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Autore: xLacie    29/09/2015    0 recensioni
Hiroomi x Mitsuki
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Continuo di "Onii-chan is in love" ma non richiede davvero la lettura di questa per essere capito.
“Dannazione, aniki. Ti odio”
“Anche io ti amo, Mitsuki”
“Stupido, aniki” disse Mitsuki, prima di buttarsi nel petto del fratello.
“Ti amo, onii-chan” disse con una voce dolce, cercando di imitare Kana-chan.
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hiroomi Nase, Mitsuki Nase
Note: OOC | Avvertimenti: Incest
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Era passato un mese da quando lei e Hiroomi si erano fidanzati.
Le cose tra di loro non erano cambiate granché, l'unica differenza era che Mitsuki cercava di passare più tempo possibile con lui.
“Dannato, aniki” pensò Mitsuki, arrabbiata. Si spostò dalla sua stanza al salotto. Si sedette sul divano e prese a mangiare un biscotto da quelli che aveva prima cucinato. Cos'era che non andava? Perché Hiroomi non si sbilanciava più di tanto? Perché continuava a trattarla come una sorella? Lei non capiva. Si stava sforzando a diventare una persona migliore, più gentile e disponibile ma non era cambiato granché. Aveva deciso di non parlarne ancora con lui, perché non poteva sapere come sarebbe andata.

Mentre era assorta nei suoi pensieri sentì il suono del campanello. La signora Ahi, la cameriera, corse subito ad aprire, Hiroomi entrò dalla porta. Era completamente fradicio e le gocce d'acqua cadevano sul pavimento e scorrevano sul suo corpo toccando e sottolineando ogni parte del suo corpo scultorio. Mitsuki non si era nemmeno accorta che stesse piovendo ma in quel momento non si preoccupò nemmeno della cosa, precedette la signora Ahi dal correre in bagno a prendere le asciugamani per dare una mano ad Hiroomi e corse da lui. Non lasciò nemmeno che il ragazzo dai capelli corvini entrasse in stanza che gli piazzò un asciugamano sulla testa. “Aniki, ma cosa combini?” a quel gesto il ragazzo arrossì.

Hiroomi non capiva cosa gli stesse accadendo, non era da lui comportarsi e sentirsi in quel modo, normalmente era ironico ed energetico ma ultimamente non riusciva a sentirsi se stesso. La signora Ahi rimase molto colpita da quel gesto, normalmente Mitsuki sarebbe rimasta sul divano a prendere in giro il fratello, le sembrò molto strano ma non ci fece molto caso e mentre la ragazza asciugava i capelli del fratello ella tornò in cucina. “Mitsuki” disse a voce bassa Hiroomi.
Le faceva infinitamente piacere che la ragazza si preoccupasse per lui, eppure, gli sembrava così strano.
“Cosa, aniki?”
“Cosa stai facendo?”
Mitsuki si fermò improvvisamente e guardò il fratello negli occhi, per la prima volta, da quando era rientrato.
“Che cosa intendi?”
Hiroomi assunse una posizione eretta, visto che per farsi asciugare i capelli si era accovacciato, prese l'asciugamano e guardo Mitsuki con uno sguardo contrariato.
“Questo, Mitsuki. Non sono un bambino, non ho bisogno che corri ad asciugarmi i capelli”.
Mitsuki rimase a guardarlo per qualche secondo, il fatto che lui la stesse rifiutando in quel modo l'aveva ferita ma allo stesso tempo le aveva lasciato l'amaro in bocca.
“Ah, già. Dovresti ringraziarmi che ti aiuto, sottospecie di pervertito. Ma gente come te non può mica apprezzare gli altri” disse con un tono sprezzante e si incamminò verso la sua stanza, decisamente innervosita. Hiroomi sbuffò, ancora una volta si era comportato male.
Il ragazzo si sedette sul divano, sul quale la sorella era seduta qualche minuto prima, e si mise a fissare il soffitto, l'asciugamano sulla testa non riusciva a fermare le gocce che cadevano dai suoi capelli. Non riusciva a comportarsi normalmente, oramai non sapeva nemmeno cosa significava “essere normali”. Non aveva mai pensato all'eventualità nella quale Mitsuki potesse ricambiarlo, non l'aveva mai pensato e adesso era successo. Ora, cosa fare? Era inutile pensare di poter essere una “tipica coppia romantica”, non solo perché erano fratello e sorella, e quindi dovevano stare attenti ai comportamenti in pubblico, ma anche perché caratterialmente erano incapaci di fare una cosa del genere, il loro rapporto ne avrebbe subito troppo e poi non erano capaci di amarsi come le altre coppie, perché loro non erano “normali”.
