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Autore: il truzzo    18/09/2015    0 recensioni
Racconto breve che userò come base per una storia più amplia.
Genere: Drammatico, Fantasy, Guerra | Stato: completa
Tipo di coppia: Crack Pairing
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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C'era una volta un re seduto su un sofà che chiese alla sua dama:
“Raccontami una fiaba!”
La dama, che stava sdraiata ai piedi del suo Signore, iniziò a raccontare:
“C'era una volta un contadino che viveva nelle più lontana delle tue terre, o mio Signore. Viveva in una piccola casa attorniata dalle terre che coltivava, ed aveva una moglie che un giorno gli diede un figlio. Questo crebbe imparando che la terra ed i suoi frutti erano la sua unica ricchezza ed il suo unico destino.  Ma non sempre i piani che i genitori elaborano per i figli vanno a buon fine, egli non amava coltivare la terra e sognava di andare lontano da lì.
Venne la guerra, portata dal Caos che aspirava a dominare il mondo intero. Gli eserciti sotto il comando del vecchio Re, Suo padre, andavano e venivano lungo le strade del reame, ed un giorno passarono anche vicino alla piccola casa del contadino.
Il figlio, vedendo quelle armature luccicanti, voltò le spalle al padre e alla madre e partì per la guerra.
Forte era il Caos, grandi erano i suoi condottieri, inarrestabile il suo potere, ma la volontà di sopravvivere degli esseri viventi è forte, tanto che i due nemici finirono per equilibrarsi.
Anni durò la guerra, senza che nessuno dei contendenti riuscisse ad avere la meglio. Intanto il figlio del contadino cresceva temprato delle battaglie, dimostrando un coraggio senza uguali e una naturale capacità al comando sul campo. Diventò un generale, onore per tradizione riservato ai nobili ma che, visto la situazione, fu concesso più a coloro che avevano delle capacità sul campo che in base al rango. 
Grazie alle sue capacità riuscì ad organizzare un attacco contro il Caos e ad ottenere una grande vittoria che gli permise di penetrare in profondità nelle terre nemiche.
Le sue vittorie attirarono su di lui il favore degli Dei dell'Ordine che fino ad allora non si erano interessati al destino degli esseri mortali.
Con l'aiuto degli Dei riuscì alla fine a battere il generale prediletto del Caos e a sbaragliarne l'esercito, riportando la pace nel Tuo regno, Signore.
Era finalmente ora di tornare alla normalità.
Ma il figlio del contadino aveva conquistato un onore ed un prestigio tale, che gli fu concesso di mantenere i privilegi ottenuti sul campo. Molti erano quelli che temevano questo stato di cose.
Un contadino diventato generale!
Per invidia, cattiveria, paura che il loro potere ne venisse danneggiato, i nobili, molti dei quali erano scappati terrorizzati di fronte al nemico, convinsero il Re, Tuo padre, della pericolosità del nuovo eroe.
“Un uomo del genere può sollevare la marmaglia... Egli aspira al trono.... Gli eserciti lo adorano più di Sua Altezza...”
L'umana stupidità ebbe la meglio ed il Re, Tuo padre Signore, accusò di tradimento il figlio del contadino.
Fu preso con la forza, anche se lui non si oppose. La sua casa fu bruciata e la sua famiglia portata davanti al vecchio Re, Signore.
Il figlio del contadino si fidava ciecamente del giudizio del Re ed immenso fu il dolore quando venne condannato a morte assieme ai suoi cari.
Urlava e si dibatteva, non di paura per sé, ma per la disperazione che il suo animo provava nel vedere i corpi dei suoi genitori bruciare.
Il suo animo si infranse di fronte alle parole piene d'odio che il popolo da lui difeso gli vomitava addosso.
Quando le fiamme incominciarono a lambire la sua carne capì come tutto era potuto avvenire. Preso da un odio cieco e da una rabbia sovrumana maledisse il Re, Tuo padre, Signore con tutto il popolo. Maledisse gli Dei dell'ordine che l'avevano abbandonato. Con tutta la sua anima invoco gli Dei del Caos e promise di mettere il mondo intero nelle loro mani pur di potersi vendicare.
Gli Dei del Caos, che sempre hanno un occhio di riguardo per le cose umane, gioirono nel vedere quanto quell'anima fosse stata mutata dal tradimento.
Dalle fiamme del rogo e del tradimento comparì un demone che prese il corpo martoriato del figlio del contadino e lo portò lontano. Conobbe da vicino gli Dei, i cui araldi aveva combattuto, e non impazzi nel osservarne l'abominio.
Anzi ne accolse l'oscenità nel cuore e per questo ottenne in dono il perdono per i suoi peccati ed un nuovo corpo immortale. Gli vennero dati soldati, in numero mai visto prima ed insieme a loro marciarono demoni e altre creature.
Di nuovo generale parti con un unico desiderio nel cuore: distruggere ciò che aveva difeso e spiccare la testa del re che lo aveva tradito.
Ma, Signore, nelle terre del Caos il tempo cammina in modo diverso dal nostro e coloro che un tempo erano stati suoi amici erano invecchiati ed il re morto.
Sarebbe stato il loro seme a perire!
Tanto era il suo potere che riuscì a sottomettere tutte le terre dei mortali, ma le terre di cui era stato figlio non si accorgevano di niente. Aveva creato un muro magico attorno al Tuo regno capace di impedire a tutti di vedere quello che succedeva al di fuori dei tuoi confini, cosicché siete rimasti impreparati di fronte al Suo arrivo.
Sempre più la barriera magica si stringeva attorno alla tua capitale ed intanto il mio Signore e Padrone avanzava senza trovare nessuno capace di affrontarlo.
Non senti il suono delle trombe del mio vero Signore che ormai è giunto alle porte di questa città? Non senti le urla dei difensori?
Non senti la voce del figlio del contadino che ti chiama?”
La dama si alzo ed abbracciò il re che confuso non capiva cosa stesse succedendo. Da sotto le vesti estrasse un coltello, ne appoggio la lama sulla gola del re e la incise da parte a parte. Sangue sprizzò dalla ferita ed il re, con gli occhi sbarrati, capì quello che era successo.
La dama continuo ad incidere le carni con il suo coltello fino a quando la testa si staccò.
Lentamente la dama attraversò i lunghi corridoi del palazzo reale fino a quando non ne fu fuori.
Lì ad attenderla stava il suo vero Signore, troneggiante in tutta la sua corruzione, e grande fu l'urlo di gioia che emise dal suo corpo deforme quando la dama gli mostro la testa del re.
   
 
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