il topo in questione.

 

“Potrai cercare di appurarlo tra poco, vengono da noi. Sorridi su” le rispose Selena, accennando con la testa al marito e al signor Morstan che si stavano avvicinando a loro.

 

“Le presento mia moglie Selena e la sua amica Ingrid Stein ” disse Tobias all’altro topo con un sorriso tirato. Era evidente che non ne poteva più di conversare con lui.

 

“Lieto di fare finalmente la sua conoscenza, signora Ansmauser” disse il signor Morstan, facendole il baciamano, cui la topolina rispose con un piccolo sorriso. “Ed è un piacere conoscere anche lei, signora Stein. Spero di poter vedere il suo vero viso prima della fine della serata, così potrò riconoscerla anche altrove” aggiunse poi, rivolgendosi a Brynna con fare ammiccante.

 

“Scopo di feste in maschera è mantenere segveta la propria identità, ja? Almeno, in Gvande Cermania si fa così” gli rispose la topolina, parlando con un forte accento tedesco e costringendo Tobias a bere un sorso di vino per mascherare una risata e Selena a fare appello a tutto il suo autocontrollo.

Il signor Morstan, invece, si schiarì la voce, un po’ imbarazzato.

“Sì, ehm… ovvio, anche qui in Inghilterra funziona così in effetti. Oh, Lord Carsley! Vogliate scusarmi, i doveri di ospite mi chiamano” disse infatti, dileguandosi in fretta verso un altro topo che si voltò a guardarlo, sorpreso per quell’improvvisa attenzione.

 

“Oh Brynna, voleva solo adularti un po’” le disse Tobias quando il signor Morstan fu fuori dalla portata della sua voce.

 

“Ho voluto mettere subito in chiaro che non mi lascio adulare” replicò lei a denti stretti, fissando il topo che ora si stava prodigando in sproloqui con Lord Carsley.

 

“Ma non importava che gli rispondessi in quel modo. Perché devi essere sempre così brusca con gli altri?” le chiese Selena, notando però che l’amica stava guardando altrove. “Brynna, mi ascolti?”

 

L’altra sembrò riscuotersi, ma continuò a non guardarla.

 

“Certo che ti ascolto. Senti, parlare con quel pallone gonfiato mi ha seccato la gola, vado a prendere un altro bicchiere di vino” rispose, alzandosi in piedi ed ignorando l’offerta di Tobias di andare al posto suo, avviandosi verso il tavolo dove venivano serviti i calici pieni della bevanda alcolica. Il dottore sospirò, prendendo il posto ora libero sulla chaise-longue accanto alla moglie.

 

“Mi sembra in forma” le disse, cercando di smorzare la tensione.

 

“Anche troppo” fu la risposta che ricevette. “Sono felice che non sia diversa dal solito, voglio che questo sia chiaro, ma avevo dimenticato quanto potesse essere pesante gestirla per tanto tempo”

 

“Non fare la melodrammatica” replicò il topo, prendendo un sorso dal suo calice e guardandola con un sorriso. “Non sareste amiche da così tanti anni se il suo atteggiamento non ti divertisse almeno un po’. Anzi, sono abbastanza convinto che, se tu non fossi ormai una seria donna sposata, ti uniresti a lei nel criticare la sala.” Concluse con un ghigno che sua moglie, dopo qualche attimo di finta indignazione, ricambiò sospirando.

 

“Ormai è una cosa che mi concedo solo in privato.” Convenne, prendendo a sua volta un sorso di vino.

 

“Ma se bevi ancora un po’, probabilmente finirai per cominciare anche tu.”

“Oh Tobias, non essere sciocco. Da sola non potrei mai.”

 

“Ah, ma aspetta che torni e vedrai.”

 

“A questo proposito, ci sta impiegando molto. Sono già passati diversi minuti e ancora non è tornata.” Disse ad un certo punto Selena, allungando il collo per vedere se riusciva a scorgere la sua amica, imitata poco dopo dal marito.

 

“In effetti è piuttosto strano, non la vedo da nessuna parte…” commentò, prima di voltarsi per incrociare gli occhi di sua moglie, scorgendo in essi la stessa preoccupazione che aveva cominciato a prendere anche lui. La topolina si alzò in piedi, cercando un’ultima volta l’amica con lo sguardo, prima di tornare a sedersi, sospirando.

 

“Avremmo dovuto capirlo subito. Dove può essere andata?”

 

“Non credo che avremo il tempo di andare a cercarla. Guarda, sta arrivando la festeggiata” replicò Tobias, alzandosi in piedi mentre Elizabeth faceva il suo ingresso nella stanza.

