TUMP
TUMP TUMP
Alexis
emerse lentamente dalla propria stanza. Aveva il
volto contratto in una smorfia mentre cercava di scendere dalle scale
con lo
sguardo rivolto verso la camera padronale. Sua nonna era seduta nel
salotto e
sfogliava distrattamente una rivista di teatro. Fu solo avvicinandosi a
lei che
Alexis notò due strani fili bianchi penzolare dai capelli
rossi di Martha, a
dimostrazione che la donna aveva gli auricolari ben piantati dentro le
orecchie. E con uno sforzo immane di concentrazione, tentando di
ignorare quel
continuo tonfo martellante proveniente dall’angolo estremo
del loft, la giovane
Castle riuscì a percepire la debole melodia di un musical
che scaturiva dalle
cuffie indossate da Martha per proteggersi dall’uragano
sonoro prodotto da Rick
Castle e Kate Beckett che facevano sesso.
Gemendo
per il disgusto, chiedendosi ancora una volta se
forse non era stata troppo precipitosa nel ritrasferirsi a casa di suo
padre,
Alexis si coprì le orecchie con le mani e
attraversò di corsa il soggiorno
verso la cucina. Aprì il frigo ed afferrò una
bottiglietta d’acqua prima di
imboccare di nuovo le scale.
La
giovane rossa si fermò nel soggiorno e scambiò
con sua
nonna un mutuo sguardo di dolore ripugnante. La cosa la sorprese un
po’, poiché
la Grande Diva di
solito non si faceva
scrupoli di fronte a un comportamento sessuale vivace ed entusiasta,
non
ritraendosi mai dall’affrontare l’argomento, ma
c’era qualcosa nella… performance
(non le venne in mente una
definizione migliore) di questa sera di Rick e Kate che persino
l’eccentrica
Martha Rodgers la trovava irritante.
TUMP
TUMP… BANG!
L’intero
loft si mise quasi a tremare e subito dopo lo
scroscio di risa di Kate Beckett fluì dalla camera
padronale, seguito da un
altro tonfo, e i colpi ricominciarono, seppure in maniera meno regolare.
Martha
fece un sorrisetto, si tolse gli auricolari e
sollevò lo sguardo verso sua nipote. “Non ti
preoccupare, tesoro, sembra che
stiano per giungere al gran finale!”
Alexis
provò imbarazzo di fronte a quell’allusione,
deglutendo
a fatica. “Ugh” disse con voce rauca, cercando di
schiarirsi la gola mentre i
suoi occhi vagavano verso l’ufficio di suo padre.
“Lo spero. Sto cercando di
studiare da più di mezzora ma quei due sono…
sono… così rumorosi!”
“Sono
solo innamorati, Alexis cara” dichiarò Martha,
gesticolando in modo teatrale e facendo tintinnare i numerosi bracciali
colorati che le adornavano i polsi. “Va detto che di solito
sono più silenziosi
quando sanno che siamo in casa. Ma non li puoi biasimare se cercano il
piacere
l’uno nell’altra.”
Alexis
ebbe un brivido, provando a cancellare le immagini
che le parole di sua nonna le avevano evocato nella mente.
“Beh, avrei
preferito che aspettassero che mi fossi addormentata o che fossi
uscita. Sono
già abbastanza tesa per l’esame domani senza
essere distratta da papà e Kate
che ci danno dentro come conigli.”
“Distogli
l’attenzione con la musica” le consigliò
Martha, mettendole in mano gli auricolari. “E alza il volume.
Con me funziona
sempre.”
Alexis
sospirò e scosse la testa. “Lo farei se servisse a
qualcosa” disse. “Ma per come si stanno comportando
stasera, riuscirei a
sentire le vibrazioni fin nella mia stanza.”
Martha
le dette un’occhiata compassionevole. “Non ti
preoccupare, Alexis. Tuo padre non è più tanto
giovane. Finiranno fra poco.”
“Oh…
okay, cosa significa?” chiese Alexis, aggrottando la
fronte per cercare di capire.
“Resistenza,
mia cara” Martha le fece l’occhiolino, ammiccando
in modo lascivo. “Resistenza.”
La
giovane ebbe un altro brivido, chiuse gli occhi e scosse
la testa. “Non lo voglio sapere.”
Proprio
in quel momento, udirono Kate gridare: “Oh Dio,
Castle!”
Martha
schioccò le dita con un sorriso. “E
voilà! Hanno
concluso!” dichiarò.
“Era
ora” brontolò Alexis e si voltò per
tornare nella
sua stanza dove la stava aspettando la preparazione
dell’esame di metà corso,
previsto per l’indomani mattina. Ma prima di giungere alle
scale, quei colpi
martellanti ricominciarono, ancora più vigorosi ed
entusiasti di prima. Riuscì
persino a sentire suo padre che imprecava e Kate che gemeva.
Alexis
strinse i denti e ringhiò per la frustrazione.
“Basta! Non li sopporto più” E prima di
riflettere sulle proprie azioni, percorse
l’ufficio di suo padre con un passo altero, puntando verso la
camera padronale.
Attraverso la libreria riuscì persino a percepire suo padre
e Kate che
ruzzolavano dal letto. Udì suo padre grugnire e Kate
ridacchiare a bassa voce.
Con la coda dell’occhio vide che sua nonna era dietro di lei,
pronta a
spalleggiarla, così Alexis avvolse le dita intorno al
pomello della porta prima
di spalancarla e dirne quattro a suo padre e alla detective.
Niente
avrebbe potuto prepararla alla scena che si aprì
alla sua vista.
