Anime & Manga > Creepypasta
Segui la storia  |      
Autore: itachiforever    16/09/2015    3 recensioni
Dall'intro:
'' Sarò sincera, già mi aveva messo una paura immane la prima volta che avevo letto di lui e, vedendolo così “vivo” e concreto, era anche peggio.
In quel momento, come non mai, desiderai che non fosse reale. ''
Genere: Horror, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio, Slenderman, Sorpresa
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Contenuti forti
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Dark Wood
 
1. Intro ( Just a normal day with a surprise!)
 
“Tutto era buio.
Era passato tanto tempo dall’ultima volta che avevo visto la luce del sole. L’oscurità mi circondava e le tenebre erano fitte, non permettendomi di scorgere niente oltre quella coltre scura.
Dov’ero? Dov’ero finita?
Mi ero persa in chissà quale luogo sconosciuto?
Lasciai che le ombre mi cullassero, gelide nel loro abbraccio, e cercai di rammentare ciò che avevo perduto.
Ricordavo poco, solo frammenti di un tempo passato e l’immagine di un volto, i cui lineamenti erano avvolti da una nebbia che mi impediva di visualizzarlo nitidamente:
Quella era l’unica cosa a cui mi aggrappavo ancora, quel viso così dolce eppur così sconosciuto.
Chi sei?
Chi sei tu?
Ma la domanda più importante era...
Chi… sono io?”
°°°°
 
 
 
