Fumetti/Cartoni americani > Pucca
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Autore: Love Anime    15/09/2015    0 recensioni
Pucca scoprirà cose che non doveva sapere, celate nell'ombra della sua anima ritroverà la sua stirpe e i suoi poteri. Un'avventura che farà riscoprire a Pucca la vera se stessa. Viaggiate con me per scoprire il suo animo. LA STORIA NON PUO' ESSERE COPIATA SENZA IL MIO CONSENSO, COME IO RISPETTO GLI ALTRI, VOGLIO CHE I MIEI LETTORI RISPETTINO ME. DETTO QUESTO BUONA LETTURA
Genere: Dark, Erotico, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Garu, Nuovo personaggio, Pucca, Tobe
Note: Lemon, Lime, OOC | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
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La pioggia bagnava il suo piccolo e dolce viso, lacrime silenziose che si mischiavano alla pioggia fredda e tagliente. Il suo cuore non reggeva il peso di tali parole, troppo brutte, troppo tristi e soffocanti. La voce grave le parlava ancora mentre lei ormai guardava un punto imprecisato, senza vita. Il desiderio di essersi appena svegliata da un terribile incubo le balenò nella testa, mentre era scossa da tremiti in tutto il corpo. Le persone che le avevano dato la vita erano appena morte e lei era lì, immobile, lontana chissà quanti km dalla sua terra natale. Non aveva il coraggio di parlare, la sua voce non voleva uscire, si rifiutava di farsi sentire da quella persona sconosciuta che le aveva appena rivelato la più atroce delle verità. Voleva solo scomparire ed essere dimenticata in quel momento. Correva, voleva dimenticare tutto, ogni singola cosa, a partire dal suo primo grande amore, Garu. Le lacrime avevano lasciato spazio alla rabbia, all'odio e a tutti i sentimenti più negativi di tutto l'universo. Perché a loro, perché le fiamme avevano toccato loro? Poteva capitare a chiunque ma allora perché la loro casa era andata a fuoco? La sua adorata mamma era morta bruciata tra le fiamme, i suoi genitori, i suoi bellissimi genitori, erano morti carbonizzati. Perché lei non era lì con loro, perché lei era viva e loro no? Semplice, lei viveva in un villaggio isolato dal mondo, loro l'avevano mandata lì, ma lei non aveva mai saputo il vero motivo del suo trasferimento. I suoi genitori si erano limitati a dire che così sarebbe rimasta più vicina ai suoi 'zii'. Ma lei seppur avesse 4 anni, aveva capito che non era la pura verità, i bambini le percepiscono certe cose. E lei, purtroppo, l'aveva capito lo stesso giorno del suo arrivo al villaggio. Ma ora BASTA, non sarebbe più rimasta in quello stupido villaggio isolato dal mondo, sarebbe partita, avrebbe ritrovato sua sorella maggiore e infine avrebbe ucciso gli assassini dei suoi genitori. La corsa era finita, il cuore le batteva forte, il suo viso, che aveva conosciuto fino ad ora espressioni infantili e felici, ora era dipinto da tratti seri e rigidi, inusuali per una ragazzina di 12 anni. Il suo volto era inespressivo; le labbra, fino a poche ore fa sorridenti, ora erano una linea dritta; gli occhi, prima felici e giocosi, ora erano freddi e taglienti. Non si sarebbe più comportata da stupida ragazzina innamorata, sarebbe ritornata la vera Pucca. Dopo ore di corsa era tornata al ristorante, la casa che l'aveva ospitata per la sua infanzia adolescenza. Era completamente bagnata, aveva spalancato la porta con un calcio. Tutti all'interno del ristorante puntarono la loro attenzione a quella minuta figura, all'interno vi era l'intero villaggio Sooga, incluso il Master e i suoi 'amici'. Alzò il volto, guardò ogni singola persona con sguardo tagliente, incluso Garu, che rimase sorpreso. Pucca alzò completamente il capo, guardando dritto davanti a se, vedendo i suoi zii squadrarla straniti dal suo comportamento. Lei gli si avvicinò con passo pesante trafiggendoli con mille lame tramite i suoi occhi freddi come il ghiaccio. -Ho sempre odiato questo villaggio, persone finte e cattive, siete tutti così- fece una pausa riportando lo sguardo sui suoi 'concittadini' - Se io non fossi qui, a quest'ora sarei con i miei genitori, vi odio- tutti la guardarono sorpresi, come poteva Pucca dire quelle cose? Lei era sempre stata una dolce bambina che aveva dato il voto del silenzio per avvicinarsi al suo Garu. I tre cuochi provarono ad avvicinarsi a lei ma subito la ragazzina gridò -Non osate avvicinarvi- parole sibilate, sputate con tutte l'odio che riusciva a nutrire in quel momento. - Sono venuta qui per dirvi che io me ne vado per sempre, volevo solo sputarvi il mio odio in faccia, Addio- Si girò verso il portone iniziando ad incamminarsi ma poi si fermò di colpo, si rigirò verso i suoi ex-amici puntando il suoi sguardo freddo in quelle pozze nere del suo primo amore - Ti odio, stronzo- si tolse i nastrini rossi che legavano i suoi lunghi capelli neri, nastrini che le avevano regalato i suoi zii al suo arrivo. Li buttò per terra, guardandoli fredda. Si rigirò e camminò con decisione verso una nuova vita, verso il suo destino.
   
 
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