A Hiromi non erano mai interessate le categorizzazioni, nonostante fosse cresciuto in una famiglia piuttosto integralista e tradizionale non aveva mai avuto conflitti etici sul suo amore verso sua sorella, figurarsi alla sua ossessione per le sorelle in generale, il suo lato siscon era una parte di lui e non c'era nulla di male in questa! Ma la faccenda “relazione romantica” era tutt'altra cosa, avere una relazione con una sorella, con sua sorella e specialmente con Mitsuki, non era mai stato nei suoi piani. Il vero problema, però, non era né il carattere forte e scontroso di Mitsuki, né il fatto che lei fosse sua sorella, la cosa che non permetteva ad Hiroomi di comportarsi come voleva era il fatto che aveva paura di spezzare il rapporto che vi era tra i due, se la storia non fosse andava bene, cosa ne sarebbe stato di loro? Normalmente, se due si lasciano le loro strade si sperano ma loro non potevano permetterselo, dovevano ereditare il potere dei Nase e il loro ruolo, erano una famiglia tradizionalista e non si potevano permettere di separare le loro strade, queste sarebbero state unite a forza e per sempre.

Mentre Hiroomi era perso nei suoi pensieri la signora Ahi arrivò in salotto e si avvicinò a Hiroomi.
“Signorino Hiroomi” disse lei con voce bassa, come le era stato insegnato a fare. Hiroomi non la sentì preso com'era da tutta quella confusione che gli passava per la testa, così la signora Ahi iniziò a pulire la stanza e si avvicinò al tavolo per portare via i biscotti che aveva cotto Mitsuki qualche ora prima, fu in quel momento che finalmente egli se ne accorse.
“Signora Mikoshiba, ha preparato lei quei biscotti?”, la domanda era stupida e Hiroomi conosceva la risposta, ma non poté evitare di porla.
La signora Ahi sorrise e rispose con molta calma “Signorino Hiroomi, come le ho già ripetuto in precedenza si senta libero di chiamarmi con il mio primo nome e volendo rispondere alla sua domanda : no, la signorina Mitsuki li ha fatti, non so cosa bene rappresentino ma mi ha permesso di assaggiarne uno e non sono affatto male! Specialmente perché tutti sappiano come le capacità della signorina di cucinare non siano poi tanto buone” finito di dire ciò sorrise anche se si mise sull'attenti una volta realizzato che forse aveva esagerato, Hiroomi si accorse subito di ciò e rise a sua volta per non farla preoccupare, ma non c'era nulla da ridere. Hiroomi aveva recentemente iniziato un anime nel quale c'era una sorella della quale si era invaghito e Mitsuki aveva fatto dei biscotti a forma di quella ragazza. “E' Kana-chan” pensò, doveva assolutamente essere lei. Non poteva sapere la ragazza quanto duramente aveva lavorato per fare quei biscotti ma era convito che ci avesse provato davvero duramente, Mitsuki se fa qualcosa, non lo fa a metà. Per la prima volta da quando stavano insieme, pensò che essere fratello e sorella era davvero fico, perché si conoscevano così bene da apprezzare meglio i propri pregi e i propri difetti. “Devo scusarmi con lei e parlarle” pensò
                                                                                                   . . . . . . . . . . . .
Mitsuki era rientrata nella sua stanza ed era davvero arrabbiata. Scoppiò a piangere dal nervosismo e si arrabbiò ulteriormente per essere sempre così debole quando si trattava di Hiroomi.
In realtà, lei non sapeva di essere una persona molto forte ed essere forti significa anche avere dei sentimenti e, quindi, piangere.
“Stupido! Stupido Aniki” disse, lanciando il cuscino verso il muro, si sdraiò sul letto e fissò l'altra parte del muro, sul quale aveva incorniciato alcune foto di lei, Hiroomi, Akihito e Mirai. Nonostante negasse a se stessa ciò, tutti loro erano importanti per lei, li adorava tutti, in modi diversi ma era così.
