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Autore: Serena95    17/09/2015    1 recensioni
Victoria, Lara, Madison e Sam sono quattro tenenti della Marina degli Stati Uniti d'America. Quattro amiche con un solo obiettivo: uscire con il famoso Harmon Rabb. Per il colonnello Mackenzie iniziano i guai: dichiarare il suo amore al bel comandante o farselo portare via?
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Harmon 'Harm' Rabb, Sarah 'Mac' MacKenzie
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Sarah!- uscì appena in tempo per vederla salire su un taxi. 
- Harm, vado a casa, sono stanca!- 
- No, aspetta...- la fece scendere e scusandosi con il tassista lo fece ripartire, senza passeggero. Si beccò qualche insulto ma ci sarebbe passato sopra. 
- Harm che cosa vuoi?-
- Dimmi perché  te ne stavi andando- le disse avvicinandosela maggiormente. Sarah era in trappola: per prima cosa, lo aveva guardato negli occhi, secondo le aveva fatto quella domanda con una voce e con un tono che mai gli aveva sentito prima. Cercò di trattenere le lacrime. Era un marine, no?
- Ti sembrerà sciocco lo so, ma...-
Lui le prese una mano, per invitarla a proseguire. 
- Tu, ora dovresti essere lì dentro, a divertirti con quelle quattro ragazze che hanno organizzato tutta la serata per te...- disse indicando con il dito l'ingresso del bar. 
- Sai, ne sono molto lusingato davvero, ma sarò costretto a declinare l'offerta!- le sussurrò quasi ridendo. 
- Voglio stare con te...- terminò subito dopo. 
- No, tu non vuoi stare con me. Ti senti costretto, per senso del dovere perché sono una tua amica, ma non vuoi. Nessuno vuole, neanche Mic, infatti se n'è andato- 
Harm capì forse su quali argomenti fossero incentrate le cattiverie delle nuove assistenti. 
- È per quello che hanno detto loro?-
- Come fai...-
- Madison mi è venuta a raccontare tutto, o quasi...- le disse prima di recuperare una lacrima solitaria sulla guancia della collega. 
- Io, cocciuto marine, non voglio stare con te perché devo...- incominciò Harm. 
- Harm, avevano ragione, fidati, Mic...-
- Vuoi smettere di parlare, sei quasi peggio di Coates!- Lei abbassò lo sguardo e quando lo rialzò Harm stava sorridendo. 
- Punto primo, avvocato: quelle sono troppo giovani per me. Punto secondo: non sono neanche minimamente paragonabili alla tua classe e bellezza. Punto terzo: Mic ha fatto la sua scelta e a mio parere quella sbagliata. Io sarei rimasto fino a quando non ti avrei portata via con me...- Sarah stava per aprire bocca, ma lo sguardo del suo migliore amico le disse di non farlo. 
- Adesso io e te andiamo a casa, ti fai una bella dormita e domani mattina chiacchieriamo, come ai vecchi tempi, tu e io, Harm e Mac...-
- Harm...- sussurrò lei, quasi scuotendo la testa. - Non puoi, non puoi voler davvero...-
- Cocciuto non è neanche lontanamente paragonabile a quello che sei, Sarah...- 
- Pensaci, se per sette anni quello che ho vissuto non sono state altro che storie basate sul ... niente! Non puoi...- fu zittita per la terza volta. Fu zittita da Harm, per la terza volta. Solo che questa volta la stava baciando. Non che non si fossero mai baciati, ma mai così. Chiuse in automatico le mani sulle spalle dell'uomo e lui ne approfittò per abbracciarla dietro la vita. 
"Wow..." pensò "il comandante Rabb mi sta baciando!". 
Si allontanarono di poco, giusto per guardarsi negli occhi. 
- Ti ho convinta, marine?- 
- Mm, puoi fare di meglio!- gli rispose accarezzandogli una guancia. 
La prese per mano e si avviarono verso la macchina. 
Dentro Madison era ancora ferma al bancone quando le tre la raggiunsero. 
- Beh che cosa ci fai, qui?- le chiese Lara. 
- Dov'è il comandante, Mad?- la rossa pensò se dire loro la verità, e quindi dare il tempo alle amiche di inventarsi una scusa che sapeva sarebbe stata plausibile, oppure stare zitta e prendersi quello che si erano meritate. 
- È andato via, mi ha detto di avvisarvi e di scusarsi e ci ringrazia per la bellissima serata...- 
- Beh almeno è servita a qualcosa, ci siamo liberate del colonnello!- e risero tutte, tranne lei. In fondo Mac non era così male come aveva creduto. E sicuramente era perfetta per il comandante. Si sedette e ordinò da bere. Sì, una punizione sarebbe stata più che giusta.
 
