Fanfic su artisti musicali > Pentatonix
Segui la storia  |       
Autore: rosatornavolja    27/09/2015    0 recensioni
Una guerra che dura ormai da secoli miete vittime e versa sangue innocente.
Dal cielo, oscurato dalla cenere, non nascono più fenici.
Due regni contrapposti: il Regno delle Fenici ed il Regno di Nessuno.
Una regina, destinata a trovare l'Arma segreta e a porre fine alla guerra.
Cinque Guerrieri, i cui nomi sono stati scelti dal destino...
Un avvincente fantasy, colmo di intrecci, sorprese, creature fantastiche, mitologiche, classici del genere fantasy... ma anche esseri mai visti, completamente nuovi. Un romanzo per chi ama volare oltre i confini della realtà e rompere le pareti dei sogni, ma anche per chi ama l'avventura, le battaglie epiche e le storie d'amore, d'amicizia e di passione.
Infine, una storia per chi ama i Pentatonix, protagonisti di questa vicenda, ma anche per chi non li ha mai nemmeno sentiti nominare.
Genere: Azione, Fantasy, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Il sole era sceso da poco tempo, i bagliori violacei del tramonto sul Mare dei Sogni baciavano ancora la tela della barca. I remi si muovevano obbedienti con le sue braccia e le gocce di sudore splendevano come piccole perle. 

Kevin alzò una mano, con il dito umido saggiò il vento. Per fortuna s'era alzato un po', perciò poteva riposarsi. Scese sotto coperta, si stese sul letto. Non era molto grande, ma lui ci stava comodo. Sopra la sua testa stava attaccata la carta che suo padre gli aveva regalato prima di lasciarlo partire, dove era rappresentata la parte orientale del Regno di Nessuno e del Mare dei Sogni che lo bagnava dolcemente.

Aveva sognato quel viaggio fin da quando era bambino. Vivere sulla terraferma non gli era mai piaciuto ed aveva a sempre adorato il modo gentile di cullare del mare, anche quando era iracondo e sbatteva alla deriva ogni cosa. Adorava quella furia inarrestabile delle onde della tempesta, non temeva affatto il vento, che invece considerava un suo alleato.

Ma soprattutto, era diventato abilissimo a muovere la sua piccola barca, fabbricata da suo padre, anche contro le piogge ed i fulmini peggiori. Conosceva il Mare dei Sogni tanto quanto il giardino di casa propria, ma nonostante tutto riusciva sempre a trovare qualche nuovo e recondito passaggio tra le costole di scogli di quell'enorme pozza d'acqua multiforme.

Il crepuscolo stava calando su di lui con il suo freddo fastidioso, perciò Kevin si gettò addosso una coperta, sperando che la temperatura non scendesse troppo. Aprì il cassettone sotto il suo letto, spostò le carte sparse delle storie che suo fratello aveva scritto per lui, da leggere per far passare il tempo durante il suo viaggio per scoprire i segreti del mare, e l'occhio gli cadde sullo strano oggetto che aveva trovato in mare.

Lo prese tra le mani, lo rigirò tra le dita. Ma che cosa poteva essere? Era un oggetto molto particolare, piacevole alla vista. Brillava, sembrava una pietra.. ma non poteva essere una pietra  perchè quando lo aveva trovato in mare stava galleggiando. Lo aveva tirato su con la punta del remo, osservato alla luce chiara della luna. Aveva una forma strana, poteva sembrare una goccia, anche perchè era trasparente e filtrava la luce dividendola e proiettandola verso il meraviglioso cielo notturno. 

Osservando quell'oggetto, quella sera, notò che faceva una strana luce. Sembrava la luce che aveva visto molte volte guardando il cielo con il naso all'insù, sperando di rivedere gli occhi di sua madre, di suo padre, dei suoi fratelli, della sua famiglia. Aveva solo diciotto anni ed un destino strano che sembrava portarlo lontano dalle persone che amava, per poi fargli sentire la nostalgia dei suoi cari. La sua curiosità lo spingeva ai confini dei mari e delle terre più lontane, ma il suo cuore lo riportava sempre alla sua dolce e accogliente dimora, dove stavano tutte le persone che amava di più. Tra loro, anche Diana.

La amava così tanto che avrebbe voluto sposarla, ma sentiva che non avrebbe mai avuto il coraggio di chiederle una cosa del genere. La aveva amata anno dopo anno, dal primo giorno in cui si erano incontrati.. ma il segreto del suo amore era rimasto dentro di sè, lo aveva portato lontano, pur di non lasciarlo andare. E così era solo, in mare, ad esplorare le terre vergini e segrete di quelle coste.

Guardando la piccola goccia tra le sue dita scure fu sommerso dai ricordi. Quella luce lo abbagliava, ma stranamente non sentiva caldo. 

Tutto ad un tratto cominciò a sentire freddo ai piedi, uno strano torpore lo prese dagli arti più bassi fino alle mani. Si alzò, spaventato. Mise le mani sul grosso calderone che si scaldava sul fuoco Fatuo, il fuoco che bruciava all'infinito e non incendiava nulla. Ma niente, non riusciva a scaldarsi, non riusciva a scrollarsi quell'intorpidimendo di dosso.

Un forte rumore ruppe l'equilibrato silenzio notturno, facendo sobbalzare Kevin. Sentendo che proveniva da qualche parte alle sue spalle, si girò spaventato, coprendosi il viso con una mano, per proteggersi dalla forte luce che si era posata sul suo letto.

Kevin strizzò gli occhi e si passò una mano sui capelli scuri, nerissimi e riccissimi, sconcertato. Riuscì a scorgere la figura che stava seduta sul suo letto solo dopo poco tempo.

Era una figura esile. Una piccola ragazza, minuta e molto pallida, stava seduta sistemandosi i capelli ricci, disordinati, ingarbugliati, che poco avevano di diverso da un fuoco. Alzò la testa, smuovendo quel grosso casco di ricci rosso cremisi, e scoprì due occhi verdi, brillanti, due piccole gemme. 

"Tu.. tu chi sei?", chiese Kevin, spaventato. La barca era stata creata da suo padre con un legno speciale, che riusciva ad annullare qualsiasi maledizione od incantesimo, ed il fatto che una persona fosse riuscita a materializzarsi  sul suo letto lo rendeva nervoso.

"Calmo, Kevin. Non sono qui per farti del male, nè per portarti brutte notizie."

"Tu sai il mio nome, ma io non so il tuo. Ti prego... presentati... dimmi chi sei, perchè sei qui, da..."

"Silenzio, ogni cosa a suo tempo. Ora prendi il tuo Violoncello, ti spiegherò tutto in seguito."

Kevin era spaventato, ma qualcosa  in quella esile figura lo tranquillizzava. Perciò aprì la cassapanca a lato del letto e prese in mano il suo Violoncello, che produceva note talmente tenere e commoventi da sciogliere e plasmare ogni oggetto di ogni materia.

Prima ancora di riuscire a pronunciare una delle sue tante domande, Kevin sentì un tocco leggero sulla spalla. Il freddo che gli aveva gelato i piedi e le mani lo ibernò completamente in quell'istante e perse conoscenza, tutto attorno a sé parve sciogliersi, liquefarsi in una goccia di oblio.

Buio, nero, silenzio.
   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Pentatonix / Vai alla pagina dell'autore: rosatornavolja