Il sole sorse all’orizzonte, coprendo con i suoi raggi l’intera foresta ed illuminando ogni anfratto buio, lasciando spazio alla luce. Le creature delle tenebre si ritirarono, rientrando nelle loro tane, al sicuro dal calore del sole. Il loro tempo era finito, al tramonto sarebbero ritornati con le tenebre.
Un piccolo bus attraversava la stradina che si attorcigliava attorno alle alte montagne innevate, procedendo a fatica e con lentezza.
Alzai lo sguardo dal libro di poesie, rassettandomi i capelli color carota, e lo osservai arrampicarsi sull’ultima montagnola, venendo nella mia direzione. Chiusi la copertina con calma e sistemai tutto nella borsa, alzandomi in piedi.
Appena il mezzo si accostò quieto al marciapiede, mi avvicinai, aspettando che la porta automatica si aprisse e salii con passo deciso.
Non mi fermai ad osservare i passeggeri, mi diressi direttamente alla fine del bus, notando che tutti i posti anteriori erano vuoti. Evitai accuratamente lo sgambetto di alcuni ragazzi, facendo finta di niente, e mi sedetti. Presi il volume e lo riaprii sulla stessa pagina di prima, ignorando gli sfottò di colui che poco prima aveva provato a farmi cadere.
Che razza di scherzi infantili…
“Ehi! Guardate quella pivella, la conoscete? Io non l’ho mai vista prima…” disse lui ai suoi compagni, girando lo sguardo verso di me.
Mi isolai dal resto del mondo, decidendo di lasciar correre il fatto che avesse alzato il tono di voce per attirare la mia attenzione di proposito, perdendomi nei miei stessi pensieri.
Ma qualcuno li interruppe bruscamente, togliendomi il libro di mano.
“Mi ascolti? O sei deficiente?” chiese sempre lo stesso tipo, tenendo l’oggetto tra le mani.
Alzai lo sguardo e lo fissai.
“Sigh… potresti ridarmi il libro per  favore?” sospirai, rimanendo seduta.
“Vienitelo a prendere se lo vuoi!” esclamò con fare scherzoso, agitandolo in aria con poca cura, rovinando molto probabilmente sia il dorso della copertina che le pagine.
Molestatore di libri.
Pensai stizzita e incrociai le braccia: quanto avrei desiderato tirargli un pugno in faccia solo per quello.
“Non ho voglia di giocare, puoi tenertelo se vuoi” e così dicendo mi appoggiai al finestrino, osservando distrattamente il paesaggio scorrere via. No, non avevo assolutamente voglia di iniziare la mia nuova vita lì con una scazzottata. E poi ero in inferiorità numerica, lui aveva due spalle a dargli man forte,  io solo una borsa piena di robe varie per la scuola.
Lui lasciò ricadere le braccia e si risedette al suo posto, fissandomi con uno sguardo di estremo disappunto.
Il suono di qualcosa che sbatteva contro il vetro a pochi centimetri dalla mia testa risuonò nell’aria. Girai il viso di scatto e notai il mio libro sul sedile accanto.
“Non sei divertente” concluse il ragazzo dai capelli castani e si girò, ignorandomi.
Il resto del viaggio verso la scuola fu relativamente tranquillo per fortuna, così come il resto della giornata. Rincasai, mentalmente distrutta, verso le cinque del pomeriggio, senza essermi fatta nemmeno un’amica o aver parlato con qualcuno di interessante, e mi buttai sul divano, affondando la faccia nei cuscini ruvidi e pieni di polvere. Avevamo traslocato solo la sera prima e ripulirli non era una priorità.
Il telefono squillò improvvisamente, rompendo la sottile pace di quel momento.
“Mhh…” borbottai sonoramente, non avendo alcuna voglia di alzarmi per prendere la cornetta. “Lasciatemi dormire!” tirai un cuscino verso il suono, mancando di molto l’obbiettivo.
Ecco, mio padre aveva ragione a dire che dovevo prendere lezioni, la mia mira faceva decisamente schifo.
Mi alzai, camminando come uno zombie che aveva solo bisogno di dormire, e risposi al telefono.
“Pronto?” la mia voce ebbe una strana inflessione rauca del tutto involontaria. Sbuffai mentalmente, riconoscendo la voce di mia madre.
“Sunny? Sei tu?” chiese confusa una voce dall’altra parte del telefono.
“Si mamma, sono io…” risposi, schiarendomi la gola più di una volta per riportare la voce al suo tono normale ed allungando il braccio verso una sedia per trascinarla verso di me.
“Cosa ti è successo alla voce? Scommetto che hai preso freddo di nuovo!” esclamò, sia preoccupata che arrabbiata. Mi sedetti e partì la manfrina.
Staccai semplicemente il cervello, tanto mi avrebbe detto sempre le solite cose che già sapevo. Si, lo faceva per il mio bene, ma doversi subire sempre lo stesso discorso è a dir poco frustrante.
Ho capito cosa vuoi dirmi, non sono stupida, quindi rispetta la mia intelligenza e cerca almeno di dirmi qualcosa di diverso per una volta.
Finita la lunga strigilata per telefono, arrivò la scusa che ultimamente stava diventando un’abitudine assai fastidiosa.
“Oggi non posso tornare a casa, tesoro, purtroppo c’è stato un imprevisto a lavoro-“
“Non fa niente mamma” tagliai corto, cercando di non tradire la delusione attraverso la mia voce.
Ci fu una lunga pausa dall’altro lato della cornetta, seguita da un sospiro di sollievo:
“Sei la migliore figlia del mondo” disse semplicemente.
Quando ti conviene si, per il resto del tempo c’è e ci sarà sempre mio fratello maggiore, vero?
Non espressi quel pensiero, non volevo ferirla in alcun modo, sapevo che stava lavorando duro per mantenermi e gliene ero eternamente grata, ma quella era la verità dei fatti: mio fratello maggiore era il più amato e apprezzato della famiglia, io ero solo una formica al suo confronto.
“Se lo dici tu mamma…” un sorriso ironico mi si dipinse sul viso “quindi quando torni?”
“Per dopodomani dovrei esserci” rispose, non riuscendo a nascondere una nota di incertezza che la sua voce tradì.
Dovrebbe…
“Dopodomani?” chiesi dubbiosa.
“Si. Ora devo andare cara, chiuditi bene in casa e non fare entrare nessuno, d’accordo?”  tagliò corto anche lei.
“Ok, non preoccuparti. Buonanotte mamma.”
“Buonanotte Sunny.” E il discorso si chiuse lì per mia fortuna.
Poggiai il telefono sul bancone e lo fissai per qualche secondo, perdendomi in pensieri poco solari.
Dopo qualche minuto mi riscossi e iniziai a preparare la mia cena.
 
