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Autore: merlot    28/09/2015    25 recensioni
{ Storia ad OC } { AU, come al solito }
"...«Aiuto» rantola Victor, tre pallottole nella colonna vertebrale mentre le sue dita insanguinate cercano il pavimento, trascinandosi dolorosamente verso l'uscita. Proteggilo con la tua vita, se necessario. Ma Victor non vuole morire. Vuole solo tornare a casa da suo fratello e fingere che non sia successo niente, che le sue gambe funzionino ancora, dimenticare il dolore e farsi una dormita, bere del kvas con gli amici.
«Certo» sorride la ragazza tedesca, labbra che si muovono ma suono che non gli arriva alle orecchie, come in un film muto, come in un film di guerra mentre gli appoggia il muso della pistola alla guancia «Ti aiuto io»
Uno sparo.
Poi il silenzio..."

[...]
Le Marionette sono decisamente la famiglia più stramba che ci sia, e il fatto che siano già morti almeno una volta è solo una delle tante cose bizzarre che accomuna queste dodici persone dai passati diversissimi.
Tra anelli maledetti, serpenti giganti e padri scomparsi, sono sempre in mezzo ai guai.
{chapters: 14/15}
Genere: Avventura, Dark | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Gamma, Kudou Michiya, Nuovo personaggio
Note: AU | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza
Capitoli:
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{ marionnette }

the dead girl

 

 

« yesterday night

she sat all alone

wearing a crown

of blood and bone

with transparent lips

chilly as stone

she grinned at me

and then she was gone »

 

 

 

 

L

e linee scaturiscono dalla punta della matita in un intreccio sinuoso e morbido, descrivendo rapide le curve dolci del Berounka, le finestre affusolate e brillanti e gli archi sinuosi del Ponte Carlo e le sue torrette slanciate color dell'antracite, che si stagliano contro un cielo cadaverico.

Le mani della ragazza scorrono sicure, fluide, quasi senza pensarci, con la grazia di un'artista abituata alle matite e ai carboncini e agli acquerelli. Adora disegnare, è una delle tante passioni che la rendono quella che è: bizzarra e stravagante.

Le luci dell'alba tingono l'acqua di rosa e giallo e rosso, disegnando ombre e incastonando frammenti di luce nel vetro delle case.

Gala siede tranquillamente sulla riva, la matita ora appoggiata dietro l'orecchio ed i capelli acconciati in uno bizzarro chignon scomposto che le dà un'aria molto bohemien. Ha appoggiato l'album accanto a sé, il disegno ancora in bianco e nero che rende perfettamente giustizia al paesaggio, all'albeggiare timido del sole dietro alle colline di Praga.

Ha il volto sepolto sotto lo sciarpone di lana e la tazza ancora fumante di cioccolato stretta nelle mani coperte dai guanti a mezze dita, color pastello. Ha smesso di sentire freddo da tanto tempo, ma le piace fingere di mantenere le apparenze.

Sembra proprio una ragazza normale — escludendo, forse, i capelli tinti color lilla.

Finito il rapido schizzo, Gala si alza dal marciapiede, le guance arrossate dall'aria frizzantina. Si china a raccogliere l'album da terra e comincia a dirigersi verso casa, passeggiando tra le vie piacevolmente vuote della prima mattinata.

Cammina fischiettando mentre si toglie i guanti, il blocco sotto braccio, coperto da centinaia di disegni colorati, sghiribizzi e acquerelli pallidi. L'aria sa di neve e di brioches appena sfornate.

Le strade strette ed acciottolate di Praga hanno il sapore del mistero e della magia.

Gala cerca di godersi il modo in cui la luce le bagna la pelle. Socchiude gli occhi e si lascia cullare dai rumori della città che si risveglia, dal tepore dolcemente fastidioso alle dita arrossate, alle cuciture che serpeggiano sulle sue dita, assieme ai marchi.

L'improvviso urto la lascia quasi senza fiato: non si è accorta della giovane donna che le è appena venuta addosso.

Gala fa qualche passo all'indietro, cercando di stabilizzarsi sulle gambe, mentre la donna cade a terra, gli occhi sgranati per la sorpresa.

Sono in grado di andare a sbattere contro la gente anche alle sei del mattino, pensa con una smorfia divertita.

«Promiňte!» mormora, scoccando un sorriso di scuse alla donna dai grandi occhi scuri. Ha addosso abiti semplici e consunti. Gala si inginocchia e le offre la mano pallida e segnata dal filo color glicine. La donna ricambia timidamente il sorriso, sfiorandole le dita.

