Domande imbarazzanti
Il doppio bip proveniente dal polso
del piccolo Berardi era un messaggio oramai diventato inequivocabile.
-Papà?- chiamò Tommy, già infilato
sotto il pesante piumone blu da qualche minuto.
-Sì, lo so. Sono le 9.30, quindi
nanna. Buona notte- rispose meccanicamente il padre, ma con un sorriso
compiaciuto. Gli faceva piacere vedere che suo figlio aveva ereditato un po’
della sua disciplina…o forse era la rigidità svedese che lo rendeva così “svizzero”.
Ad ogni modo, era orgoglioso di come suo figlio stesse crescendo, nonostante
tutti gli errori commessi nei primi anni della vita di Tommy.
-Posso chiederti una cosa prima di
dormire?
Gaetano, ormai già arrivato alla
porta, sospirò prima di voltarsi verso il figlio: quella sera aveva già dovuto
rispondere, o meglio evitare tutta una serie di domande imbarazzanti da parte
di Tommy e sperava davvero che almeno per quella sera fosse riuscito a chiudere
definitivamente ogni questione. Ma a quanto pare suo figlio era un osso duro:
anche in questo caso non gli era perfettamente chiaro se la “colpa” di questo
lato del carattere di Tommy fosse sua o di Eva…o forse la testardaggine era
frutto dell’influenza di una certa prof.
-Dimmi- chiese titubante mentre si
accomodava accanto al figlio guardandolo negli occhi.
-Quindi adesso Livietta avrà un
bambino, giusto?
Gli occhioni di Tommy fecero subito
intuire a Gaetano che questa volta non sarebbe stato facile sviare alle
domande; per cui il vicequestore si mise l’animo in pace e si preparò a
rispondere alle curiosità del figlio come meglio poteva. Anche se, e di questo
era perfettamente certo, non gli avrebbe mai spiegato “come” Livietta aveva
fatto a restare incinta.
-Sì, esatto. Livietta e George
avranno un bambino. Non sei contento?
-Io sì. Ma non mi è sembrato che
Camilla e zio Renzo fossero tanto contenti.
-In effetti, non molto.
Non molto? A Renzo era venuto un
mezzo infarto e nemmeno Camilla sembrava averla presa proprio nel migliore dei
modi, ma del resto poteva pure capirli: se Tommy fosse arrivato con una notizia
del genere fra una decina d’anni anche a lui sarebbe venuto un colpo.
-Ma non è una cosa bella quando
nasce un bambino?
-Certo. Certo che è una cosa bella,
ma Livietta è ancora un po’ giovane, non credi?
Il bambino si limitò ad alzare le
spalle: il concetto di giovinezza e vecchiaia per un bambino come Tommy era
molto diverso. Per lui già i ragazzi delle medie erano un mondo alieno, un
miraggio incredibile, un pianeta lontano. Figuriamoci una diciottenne: per
Tommy era praticamente un’adulta tanto quanto suo padre.
-Ora a dormire, forza!- disse
Gaetano sollevato che la questione si fosse finalmente risolta e senza domande
imbarazzanti.
Che pia illusione! Per Tommy l’interrogatorio
era solo agli inizi.
-Io sono contento- sentenziò il
bambino con un cipiglio che gli ricordava un po’ lui da piccolo nei battibecchi
con suo padre. –Posso dire ai miei amici a scuola che sto per avere un
fratellino o una sorellina?
Gaetano sorrise per quel pensiero:
per Tommy, lui, Camilla, Renzo e Livietta erano tutti una sola grande famiglia.
E sotto molti aspetti questo era del tutto vero, ma era difficile spiegare ad
un bimbo che Renzo non sarebbe stato affatto felice di sentire una simile
affermazione uscire dalla bocca del figlio di Gaetano. Anzi, proprio dalla
bocca del figlio di Gaetano.
-Sono sicuro che Livietta sarà
contenta di sapere che tu farai un po’ come da fratello maggiore per il suo bambino,
ma non puoi dire ai tuoi amici che avrai un fratellino o una sorellina, Tommy.
-Perché no?
-Beh- Gaetano cominciava a non
saper più come rispondere a suo figlio. Non voleva deludere l’immagine che lui
aveva di questa sorta di famiglia allargata, ma non era giusto nemmeno
confondergli le idee. Doveva essergli chiaro quale era il ruolo della famiglia
Berardi e quale quello della famiglia Ferrero – è un po’ come con te e lo zio
Renzo. Lo chiami zio, ma sai che non lo è davvero. E così è per Livietta e il
suo bambino.
