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Autore: Some of us are human    20/09/2015    1 recensioni
Viviamo in un mondo distrutto, tra cenere e grattaceli che si slanciano verso il cielo grigio e cupo, e la parte più brutta è che anche se avessimo davanti a noi la perfezione e la felicità non saremmo capici di sorridere.
[...]
"Perché ci vedete come nemici?" Si arrotola intorno al dito il cordino della felpa, nervoso.
"Siamo le uniche persone al mondo che per vincere una guerra la sostituiamo con un'altra. Per costruire una nuova guerra servono dei nemici, stavolta tocca a voi."
Genere: Azione, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ashes of hearts
Prologo

"C'è un momento in cui devi decidere: o sei la principessa che aspetta di essere salvata o sei la guerriera che si salva da sola. Non è ancora arrivato nessuno a salvarmi, credo voglia dire che non sono una principessa, ma guerriera."

-Marilyn Monroe

 

Una delle prime cose che si insegnano ai bambini è che non esistono sono bianco e nero, ma nel mezzo ci sono milioni di sfumature. E' un modo come un altro per dire che categorizzare le persone come "cattive" o "buone" è stupido e inutile, in quanto falso. 

Non sono del tutto d'accordo. O, almeno, da me non funziona così.

Viviamo in un mondo distrutto, tra cenere e grattaceli che si slanciano verso il cielo grigio e cupo, e la parte più brutta è che anche se avessimo davanti a noi la perfezione e la felicità non saremmo capici di sorridere.
Conosco anch'io quelle vecchie guide su come crescere i propri figli, quelle dalla copertina banale e scritte dalle psicologhe, e sono sicura che dicano che non bisogna assolutamente condurli sulla via della violenza. 
Dalla mia parte della città nasci con un fucile già carico in spalla, e la prima cosa che ti insegnano è strangolare una persona a mani nude. 
E a noi va bene così, perché è questo quello che ci hanno insegnato i nostri antenati ed è questo che insegneremo alle nuove generazioni.
"La vita è corta" dicono. Eppure, con la baionetta in mano, quando cammino per le strade desolate, spero soltanto che la mia fine arrivi presto. Morirò come un saldato valoroso, avrò una bella bara e poi sarà finita lì, tra una preghiera e nemmeno una lacrima.  
E' già tanto per una che non fa altro che uccidere innocenti. Troppo. 
Non posso rimediare a tutti gli sbagli che ho fatto, a tutte le persone che ho ucciso e ucciderò, se non con la mia morte. Ma morire a sedici anni sarebbe ancora più futile, e non ho nessuna voglia di farla finita adesso. 

Vorrei poter essere felice, pedalare in bicicletta con degli amici, baciare e amare qualcuno, sognare, far volare quelli che i Paan chiamano aquiloni, e sorridere davanti ad un regalo.Vorrei anche soffrire, sapere cosa si prova ad avere un cuore, e piangere per tristezza e non per solo dolore fisico.
Ma non posso e non potrò mai. 

Io faccio parte del nero, sono destinata ad essere parte del male. Sono dal lato dei cattivi, e che sia per mia scelta o per decisione dei miei processori, è comunque colpa mia.

Ma non importa, è così che deve andare e così andrà per ancora tanto tempo, finché qualcuno non si fermerà a pensare a quello che sta succedendo e capirà che è arrivato il momento di fermare questa guerra. Quel giorno non è ancora arrivato, e quando capiterà, saremo già tutti morti.

Da piccola, per giocare, insieme ai miei compagni prendevo dei forts (leggi: insetti giallastri che si cibano di bacche e non superano i 10 centimetri) e li buttavo in un barile, lasciandoli senza mangiare per giorni. All'inizio resistevano e rimanevano a digiuno, ma dopo poco iniziarono a mangiarsi tra di loro. Ammetto che fu un terribile spettacolo, ma non avevamo idea di cosa volesse dire divertirsi. E in quale altro modo un cattivo si diverte, se non vedendo soffrire le proprie prede? Quando ne rimasero solo due, il più forte vinse l'altro. Ma dopo poco morì anche lui, rimasto ormai senza cibo. Sono convinta che questa sia la sorte che spetta anche a noi, e anche se riuscissi a vincere su tutti farò la loro stessa fine. 

Forse sono soltanto troppo pessimista: i Paan potrebbero offrirmi del cibo -sempre che tutto questo succeda davvero- perchè, nonostante tutto quello che gli abbiamo fatto, loro sono e resteranno per sempre i buoni. 

I Paan vivono nella parte ovest della città, ovvero la parte "felice". Al nostro contrario, loro hanno occhi, capelli e labbra completamente bianchi, tanto da farli sembrare malati.  Formano tante comunità, la maggior parte delle quali si ispira agli hippy, tutte amiche e unite. Non si sa come sia possibile, ma vivono fino ai 120 anni. Tanti dicono che sia perché non sono mai stressati o nervosi, in quanto non possano provare emozioni negative, ma non mi sembra plausibile. Ma, dopotutto, cosa ci aspettiamo da esprimenti genetici? Non che io li disprezzi per questo motivo: anch'io sono un esperimento, o meglio: la parte marcia dell'esperimento. 

Tutto è successo 66 anni fa, nel 2050, quando la guerra stava letteralmente riducendo il mondo e i suoi abitanti in cenere. Degli scienziati hanno fatto uno stupido e terribile tentativo: trasformare delle persone, a loro insaputa, in un esercito di buoni da mandare in guerra, come intermediario tra i popoli nemici. Cosa volessero farci fare, poi, non l'ho mai capito. Fatto sta che l'esperimento riuscì solo a metà: le cavie si sdoppiarono, come fossero due gemelli, e in questo modo formano due razze diverse. 

Una buona, una cattiva. 
Il resto della Terra non è sopravvissuto, ed ora gli unici a popolarla siamo noi. 
Quindi si, siamo spietati killer che uccidono innocenti, per poi uccidersi tra loro.
E' per questo che siamo nati, ed è questo che siamo bravi a fare. 
Vi auguro soltanto di non capitare sotto il mio sguardo. 

  
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