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Autore: Stray_Ashes    19/09/2015    1 recensioni
"Il Natale non gli era mai andato troppo a genio, ma quel Natale era peggiore di ogni altro, anche più di quelli passati da bambino, quando suo padre non si faceva mai vivo: quei Natali lì li avevano trascorsi da soli lui e suo fratello. Soltanto Sam e soltanto Dean. Sarebbe stato così anche questa volta, ma il prossimo... beh, il prossimo sarebbe stato soltanto Sam."
***
One Shot relativa al finale della puntata della terza stagione, "A very Supernatural Christmas", dove Sam e Dean trascorrono il loro ultimo Natale insieme...
Buona lettura.
Genere: Malinconico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Dean Winchester, Sam Winchester
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Terza stagione
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Our Last Christmas, Brother
 
Sam guardò la stanza vuota, socchiudendo gli occhi. Dean non era ancora tornato.
Riabbassò lo sguardo sulla sua ferita, già disinfettata, e cominciò ad avvolgersi il dito nel grosso cerotto che era andato poco prima a comprare: l’unghia era ormai assente, non restava altro che carne rossa, al suo posto. Il regalo di Natale da parte di una divinità pagana, se la si voleva riassumere in breve.
Gli faceva un po’ senso, guardarsi il dito, e sapeva che quello sarebbe stato un gran fastidio per diverso tempo; ma ci avrebbe fatto l’abitudine, come si era già abituato a tutto, d’altronde. La sua vita era fatta di cose difficili da accettare, da sopportare, da vedere, da nascondere, e lui, fin dall’infanzia, era stato costretto ad accettare ognuna di esse.
A volte, gli sembrava strano che tutto fosse iniziato così tanto tempo fa, il giorno in cui aveva compiuto sei mesi, fin da quando la vita sua, di Dean e di John era stata del tutto stravolta. Per un sacco di anni, aveva pensato che tutto questo fosse ingiusto, e una volta cresciuto aveva provato a tenersi lontano da quell’ingiustizia, da quella pazzia, inseguendo il sogno di una vita sicura.
Ma qualcun altro, per lui, aveva avuto piani differenti.
Ancora una volta, era stato costretto a crescere, a lasciare nel buio i sogni, perché si consumassero fino a svanire. Sapeva che anche per Dean era così, nonostante provasse a nasconderlo.
Sam, finito di fasciarsi il dito, lanciò un’occhiata fuori dalla finestra del motel, ma nel parcheggio dell’Impala di Dean non c’era l’ombra. Nel buio, i suoi occhi furono attratti dalle luci sfavillanti e festose della casa di fronte, e nel cuore Sam percepì un vago fastidio. Il Natale non gli era mai andato troppo a genio, ma quel Natale era peggiore di ogni altro, anche più di quelli passati da bambino, quando suo padre non si faceva mai vivo: quei Natali lì li avevano trascorsi da soli lui e suo fratello. Soltanto Sam e soltanto Dean. Sarebbe stato così anche questa volta, ma il prossimo... beh, il prossimo sarebbe stato soltanto Sam.
Il giovane si sentì il cuore in una morsa, e si abbandonò a un lungo sospiro, per poi sprofondare sul divano, appoggiando la testa al cuscino.
Non era giusto. Era questo che continuava a pensare.
Dean non avrebbe dovuto fare quel dannato patto, non avrebbe dovuto vendere all’inferno la sua anima, solo per riavere lui indietro. Non glielo aveva chiesto nessuno, il mondo non aveva bisogno di Sam Winchester, il ragazzo che temeva di diventare un mostro. Ma Dean, salvando Sam, era convinto di aver pagato il prezzo che comportava il sacrificio di John per lui. Ma non era così. Il loro padre non avrebbe voluto questo, nessuno l’avrebbe voluto... forse soltanto Dean stesso. Quello di Dean era stato un gesto così altruista, da essere egoista. Ma suo fratello maggiore era fatto così.
Sam si massaggiò gli occhi, iniziando a sentire la stanchezza. Quel pomeriggio aveva pensato seriamente di morire, e di veder morire Dean accanto, uccisi da due pazze e dimenticate divinità pagane. Tra le cose, era l’ennesima esperienza che ti segnava, e mentre tutti gli altri, là fuori, con le loro famiglie e i loro addobbi festeggiavano, Sam sentì nel profondo un’immensa tristezza. Possibile che avesse più paura lui che Dean finisse all’inferno, che Dean stesso? Scosse la testa.
Non era giusto. Diamine, no.
Non voleva essere solo, e non poteva più, dopo tutto ciò che aveva visto, ricominciarsi una vita, come quell’anno all’università, con Jennifer. Perché, come già si era ripetuto, quei sogni sarebbero rimasti nel buio per sempre, nello stesso buio che nascondeva proprio ciò contro cui lottava.
Il silenzio era totale, e vecchi ricordi tornarono da lui: ripensò a come Dean, da bambino avesse provato, forse non col massimo del suo repertorio, certo, a rendergli quel giorno di Dicembre simile a una festività. Anni dopo, aveva apprezzato un poco di più quello sforzo... solo un poco. Ma un buon ricordo l’aveva: quel ciondolo che, tanti anni prima, lui aveva regalato a Dean. Il fratello lo portava ancora, come una preziosa reliquia.
Sam si morse il labbro, e guardò ancora una volta la stanza del motel avvolta dalla penombra, dove una lampada accesa ne illuminava pigramente solo una porzione. Era davvero così che avrebbero passato il loro ultimo Natale insieme?
Tutte le altre famiglie festeggiavano, e in un certo senso, loro erano una famiglia, lo sarebbero stati fino alla fine, soltanto loro due. Si erano sempre bastati.
Sam provò a dimenticare tutto ciò che li opprimeva, dimenticò l’orrore di quella giornata, dimenticò ieri, dimenticò domani. Provò a vivere solo il presente. Avrebbe ricordato solo i momenti migliori passati con Dean, e di quella giornata tetra non avrebbe avuto nulla da conservare. Ne valeva la pena, di sentire già la morte nel cuore?
Sam si alzò, si rinfilò la giacca e corse fuori, perché la risposta era no, non ne valeva affatto la pena. Scoprì con un vago sollievo che suo fratello non era ancora tornato, e puntò ai negozi in fondo alla strada. Tutti i decori e tutti i colori delle altre case non lo turbarono più poi così tanto, mentre fingeva di essere uno di tanti che andava a comprare, proprio la notte di Natale, qualcosa per rallegrare una stanza.
 
