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Autore: Pinker    15/09/2015    2 recensioni
Blaze deve ritornare a casa, ma il macchinario di Tails ha un guasto e finisce in un terra sconosciuta.
Per tornare a casa, Blaze ha bisogno del contenuto di una stella cadente finite da qualche parte sulla terra.
Incontrerà Tikal, la quale sarà disponibile ad aiutare la gatta.
Dopo aver convinto il padre a lasciarla andare, Tikal e Blaze intraprenderanno un lunghissimo viaggio nelle terre del passato, imparando ad andare oltre alle apparenze, ad accettare non solo quello che hanno in comune, ma soprattutto quello che non hanno in comune.
Tuttavia, Blaze e Tikal non sono le uniche dietro al misterioso potere del corpo celeste...
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Blaze the Cat, Tikal the Echidna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Erano di già finite le mini-vacanze che Blaze si era concessa.

Era stata ospitata a casa del supersonico riccio blu e del suo amico per una settimana, lasciandosi trasportare dal divertimento che i suoi amici le proponevano: cinema, montagne russe, concerti, osservare le lucciole e le stelle di notte, esilaranti battaglie rap tra Sonic e Knuckles, correre sui tetti ignorando le code dei gatti pestati... eh, sì, un sacco di cazzate che si doveva proprio concedere.

Le dispiaceva lasciare di già Sonic, Tails e tutti i loro amici, ma doveva tornare nel suo mondo.

Nonostante le insistenti richieste di tutti, Blaze sapeva benissimo che il suo posto era nella Sol Dimension, a regnare i suoi sudditi e a garantire la corretta amministrazione del suo Impero.

Essendo una regina, sapeva qual era il suo posto.

Anche se un po' di tristezza le veniva comunque; era da anni che non si sentiva così bene.

“Sei sicura che non possano aspettare ancora un po'? Non ci dispiacerebbe ospitarti ancora per una settimana o due.” ritentò Sonic, speranzoso che la sua cara amica accettasse. Lui la trovava una persona con cui era piacevole passare il tempo, e le voleva molto bene. Erano più stretti di quanto qualcuno potesse mai pensare, anche se erano molto diversi. Il peccato era che lei proveniva da un'altra dimensione che la teneva occupata costantemente, e forse doveva ringraziare che fosse venuta per quella settimana. Questo contribuiva al fatto che la riuscisse a vedere solo ogni morte di Papa, e gli dispiaceva non trattenerla di più. Ma sapeva che Blaze era molto severa con sé stessa e con le sue responsabilità, che di certo non erano piccole.

“No, Sonic. Grazie per avermi ospitato, ma devo tornare a casa.” rispose Blaze, tirando un sospiro.

Tails assisteva allo scambio di dialoghi dei due amici in silenzio, sapendo che non poteva far niente per convincere Sonic a lasciar perdere e Blaze a restare.

“E naturalmente grazie anche a te, Tails.” continuò Blaze, rivolta verso il volpino con un dolce sorriso. La volpe ricambiò il sorriso.

“Non c'è problema, ritorna quando vuoi. Ah, e quando arrivi, mi saluti Marine?” chiese Tails.

La gatta annuì: “Certamente.”

“Certo che è un vero peccato che Marine non sia potuta venire.” aggiunse Sonic, entrando a random nella conversazione, giusto per allungare il tempo alla partenza.

“Già.” concordò la principessa. Povera Marine, proprio un paio di giorni prima della partenza si era raffreddata, ed era dovuta restare a letto con la febbre a 40°.

Ovviamente Blaze si era offerta di non andare per restare ad accudire l'amica, ma Marine è stata piuttosto decisa su quello che voleva.


Marine era sdraiata nel suo letto, completamente avvolta nella sua coperta rossa e con uno straccio umido sulla fronte. Aveva una cera orribile, per di più.

Tu vai, Blaze. Va' pure in vacanza, non devi restare per me.” disse teatralmente, portandosi il braccio sulla fronte, mentre Blaze le prendeva la temperatura. La gatta roteò gli occhi al fare della piccola prociona.

40°, Marine. Non puoi rimanere da sola.”

Aspetta- cosa?” esclamò la ragazzina.