 

 

Nel frattempo, al piano superiore, Cornelia sedeva sul letto della stanza in cui era stata rinchiusa, torcendosi nervosamente le mani e cercando di trovare disperatamente una soluzione. Non appena la porta si era chiusa dietro Elizabeth ed i passi della sua amica erano svaniti del tutto lungo il corridoio e giù per le scale, si era precipitata sulla serratura, armeggiando con una delle sue forcine per capelli nel tentativo di scassinarla. Non aveva avuto successo date l’obiettiva difficoltà di aprire una porta di quel genere e la sua inesperienza nel campo. Si era allora messa a camminare per la stanza per cercare di schiarirsi le idee, ma l’unico effetto che aveva ottenuto era stato quello di innervosirsi di più. Alla fine si era dunque seduta sul letto riuscendo a calmarsi un po’. Il non sapere cosa stava accadendo o cosa sarebbe accaduto faceva sì che la sua mente si sbizzarrisse nelle ipotesi più disparate, una peggiore dell’altra. Probabilmente Basil e gli altri si erano liberati e, evidentemente, si stavano muovendo contro Moriarty. Il problema era che, altrettanto evidentemente, questo era stato previsto dai loro nemici, che avevano provveduto a spostarla e che ora, con ogni probabilità, stava per far scattare la loro trappola. Sapeva che non avrebbe potuto farci niente, ma il senso di colpa che aveva cominciato a provare dalla sera della morte di Brynna non aveva fatto altro che acuirsi in quegli ultimi giorni. Cos’era lei, in fondo? un impiccio, un ostacolo per l’investigatopo. Nel suo desiderio di volerlo aiutare in quegli ultimi mesi aveva fatto più danni che altro. Lui aveva dimostrato una grande pazienza nei suoi confronti e continuava a farlo, ma quanto sarebbe potuta durare?

Il flusso di quei pensieri così poco allegri fu interrotto da un rumore proveniente dall’altro lato della porta. Si asciugò in fretta quelle poche lacrime che, traditrici, erano riuscite a scivolarle lungo le guance e si avvicinò il più silenziosamente possibile, cercando di capire cosa fosse quel suono. Sembrava che qualcuno stesse cercando di entrare forzando la serratura, il che era decisamente strano: era un salvataggio? O qualcosa di peggio? Chi sapeva che si trovava lì oltre a Elizabeth, a Moriarty e a qualche altra guardia? Nessuno, il che rendeva il tutto decisamente inquietante. Si guardò freneticamente intorno e vide che, su uno dei comodini, c’era un candeliere di bronzo. Andò a prenderlo e tornò alla porta, nascondendosi dietro di questa proprio mentre la serratura scattava. Trattenne il fiato quando la porta si aprì e il nuovo arrivato, dopo aver esitato un attimo, fece il suo ingresso. Cornelia avrebbe potuto aspettare e vedere di chi si trattava prima di agire, ma la prospettiva di fuga, ora così palpabile, la spinse a sollevare il candeliere sopra la testa e a balzare fuori per cercare di colpire lo sconosciuto, solo per sentirsi serrare il braccio in una morsa e trovarsi faccia a faccia con una topolina che aveva una maschera a coprirle metà del viso.

 

“Attenta con quell’affare, potresti farti male.” Le disse quest’ultima, senza allentare la presa.

 

Quella voce… ma non era possibile, eppure…

 

“Bry-Brynna?” chiese Cornelia, attonita.

 

“Ah, almeno il tuo udito funziona ancora” replicò Brynna con un ghigno, prima di lasciarle il braccio e richiudere la porta alle sue spalle. Dopodiché si tolse la maschera e si voltò a guardarla di nuovo.

 

Cornelia ricambiò, allibita: come poteva essere? Topson aveva detto che era morta, eppure eccola lì, davanti a lei, forse con un po’ di pelo in meno e qualche cicatrice in più sul viso, ma con il solito atteggiamento strafottente di sempre.

 

“Cosa ci fai qui?” riuscì a chiedere alla fine, senza staccarle gli occhi di dosso.

 

“Dritta al sodo eh? Bene, stai migliorando per quanto riguarda le considerazioni inutili” fu la risposta di Brynna, che andò a sedersi sul letto. “Da un punto di vista puramente teorico ti sto salvando per la seconda volta nel giro di qualche settimana.”

 

“E all’atto pratico?” domandò Cornelia, abbassando il braccio che reggeva il candeliere e fissandola. Brynna emise un lungo sospiro.

