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Autore: Bu12    21/09/2015    2 recensioni
Storia continuata su wattpad da lisily_04
Elizabeth vive in un piccolo castello e il giorno del suo diciottesimo compleanno vede un uomo sconosciuto che sembra fissare solo lei. L'uomo le rivelerà cose che non avrebbe voluto scoprire, ma davanti a un futuro di diventare regina neanche Elizabeth si sottrae.
Dovrà affrontare inganni, tradimenti, misteri riguardanti la sua famiglia, la sua stessa vita sarà nelle mani di una persona non proprio di fiducia e il regno di Alphas è terrorizzato dalla brutalità del re, ora malato e in cerca di erede.
Ma se amore e malvagità si sovrapponessero cosa accadrebbe
Genere: Fantasy, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Una mela

Elizabeth voleva bene a sua madre, la educava per essere una principessa degna di un vero re, ma a volte era fin troppo severa, e dimenticava le cose a cui Elizabeth teneva di più. Tra cui il suo amico Peter.
Appena uscita da castello, si tolse le scarpe, camminando a piedi nudi sulla rugiada che le solleticava le dita. Respirando l'odore della frutta coltivata nel frutteto dietro il castello. Si sentiva odore di mele, odore di Peter. Lui vendeva mele rosso sangue al mercato popolare, con ottime vendite.
Corse verso di lui, che la aspettava ancora sotto la sua finestra con un sassolino tra le mani.
Indossava abiti semplici: una camicia rossa a quadri e dei pantaloni strappati e consunti.
«Peter!» Elizabeth lo abbracciò energicamente e lui ricambiò.
«Elizabeth! Queste tre settimane sono state atroci. Abbiamo fatto un patto e la prossima volta ti verrò a prendere con la forza.»
«E io non mi opporrò, mio salvatore.» disse romanticamente Elizabeth, che, con le mani ancora attorno al collo di Peter, lo osservava con occhi sognanti. «Dove mi porti, oggi?»
Peter soleva portare Elizabeth a delle fiere o in posti mozzafiato che non conosceva nessuno, o semplicemente a fare una passeggiata.
«Oggi ti farò vedere una cosa bellissima. È una sorpresa, quindi non potrai dire una sola parola finché non saremo arrivati.»
«Okay.» disse con poco entusiasmo. Odiava le sorprese, anche se a farle era Peter.
La prese per mano e si avviarono.

Felicia li guardava mentre si allontanavano. Era triste, perché non sarebbe stata in grado di dare a sua figlia la felicità che Elizabeth desiderava. Come faceva a dirle la verità? A dirle il suo destino infelice... Permetteva a Elizabeth di vedere Peter solo ogni due settimane perché lei non si potesse affezionare troppo a quel ragazzo, ma i suoi tentativi purtroppo erano falliti. Doveva dirglielo...

Raggiunsero un piccolo stagno in mezzo agli alberi. 
Peter la portò fino a un cespuglio.
«Cos'è?» chiese Elizabeth. 
Peter la condusse per mano dietro il cespuglio e trovò un cucciolo di cane. 
«È abbandonato.» disse Peter.«È qua da tre giorni e no ho mai visto la sua mamma o un suo padrone.»
Il cane era piccolo, con il  pelo sporco interamente nero e una macchia bianca appena sotto un orecchio. Era avvolto intorno a sé stesso e sembrava che dormisse. 
Elizabeth allungò una mano per accarezzare il cucciolo di cane ma questi fece un balzo e si ritrasse immediatamente, cominciando a ringhiare.
«Attenta!»
«Non ti preoccupare, Peter.»
Mentre il cane ringhiava ancora si avvicinò un uomo.
«Chi sei?» chiese Elizabeth.
Era piuttosto basso, aveva una folta barba bruna e i capelli corti tragicamente spettinati avevano un accenno di bianco. Dunque doveva essere piuttosto vecchio.
Prese il cucciolo di cane dalla collottola e lo tenne in braccio. Il cane smise di ringhiare: evidentemente conosceva quel piccolo uomo.
«Sono Phil.»
«Sei il proprietario del cane?» chiese Elizabeth.
«No, vengo solo a dargli del cibo, ma non so di chi sia.» 
«Phil non può tenerlo con sé, lavora tutto il giorno alla fabbricazione di attrezzi. Pensavo... se volevi... che potessi tenerlo tu, il cane.» disse Peter speranzoso.
Elizabeth non sapeva cosa dire. Non sapeva come prendersi cura bene del cane e sua madre non avrebbe accettato a tenere un animale in casa.
Le sue guance diventarono leggermente rosse, la vita di quel cane dipendeva da lei e non poteva fare altro che accettare. 
«Ci proverò...» 
«Grazie, Elizabeth!» esclamò Phil, consegnando il cucciolo in braccio alla ragazza.