-E per avere un fratellino allora
cosa devo fare?
Le difficoltà respiratorie di
Gaetano aumentarono esponenzialmente all’ultima domanda: istintivamente nella
mente del commissario si presentò un’immagine molto nitida di Camilla incinta…chiaramente
di suo figlio! Ma anche questa era una cosa che non avrebbe saputo bene come
spiegare a Tommy.
-Beh, la mamma dovrebbe avere un
altro bambino.
-Oppure tu, no?
Maledizione, perché Tommy non
poteva semplicemente chiudere gli occhi e dormire?
-Sì, oppure io.
-Allora perché non fai un bambino
con Camilla?
Eccola lì. Alla fine ci era
arrivato. E adesso come glielo spiegava che era esattamente quello che stava
cercando di fare anche lui da più di dieci anni senza riuscirci perché in mezzo
c’era quel piccolo insignificante ostacolo chiamato “zio” Renzo?
-Beh, Tommy, Camilla è sposata con
Renzo e io non posso…voglio dire, noi non…è complicato, Tommy.
-Ma anche Livietta non è sposata
con George.
Da quando i bambini erano così
maledettamente svegli? Doveva andare a parlare con le maestre di Tommy e dire
loro di smetterla di crescere così bene suo figlio!
-Hai ragione, ma vedi…loro si
volevano tanto bene e non hanno potuto aspettare. Ma adesso si sposeranno, hai
sentito, no?
Tommy sembrò riflettere seriamente
sulla questione e per esperienza Gaetano sapeva che questo non era affatto un
buon segno.
-Ma anche tu vuoi tanto bene a
Camilla, no? Quindi adesso fate un bambino e poi vi sposate, come Livietta e
George.
Gaetano si massaggiò le tempie:
doveva mettere assolutamente fine a quella conversazione prima che suo figlio
gli estorcesse qualche confessione compromettente.
-Senti, Tommy, io voglio molto bene
a Camilla e lei ne vuole a me, ma siamo solo amici- “sì, amici…..beato chi ci
crede” –lei è sposata con Renzo e io non…
-Ma zio Renzo è stato cattivo con
lei e adesso vive in un’altra casa.
-E’ vero, zio Renzo è stato
cattivo- “uno stronzo per la precisione, come aveva detto Francesca, ma
lasciamo perdere…” –ma anche se vive in un’altra casa è sempre sposato con Camilla.
Nuova pausa di silenzio di Tommy,
ma Gaetano non si illuse. Forse aveva appena messo a segno un punto, ma Tommy
era un osso durissimo.
-Però anche tu sei andato ad
abitare in un’altra casa e adesso non sei più sposato con la mamma.
Merda! Doveva proprio fare due
chiacchiere con le insegnanti di Tommy…troppo intelligente questo bambino.
-Quindi, se adesso zio Renzo lascia
Camilla, la puoi sposare tu e fare un bambino?
“Ma magari!” fu il primo…secondo…terzo…quarto
pensiero razionale di Gaetano.
All’uomo non rimase che arrendersi
e ricorrere alla frase fatta che sfoderano tutti i bravi genitori in
difficoltà: -Tommy, queste sono cose da grandi e tu sei piccolo, non puoi
capire- “ottimo, è fatta. Game, set, partita!”
-Ok- disse semplicemente il bambino
scrollando le spalle e rimettendosi comodo sotto le coperte.
Gaetano stava già esultando per
aver finalmente chiuso la questione, quando di nuovo Tommy si mise a sedere sul
letto con aria interrogativa.
-Però non capisco una cosa: se tu
non puoi fare un bambino con Camilla perché lei è sposata con zio Renzo, perché
invece zio Renzo ha fatto un bambino con Carmen?
Il vicequestore dovette alzare
bandiera bianca. Sconfitta totale su tutta la linea. La logica di Tommy era
schiacciante. Fece la sola cosa possibile: -Senti, perché non facciamo che
domani vai dallo zio Renzo e non glielo chiedi di persona?
Tommy annuì soddisfatto: -Ok.
“E adesso voglio vedere come te ne
tiri fuori tu, architetto Ferrero!” pensò Gaetano chiudendo finalmente la porta
della camera di Tommy. L’interrogatorio era finito. Almeno per il momento.