Posso sempre rimanere con Gardon, non c'è bisogno che tu rimanga.”

La gatta alzò un sopracciglio.

Preferisco tenerti sott'occhio. E poi posso sempre andare un'altra volta, Sonic di certo capirà-”

Senti gioia.” interruppe Marine, mettendo via la sua parte teatrale e assumendo un tono scocciato, “Se pensi che lascerò che il tuo fondo schiena resti qui per me, ti sbagli di grosso, compare! Ora vai là, fai meno l'asociale possibile e salutami Tails. Anche Sonic, ma non dimenticarti di Tails.” le ordinò l'amica. Blaze sospirò e andò a preparare tutto quello che c'era da preparare.


“Ora sarà meglio che vada sul serio.” aggiunse Blaze dopo un po', pronta ad andarsene.

“Woah woah sono quasi le 4 e mezza del pomeriggio! Sei sicura di non volerti fermare per merenda?” chiese Sonic allegro, sperando che ci stesse almeno per la merenda pomeridiana.

A questo stupido tentativo, Tails non resistette a guardare il suo amico blu con la fronte aggrotata nella sua tipica espressione 'Sonic, per favore!'. La gatta, ovviamente , roteò gli occhi, ma sorrise.

“No, Sonic. E ora smettila di farmi perdere tempo. Andiamo Tails!” disse, dirigendosi poi in cantina. La volpe annuì e le fu subito dietro, mentre un reclutante Sonic li seguì più lentamente.

In cantina c'era l'invenzione di Tails che le avrebbe permesso di teletrasportarsi nel suo mondo.

Era un grande anello metallico dal diametro di 3 metri che, con l'energia necessaria, funzionava come un portale creato con gli smeraldi del Chaos o del Sol.

Tails si mise nella sua postazione ed iniziò a digitare pulsanti collegati al portale.

Blaze si sentì picchiettare le spalle: si voltò e vide Sonic, sorridente anche se un po'...triste?

“E' volata questa settimana, devo ammetterlo...” ridacchiò Sonic, grattandosi la nuca.

“...Buon viaggio, Blaze.” e abbracciò l'amica. Blaze ricambiò l'abbraccio.

“Non fare così il tragico, non è un addio.” lo rincuorò la gatta.

“Oddio, spero di no.” rise Sonic, lasciando di nuovo l'amica “Spero solo di rivederti presto!”

“Anche io!” si intromise Tails, che si sentiva un po' escluso dai saluti sdolcinati dei due.

Il volpino digitò ancora qualcosa per poi annunciare: “E' pronto.”

Tirata una leva, il portale iniziò ad illuminarsi di biancastra energia.

“E' ora. Ciao Blaze!” salutò Sonic, agitando la mano.

“Ciao ragazzi, grazie di tutto!” salutò a sua volta la gatta, incamminandosi verso il portale.

“Ciao ciao Blaze!” salutò Tails, ma lei era già entrata.

I due amici rimasero per un paio di secondi a guardare il portale sorridenti.

I loro sorrisi, però, sparirono in un istante quando sentirono l'allarme iniziare a suonare brutalmente e rumorosamente. Le espressioni tranquille dei due cambiarono in spavento.

Il portale tremava, e così tutto lo scantinato, mentre la luce biancastra del portale cambiava colore freneticamente.

Tails faceva del suo meglio, e continuava a premere agitatamente i pulsanti per far smettere quell'affare.

“TAILS! CHE SUCCEDE?!” urlò Sonic, cercando di farsi sentire nonostante il rumore dell'allarme.

Il volpino ignorò alla grande la domanda del suo amico, concentrandosi su una cosa ben più importante: fermare quel coso prima che si autodistruggesse.

Dopo alcuni interminabili secondi, in cui Sonic si sentì perfettamente inutile, Tails riuscì a far smettere l'attività del portale, il quale fece una bella esplosione finale.

Entrambi gli amici, nel sentire l'esplosione, chiusero gli occhi e si coprirono la faccia con le braccia, in difesa.

Quando non sentirono più nulla, osarono sbirciare verso il portale.

L'enorme aggeggio metallico era mezzo distrutto, e l'altra metà era nera carbonizzata e odorava di bruciato.