 

“Sto decidendo se invece non dovrei lasciarti qui dentro” le disse, con finta aria pensierosa.

 

“Cosa? Allora perché sei entrata?” chiese l’altra, sempre più attonita.

 

Brynna fece spallucce.

 

“Mera curiosità. Ti avevo intravista dalla sala del ricevimento e volevo una conferma. Ora che l’ho avuta potrei anche tornare di sotto e richiudere la porta dietro di me, fingendo di non averti vista.” rispose tranquillamente, alzandosi dal letto e lisciandosi la gonna del vestito, prima di alzare gli occhi ed incontrare lo sguardo stizzito dell’altra topolina. “Oh su, non te la prendere. Ormai dovresti aver capito che è meglio se resti fuori dai piedi, visti i pasticci che continui a combinare.” Aggiunse, andando poi verso la porta, venendo però afferrata per un braccio da Cornelia.

 

“E pensi davvero che non farò niente per uscire di qui?” le chiese quest’ultima, stringendo il candeliere con ancora più forza quando vide l’espressione divertita dell’altra.

 

“Sei ancora qui, giusto? La porta era aperta, se tu te ne fossi voluta andare l’avresti già fatto, e invece eccoti qua a chiacchierare per chissà quale ragione e a fingere di essere minacciosa con quella sottospecie di arma di fortuna.”

 

“Chiedo venia se sono rimasta sorpresa dal vederti ancora viva e se mi sembrava scortese lasciarti qui dopo quello che hai fatto per me.” Fu la risposta inacidita di Cornelia.

 

“Però non ti faresti remore a colpirmi se io ti impedissi di uscire e neppure a lasciarmi qui dopo averlo fatto.” Replicò Brynna, facendo emettere un gemito esasperato all’altra.

 

“Brynna, non resterò qui dentro ad aspettare che le cose avvengano intorno a me.”

 

“Potresti farlo tanto per cambiare, visto che non fai altro che immischiarti in faccende che non ti riguardano.” Ribatté la maggiore dei Basil, uscendo dalla stanza e facendo per tirarsi dietro la porta, prontamente bloccata da Cornelia.

 

“Che non mi riguardano?!” esclamò quest’ultima, muovendo un passo fuori e cercando di lottare con Brynna che, invece, tentava di chiudere la porta. “Dalla sera stessa in cui sono tornata mi sono trovata coinvolta in tutto questo caos e tu hai il coraggio di dire che sono faccende che non mi riguardano?”

 

“Mio fratello ti ha chiesto più e più volte di restare nascosta, ma tu no, dovevi dimostrare di essere all’altezza di lui. Le regole non esistono nel tuo mondo e tutto deve andare come vuoi tu, altrimenti si salvi chi può.” Disse Brynna, desistendo dal tenere la porta e lasciando che Cornelia uscisse nel corridoio con il candeliere ancora ben stretto nella mano.

 

“Non trattarmi come una bambina viziata.”

 

“Non è forse ciò che sei? Oh, povera me, una minaccia incombe sulla mia famiglia, devo assolutamente fuggire e diventare una stella dello spettacolo.”

 

“Ora sei ingiusta Brynna, non è andata così!”

 

“Ah no? Sarei davvero curiosa di conoscere la tua versione dei fatti se solo non fosse piena di giustificazioni illogiche e stupide.”

 

“Quando fai così…”

 

“Cosa, mi uccideresti? Mi tireresti addosso quel candeliere? Lo vedi, ti stai rendendo ridicola da sola.”

 

“Ora finiscila!”

 

“Ehi, voi due!”

 

Le due topoline si voltarono, vedendo così un topo armato giungere dal fondo del corridoio. Brynna sbuffò esasperata.

 

“Ecco, guarda cos’hai combinato.” Disse a Cornelia, passandosi una mano sugli occhi.

 

“Io? Senti un po’ chi parla! Se qualcuno non avesse cercato di appagare la sua curiosità ora non ci troveremmo in questo pasticcio.”

 

“Signore…” fece il topo, avvicinandosi e cercando di farsi sentire.

 

“Se tu per una volta avessi fatto ciò che ti dicevo, non saremmo mai state scoperte e sarei venuta più tardi a tirarti fuori.”

 

“E mi dovrei fidare? Mi avresti lasciata qui.”

 

“Signore, devo chiedervi di tornare nella stanza…” provò nuovamente il topo.

 

“Certo, esattamente come l’ultima volta che ci siamo viste.”

 

“Vuoi continuare a ricordarmela?”

 

“E perché smettere? Credo di averne tutto il di.”

