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Autore: Nocturnia    22/09/2015    3 recensioni
"Un vizio è come un amore, non c'è niente che non gli si sacrifichi."
#1 - Ozwell E. Spencer.
#2 - Alex Wesker.
#3 - William Birkin.
#4 - Albert Wesker.
#5 - Excella Gionne.
#6 - Carla Radames.
#7 - Alexia Ashford.
Genere: Angst, Dark, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Albert Wesker, Alex Wesker, Ozwell Spencer, William Birkin
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Violenza
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Avidità
Disclaimer: Albert Wesker, Alex Wesker, Excella Gionne, Jill Valentine, Chris Redfield, Spencer e tutti gli altri personaggi appartengono a Shinji Mikami, alla Capcom e a chi detiene i diritti sull'opera. Questa storia è stata scritta per puro diletto personale, pertanto non ha alcun fine lucrativo. Nessun copyright si ritiene leso. L’intreccio qui descritto rappresenta invece copyright dell'autrice (Nocturnia) e non ne è ammessa la citazione altrove, a meno che non sia autorizzata dalla stessa tramite permesso scritto.


"Un vizio è come un amore, non c'è niente che non gli si sacrifichi."
- Rémy de Gourmont -




Enfant prodige monstre



#1 - Avarice, the sphincter of the heart.


Che grandiosa storia sarebbe stata.
Che magnifica epopea di miracoli e scoperte avresti vissuto.

Ah, a quale trono saresti asceso, o invincibile Crono.

La mano trema, il cielo si spacca.
Sotto i tuoi inutili piedi si dispiega un abisso scuro e convulso, un mare che s'infrange contro le rocce della scogliera con la stessa forza d'un tuono.
Sei al sicuro ti ripeti Nessuno può toccarmi ti convinci Non qui; non in casa mia.
L'orizzonte si contrae, si modifica sotto il tuo sguardo; nuvole che si rincorrono tra loro e si squarciano, si dilaniano come cani rabbiosi.

Cani fedeli, cani malati.
Ciondolano nelle loro gabbie, creature inerti alla vita, avide di morte.
Li studi con occhi clinico, asettico.

Gratta, gratta sotto la superficie.
Vai oltre l'uomo d'affari, oltre lo scienziato, oltre l'affabile benefattore.
Gratta e lascia che le unghie si consumino, sanguinino sulla vera essenza di questo vecchio. (putrida carcassa marcescente che credeva di poter essere Dio. Ah, quale ironia.)
Gratta e trova lui, la creatura.
L'orribile volto dell'avidità.

"Da quanto sono stati infettati?"
"Dodici ore, signore."
Annuisci, certo d'aver compreso; ignaro dell'onda d'eventi che stai generando.
Uno dei cani annusa l'aria, lecca distrattamente la scia di sangue e pus che gli scorre sul muso.
"Sono perfetti."
Il medico ti sorride, la creatura allunga le sue patetiche e ributtati mani.
Cani morti per dita morte.

Volevi tutto; hai avuto tutto.
Hai schiacciato mezzo globo sotto il tuo simbolo, un ventaglio rosso e bianco dietro al quale hai nascosto il peggio - ogni cosa.
La pioggia comincia a cadere, incessante: gelida.
Inspiri, e poi tossisci.

La Morte siede al tuo fianco e ti ha cullato nel sonno, o prode Crono.

Silenzio.
È così che comincia: sempre.

Albert ha diciassette anni; zigomi alti, spalle larghe, occhi spietati.
È l'enfant prodige del tuo laboratorio, il tuo Delfino, il tuo successo più grande.
Gli stringi la mano, gli sfiori la schiena - un gesto d'incoraggiamento, di fiducia.
Albert snuda i denti e sorride come uno di quei cani morti.

"Sapevo che saresti arrivato."
Albert inclina la testa, cammina attorno alla tua sedia come un predatore.
"Siete stati programmati per farlo, d'altronde."
Nessun cambiamento, nessuna incertezza.
"Il Progetto Wesker's Children. Tredici bambini."