Improvvisamente la sua espressione da imbarazzata diviene agghiacciata mentre i suoi occhi scuri si posano sui marchi gemelli sui dorsi delle mani.

I marchi di Salomone.

Ah.

Le sue pupille si allargano per lo stupore e il terrore mentre la donna fa un balzo all'indietro, scrutando la ragazza davanti a lei.

«Ďabél» bisbiglia la donna, paonazza, indicando Gala come se avesse visto un fantasma. Si fa il segno della croce, continuando a bisbigliare la parola tra sé. Si rialza in piedi, senza scollare lo sguardo da lei e poi indietreggia, si gira e corre a perdifiato lungo la stradina, senza voltarsi indietro, le scarpe che producono un suono sordo contro il marciapiede.

La parola, Ďabél, mormora ancora nel vento.

Gala si china a terra a raccogliere l'album con un sorriso mesto.

Ďabél in ceco significa Diavolo.

 

«Gala» Percival alza un sopracciglio scuro nel vedere la ragazza superare la soglia con un'espressione indecifrabile, la fronte aggrottata e le guance arrossate «sei in ritardo. Lo detrarrò dal tuo stipendio.»

«Ma tu non mi paghi» commenta Gala con slancio, lasciandosi cadere pesantemente sul vecchio divano coperto da cuscini troppo morbidi e polverosi e sfogliando svogliatamente il suo album da disegno. La sua espressione è piuttosto imbronciata, cosa non troppo strana per quella ragazza dai bizzarri capelli viola.

L'atelier di Percival è ancora immerso nella semi oscurità che vela le centinaia di collane, rune, souvenir magici, libri e pietre ammucchiate sugli scaffali senza un apparente ordine.

«Ottima osservazione» commenta Percival, continuando a lavorare su un piccolo carillon argenteo dall'aria sgangherata «È successo qualcosa?»

Gala è una delle sue più recenti creazioni, l'undicesima, a dire il vero. Ha fatto davvero un ottimo lavoro con il suo corpo: non si direbbe che quella ragazzina appena diciassettenne fosse morta. O quasi.

I marchi sui dorsi delle mani e il filo color glicine che serpeggia sulla sua pelle testimoniano tutt'altro. Fare il Resuscitatore è proprio divertente.

«Nah. Il solito» lo dice con nonchalance, anche se è un po' rigida mentre sistema disinvolta gli stivali infangati su un tavolino ottocentesco traboccante di tazzine sbeccate e colorate. Beh, l'educazione è un concetto su cui devono ancora lavorare «Niente di particolare. Tu, piuttosto? Perché sei aperto così presto?»

Tipico di Gala, con quella sua curiosità esuberante. Di tutte le marionette che ha resuscitato, lei è la più insistente e stravagante.

Forse è per questo che è la sua assistente.

«Indovina un po'?» Percival Travis le scocca uno sguardo in tralice da sopra la spalla, cercando di tenere un tono di voce monotona «È arrivata una lettera»

 

 

/A volte ritornano soprattutto quelle pazze come chion/

Allora, cosa dire? Probabilmente a quest'ora mi odierete, perché è un po' che non mi faccio vedere su questo fandom, in generale per problemi personali (niente di grave, tranquilli :D), ma anche per problemi di tempo.

Quindi, sorry sorry sorry, perdono uù

Prima cosa: ho purtroppo dovuto cancellare l'ultima storia ad OC che avevo pubblicato /si scherma dai mestoli e i piatti che le vengono tirati/

Mi spiace, mi spiace davvero tantissimo, perché avevo delle idee molto interessanti per quella storia, ma purtroppo sono sorti dei problemi organizzativi non minimizzabili che purtroppo impediscono lo sviluppo della storia /in sostanza, è successa una baraonda madornale con gli OC che non avete idea e non volevo essere legata nella scelta degli OC e/o ferire qualcuno(?). Lo so, lo so :(

Quindi, di nuovo, perdonatemi, sul serio — mi sento così in colpa çwç

Perciò, ho voluto farmi perdonare con questa storia; un'idea simile mi frulla in testa da un sacco di tempo (Cari può confermare).

La trama è un po' confusa anche per me, ma in sostanza i vostri OC saranno queste bambole(?) assassine risvegliate dalla morte.