 

“Signore, non lo ripeterò ancora, entrate…”

 

“Fa’ silenzio!” esclamarono insieme le due topoline, voltandosi a guardarlo. Quest’ultimo, rendendosi conto del fatto che finalmente stava ricevendo l’attenzione che voleva, non si lasciò intimorire e afferrò un braccio di Brynna, cercando di spingerla dentro la stanza, puntandole una pistola contro. Forse fu per istinto, per rabbia, Cornelia non lo seppe mai. Fatto sta che, prima che il topo potesse fare qualcosa, gli abbatté il candeliere sulla testa con forza, facendolo crollare a terra, privo di sensi. Brynna la guardò, sorpresa.

 

“Bel colpo, devo concedertelo” le disse con l’ombra di un sorriso sincero sul viso. Sorriso che però non trovò spazio nell’espressione dell’altra.

 

“E ora? Cosa facciamo ora?” chiese, stringendo convulsamente il candeliere tra le mani.

 

“Mhm” fece Brynna, muovendo un po’ la faccia della guardia con la punta della scarpa. “Credo che si possa trovare una soluzione.”

 

 

Al piano inferiore, la festa continuava e la preoccupazione di Selena aumentava.

 

“Cara, cerca di calmarti, attirerai l’attenzione in questo modo.” Le disse Tobias, mettendole una mano sul braccio.

 

“Non è ancora tornata e non oso immaginare cosa possa esserle successo.” Fu la risposta della topolina, che continuava a scrutare freneticamente la stanza.

 

“Tieni l’immaginazione a freno per un po’, arrivano il padrone di casa e la festeggiata, sorridi.”

 

Selena dovette fare uno sforzo immane per non mostrare un’emozione che non fosse una finta gioia quando vide avvicinarsi Elizabeth al braccio di suo padre, il quale esordì.

 

“Ed ecco i signori Ansmauser. Ho conosciuto il dottore qualche mese fa, ti ricordi, mia cara, per quel problema…”

 

“Oh sì, ricordo bene, ma non avevo mai avuto il piacere di incontrare di persona l’eroe che ha risparmiato a mio padre un certo… imbarazzo.” Si inserì la topolina, porgendo una mano a Tobias che la baciò.

 

“Congratulazioni per il raggiungimento del suo traguardo, signorina Morstan. Davvero sorprendente.” Commentò. “Mia moglie Selena” aggiunse poi, presentandole sua moglie, la quale le rivolse un sorriso tirato.

 

“Molto piacere.” Le disse, chinando appena la testa e notando solo in quel momento che il signor Morstan si stava guardando intorno.

 

“Ma… dov’è finita la vostra amica tedesca?” chiese infatti dopo un po’, rivolgendosi a Selena e Tobias, che si scambiarono un’occhiata. Prima che potessero rispondere, però, Elizabeth si intromise di nuovo.

“Amica tedesca? Non sapevo che avessimo un’ospite tedesca stasera. La conosci, papà?” chiese, un sopracciglio inarcato.

 

“No, in effetti non l’avevo mai vista prima, come ha detto che si chiamava, dottore?

 

“Ehm… Stein, Ingrid Stein, signor Morstan.” Rispose Tobias, dopo solo un attimo di esitazione, che non passò ovviamente inosservato a Elizabeth, la quale lo guardò, ancor più incuriosita.

 

“E dov’è ora questa… signorina Stein?” chiese, avvicinandosi a Tobias.

 

Prima che il dottore o Selena potessero inventarsi una qualche spiegazione, però, si cominciarono a sentire dei colpi provenire fuori dalla sala e farsi sempre più forti. Elizabeth si voltò di scatto, mentre la stanza si riempiva di mormorii preoccupati. Lasciando perdere i suoi ospiti, si diresse a passo spedito verso la porta per andare a vedere cosa stava accadendo. Dietro di lei, Tobias passò un braccio intorno alle spalle della moglie.

 

“Non mi piace.” sussurrò, cominciando a spingerla piano verso il fondo della stanza.

 

“Tobias, ma Brynna…” provò a rispondere Selena, intuendo le intenzioni del marito.

 

“Avrà sentito il rumore e si sarà messa al sicuro, non preoccuparti.” Le disse lui, guardandosi intorno per cercare un nascondiglio e soffocando un’imprecazione tra i denti quando ne vide poche e non molto sicure.

 

Selena aprì la bocca per replicare ma non fece in tempo, perché la stanza tremò a causa di un botto più forte degli altri e dal rumore di grida, tra le quali, a entrambi i topi, parve di sentire una voce familiare.

