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Autore: AlekHiwatari14    20/09/2015    1 recensioni
[Preceduto da My Life like a Vampire.]
Rita Sawada, una giovane che scopre di essere un vampiro quando un tempo, prima che la fantasia si scontrasse con la realtà, pensava fosse un essere noto nella realtà come "umana".
Ed è stata proprio quel mescolarsi che l'ha condotta lì, a vivere insieme a quei amabili vampiri di nome Sakamaki & conoscere gli altri vampiri come i Mukami.
L'unico problema è che lei è tormentata. Il suo cuore è tormentato. E stavolta, tra intrighi amorosi, lotte e sopratutto sangue, molto sangue a lei negato da tempo, si troverà di fronte a scelte su scelte.
Il suo cuore troverà pace? Il potere di cui ha bisogno per essere un'eccellente essere, noto a tutti i viventi consapevoli di quella realtà come 'intoccabile', lo troverà?
Riuscirà a diventare un vampiro completo e a dar pace al suo cuore? E l'amore della sua vita, chi è veramente?
Tutto questo lo scoprirete solo leggendo! Buona lettura.
Genere: Commedia, Generale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kou Mukami, Laito/Raito Sakamaki, Nuovo personaggio, Subaru Sakamaki, Un po' tutti
Note: AU, Cross-over, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'My Life like a Vampire'
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Capitolo 41 - La scoperta di Machura.


Kou:Che diamine le hai fatto? Perchè è così diversa?
Hameln:Beh...l'ho detto già. E' una vampira completa. Comunque non è stato difficile convincerla a rimanere e diventare ciò che è. Avrebbe potuto andarsene e tornare da voi facilmente, ma... è abbastanza debole sul campo affettivo.
Subaru:Maledetto!!
Kou:Che diamine le hai fatto?

Urlarono alterandosi. Il vampiro incominciò a ridere.

Hameln:E' bastato dirle che sarebbe andata male ad uno di voi. Assurdo, vero?
Subaru:Bastardo!! 

Esclamò correndo verso di lui per tentaredi dareun'altro pugno, ma non andò a segno neanche stavolta visto che sparì proprio mentre lo stava per colpire distruggendo la panchina dov'era seduto.

Subaru:Ah...se ti prendo ti faccio a fettine!!
Hameln:Ammirevole. Non siamo neanche imparentati, eppure sei così affettuoso.

Rispose ironizzando e ridendo.

Kou:Lurido doppiogiochista. Te la faremo pagare.
Hameln:Comunque di me non vi dovete preoccupare.Io amo molto Rita e non le farei mai del male.

Disse sorridendo.

Subaru:Allora sei venuto per darci su i nervi? Non è così?
Hameln:In realtà, è per un altro motivo ancora più importante. 
Kou:Di che si tratta?

Chiese curioso. Il vampiro alzò lo sguardo e il suo sorriso si stoppò diventando di colpo molto serio.

Hameln:Si tratta dell'altro fratello.

Rivelò lasciando i due perplessi. 

Subaru:L'altro fratello?
Hameln:Si, mio padre ha un'altro figlio. Si chiama Machura. Lui è diverso da me e da te. 
Subaru:Che vuoi dire?
Hameln:Lui distrugge tutto ciò che vede. E' violento, spietato e senza scrupoli. Si dice che sia figlio di un demone vampiro. Mio padre lo tiene sempre segregato in camera sua. Non gli permette di uscire. 
Kou:Addirittura? E che potrebbe mai fare?
Hameln:Di certo non uccidere, ma uccide il vostro orgoglio. Mio padre l'ha chiuso lì per disperazione. Adora vedere i volti terrorizzati, è spietato come non so cosa. 
Subaru:Come mai l'ha chiuso in camera sua?
Hameln:A 3 anni, mentre mia madre era incinta a me, ha tentato di ucciderla. Rompeva di tutto. Squartava le rose e gli animali che prendeva solo per il gusto di farlo. Basta pensare che ho questa benda per causa sua.
Subaru:Capisco.
Kou:Che dobbiamo fare?
Hameln:Vi chiedo di non avercela con me, ma tento solamente di proteggerla da quell'essere. Vorrei che nel caso in cui questo nostro fratello esca, voi teniate Rita con voi. Dopotutto, voi due siete gli unici che stanno più a cuore a lei.