*risata lugubre*

Beh, comunque, passiamo alle regole per la storia in generale e la scheda:

 

1. Non accetto Mary Sue o Gary Stu (mi sembra ovvio, ormai haha)

2. Per favore, non alterate la scheda OC aggiungendo nuovi campi. Vorrei che fossero il più semplici possibili.

3. Userò i nomi europei perché voglio che sia più realistico(?).

4. Mi servirebbero sia maschi che femmine, se possibile (però fate voi, insomma :D)

5. Sceglierò circa una decina di OC. Credo che undici sia il numero ideale(?).

6. Per favore, nella recensione non scrivete solamente 'ciao bell'idea poxo partecipare?', perché come ho. Vorrei sentire qualche opinione sul prologo, ehm :)

7. Non ho messo il campo 'ragazzo', perché sceglierò io gli OC. Ne parlerò nel dettaglio con i proprietari degli OC scelti. Potete comunque esprimere una preferenza tramite recensione (sappiate però che Hiroto e Nagumo sono occupati).

8. Cercate di essere coerenti con l'OC e la sua nazionalità e l'aspetto fisico (Gala ha i capelli viola perché se li tinge, lol)

9. Vi prego umilmente di non copiare nulla di questo prologo senza l'autorizzazione (neppure la poesia, che ho scritto io).

 

Nome::

Cognome::

Età:: (minimo 17)

Nazionalità::

Aspetto fisico:: (che non contraddica la nazionalità, ovviamente)

Carattere::

Morte:: (il modo in cui il vostro OC è morto — potete sbizzarrirvi, ricordatevi solo che le cicatrici provocate rimangono)

Colore del filo:: (il filo è quello che rende possibile muoversi alle Marionette e, assieme al marchio di Salomone, di vivere nuovamente. Serpeggia su tutto il corpo. Potete scegliere solo un colore)

Altro::

 

Questo è tutto quello che volevo dire. Ho deciso di lasciare aperte le iscrizioni per quattro giorni perché siamo molto impegnati con la scuola.

Detto ciò evaporo—

chion ❀



Edit 25/08/16
Inoltre, ho deciso che aggiungerò una colonna sonora ad ogni capitolo (aka alcune canzoni arrandom che mi piacciono assai e che ho usato mentre scrivevo!).

Qui di seguito trovate l'intero elenco e, ovvio, potete rileggere tutto dall'inizio con la soundtrack:
canzoni:
prologo -- satanic {mami kawada}
chapter one -- filament {yousei teikoku}
chapter two -- higurashi no naku koro ni {eiko shimamiya}
Awwww, questa è unh po’ difficile da spiegare, ma praticamente se mettete in reverse questa canzone, sentirete tipo dire ‘nigeranai’ che vuol dire ‘non puoi scappare. E poi io amo Rena ;)
chapter three -- arrival of tears {ayane}
Letteralmente 'adesso sono cavoli amari' b/c shit escalates (cit Sevro au Barca)
chapter four -- hello sleepwalkers {the oral cigarettes}
Una delle più belle opening di tutti i tempi, aaaahhh.
chapter five -- lament {kotoko}
Cioè, ci stava(?).
chapter six -- abnormalize {ling tosite sigure}
Uum, Makishima regna. Period.
chapter seven -- aLiEz {mizuki}
Shhhh. Va bene, Slayne, va tutto bene.
chapter eight -- oath sign {LiSA}
Heh, più Fate/Zero c'è nella lista, meglio è ~
chapter nine -- theater D {myth & roid}
Sono in trip mentale con questa canzone. Io amo questa band e Re:zero mi distrugge lieeeeeevemente la vita.
chapter ten -- scaPEGoat {hiroyukisawano:yosh}
Cioè, ci sta, tra il tradimento di Gamma e il litigio con Nira, Gala pensa ovviamente 'YOU are now my enemyyyyyy'
chapter eleven -- antoinette blue {nana kitade}
Vbb, questa è un'ever-favourite che va avanti dai tempi della seconda media. DGM rimane sempre nel mio kokoro.
chapter twelve -- brave shine {aimer}
Questa canzone la canto in doccia con passione(?). Non scherzo. È semplicemente bellissima! BRAVE SHIIIIIIINE!
chapter thirteen -- if {kakichoco}
Beh, è molto fitting per il capitolo, cioè 'I'm in pain but I'll keep living'.
epilogo -- broken wings {tomoko tane}
Altra cortesia della cara rie che mi ha disperatamente intrippato la mente con TB. Ti odio e ti amo allo stesso momento.


  
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