 
JAG HEADQUARTERS 
 
Era già arrivata. Sapeva che di lì a poco anche Harm l'avrebbe raggiunta. La sera prima l'aveva riaccompagnata a casa, ma non si era fermato. Le aveva solo detto di non prendere impegni per il weekend e dopo aver insistito parecchio era riuscita a scoprire che quella telefonata di Jennifer durante la pausa pranzo, altri non erano che due biglietti aerei per La Jolla. In poche parole, senza chiederle nulla, l'aveva invitata al mare. A quanto pareva anche lui aveva dei sentimenti irrisolti nei suoi confronti e sperava davvero di convincerla a ripensare al loro rapporto offrendole una vacanza in California.  Beh ci sarebbe andata, ma soprattutto ci sarebbe andata non più da amica e questo, come inizio, a lei bastava. Dopo sette anni e mezzo finalmente era giunto il momento di fare un passo avanti. Stava scrivendo a computer quando sentì la porta aprirsi. Era lui. 
- Buongiorno...- le disse sgattaiolando dentro all'ufficio e abbassandosi per darle un bacio veloce. 
- Ti trovo attivo, comandante!- 
- Sai domani sera partirò per il mare con un bellissimo colonnello dei Marines. Tutti sarebbero attivi al mio posto!- le sussurrò prima di baciarla di nuovo. 
- Pranziamo insieme?-
- Certo, non so dove sarò, magari chiedi a Coates...- 
- D'accordo. Ho un'udienza nel primo pomeriggio ma ...-
- Ah parlando di udienze...- 
- Comandante, discuteremo della faccenda più tardi!- gli rispose cacciandolo fuori con un gesto della mano e l'aria altezzosa. 
- Ti aspetto in archivio...- Si chiuse la porta alle spalle, scuotendo la testa. Perché non aveva provato a fare l'attrice, sarebbe già stata candidata all'Oscar. 
Appoggiò la cartelletta sul tavolo e si diresse dall'ammiraglio dove sapeva che avrebbe trovato chi stava cercando. 
 
- Avanti! Oh, comandante Rabb!-
- Signore, se mi permette vorrei dopo poter scambiare due parole con le tenenti!-
- Certamente, le mando in sala riunioni?-
- Sì, la ringrazio, buona giornata, ammiraglio...- 
 