Rivelò lasciandoli lì increduli. Presto venne ora di tornare a casa e mentre io mi allenavo con Hameln, i Sakamaki e i Mukami parlavano di quel che era successo all'accademia.

Reiji:Cosa?
Shu:Davvero Rita è tornata.
Ayato:Si, ma abbiamo un'altro problema.
Ruki:Già, non è più la Rita che conosciamo.

Informò sedendosi comodamente sul divano del soggiorno.

Raito:Tutta questa storia è strana.
Reiji:Sono d'accordo con te.
Subaru:Eppure penso che deve esserci dell'altro.

Pensò facendo voltare tutti verso di lui che era seduto sulla finestra a guardare fuori.

Shu:Dell'altro?
Kou:Lo penso anch'io. Ho parlato con Karin ed ho scoperto che lei sapeva che Ikki fosse suo padre, infatti dopo averlo scoperto, disse che andava avanti e indietro per evitarlo.
Kanato:Allora perchè è rimasta lì?
Ruki:Christa.

Rispose Ruki meravigliando tutti.

Kanato:Christa?
Raito:Ma certo. Sarebbe l'unico motivo.
Subaru:Anch'io sarei rimasto se avessi saputo che c'era mia madre.
Yui:Scusate, io non ci sto capendo più nulla.
Ayato:Purtroppo la questione è delicata e complicata allo stesso tempo.

Disse lasciando l'amaro in bocca ai ragazzi. Ci fu un minuto di silenzio dove poi fu rotto dal lamento di Kanato che incominciò a piangere.

Yui:Kanato, cos'hai?
Kanato:Cosa posso mai volere??Io la rivoglio qui!! 

Esclamò con le lacrime agli occhi prendendo il vaso che era sul tavolo e buttandolo a terra per poi scaraventare il tavolo a destra e a sinistra.

Shu:Quanto rumore. Piantala! Non riesco ad ascoltare la musica.
Kanato:Me ne infiscio della tua musica.

Così incominciò una guerra nei Sakamaki e nei Mukami che lasciò stralunata la povera Yui.

Yui:Ma che sta succedendo?
Yuma:Diamine! Questa non ci voleva. 
Ayato:Che potrebbe mai succedere, eh Tavoletta?
Yui:Che??

Chiese incredula vedendolo alterato, ma non era solo lui.

Ruki:E' l'effetto del suo sangue che sta svanendo.
Kanato:Quei bastardi!! Mi sento il cuore di pietra!!
Kou:Non sei l'unico. 
Subaru:Sto incominciando a perdere la pazienza.
Azusa:Adoro le mie cicatrici.

Disse toccandosi le cicatrici e facendosi guardare storto dal resto del gruppo.

Reiji:Ok, ragazzi. Dobbiamo trovare un modo per riportarla qui.
Yuma:Sono d'accordo. 
Ruki:Direi di pianificare il tutto. 
Raito:Dobbiamo sbrigarci però. 

Incitò Raito con il vuoto negli occhi.

Yui:Raito? Qualcosa non va?
Raito:Mi sento.....vuoto. E' strano. Di solito avrei dovuto essere un pervertito, ma... non mi va neanche di guardarvi in faccia ora.

Rivelò per poi sparire nel nulla lasciandoli lì increduli.

Yui:Raito....?
Ayato:Maledizione! Che gli è preso?
Kou:Che dovrebbe mai prendergli? Si sente vuoto ed è normale.Anch'io mi sento così.
Kanato:Dimentichi che lui è pervertito di natura.
Ruki:Mi spiace dirvelo, ma pare che il vostro fratellino si sia innamorato.
Tutti:COSA???

Urlarono increduli e mentre tutti facevano questa assurda pagliacciata di pianificare un modo per portarmi con loro, Raito era in camera sua che si abbandonava alle lacrime.

Raito:Maledizione!! Ma che mi succede?? 

Si chiese vedendo che le lacrime scendevano da sole.