Non sopportava l'idea di litigare con Hiroomi ma non aveva idea di cosa fare per cambiare quel rapporto strano che li legava, aveva passato la sua vita a pensare a come sfuggire da quel sentimento che ora era ricambiato e quando tentava di esprimere il suo affetto finiva per sbagliare, per essere sgridata o guardata con uno sguardo accusatorio. Dove sbagliava? Doveva essere la Mitsuki di sempre? Anche se voleva essere onesta per una vota nella sua vita? Perché ad un certo punto della vita ti rendi conto che gli altri ti vedono per quello che appari e non per quello che non sei? Ma quello che le faceva male era solo una cosa : Hiroomi non distingueva la 'vera' Mitsuki da quella 'apparente'.
Lui, che era l'unico che lei pensava fosse capace di farlo, ma lui, proprio lui, non poteva e non ci riusciva. Era stata rifiutata ed etichettata come la “fredda Mitsuki”.
Si accovacciò per poi spostarsi e sedersi sulla punta del letto, allungò il braccio e raccolse il cuscino, che riposizionò nel suo luogo d'origine, e poi sbuffò. Alzò gli occhi al cielo e si asciugò le lacrime “Ah, nemmeno questa è la vera Mitsuki!” disse ad alta voce e rise, rise di se stessa e delle tante Mitsuki che sembravano esistere, non è che tutte quelle erano una parte della vera se stessa?
Era arrabbiata, ma si sentiva anche sollevata. Se c'era un problema con Hiroomi, andava discusso con lui! Inutile piangere o arrabbiarsi. Così, decise che avrebbe aspettato il giorno dopo, tanto per farsi passare qualsiasi traccia di risentimento. Peccato che Hiroomi non la pensava esattamente così.
                                                                                                      . . . . . . . .

Hiroomi bussò alla porta di Mitsuki, aveva dei sentimenti contrapposti dentro sé che gli dicevano che quella era, o la scelta più stupida che potesse fare o la più intelligente. Iniziò a fissare la porta e a giocherellare con le dita, mentre pensava ad un discorso appropriato da fare, Mitsuki rispose. “Chi è?”
Questa risposta lo fece ridere, non avrebbe dovuto dire 'Avanti?', la tensione diminuì leggermente e lui rispose “Il tuo stupido kareshi-aniki”.
Dall'altro lato della porta, Mitsuki scoppiò in una risata più che abbondante, che razza di modo era per convincere una persona a far pace? E perché aniki e non onii-chan?! E poi o si è il proprio “kareshi”, “lui” o “fidanzato” oppure si è un “aniki”, “fratello maggiore”! Mitsuki pensò, a sua volta, che quella era una parte stupenda dell'essere la sorella di Hiroomi ed era felice, infinitamente felice di amarlo come persona, lo era davvero.
“Avanti, siscon” disse, sorridendo.
Hiroomi aprì la porta ed entrò nella stanza, prima di voltarsi verso il centro dei suoi problemi si assicurò che la porta fosse chiusa, non voleva essere disturbato.
“Sono convinto che tu non capisca che 'siscon' è un complimento per me, cara imouto”, disse il ragazzo dai capelli corvino, tentando di fare ironia. “L'ironia non ti porterà da nessuna parte, scusati e va via” rispose Mitsuki, ancora una volta aspramente.
“Ti faccio solo arrabbiare, eh?” quelle parole erano più un affermazione che una domanda ma la risposta di Mitsuki non tardò ad arrivare.
“Così sembra! Non facciamo altro che litigare, e da quando stiamo insieme e peggio credo che dovremmo - ” prima che la sorella potesse continuare la sua frase fu interrotta dal fratello.
“Mitsuki, se dici quello che stai per dire, è finita davvero. Non tornerò indietro, non importa quanto tu possa essere triste o confusa, dì quelle parole e tra di noi è finita” affermò Hiroomi guardandola dritto negli occhi e stringendo i pugni.
Mitsuki sentì un colpo al cuore, avrebbe voluto rispondergli o mandarlo a quel paese ma si ammutolì e si morse le labbra. Rimasero in quella posizione per qualche secondo finché Hiroomi non sbuffò e Mitsuki disse “Allora, parla.”
