-…Fen’harel
ingannò i Numi e i Dimenticati. I Primi li sigillò nel Cielo. I Secondi
nelle
profondità dell’abisso. Dall’ora egli ha il mondo alla sua portata. Con
i suoi
inganni nessuno dell’antico popolo è al sicuro- Finì di raccontare il
Guardiano
del Clan Lavellan mentre indicava un’enorme statua di un lupo alle
spalle. I
bambini lo ascoltavano senza proferire parola, finché una di loro, la
più
piccola, dai lunghi capelli neri, raccolti in una treccia, e dai
magnetici
occhi grigio-violetto non alzò la mano
-Ma
Guardiano, perché li sigillò?- chiese con innocenza
-Perché
Fen’harel è malvagio ed egoista. Voleva il mondo tutto per se, senza
che gli
altri Dei lo intralciassero per ingannare l’antico popolo- risposte
l’elfo
-Ma
così non si sentirà solo?- chiese nuovamente la bambina. Il guardiano
non seppe
cosa rispondere, ma sorrise
-Piccola
Nalaya, fai bene a fare domande, ma ci sono cose che neanche un
Guardiano può
sapere. Solo non fidarti di Fen’harel…o ti divorerà- disse lui
accarezzando con
dolcezza la testa della bambina.
-Ma
Guardiano…io…-
-Non
pensarci, Passerotto. Ora torniamo all’accampamento.- il Guardiano fece
segno
agli altri bambini di seguirlo e tutti si diressero verso
l’accampamento del
clan. Nalaya restò a fissare la statua del lupo per diverso tempo.
Continuava a
chiedersi se Fen’harel non si sentisse solo dopo aver esiliato i Numi e
i
Dimenticati. I suoi genitori le avevano sempre detto che chiunque può
soffrire
al solitudine, anche un malvagio.
La
piccola si guardò intorno e dopo un po’ notò dei fiori di Grazia
cristallina.
Li raccolse e con abilità gli intrecciò in una bella coroncina di
fiori.
Soddisfatta del suo lavoro, la piccola elfa si arrampico sulla statua
fino ad
arrivare alla testa del lupo, poi posò la corona.
-Ecco…questi ti faranno un po’ di compagnia.- disse la piccola con un dolce sorriso. Scese dalla statua e corse verso l’accampamento. Nessuno si accorse che dagli occhi della statua cadde una piccola lacrima…