Raito:No, maledizione!!Basta!! Sono un vampiro e i vampiri non piangono!!

Per quanto cercasse di smettere, non ci riusciva. Dopotutto quelle lacrime venivano dal cuore. In preda al panico e alla rabbia incominciò a rompere tutto quello che si trovava tra le mani, ma più distruggeva e più sembrava che il pianto non finisse mai. Si toccò il petto e si accasciò a terra ripensando a ciò che era successo all'università.

***
Era nel giardino dell'università. Doveva trovarmi e vedere se reagivo come tutte le volte che mi aveva presa in giro e aveva tentato di ammaliarmi senza successo. Arrivò vicino all'entrata dei corridoi di medicina dove mi vide su di una panchina a riposare. Avevo le braccia sotto la testa, stavo a pancia in su con la gamba destra piegata ed alzata che cercavo di dormire. Il vampiro notò subito che ero diversa. La vecchia Rita si fosse addormentata nel letto delle camere date dall'università e non su di una panchina che, per giunta, chiunque passasse vedeva il suo panorama. Rimase lì a fissarmi per un pò, guardandomi sotto la gonna e vedendo le mie mutandine rosa. Sentendomi osservata aprii gli occhi e lo vidi. 

Rita:Ehi! Che diamine guardi?

Urlai vedendo che fissava le mie parti 
basse. Il suo sguardo si posò sul mio totalmente diverso dal solito, ma non solo anche il mio comportamento fu alquanto insolito visto che avrei dovuto alzarmi come una pazza, cosa che non feci. Sorrise maliziosamente.

Raito:Secondo te cosa potrei mai guardare?
Rita:Tsk...non cambierai mai tu, vero?

Chiesi alzando il busto e mettendo la mano sulla gonna abbassandola.

Raito:Lo sai... sei molto diversa da prima.
Rita:Sarà.Ma questo non è un problema mio.

Risposi alzandomi alterata e allontanandomi. Quel mio comportamento lo insospettì e non poco. Voleva vederci chiaro così, sparò la prima cosa che gli venne in mente.

Raito:Sinceramente... mi piace molto questa nuova Rita.

Disse facendomi fermare e voltare verso di lui. Sorrisi e mi avvicinai a lui accarezzandogli il volto. In quel momento il vampiro sentì il suo cuore accellerare e non ne capiva il motivo. Di solito era sempre lui a fare quest'effetto alle ragazze, ma non il contrario. I miei occhi azzurri incrociati con i suoi color smeraldo rivelarono le nostre intenzioni e il mio sorriso si amplificò.

Rita:Se credi di ammaliarmi hai sbagliato persona.

Un attimo dopo aver pronunciato quelle parole sparii davanti ai suoi occhi. Quel comportamento lo aveva fatto sentire strano e non ne capiva il motivo. Possibile che il nostro Raito si sia innamorato proprio di me?


***

Raito:Perchè? Perchè mi succede questo? Neanche Cordelia è stata capace di farmi così male.

Rivelò ancora con la mano sul petto e le lacrime che non smettevano di scendere. E mentre si lasciava prendere dal dolore per causa mia, io ero totalmente all'oscuro di tutto ciò. Eccomi qui nella mia villa, infatti, davanti alla stanza proibita di mio padre. E' l'unica porta che non mi è permesso aprire in tutta la villa. Avevo appena finito di allenarmi con la spada e stavo tornando in camera mia. Quella stanza sembrava che mi chiamasse ogni volta che passavo di lì, ma non le davo conto. Bevevo il mio sangue e me ne andavo. Andai nel giardino della mia villa. Era molto più bello di quello della villa Sakamaki. C'erano rose ovunque e di qualsiasi colore volessi. Iniziavo sempre il giro dal retro dove c'erano le mie rose preferite, quelle rosse. Mi incamminavo lungo il viale dove portava verso un cancello abbandonato lì le rose diventavano sempre più scure fino a diventare completamente nere. Vicino al cancello c'erano delle statue di cupido, giravo intorno a quelle statue e mi inoltravo verso un altro viale che da rose nere si schiarivano fino a diventare sempre più chiare e arrivare sotto al balcone di mia madre dove c'erano solo rose bianche. Andai a destra dove c'era il porticato dove di solito si riuniva la famiglia nelle serate di primavera e lì dentro e intorno, c'erano molte rose blu. Erano di un punto stupendo. All'interno del porticato c'era una tavola con delle sedie e un'altalena a due posti. Su quel tavolo c'era un vaso di rose di un punto di rosa magnifico, mescolato con altre blu e bianche. Mi incantavo sempre a vederle.