Elizabeth e Peter tornarono davanti all'entrata del castello quando mancava poco all'una.
Peter sembrava turbato.
«Elizabeth... ho una notizia.» Dal sorriso spento di lui, Elizabeth dedusse che non fossero buone notizie. Iniziò a preoccuparsi.
«Dimmi tutto, Peter.»
«Perdonami ma la prossima settimana parto. Non sarò molto lontano, poco dopo la piazza centrale. Dovrò vendere lì le mie mele.»
«Ho sentito dire che ti trasferirai. È arrivato il momento?» chiese Elizabeth afflitta.
«Scusami, ma potremmo vederci comunque ogni due settimane, non cambia molto.» 
«Va bene.» Elizabeth lo abbracciò.
Ricordò la prima volta che lo incontrò: Peter aveva organizzato una caccia alle mele, essendo un ragazzo carino molte ragazze parteciparono a chi trovava per prima la mela rossa contrassegnata da un simbolo. A Elizabeth capitò per caso di vedere la mela e la donò alla prima persona che passava. Fu un ragazzino, che si aggiudicò il premio di una cassetta di mele. Elizabeth non sapeva che quel ragazzino aveva raccontato tutto a Peter, scappando subito dopo, con la cassetta di mele, per paura che gli fosse tolto il premio.
Due giorni dopo Elizabeth incontrò Peter sotto il castello, fuori dal cancello, e si congratulò con lei.
Quel giorno nacque una bella amicizia, e niente altro. Si vedevano sempre più spesso, finché all'avvicinarsi della maggiore età Elizabeth lo poté vedere sempre più raramente.
L'abbraccio si sciolse e Peter guardò la giovane ragazza con occhi sognanti.
«Elizabeth... potresti... ehm...Tu e io...» 
Elizabeth notò un leggero rossore sulle sue guance, era evidente che era imbarazzato, ma Elizabeth capì cosa intendeva. Tuttavia, prima che potesse fare qualcosa, si ritrovò le labbra di Peter sulle sue.
Inizialmente ne fu scossa, poi si abbandonò a quel bacio affettuoso. Chiuse gli occhi e provò una serie di emozioni indescrivibili. Quelle labbra morbide e le mani di Peter sui suoi fianchi, appena sfiorati.
Ecco. Era questo che Elizabeth capì cosa voleva dire Peter, nel pieno dell'imbarazzo.
Quel bacio non durò molto, si allontanarono l'uno dall'altra insieme.
Elizabeth aveva il cuore che batteva a mille e aveva l'impressione che non si sarebbe mai fermato.
«Devo andare.» mormorò Peter.
Voltò le spalle a Elizabeth e salì sul carro, fuori dal cancello, allontanandosi con il rumore degli zoccoli dei cavalli in sottofondo.
Le sembrava che non esistesse nient'altro che Peter, tutto il resto era confuso.
«È così, allora?» chiese una voce quasi malefica.
rintocchi dell'una in punto, dall'orologio della chiesa, echeggiarono in tutta la città.

 
   
 
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