Fumetti/Cartoni europei > Altri
Segui la storia  |       
Autore: Osage_No_Onna    18/09/2015    2 recensioni
[Slash://]
Due ragazzi.
Un mese di vacanza.
Quattordici biglietti lasciati su un muro.
Quindici fiori ad accompagnarli, scelti accuratamente in base al loro significato.
L' evoluzione di un rapporto, dalla fredda indifferenza all' amore.
I sentimenti sono imprevedibili: cambiano in un batter di ciglia e non sempre si trova il modo adeguato per esprimerli appieno.
Ma le possibilità sono tante, quasi infinite.
Sta a noi sfruttarle al meglio.
E se il mezzo di comunicazione è decisamente desueto, la situazione si fa più intrigante...
Genere: Generale, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Fifteen Flowers on the Wall

 

01: Like an open book

 

Le aveva lasciato un amarillide sul muretto che delimitava il giardino di casa sua.
Non appena aveva visto quei fiori aveva subito pensato a lei e non gli era apparso affatto strano: con quegli steli imponenti, la cui altezza massima sfiorava i novanta centimetri, ed i loro bulbi velenosi erano proprio delle immagini di fierezza come gli era parsa “Black Diamond” a suo tempo. Tuttavia i loro colori erano così delicati che non sembravano nemmeno essere naturali, tinte così le aveva viste solo in rari, bellissimi quadri.
Gli avevano sommerso il cuore di una strana felicità senza nome, esattamente la stessa sensazione che aveva provato quando, dopo migliaia di tentativi di attaccare bottone andati miseramente a vuoto e qualche scaramuccia nel quadro generale di freddo rispetto, lui aveva buttato lì che aveva alcuni fiori di rododendro argenteo a casa sua, nella lontana Kangmar, e lei gli aveva sorriso.
Non era però uno di quei banali sorrisi di circostanza a lei tanto comuni, senza sentimenti né valore, di cui faceva sfoggio nelle più svariate occasioni, ma un sorriso aperto e dolcissimo che gli aveva mozzato il fiato e tolto le parole di bocca. Le graziose fossette che si erano formate ai lati delle sue gote arrossate, poi, avevano giocato decisamente a suo sfavore.
La ragazza in questione era un perfetto connubio di fierezza e dolcezza: era per questo che, non appena aveva visto quei fiori, i cui steli gli sfioravano la cintola, li aveva subito associati a lei.
Non erano di stagione, poco ma sicuro, puzzavano di serra da un miglio di distanza, ma per la loro bellezza aveva dovuto fare un’ eccezione: quei fiori erano troppo belli per restare ad appassire in un vivaio.
La fioraia, una signorina gentile e filiforme come la maggior parte delle piante che vendeva, non si era mostrata indiscreta quando lui aveva dichiarato che avrebbe acquistato solo un fiore, ma in compenso aveva avvolto lo stelo del suo amarillide (ottanta centimetri!) con un nastro rosso di rafia, con tanto di orribile fiocco da pacco regalo e consegnandogli persino un bigliettino.
Attenzioni inutili.
I fiori sono perfetti così come sono, pensava lui, specie quelli singoli, e così gliel’ avrebbe consegnato: nudo nella sua bellezza.
Rafia e fiocco potevano benissimo restare a prendere la polvere in un armadio, di buttarli non se ne parlava proprio: potevano sempre ritornare utili.
Il biglietto, invece, era caduto proprio a fagiolo: non era certo che lei conoscesse a fondo il linguaggio europeo dei fiori, ma l’argomento le interessava, quindi sarebbe stato meglio lasciare qualche indizio sulle proprie intenzioni.
Non avrebbe potuto parlarle come avrebbe voluto perché lei aveva una visita medica e lui lezione di violino, per cui non si sarebbero rivisti prima del giorno dopo, durante il quale sarebbero stati troppo presi da ulteriori impegni, ed i messaggi erano stati praticamente scartati perché il suo cellulare era a secco sia di carica che di credito e gli seccava moltissimo aspettare un giorno o forse più  che suo padre gli facesse la ricarica.
Inoltre l’ idea di prendere in mano una penna sotto sotto gli sorrideva parecchio. Non era mai stato un romanticone, ma la vista di fiore e biglietti disposti ad arte sul muro lo fece arrossire, mentre un sorriso fugace sbocciava sulle labbra sottili.
Pensò molto a cosa scrivere: nulla di pomposo, voleva parole semplici e spontanee come una sorgente d’ acqua cristallina, tuttavia la paura di spaventarla era tanta e non voleva fare passi falsi.
Era così riservata! Ma dietro a quel muro di ghiaccio, lui lo sapeva bene, c’era un uragano di sentimenti che non aspettavano altro che di venire allo scoperto.
Proprio per questo le precauzioni da prendere erano maggiori, perché quell’ anima, come il suo corpo sottile, era ancora molto fragile e le bastava un nonnulla per farla chiudere nuovamente in sé stessa.
Non era altrettanto facile farle riacquisire fiducia negli altri, specie dopo quello che aveva passato, e questo aggravava ancora di più la situazione.
Quando ebbe ricopiato tutto il testo in bella con la sua grafia non proprio eccelsa, sospirò: aveva scritto tutto quel che sentiva davvero nei suoi confronti, nient’ altro che la verità e non poteva sapere se, nonostante quelle parole a suo parere forse un po’ troppo dolci e rassicuranti, avrebbe gradito quel messaggio o l’ avrebbe considerato una seccatura o, peggio ancora, uno scherzo. Sperava proprio che non accadesse.
Mentre usciva dalla sua stanza e percorreva il tratto di strada che lo separava dal fatidico muretto si augurò mentalmente di farcela e, mentre deponeva il suo piccolo tesoro, fino ad allora tenuto stretto al cuore, si chiese con una punta di malinconia cosa avrebbe potuto dire sua madre vedendolo fare questo, se solo fosse stata viva.
 
 
“Ti ricordi di quando mi hai raccontato delle tue sofferenze e poi ti sei interrotta bruscamente? Mi hai detto che era difficile per te essere come un libro aperto.
Prendi questo fiore come un invito ad esserlo, o quantomeno a provarci.
Se hai bisogno di parlare, cercami quando vuoi. Non sono uno psicologo ma mi piacerebbe provare a tirarti su il morale.
Staremo bene assieme, vedrai.

-X
PS: Qualche giorno fa mi hai chiesto che fiore fosse quello che avevi ritratto con la sanguigna, ma non ho saputo risponderti.
Ora posso dirtelo: è un tagete. Cerca il suo significato nel tuo libricino e capirai meglio cosa voglio dirti.”

   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fumetti/Cartoni europei > Altri / Vai alla pagina dell'autore: Osage_No_Onna