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Autore: TheDays    28/09/2015    2 recensioni
[Matteo Red B.O.I]
New York, si sà, è la città dove si realizzano i sogni. La giovane diciannovenne Eloisa è giunta fino a qui per diventare pasticcera, ma le soprese non finiranno qui, soprattutto quando conoscerà Matteo, e la sua indimenticabile chioma rossa.
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-Lei è Eloisa, la nuova tirocinante.- Concluse Sandy, prima di ritirarsi in cucina.
Il rosso fece una piccola pausa, fisso a scrutare la ragazza davanti a lui. Poi alzò un sopracciglio squadrandola.
-E quindi...?- chiese lui. Poi, improvvisamente, come se gli fosse scattato un imbarazzante tic nervoso, scoppiò a ridere.
-Ma poi scusa no?- continuava a ridere tra una parola e l'altra -Che nome sarebbe 'E-LO-I-SA'?-
E non la smetteva di ridere quello stronzo! Ma cosa aveva tanto starnazzare?
Si asciugò la fronte dal sudore di prima, scostandosi i capelli di fuoco, tentando di trattnersi.
-Matteo- con un gesto inaspettato le porse la mano, ma quando lei quasi la afferrò, il ragazzo la spostò velocemente, lasciandole un'energica pacca sulla spalla, ricominciando a ridere come un cretino.
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Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, FemSlash
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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1.Good Guys
 