I due guardarono pietrificati la scena.

“Oh no...” mormorò debolmente Tails dopo un po'.

“Tails?” chiamò Sonic, preoccupato “Dov'è adesso Blaze?”


Blaze era entrata nel portale tranquillamente.

Tutto intorno era bianco e scorreva tranquillamente, sembrava tutto normale. Ma non durò molto.

Di colpo, tutto intorno divenne nero, la testa di Blaze cominciò a girare e poi lei si sentì precipitare nel vuoto, in un vortice turbolento di confusione.


In un batter d'occhio, il nero divenne luce. Le orecchie le fischiarono per qualche secondo.

La prima cosa che la gatta vide fu un cielo azzurro e sereno, con qualche innocua, piccola, soffice e bianca nuvoletta.

Blaze the cat recuperò piano piano i sensi.

Si svegliò che si trovava sdraiata su un'enorme distesa di erba selvaggia e verde, sotto un cielo di una bellissima giornata.

Aveva la testa pesante, ma riuscì a mettersi seduta. Si guardò intorno: non c'era un solo edificio, una foresta, niente.

La fresca prateria si stendeva a perdita d'occhio, e non c'era che verde all'orizzonte.

-Dove sono finita? - si chiese la gatta lilla, continuando a guardarsi intorno.

-Questo non è di certo il mio mondo. - pensò, alzandosi in piedi e spolverandosi i vestiti. Fortunatamente la testa aveva smesso di farle male, ed ora si sentiva nuovamente a posto.

-Deduco che il macchinario di Tails si sia sbagliato.- pensò con un sospiro, poi si ricordò dello strano evento nel portale.

-Cosa sarà successo?- si chiese, cominciando ad immaginarsi dei possibili scenari.

-Cos'è che è andato storto?-

Stare lì, comunque, non sarebbe servito a nulla. L'orizzonte era delineato dal profilo ondoso delle colline. Le dispiaceva un po' lasciare quel posto così pacifico, così rilassante...

A malapena le faceva ricordare che non sarebbe dovuta trovarsi lì.

Fece un respiro profondo e si mise a correre verso le colline.

Con una velocità come la sua ne raggiunse una in pochi secondi, e si mise in cima.

Da lì ebbe una visuale più vasta, e notò che la prateria non si stendeva molto di più di quello che credeva: a pochi centinaia di metri, poteva chiaramente notare dei promontori molto simili a quelli di Green Hill, ma molto più selvaggi.

La brezza iniziò a soffiare più forte, scompigliandole i capelli e il pelo in modo agitato.

I dintorni cominciarono a scurirsi sempre di più. La gatta si girò confusa, tenendo gli occhi socchiusi in modo che il vento sempre più forte non le desse troppo fastidio.

Degli enormi nuvoloni neri, che prima non c'erano, avevano oscurato il sole e alcuni lampi si intravedevano tra le nuvole cariche di tempesta.

Rabbrividì a come fossero veloci a muoversi.

Doveva sbrigarsi a trovare dove ripararsi, se non voleva essere avvolta dal temporale.

Si voltò di nuovo verso i promontori, e si mise a correre.

S fermò solo quando raggiunse i piedi della montagna, e ci trovò, fortunatamente, uno spiraglio, e ci si infilò. Si accoccolò più che poté per poterci stare, portando le gambe in posizione fetale e stringendosi le ginocchia con le braccia.

Sentì qualche tuono, e poi lo scrosciare di una forte pioggia. Sbirciò fuori, mentre la pioggia picchiettava forte. La gatta sospirò.

Dov'era finita? Come faceva a ritornare a casa? Dove avrebbe iniziato a raccogliere indizi, in quel posto dimenticato dagli uomini?

Diede ancora un'occhiata scocciata alla pioggia, che sembrava aumentare sempre di più.

-Per il momento immagino che non vado da nessuna parte.- si disse tra sé e sé.

Non sapeva nemmeno quanto fosse sicuro quel posto, quella grotta.

Lasciò che la fronte si premesse sulle ginocchia, e chiuse gli occhi.


