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Autore: amimy    13/02/2009    4 recensioni
E se non fosse stato Zack l’apprendista di Gormogon? E se lo spietato criminale fosse stato un’altra persona, una persona emersa direttamente dal passato di Temperance, che le si ripresenterà davanti assieme alla certezza di aver commesso un enorme errore, forse perfino fatale? Temperance riuscirà a mantenere il suo leggendario contegno e a fare ciò che va fatto, o per una volta l’emozione avrà il sopravvento e le farà sacrificare tutto ciò che le è rimasto, compresa se stessa?
Tratto dal prologo:“L’uomo avanzava con passo svelto e ansioso lungo le strade silenziose, attendendo impazientemente il momento in cui la notte avrebbe finalmente abbracciato la città. Perché sarebbe stato in quel momento che la sua vera vita sarebbe potuta riprendere, come succedeva tutte le notti da qualche mese a quel momento. Proseguì lungo le vie, osservando le finestre chiuse delle case, già pregustando il momento in cui avrebbe rivisto il suo Maestro. “
Genere: Thriller, Mistero, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio, Seeley Booth, Temperance Brennan, Zack Addy
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Prologo



“Il male non e' mai straordinario, ed e' sempre umano. Divide il letto con noi e siede alla nostra tavola”
[Auden]


Gli ultimi raggi di sole si abbassarono all’orizzonte. Le tenebre già premevano ai margini del cielo, calando come un mantello sulla città che si apprestava a terminare un altro giorno. Come a conferma di ciò, ecco la luna che già compariva sfumata in cielo, annunciando al mondo la fine della giornata.

Ma può capitare che, se per qualcuno arriva la fine, per qualcun altro quello sia l’inizio. Era ciò che stava succedendo a quell’uomo che avanzava con passo svelto e ansioso lungo le strade silenziose, attendendo impazientemente il momento in cui la notte avrebbe finalmente abbracciato la città.

Perché sarebbe stato in quel momento che la sua vera vita sarebbe potuta riprendere, come succedeva tutte le notti da qualche mese a quel momento.

Proseguì lungo le vie, osservando le finestre chiuse delle case, già pregustando il momento in cui avrebbe rivisto il suo Maestro.

Sogghignò in silenzio, ripensando a quanto fosse stato facile sviare i sospetti generali da lui. Poveri, ingenui, sciocchi scienziati del Jeffersonian: com’era stato semplice raggirarli, fargli credere di essere partito; proprio come il suo Maestro gli aveva insegnato. Naturalmente, aveva avuto ragione: non avrebbe mai osato mettere in dubbio le sue parole, fonte di verità assoluta.

I suoi passi rimbombavano nelle vie deserte , come l’avanzare di un angelo della notte che si avvia verso il suo rifugio luminoso. Ed ecco appunto la sua fonte di luce apparire nel suo campo visivo all’ennesima svolta, entrando in Savoy Crescent.

Ormai era in grado di arrivare alla Sua casa più velocemente di quanto perfino il Maestro stesso avrebbe saputo fare. Il suo sorriso si allargò alla prospettiva della nuova serata proficua che lo attendeva. Mai avrebbe voluto cessare quelle riunioni notturne, solo lui e l’unica persona che avesse compreso la vera essenza del mondo.

Arrivò presto di fronte alla casa. Era ancor più soddisfatto ed emozionato del solito, perché era certo che il Maestro sarebbe stato impressionato dalle buone notizie che gli portava, e compiacerlo era la cosa più importante della sua intera esistenza.

Fu con quei pensieri che girò intorno alla casa, scese le scale, prese le chiavi nascoste prevedibilmente nel solito posto ed entrò.

   
 
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