Ah quanto avrebbero rimpianto l'aver trattato male la sua Sarah. Era seduto sulla poltrona libera e ne aveva approfittato per dare un'occhiata a quel paio di libri, meglio quella biblioteca, che Harriet aveva da poco aggiunto all'archivio. Lui odiava le cause civili, ma prima o poi avrebbe dovuto fare quel corso di aggiornamento. Passarono venti minuti, prima di sentire un vociferare alla porta. 
- Riposo, tenenti. Prego, sedetevi...- disse loro senza alzare lo sguardo dalle pagine che stava attentamente sfogliando. 
- Signore, ci voleva vedere?- 
- Sì, sapete ho avuto modo di osservarvi in questi tre mesi e devo dire di essere rimasto colpito... -
- Grazie, comandante!- 
- Oh, io riderei poco Jackson...- si alzò in piedi, chiudendo di scatto il libro e facendo sobbalzare le ragazze. Diede loro le spalle e si mise alla finestra. 
- Spero di ricordare esattamente le parole: "È piuttosto sopravvalutata, decisamente sopravvalutata..." Correggetemi se sbaglio...- si voltò solo per vedere il sorriso gelato sulle facce delle giovani. Sì, le aveva sentite parlare. Per una volta il suo ritardo gli aveva concesso di non perdere quella conversazione avvenuta nella cucina del JAG, poco prima della riunione. 
- Signore...- cercò di intervenire Sam. 
- Le ho detto di tenere la bocca chiusa, tenente. Non mi costringa ad un richiamo formale. Anche se sarebbe in questo caso meglio, considerando la mancanza di rispetto che avete mostrato nei confronti del colonnello Mackenzie!- finì arrivando ad appoggiarsi al tavolo con i pugni. 
- Non solo fuori, ma anche con addosso quelle divise. Il problema è che avete sbagliato bersaglio, signorine.  Mi sembra che il colonnello Mackenzie non abbia fatto altro che aiutarvi in questo periodo. Il minimo che possiate fare credo sia quello di portarle rispetto. Rispetto: non so se riuscite a capire di cosa sto parlando. Sappiate che l'ammiraglio sarà messo al corrente di tutto e...- Disse ancora prima di fulminarle con lo sguardo e terminare:
- ...esigo sulla mia scrivania per questo pomeriggio quattro lettere di scusa ufficiali indirizzate al colonnello e se solo noto che una ed una sola parola sui vostri fogli è uguale vi spedisco a servire in Alaska, sono stato chiaro?- 
- Sì, signore...- dissero tutte in coro. 
- Potete andare!- le quattro si alzarono e impettite si diressero verso la porta. 
- Ah! Per favore...- le ragazze si guardarono e Victoria parlò
- Signore...-
- Lasciate la porta aperta, Sarah dovrebbe raggiungermi a momenti...- 
Victoria, Madison, Lara e Sam uscirono una dietro l'altra, in silenzio. 
- Buongiorno, tenenti!- 
- Colonnello!- 
- Il comandante non è già scappato, vero?-
- No, signora, la sta aspettando...- disse Madison, più leggera, sorridendole. 
Mac le sorpassò e raggiunse Harm in sala riunioni. Sarebbe venuta a capo di quel patteggiamento. Quell'uomo ora avrebbe dovuto resistere alle sue armi di seduzione se  avesse voluto vincere il processo. 
 
- È lei, vero? È sempre stata lei!- 
- E noi che ci siamo fatte intortare da un paio di occhi azzurri!-
Le amiche stavano già iniziando a dire cattiverie quando Maddy le interruppe. 
- Ce lo siamo meritate, punto e basta!- 
- Tu lo sapevi, vero? Sembra quasi che la cosa ti piaccia...- e ripresero a sparlare male, mentre si dirigevano alle loro scrivanie per scontare il castigo. Il tenente Square tutto sommato sorrise. Prima di tutto avrebbe dovuto ringraziare il comandante: non aveva fatto la spia, non aveva detto che era stata lei ad avvisarlo. Sì, si erano prese un bel castigo, ma se lo erano anche cercate. Lei in fondo lo aveva sempre saputo. Da quando aveva visto la foto sulla scrivania di Harm con Sarah e quello che scoprì essere il piccolo Aj, figlio del tenente Roberts. Se solo le sue amiche avessero osservato più attentamente. La risposta era sempre da qualche parte, nei dettagli. 
 
 
 
 
 
Appunti di S
 
Questo primo capitolo si è concluso. Grazie per tutti quelli che mi hanno accolto in questa sezione, siete stati gentilissimi. Un grazie a chi ha letto, a chi ha sbirciato e a chi ha recensito. 
 
Ora che ho cliccato il tasto "completa" non mi resta altro da fare che aspettare l'ispirazione e forse, al momento giusto, scrivere un'altra avventura. 
 
A te, B, dedico questa storia. Tu che sei una delle mie più care amiche, tu che come Madison hai sempre saputo cosa fosse giusto fare, anche quando significava ammettere i propri errori. 
 
S.
   
 
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