Ikki:Che ci fai qui? Pensavo stessi allenandoti.

Disse vedendomi che mi vicinavo al porticato dov'era lui che annusava una rosa blu sdraiato sul quell'altalena.

Rita:Volevo fare un giro. Tutto qui.
Ikki:Ti conviene entrare se non vuoi bagnarti. A momenti ci sarà una tempesta.

Avvertì notando le nuvole in cielo. Annuii e continuai il mio giro per poi andare dentro casa, ma mentre passavo il viale di rose rosa, notai delle rose gialle e viola. Non ero mai passata in quel viale. Un lampo scese seguito da un tuono illuminando la stanza di sopra.Alzai il volto e vidi un ombra di un ragazzo incappucciato lì entro. Doveva essere nella stanza proibita di mio padre, ma...perchè era lì? Così decisi di saperne di più e per farlo dovevo disubbidire. Mi avviai in quella stanza dove appena entrai vidi ancora quel ragazzo seduto sulla finestra che guardava fuori. Era tutto incappucciato di nero. Non riuscivo a vederlo in volto, ma avvertivo in lui un aurea malvagia per niente nuova. Il vampiro si voltò guardandomi con disprezzo. Potevo capirlo dall'odore che emanava. Non era per nulla gradevole. Ikki venne verso di me vedendo la porta aperta.

Ikki:Sbaglio o ti avevo detto di non entrare?
Rita:Chi è?

Chiesi senza indugi. Mi padre si bloccò e quel ragazzo sorrise.

?:Che fai? Non glielo dici chi sono? Eppure pensavo fosse ovvio, tesorino mio.

Quel modo di parlare era dolcemente sensuale e ammaliante. Scese dalla finestra e mi accorsi che lungo la tunica del cappuccio aveva al collo una catena. Aprì le sue braccia sorridendo in modo malvagio e maligno. Quell'atteggiamento già l'avevo visto. Nel modo di parlare era molto simile a Raito, ma includeva lo stesso terrore che emanava Kanato nelle sue crisi isteriche. Tutto era fin troppo strano per i miei gusti finchè mio padre non rivelò la realtà dei fatti.

Ikki:Rita? Lui....è il tuo.... fratello maggiore Machura. 
Rita:Cosa?
Ikki:Ha 3 anni in più di te.

Rimasi incredula davanti a quelle parole. Com'era possibile che fosse più grande di me se Christa ed Heroine avevano avuto la gravidanza più o meno nello stesso periodo?

Ikki:Andiamo. Le persone come lui devono rimanere sole.

Disse guardandolo con disprezzo e trascinandomi fuori di li. Chiuse la porta a chiave nuovamente dopo averla sottratta da me, dopodichè incominciò a rimproverarmi.

Ikki:Ti avevo detto di non aprire questa stanza per nessuna ragione al mondo.
Rita:Avevo visto qualcuno e mi sono ritrovata qui senza sapere come. Cioè...non so neanche da dove ho preso la chiave.

Rivelai. Dopotutto era vero. Mi ero sentita chiamare e mio padre aveva sempre detto di non aprire la stanza, ma non sapevo neanche che fosse chiusa a chiave. Mio padre mi guardò meravigliato.

Ikki:Allora l'ha fatto anche con te.

In quel momento lo guardai senza sapere come stessero realmente le cose. Mio padre mi allontanò da lì portandomi in soggiorno dove incominciò a raccontarmi del mio fratello Machura.