 
°°°°
 
Era oramai tarda sera, avevo finito i compiti e non sapevo cosa fare.
Non c’era ancora il Wi-Fi, dato che dovevano ancora inviarci il modem nuovo, e l’antenna per la televisione era ancora nella scatola. Potevo vedermi un film, certo, ma non ne avevo molta voglia.
Poggiai distrattamente la testa sul bancone e guardai fuori, fissando la foresta che circondava la mia nuova casa.
Non so bene il perché, forse sarà stato il fatto di essere completamente sola in quell’edificio, forse la suggestione, ma aveva qualcosa di terribilmente inquietante.
Alzai il capo, focalizzando l’attenzione verso l’esterno, cercando di comprendere il motivo del mio turbamento:  era come uno strano presentimento, come se ci fosse qualcosa di pericoloso e oscuro al suo interno.
Scossi la testa, ricacciando quell’insistente sensazione di profondo turbamento e decisi di uscire un po’ in giardino per provare a tranquillizzarmi e vedere con i miei occhi che non c’era nulla di così inquietante lì. Magari solo qualche gufo che girava la testa a trecentosessanta gradi, pensai sorridendo.
Mi misi il cappotto, presi chiavi e cellulare ed uscii.
L’aria era piuttosto fresca e un venticello calmo mi scosse i capelli, soffiando nelle mie orecchie che già si stavano raffreddando.
Scrutai l’area circostante, mentre il silenzio regnava incontrastato: non c’era niente là fuori.
Tirai un sospiro di sollievo e mi avvicinai di qualche passo, guardando direttamente nelle tenebre.
Fin da piccola mi avevano sempre fatto paura e, sebbene si fosse affievolita con il tempo, ne avevo ancora timore.
Mossi un altro passo, varcando la soglia della foresta.
Strano… mi sentivo quasi come se qualcosa mi stesse chiamando.
Mi bloccai di botto, intravedendo una figura tra gli alberi, mentre dentro di me una paura irrazionale esplose.
Un volto candido come la neve mi apparve davanti:  era alto almeno tre metri, vestito tutto in tiro con uno di quei completi neri da uomini, una cravatta rossa al collo, le braccia e le gambe abnormemente lunghe e il viso privo di caratteristiche facciali.
Non so con quale forza mi trattenni dal gridare per lo spavento e per l’orrore.
Indietreggiai di un passo mentre degli spessi filamenti color petrolio iniziarono a fuoriuscire dalla sua schiena, ricordandomi vagamente i viticci delle vigne.
Tenni gli occhi fissi su di lui, notando i suoi pochi lineamenti contorcersi in un ghigno sadico ed innaturale.
Riconobbi immediatamente quella figura, ne avevo sentito parlare su internet anni addietro: lui, se di un maschio si trattava, era lo Slenderman.
Sarò sincera, già mi aveva messo una paura immane la prima volta che avevo letto di lui e, vedendolo così “vivo” e concreto, era anche peggio.
In quel momento, come non mai, desiderai che non fosse reale.
 
 
Angolino Autrice
Ciao a tutti!
Eccomi qui con questa nuova ff appena sfornata, nonostante ne abbia già una in sospeso in questa sezione…chiedo perdono n.n
Che dirvi, spero che questa storia vi piaccia e che vorrete tanto bene alla mia Sunny ^v^
Se vi va lasciate una piccola recensioncina :3
Ciauuuu <3
  
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Creepypasta / Vai alla pagina dell'autore: itachiforever