 

“Resta qui” le disse Tobias, prima di andare a passo sicuro verso l’uscita della stanza, superando tutti gli altri. Sulla porta, raggiunse Elizabeth che, pallidissima, fissava il lato sinistro del corridoio su cui si apriva la stanza. Guardò nella stessa direzione e sgranò gli occhi: davanti a lui c’era un esercito di topi che, addossati contro un armadio che, evidentemente, mascherava un ingresso nascosto. I topi in questione avevano un aspetto trasandato, o almeno la maggior parte di loro. Uno, infatti, si voltò verso di lui e, riconoscendolo, gli si avvicinò.

 

“Tobias, che diavolo ci fai qui?” gli chiese, sovrastando i gemiti degli altri topi.

 

“Basil, potrei chiederti lo stesso ma..” si fermò, interrotto da un colpo proveniente da dietro l’armadio “ma non credo che sia il momento per le spiegazioni.” Con orrore, vide che da dietro l’armadio fuoriusciva una zampa di ragno che, con la forza, cercava di aprirsi la strada.

L’investigatopo ingoiò la sua risposta, voltandosi verso Rattigan e Topson che, insieme agli altri topi, cercavano di tenere chiuso l’armadio.

 

“Insomma Basil, ti vuoi muovere?” esclamò il Napoleone del Crimine tra gli sforzi. Basil annuì e si rivolse a Tobias, prendendolo per un braccio e guardandolo.

 

“Dobbiamo far uscire gli ospiti, il più in fretta possibile. Una volta fuori, devi riuscire a contattare Scotland Yard, l’Ispettore Laroux se possibile, e devi farlo venire qui più in fretta che puoi.”

 

“Basil, c’è Elizabeth là in sala.” Replicò il dottore, guardando ancora verso la sala, da cui faceva capolino la topolina in questione. L’investigatopo annuì.

 

“Ora abbiamo problemi più urgenti, di lei sarà più facile occuparci in seguito.” Gli rispose. “Mia sorella?” chiese poi, ricordandosi del fatto che Brynna gli aveva detto che avrebbe partecipato alla festa.

 

Tobias sospirò, facendo sbuffare di esasperazione Basil.

 

“Tobias, maledizione, come avete fatto a perderla di vista?”

 

“Basil, allora?!” la voce di Rattigan li richiamò, facendo fermare l’investigatopo.

 

“Oh, e va bene. Facciamo uscire tutti, con lei parlerò quando la troverò. Coraggio, andiamo.” Gli disse, prendendogli di nuovo il braccio e guidandolo verso la sala.

 

“Va bene signore e signori” esordì una volta entrato nella sala. “Temo che la festa sia finita. Vi prego di recarvi verso l’uscita il più rapidamente possibile senza fare domande e senza porre questioni inutili.”

 

“Che cosa significa questa storia?” si fece avanti il padrone di casa. “Chi è lei? Come si è permesso di entrare? Questa è una festa privata!”

 

“Sono Basil di Baker Street e…”

 

“E mi pare che vi abbia detto di non porre inutili questioni” tuonò una voce proveniente da fuori e, dopo neanche un istante, Rattigan in persona comparve sulla porta, facendo gridare i presenti e mettendoli subito a tacere semplicemente alzando le braccia. “Ora, deduco che tutti voi sappiate chi sono e quanta poca pazienza posso avere. Dati gli ultimi eventi, sono già abbastanza… alterato, ragion per cui vi concedo dieci secondi per guadagnare l’uscita senza fiatare.” Disse, facendo cadere la sala nel silenzio più profondo. Il criminale guardò Basil, prima di sospirare.

 

“Dieci… nove…” cominciò a dire.

 

L’effetto fu immediato: i topi presenti in sala cominciarono ad affrettarsi verso l’uscita in uno scalpicciare frenetico. Una nuova occhiata tra Rattigan e l’investigatopo e il primo tornò all’armadio che ormai dava segni evidenti di cedimento. Basil si voltò verso Tobias.

 

“Tieni d’occhio Elizabeth e contatta Scotland Yard.” Gli disse, sorvegliando gli ospiti che stavano uscendo e incrociando lo sguardo spaventato della topolina ce aveva appena menzionato. Selena si fece vicina ai due e prese il braccio del marito tra le zampe, aprendo la bocca per scusarsi con Basil, ma lui la interruppe.

 

“Andate, forza!” intimò ai due, prima di sospingerli verso l’uscita. Dopo aver controllato che tutti se ne fossero andati, chiuse l’ingresso della casa e si voltò, giusto in tempo per vedere l’armadio che cedeva.

 

FINE DEL CAPITOLO

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

  
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