***

Era una notte buia e la luna illuminava il cielo tingendosi di rosso mentre le urla di una vampira circondava la zona deserta molto lontano da casa sua e del suo amato. Quelle urla di dolore dovute alle contrazioni del parto avute per più di 14 ore furono seguite dalle urla di un neonato piangente. Un tuono cadde appena ella lo prese tra le mani illuminando il volto di quella donna. Capelli violacei e labbra rosee. Il buio non faceva vedere altro, ma quel lampo e quel tuono illuminarono la vampira mostrando a noi un viso familiare. Si, era Cordelia, la prima moglie di Karlheinz.

Cordelia:Bevi, piccolo mio.

Disse dandogli il suo sangue dalla mano. Era il suo primogenito, ma non era di Karlheinz. L'aveva fatto in una notte di pura follia. Litigata a botte con suo marito, si rifugiò tra le braccia del miglior amico di Karlheinz, Carmina. Un uomo alto, dai capelli argentati lunghi, con tanto di barba. Aveva un aspetto protettivo ed intuitivo. Sapeva il carattere di Cordelia, Karlheinz gliene aveva parlato. Anche se veniva picchiata da Karlheinz a lei non dispiaceva, anzi...l'eccitava enormemente l'essere picchiata e seviziata, ma aveva anche l'enorme desiderio di fargliela pagare.

Cordelia:Oh...Carmina. Ti prego, salvami. Mio marito vuole uccidermi.
Carmina:Avanti, calmati. E spiegami cos'è successo.
Cordelia:Beh...ecco...io....

Voleva illuderlo e dirgli che amava lui e non Karlheinz, ma qualcuno interruppe quel momento fatilico lasciandola ammaliata dai suoi occhi color arcobaleno. Era Ikki, il fratello minore di Carmina.

Ikki:Cos'è tutto questo trambusto?.

Si lamentò scendendo le scale della villa che erano nell'entrata continuamente illuminata da lampi e tuoni. In quell'istante gli occhi di mio padre ammaliarono Cordelia e non fu solo lo sguardo ad ammaliarla.

Carmina:Perdonami, permettimi di presentarti Cordelia.

La vampira allungò la sua mano per presentarsi ed avere il baciamano, cosa che non accadde. 

Ikki:Avete disturbato il mio sonno, madame. Che non si ripeta mai più.

Rispose impulsivamente e in modo scorbuticamente acido. Quel comportamento distaccato da lei, il fatto che non riuscisse ad intuire cosa pensasse e il suo portamento maturo e carismatico la incantarono. Così, in quella notte lei entrò in camera sua dove si diede senza preavviso. Ikki non voleva, ma lei provocò:

Cordelia:Cos'è? Vedi una donna nuda sopra di te e non vuoi farlo? Non sei un uomo allora.

Quella provocazione portò che i due fecero ciò che non doveva mai succedere e così Cordelia si ritrovò col bambino tra le braccia. Spostò la copertina nera che l'aveva avvolta la sua aiutante di parto e notò qualcosa che la fece andare su tutte le furie. Aveva i capelli color argento-bianchi e gli occhi tendente all'azzurro come il padre.

Cordelia:Cos'è? Uno scherzo?

Avrebbe voluto tutto tranne quello. Incominciò ad arrabbiarsi vedendo suo figlio e uccise l'aiutante di parto strappandole la testa dal  collo e il cuore dal petto. Davanti a quella scena, il piccolo incominciò a ridere e a battere le mani, segno che sarebbe stato perfido e meschino, un vero demone dell'orrore, cioè perfetto per sua madre, se non fosse stato per i suoi colori. Cordelia, vedendo quel comportamento, incominciò a ridere malvagiamente. Il suo primogenito era identico a lei nel carattere e questo la feriva profondamente perchè non poteva tenerlo. Doveva liberarsene per causa dei colori, se no Karlheinz avrebbe scoperto l'inganno. Se fosse andato tutto liscio, avrebbe privilegiato lei e avrebbe interrotto il matrimonio con Beatrix prima ancora di incominciarlo, ma questo non fu possibile. Decise di ucciderlo nel nome del suo amore mettendogli una catena d'argento lungo il collo. In quel momento Ikki avvertì il tutto. Quel piccolo aveva lo stesso potere della madre, cioè di richiamare a se chiunque volesse. 

Ikki:Che diamine fai? Allontanati subito da lui!!