“Tails, come facciamo a rintracciare Blaze?” chiese per l'ennesima volta il riccio blu al suo amico, preoccupatissimo; erano ormai passate tre ore da quando il portale era esploso.

“H-hai detto che ci sono possibilità che lei abbia già attraversato il portale, giusto??”

Il volpino maneggiava con i controlli della sua creazione.

“Sonic, te l'ho già detto che non devi sperare troppo: c'è solo il 10% delle probabilità che fosse già arrivata di là, quando il portale è esploso.” rispose di nuovo all'agitatissimo compagno.

Tuttavia, capiva l'inquietudine dell'amico: anche lui aveva paura per la gatta.

Poteva essere ovunque, in condizioni ignote o magari le particelle del suo corpo erano imprigionate nel portale, o erano svanite nel nulla.

Tails non aveva mai costruito portali comunicanti con due diversi dimensioni, quello era il suo primo portale dimensionale. Una macchina sperimentale, ma la prima volta che la usarono, ovvero quando Blaze era partita dal suo mondo, aveva funzionato, dato che lei era arrivata sana e salva dall'altra parte, nel mondo di Tails e Sonic.

Per quanto ci avesse provato, il ragazzino non riusciva a capire cosa non avesse funzionato.

Voleva scoprirlo a tutti i costi, ma c'era un'altra cosa ancora più importante da fare.

“Ancora un attimo di pazienza, Sonic.” disse al suo amico riccio, il quale stava osservando l'aggeggio con preoccupazione “Sto calcolando le coordinate.”

Il macchinario di Tails era, fortunatamente, attrezzato di una specie di “scatola nera”: qualsiasi cosa succedesse, questo oggetto sapeva perfettamente dove finiva il contenuto del portale.

La fronte di Tails gocciolava sudore dallo stress, mentre digitava i pulsanti per le informazioni che gli servivano.

A un certo punto, il macchinario iniziò a sputare fuori le coordinate scritte su un lungo fogliettino di carta.

“Grazie al cielo!” Tails sentì udire dal compagno, il quale era improvvisamente sollevato.

Il volpino sorrise soddisfatto, felice che la sua macchina sapesse almeno localizzare la loro amica.

Prese in mano il foglio del resoconto, e iniziò a leggerlo; all'inizio fu sorpreso, e sgranò gli occhi incredulo e confuso, ma più continuava a leggere le informazioni a sua disposizione, più la sua espressione si tramutava in preoccupato.

-Non è possibile...!- si disse alla fine, e forse lo sussurrò anche, dato che il suo amico lo richiamò.

“Tails! Che succede? Tutto bene?” Sonic si avvicinò di più alla postazione dove si trovava il suo amico.

Il volpino lo guardò in faccia, e Sonic poteva leggere perfettamente che la situazione era grave.

Non voleva comunque sembrare troppo in panico davanti al suo amico più piccolo, e cercava di auto convincersi che Tails avesse letto che la sua amica fosse finita massimo nella base di Eggman.

“Allora Tails? Dov'è Blaze?” chiese al suo amico.

“E' a Green Hill...” iniziò con difficoltà il volpino. Sonic rimase molto sorpreso della sua risposta.

“Qui a Green Hill??” ripeté incredulo, chiedendosi perché il suo compagno fosse così preoccupato.

Sonic era già a un passo per iniziare a correre attorno a Green Hill, quando Tails aggiunse:

“O meglio, oggi si può dire che era a Green Hill...”

Quella frase bloccò completamente il riccio. Lo guardò confuso come non mai.

“Cosa vuol dire??”

Il volpino riguardò attentamente le coordinate.

“Tails...?” lo richiamò l'amico, avvicinandosi a quest'ultimo.

Tails, ormai del tutto sicuro, guardò il suo amico dritto negli occhi, e gli rivelò il problema.

“Blaze è a Green Hill...4000 anni fa!”

N.B: Salve a tutti!

Rieccomi con una nuova storia! In teoria dovrei essere qui a finire l'altra, ma mi era veuta l'ispirazione per questa nuova.

Tanto per essere chiari, non ha nulla a che fare con la ff sulla Shadaze. Giusto per essere chiari.

Spero che anche questa vi piaccia

   
 
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