Kate
era spaparanzata sul materasso e suo padre era in
ginocchio, addosso a lei… con un cuscino ben alzato e pronto
a colpire. Kate
strillò e si contorse, tanto che l’uomo la
mancò. La vide girarsi su un fianco
e alzarsi in piedi, saltellando sulle molle del materasso mentre
sollevava il proprio
cuscino e crollava su di lui con numerosi colpi. Lo scrittore gemette e
si sdraiò
di traverso, alzando le mani in segno di resa.
“Mi
arrendo, mi arrendo!” gridò.
Kate
rise in modo trionfante e si mise in ginocchio,
sollevando i pugni a mo’ di celebrazione.
Alexis
osservò incredula e sbalordita suo padre e Kate
collassare sul letto, senza fiato, con i petti ansanti per recuperare
il
respiro dopo la loro intensa e vigorosa lotta con i cuscini.
“Mi
prendete in giro!” trattenne a stento un grido.
“Voi
due stavate facendo una lotta con i cuscini invece di fare
sesso?!” Il volto le
si imporporò immediatamente appena si rese conto di aver
pronunciato quelle
parole a voce alta. Cosa diavolo le era venuto in mente quando aveva
deciso di
affrontarli per discutere di tutto quel rumore che arrivava dalla loro
stanza?
Dio, era così imbarazzata. Pregò che il pavimento
si aprisse in una voragine e
la ingoiasse in quello stesso istante.
XXX
Rick
sobbalzò e Kate si morse il labbro inferiore,
abbassando la testa mentre le guance le si tinsero di una sfumatura
cremisi che
faceva pendant con il rossore della giovane Castle. Prima che
l’uomo potesse
aprire bocca, una mortificata Alexis fuggì via. Martha si
attardò e fece un
sorrisetto d’intesa al figlio e alla moglie.
“Beh,
questo è un modo per saltare sul letto” rise
sommessamente e li salutò prima di regalare loro una delle
sue solite uscite
teatrali.
Kate
gemette e nascose il volto sul petto del marito. “Oh
Dio, pensavano che stessimo facendo sesso!” si
lamentò. “Sono così
imbarazzata”
si tirò su e dette un pizzicotto sul fianco di suo marito.
“Ehy”
l’uomo emise un urletto, sussultando, e le fece il
broncio tirando fuori il labbro inferiore. “E questo per cosa
era?”
Kate
si mise a sedere, si tolse i capelli dal volto e
sospirò seccata. “E’ tutta colpa
tua” gli disse, sottolineando il rimprovero
con uno sguardo arrabbiato.
“Come
fa ad essere colpa mia?” le chiese.
“Sei
stato tu a cominciare la lotta dei cuscini” gli
ricordò, puntandogli contro il dito.
“Sì,
forse” Castle scosse le spalle in modo evasivo, per
nulla intenzionato a prendersi la colpa. “Ma hey, non lo
avrei fatto se tu non
mi avessi raccontato la storia della piccola Kate Beckett che a sei
anni
saltava sul letto dell’albergo”. La
afferrò per la vita e fece in modo che il
suo corpo scivolasse sul proprio. “Ammettilo. Ti sei
divertita.”
Kate
rimase cocciutamente in silenzio per un minuto o
due, rifiutandosi di dargli ragione, ma alla fine le sue labbra la
tradirono e
si aprirono in un sorriso felice e compiaciuto. Abbassò la
testa e giocando con
il colletto della camicia dell’uomo ammise:
“Sì, va bene, mi sono divertita.”
Castle
fece un sorriso a 32 denti e abbassò a sua volta
la testa per catturare le labbra di sua moglie in un bacio. Lei
rilasciò un
sospiro di appagamento quando suo marito si staccò e si
distese meglio sul
materasso, lasciando che sua moglie si rannicchiasse comodamente al suo
fianco.
“E
pensare” pontificò Castle “che qualche
tempo fa
pensavi che la nostra vita sarebbe diventata noiosa.”
“Già,
non lo è per niente” convenne Kate con un
sorrisino.
Rimasero
in silenzio per un po’, godendosi la presenza
reciproca. Poi Kate si issò sull’avambraccio per
guardarlo nel volto.
“Sai
una cosa, tesoro” disse con un tono di voce basso e
seducente, mentre le sue dita disegnavano degli arabeschi sul petto
dell’uomo
“poiché pensano già che stiamo facendo
sesso, potremmo….”
“Prenderci
la rivincita?”
“Una
specie” sussurrò Kate in risposta, lasciando che
la
sua mano vagasse verso la parte inferiore dell’addome di suo
marito, finché non
arrivò a destinazione e lo strinse in modo giocoso, tanto
che i fianchi di lui
sobbalzarono al suo tocco. “Forse senza vestiti questa
volta.”
Castle
rimase in silenzio per un lungo momento, poi la afferrò
alla vita e, facendola distendere sulla schiena, rotolò
sopra di lei. “Sfida
accettata” dichiarò, prima di suggellare la
dichiarazione con un bacio
delizioso.
Nota
della traduttrice.
Ho
cominciato a leggere questa ff incuriosita dal titolo e dalle prime
righe.
Quando sono arrivata alla scoperta del vero motivo che aveva scatenato
quel
rumore mi sono ritrovata con la stessa espressione sbalordita di
Alexis, solo
che dopo sono scoppiata a ridere davanti al computer. Per fortuna ero
da sola!
Travis
è stato così gentile da autorizzarmi a tradurre
il testo. L’originale è qui: https://www.fanfiction.net/s/11506530/1/If-The-Loft-Is-Rocking
Grazie
come sempre al mio angelo custode per la sua penna verde e a chiunque
di voi mi
abbia dedicato il proprio tempo e sia arrivato fino qui.
Un
abbraccio,
Deb