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Autore: GiuSpillo    21/09/2015    1 recensioni
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Questa è una piccola fan fiction riguardo Niccolò Paganini. Ho preso ispirazione dalle leggende che aleggiano sulla sua figura e dal film “il Violinista del Diavolo”. Spero che vi piaccia, anche se non è niente di speciale.
[Il Violinista del Diavolo]
[Paganini]
Genere: Malinconico, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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La musica era la sua vita e la sua rovina, il suo violino la sua anima e il suo tormento. Le mani si spostavano velocemente, ora pizzicando, ora perquotendo quelle corde vibranti che sembravano liberare fumo nell'aria circostante. Così la sua anima bruciava, ardeva violentemente, così il violino sembrava fremere sotto le sue mani scheletriche e pallide, dalle dita ormai rovinate. Il suo sguardo era serio, l'espressione cupa, e i suoi occhi erano fissi sullo strumento, che sembrava ormai fiaccato. I suoi occhi erano scuri, quasi torvi, circondati dai folti capelli castani un poco mossi. L'archetto stava per perdere le sue crine, e le corde sembravano volersi spezzare da un momento all'altro, ma Paganini non cedeva. Sempre più veloce, sempre più ondeggiante, adagiando il suo corpo al ritmo di quella musica quasi pagana. Con la mente sembrava essere altrove, vagava per chissà quali luoghi tetri e oscuri. Chissà cosa stesse macchinando dentro dentro la sua testa. La musica non si fermava e Paganini insisteva, mostrando al mondo il suo talento innato, il suo virtuosismo. Ma il mondo sembrava non volerlo ascoltare. Così il giovane genio del violino, si dilettava nella sua umida stanza, alla fievole luce della candela. La sua figura esile e magra avvolta negli abiti scuri si confondeva con l'ambiente oscuro da lui creato. La sua musica sembrava descrivere luoghi lontani, quasi onirici, assenti su questo mondo. Il mondo non lo comprendeva, non voleva capirlo. Le sue melodie riflettevano la sua anima oscura, tormentata e ricolma di peccati. La lussuria lo aveva divorato, la sua ambizione lo aveva fortificato, ma dentro di lui i semi del suo male si arrampicavano alla sua anima fino a divorare la sua vera essenza di uomo. Quella era musica maledetta, che riempiva le stanze e percorreva i corridoi della sua casa, disperdendosi nel vuoto, strisciando lontano, e irrompendo in luoghi ritenuti immorali. La corda si spezzò, interrompendo la magia che si era creata, la fusione panica tra l'uomo e la natura. La sua musica sembrava andare oltre le barriere del mondo a noi conosciuto. Essa percuoteva le anime dei dannati e risvegliava i sensi dei defunti. «Complimenti», sussurrò dall'angolo più buio una voce tanto rauca quanto viscida. Credendo fino a quel momento di essere solo, Paganini si voltò subito a cercare il volto dell'ammiratore misterioso. Con un certo affanno, avvicinò la candela vicino al luogo da cui proveniva quella voce sinistra, ma ciò che vide era solo della fuliggine che aveva ricoperto le mura della sua stanza.

Tutto stava accadendo nella sua testa.

 

  
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