Arrivare tardi al primo giorno di stage, non era esattamente ciò a cui Eloisa aspirava nella vita, e quel maledetto stage le serviva.
La bakery in cui doveva fare cinque mesi di prova si trovava ancora a sei isolati di distanza dalla sua posizione attuale, e l’unica cosa che era riuscita a fare quella mattina prima di uscire di casa era mettersi la prima maglietta trovata nell’armadio, e un paio di pantaloncini comodi a caso. Era uscita fuori una cosa inguardabile, ma in realtà era già un miracolo che fosse riuscita a non infilare la t-shirt dei NY Yankees al contrario. La cosa peggiore era che stava correndo come una pazza a stomaco vuoto, per non aver trovato neanche il tempo di fare colazione, e gli occhi le cedevano ogni volta che si fermava davanti alle strisce pedonali, costretta ad aspettare il semaforo verde, per la mancanza di caffè.
Ce la farò a fermarmi un attimo? Si chiese disperata. Ma guardando l’orologio che aveva al polso, si rispose da sola di no, vedendo che mancavano solo quattro minuti esatti alle 8:00, ed era stremata dalla fatica.
Non ci credo, ma perché a me?! Si mise le mani nei capelli, mentre si era fermata in mezzo al marciapiede.
-TAXI! TAXI!- strillava a squarciagola cercando di ottenere l’attenzione da quelle persone splendide che guidavano quegli splendidi veicoli gialli, ma nessuno si fermava.
Alla fine decise che l’unica cosa che poteva fare era continuare a correre.
Arrivò in pasticceria con tre minuti di ritardo, ma per fortuna la proprietaria Sandy Clark –una donna sulla cinquantina dai capelli biondi e gli occhi verdi, un po’ pienotta nel fisico, che profumava di pasta per bignè- le risparmiò la predica sulla puntualità almeno per il primo giorno.
L’unico compito di Eloisa, per il momento, era stare dietro il bancone e accogliere i clienti, e chiudere il negozio, giunta sera.
Mentre si legava il grembiule bianco e rosa, ripensava a tutta la strada che aveva fatto per arrivare fino a dove era: Aveva lavorato duramente in Italia per potersi permettere l’appartamento qui a Brooklyn, e il viaggio. Aveva studiato moltissimo, e si era fatta il culo a strisce! E dopo aver finito l’ultimo anno di liceo artistico di Torino, si era catapultata in questo mondo parallelo che è New York, frenetico di giorno, e magico di notte, per realizzare il suo sogno di aprire una pasticceria qui, nella città dove accadono le magie. Ma per ora, doveva accontentarsi di una stage.
Essendo arrivata da circa un mese, non aveva ancora avuto il tempo materiale di arredare l’appartamento, e quindi per adesso dormiva su un materasso sul pavimento del suo salotto, e in casa aveva solo l’immobile standard di un monolocale: una doccia, un water, un lavandino, il forno e i fornelli, e il frigorifero (perennemente pieno di uova, latte, lievito, e hamburger di soia.
Non che fosse diventata vegetariana, a lei piaceva la carne! Ma le era girato nell’ultimo periodo di voler mangiare più sano. Ad eccezione degli Oreo, ai quali soprattutto qui a New York, non si poteva resistere, per il semplice fatto che in ogni supermercato ce n’erano almeno di dieci gusti differenti.
L’appartamento che aveva scelto si trovava nella zona ovest di Brooklyn, quella vicino al ponte, e le piaceva, perché le ricordava tantissimo quei tipici quartieri americani.
Il realtà, però, in quel momento voleva concentrarsi sui meravigliosi colori e profumi che aleggiavano in quella stanza. Le pareti panna che richiamavano i pasticcini e le torte della vetrina sotto il bancone, dietro il quale, oltre quella porta di legno chiaro, accadeva la magia.
Ebbe giusto il tempo di sistemarsi dietro il bancone, che il campanellino della porta d’ingresso tintinnò, e davanti a Eloisa comparve un ragazzo circa della sua età, non tanto alto, dagli occhi azzurrissimi, uno skateboard sotto il braccio, e una liscia ma piena chioma di capelli rossicci-arancioni, a tratti leggermente appiccicata alla faccia sudaticcia e stremata –probabilmente per aver corso-.
Toltasi l’aria confusa, gli chiese: -Ciao, come posso aiutarti?-
Il ragazzo la squadrò un po’ male, prima di rispondere con un velo di arroganza.
-Chi sei? Dov’è Sandy?-
Non molto convinta, Eloisa si affacciò alla porta che dava sul retro. –Sandy, c’è un ragazzo che chiede di te…-
-Ha i capelli rossi?- le chiese, con le mani totalmente immerse in un impasto, probabilmente frolla.
-Sì- le rispose la ragazza.
La donna spostò le mani sotto l’acqua del lavello, con la fronte corrugata, e se le asciugò sul grembiule bianco. La sorpassò oltre la porta e appoggiò i gomiti sul banco.
-Sai che ore sono, Matteo?-
Il rosso stentò a non alzare gli occhi al cielo, frustrato. –Eeh…Scusa Sandy, non sono riuscito a svegliarmi questa mattina- .
 Posò con nonchalance lo skate in un angolo, prese il suo grembiule azzurro, appeso sulla parete, e si sistemò le cuffie dietro il collo, che pendevano da un lato.
-Le 8:10!- ripetè, un po’ alterata. Poi sbuffò.
-Lei è Eloisa, la nuova tirocinante.- Concluse Sandy, prima di ritirarsi in cucina.
 
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Ciaaaao a tutte e a tutti! Sono sempre io, TheDays.
Si, esatto, quella che non riesce a finire una storia che ne comincia una nuova!
A parte gli scherzi, per chi conosce le mie altre tre storie, non si preoccupino, continueranno! Diciamo che mi è partito lo schizzo per l’inizio di questa nuova storia e non ho resistito: dovevo fare una prova.
Non allarmatevi, non saranno tutti corti così! Ma dato che è il primo capitolo, e come ho già detto è solo una prova… cominciamo cosi!
VI E’ PIACIUTO QUESTO CAPITOLO? Spero davvero tanto di sì, per chi PeR cAsO si fosse accorto della certa somiglianza che c’è fra il rosso in questione, e… il rosso Matteo di BakeOffItalia 3° edizione… è perché è lui!
O meglio, ho voluto fedelmente ispirarmi a quella persona per il personaggio del ‘nostro’ Matteo.
*Urlo alla “TheShow” SE VI E’ PIACIUTO LASCIATE UNA RECENSIONE QUI SOTTO, CHE E’ SEMPRE MOOLTO BEN GRADITA!
Un bacio, TheDays
 
   
 
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