Tredici cavie. Tredici esperimenti. Tredici cuccioli allevati, svezzati, istruiti, ibridati, creati, rafforzati, massacrati.

"Solo uno è sopravvissuto."
Una leggera incertezza nel passo, la quieta ronda che si arresta davanti alla finestra - davanti a un cielo che riflette solo rabbia.
"Tu."
La consapevolezza è come una deflagrazione elettrica per la stanza.

Villa Spencer è perduta.
Raccoon City annaspa nel suo stesso sangue, a correre per la strada uomini morti e visioni (le tue) fallite.
Dietro lo schermo sicuro di un laptop li osservi cadere come marionette senza più fili, fantocci di viscere e carne.
Vomita tutta la tua avidità Raccoon City, viene distrutta da una creatura non più grande di un pugno.
Storni lo sguardo, cerchi il telefono.
Una donna grida dal microfono staccato, splatch, cervello e un bulbo oculare a macchiare la telecamera della strada principale.
Ci sono chiamate da fare, cose da sistemare.
Poi la città potrà bruciare e con lei il tuo figlio prediletto.

"Quindi sono stato... costruito?"
Soffochi un rantolo, la creatura esige il suo tributo.
"Avrei dovuto essere Dio." biascichi, patetico "Avrei dovuto essere immortale."
Un piede, poi l'altro; il pavimento è freddo persino con le ciabatte addosso.
"E invece mi ritrovo racchiuso in questo corpo che sta invecchiando e morendo." sputi, i lembi della vestaglia che si allentano "IO." la creatura prende forza, ruggisce come in gioventù "IO, che avrei dovuto essere Dio." ripeti, cercandogli gli occhi "Io."
Albert sorride come quel giorno di trent'anni fa.

La creatura giace inerte, affamata.
Seduta al centro del petto, tra le tue costole, gratta quel che rimane della tua ricchezza.
Ha piccole dita scheletriche e nessuna pelle, ma nonostante tu le dia sempre tutto, lei continua a chiedere.
A ripercorre il passato potresti renderti conto di molte cose, miserabile vecchio, ma non lo fai.
Continui a ingoiare le tue pillole con l'assurda convinzione che Alex ce la farà

Oh, ma lei c'è l'ha già fatta. Se solo potessi vederla ora, Spencer.
Se solo potessi scorgere una briciola del suo animo - del suo odio.
Se solo potessi vederli.

e ti aggrappi a questa folle idea.
Artigliato alla tua sedia come un uccello al suo trespolo, aspetti.
Fai i tuoi esperimenti, ricostruisci Raccoon City ancora e ancora e ancora, prendi le tue medicine e aspetti, tenacemente attaccato a quel refolo di vita che ti rimane.
Aspetti e muori.

Albert è quello che hai sempre sognato d'essere: invincibile, spietato, immortale.
Si delinea il suo profilo nell'ombra, il riflesso di un lampo che gli illumina il viso.
Ride tuo figlio e tu muori.
Ride, lasciandoti scivolare a terra come il peso morto che sei.
Ride, strappandoti la vita e il cuore, putrescenti appendici di un vecchio avido d'ogni scintilla, d'ogni idea.
Ride, e tu cadi - muori, o Crono disgraziato.
Ride, e...

"Il diritto di essere un Dio? Arrogante fino alla fine."

La creatura smette di dimenarsi, Albert la schiaccia sotto il suo anfibio.

Splatch.

Ride, e Crono piange - la creatura piange.
Un tuono in lontananza, il rombo di un cielo che ride con lui - di te.  
Il nuovo Zeus alza la mano e stringe il fulmine il potere nel pugno.





Note dell'autrice: sette vizi capitali per sette personaggi di Resident Evil. A voi il primo vizio, l'avidità (e il suo degno rappresentante, Ozwell E. Spencer)
La citazione a inizio capitolo, "Avarice, the sphincter of the heart", è di Matthew Green.

   
 
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