Urlò tentando di mozzarle la mano che tentava di uccidere il figlio con un pugnale d'argento. Cordelia si allontanò ed Ikki lo prese tra le braccia. Vedendo quella scena a lei pietosa, ma anche di grande speranza di distruzione del mondo, incominciò a ridere.

Ikki:Se pensi che io ti lasci uccidere mio figlio, ti sbagli di grosso.
Cordelia:Vuoi tenerlo con te? Bene! Tienitelo pure, ma lui è come me e non come te. E' destinato a distruggere tutto, proprio come dovrebbe essere.

Mio padre lo portò con sè, ma col passare degli anni si rivelò che Cordelia disse la verità. Machura diventava sempre più spietato. Catturava pipistrelli, come ogni bambino vampiro fa di solito, ma i bambini vampiri normali non li vivisezionano o gli tagliano le ali con le loro stesse mani per il gusto di vederli soffrire. Incominciò ad essere irrefrenabile, rovinò il giardino di rose e rompeva tutto ciò che stava a cuore agli abitanti della villa, finchè un giorno non tentò di uccidere Hameln, all'epoca ancora in fasce. Si arrampicò sulla culla fingendo di voler giocare e invece lo sfreggiò con la catena d'argento che aveva trovato. Gli sfreggiò l'occhio sinistro dove poi ora è bendato. Oltre a non vederci quasi più, ha anche una cicatrice che lo sfigura. Quel giorno Ikki, sentendo le urla di Hameln, accorse in tempo staccandolo dal fratello che rideva e gioiva di ciò che aveva fatto. Così, in preda alla disperazione, decise di chiuderlo in quella stanza a soli 4 anni e di non farlo uscire mai più.


***

Sentendo quella storia mi venne un brivido lungo la schiena. Era atroce quello che aveva fatto Machura ad Hameln.

Rita:Ecco perchè è simile a Kanato e a Raito.
Ikki:Purtroppo è malvagio come la madre. Crescendo è diventato anche peggio. Pensa solamente al sesso, vuole ammaliare per poi uccidere e distruggere la vita di chi gli sta attorno.
Rita:Per questo non me l'hai fatto conoscere prima?

Il vampiro annuii e mentre parlavamo in villa Sakamaki succcedeva un putiferio.

Sho:Ehi! Ragazzi! Calmatevi!!

Urlò non appena entrato con le sue valigie vedendo un putiferio generale dentro casa.

Hanaichigo:Aiutami!!

Gridò nascondendosi dietro di lui.

Kanato:Stupida bambola!!Vieni qui!
Hanaichigo:Sho, aiutami!
Shu:Come osi disturbare di nuovo il mio sonno?
Kanato:Chi diamine se ne frega del tuo sonno!?!
Subaru:Mi avete rotto!!!

Esclamò alterato sferrando un pugno su pavimento facendo smuovere la villa.

Sho:Ma che succede?

Domandò vedendo i vampiri in preda al caos più assurdo.

Yui:Sono tutti in balia dei loro istinti.
Sho:L'effetto del sangue è svanito a quanto vedo.
Yui:La cosa positiva è che abbiamo ritrovato Rita.

Rivelò prendendo Hanaichigo tra le braccia mentre si incamminavano tra i vampiri che si prendevano a botte per bere l'uno il sangue dell'altro.

Sho:Davvero? E dov'è?
Yui:Purtroppo non lo so, ma è venuta all'università. C'era anche Ikki con lei.
Sho:Ikki?
Yui:Si.
Raito:Hanno detto che è suo padre...

Informò rimanendo stranamente l'unico calmo della situazione.

Sho:Cosa? Ikki è suo padre?

Chiese incredulo. Dopo un pò gli caddero le valigie da mano mentre gli altri rientravano.

Natsuki:Ehi, qualcosa non va?

Domandò vedendolo impietrito. Senza esitare un'attimo incominciò a correre fuori. Dove stava andando Sho così di fretta? Che abbia capito dove sono? Cosa succederà ora che sono ritornati gli Starish? Ed io...come mi comporterò davanti a questa nuova minaccia che d'altronde è anche mio fratello? Scopritelo nel prossimo capitolo. Alla prossima, Rita.
   
 
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