Svariati minuti dopo, Sam appese l’ultimo Arbre Magique all’alberello sghembo che si era procurato, accanto ai nastri che aveva legato ai rami a mo’ di fiocco. In giro aveva acceso delle candele, per fare più luce, e appeso una decorazione al camino. Un po’ si era sforzato di rendere l’idea di un Natale tranquillo, come si era sforzato Dean tanti anni prima, da bambino. Osservò la stanza... forse aveva fatto addirittura di meglio.
Guardò con un sorriso i regali impacchettati che aveva lasciato proprio sotto l’albero, come vigeva per tradizione; erano semplici cose che aveva comprato per Dean – e per la sua macchina - con il resto del denaro rimastogli in tasca dopo l’acquisto delle decorazioni.
Sentì il rombo di un motore venire da fuori, dal parcheggio del motel, e riconobbe subito quello appartenente all’Impala nera di suo fratello.
Sapeva che, nonostante tutto, sarebbero finiti col parlarne ancora, del cupo futuro di Dean; ma era quasi passato un anno, quel maledetto ultimo anno, da quando aveva dovuto cominciare ad abituarsi all’idea. Aveva lottato per rompere quel patto, aveva fatto cose oltre il suo limite, e aveva fallito. Una parte di lui aveva accettato quella condizione, e un’altra parte ancora continuava silenziosamente a lottarvi contro; e quindi Sam non capiva cosa avrebbe dovuto pensare, adesso. Avrebbe dovuto trovare un equilibrio tra quelle due contrastanti idee, per poter passare bene il loro ultimo Natale.
Dean entrò con quel suo solito sorriso sicuro di sé; nessuno avrebbe mai potuto dire che avesse paura di ciò che lo attendeva, nel giro di semplici giorni.
Sul suo petto, quel ciondolo dorato pendeva ancora.
Quando il giovane uomo notò le luci e le decorazioni nella stanza, rimase allibito.
«E questo? Non sapevo avessi cambiato idea sul Natale, Sammy!» esclamò, osservando piacevolmente divertito e confuso la decorazione natalizia che dondolava dal camino.
Sam si strinse nelle spalle, abbozzando soltanto un sorriso. Non gli avrebbe riassunto tutto ciò a cui aveva pensato per arrivare a quella conclusione, non era neanche sicuro che il fratello sarebbe rimasto ad ascoltarlo.
Erano fratelli, non sarebbero mai dovuti essere divisi. Sam faticò a rendersi conto che un giorno vicino Dean non ci sarebbe stato più... anche ora, una parte di lui temeva di vederlo svanire sotto i suoi occhi.
Ultimo Natale o meno, adesso erano ancora insieme. Non era questo il peggiore Natale della sua vita, capì Sam: lo sarebbe stato il prossimo.


Angolo della scrittrice:.
Amo questi due, il loro rapporto. Ho la morte nel cuore per quello che si devono passare.
Ho scritto questo per passare il tempo dopo aver visto la puntata "A Very Supernatural Christmas", anche se però scrivendo non mi ricordavo esattamente come finiva... beh, è una bellissima puntata.
La cosa che mi ha ispirato probabillmente è stata la scoperta che il "pollo" che Dean porta sempre al collo è un regalo di Sam.... aww
Spero che tutto sommato il raccontino vi sia piaciuto.. non so perché scrivo ose di Natale a settembre... beh, io vado a nascondermi. Bye!


 
  
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