Hiroomi fissò il tappeto che decorava la stanza per un secondo e poi si avvicinò alla sorella, si sedette accanto a lei ma non si porse nella sua direzione, anzi, guardava il muro che precedentemente era stato fissato da Mitsuki, senza, però, fissare le foto.
“Io ti amo, ti amo davvero. E non mi vergogno a dirlo, so che le cose sono complicate e non tanto perché siamo fratelli ma perché non riusciamo a gestire questa cosa, non voglio che cambiamo, Mitsuki. Non è proprio un mio desiderio, io voglio che rimaniamo noi stessi ma alcuni dei tuoi comportamenti mi fanno rimanere di stucco e reagisco male, anche se mi rendono felice”, Hiroomi fu interrotto da Mitsuki che tentò di proferire parola ma egli la guardò dritto negli occhi e le chiese di farlo finire il discorso, così la ragazza annuì. Hiroomi intrecciò le mani una nell'altra e si mise a guardare, nuovamente, il tappeto. “Non so che fare, non so come mandare avanti questa relazione ma non ho intenzione di darti a nessuno, assolutamente a nessun altro. Non ho finalmente sfiorato l'idea che tu sia mia per poi perderla, capisci? Ce la faremo in qualche modo Mitsuki, non so come ma ci riusciremo. Ma dobbiamo essere uniti e specialmente sinceri, basta litigi, basta bugie scaturite dalla rabbia o dalla paura di essere feriti. Ci feriremo, è così che va, non si può stare insieme senza essere feriti ma questo non vuol dire non amarsi, capisci?”.
Mitsuki non aveva mai sentito il fratello così serio, le sembrava di vivere un'esperienza extracorporea, quel siscon di suo fratello, quello che solo qualche mese prima stava a litigare con Akihito su chi fosse meglio : le sorelle o le ragazze con gli occhiali, in quel momento le stava facendo un discorso del genere.
“Onii-chan, io capisco che non vuoi che cambiano ma io voglio che accada. Voglio che abbiamo una relazione più aperta! Voglio diventare una persona più carina e più dolce, non voglio essere solo una persona fredda e scostante! Lo sono, certo. Ma voglio dimostrarti che posso prendermi cura di te, che non sono debole e che non ho bisogno di essere protetta. Posso proteggerti anche io, posso essere al tuo fianco ma se tu mi rifiuti, non ha senso. Può sembrarti un cosa stupida ma volevo solo asciugarti i capelli e tu mi hai trattata come se la cosa ti disgustasse”, Mitsuki pronunciò queste parole in modo molto veloce ma si sentiva che erano davvero venute dal cuore. Il fratello si rese conto di quanto erano costate alla sorella, così l'abbracciò. “Mi dispiace, Mitsuki, davvero".
I due si guardarono negli occhi, la ragazza prese l'iniziativa e baciò il fratello, il loro secondo bacio. Entrambi caddero sul letto e si presero per mano. “Non mi disgusta, mi imbarazza. Una Mitsuki del genere, intendo”. La ragazza si voltò verso il fratello, stringendogli ancora di più la mano e gli domandò : “Perché?”
“Non ci sono abituato, credo” gli disse avvicinandosi a lei. Mitsuki sorrise “Allora, bisogna che compia più atti del genere in modo che tu ti possa abituare!” urlò felicemente.
“Sei un'idiota, Mitsuki”
“Anche tu, Hiroomi”
“Ma grazie, sono felice, davvero. E nemmeno io voglio darti a nessun'altra. Nemmeno a Kana-chan” mormorò, Mitsuki, imbarazzata.
“Oh! Giusto!” Hiroomi si alzò tenendo stretta la mano della ragazza
. “Grazie per i biscotti! Non erano niente male, anzi”. La ragazza dai capelli lunghi e morbidi arrossì, cosa davvero rara e Hiroomi la baciò nuovamente.
“Grazie, davvero. Ma la prossima volta fai Yakimo oppure te stessa. Ho Mitsuki, non ho bisogno di Kana”
“Onii-chan! Smettila di dire queste cose, è imbarazzante” Hiroomi sorrise.
“Mi sto vendicando, visto che mi hai preso in giro dopo che ti sei confessata a me, ah già. E' una mia vittoria, quella”
“Figurarsi, mi facevi pena”
“Non staresti mai con qualcuno solo per una cosa del genere”
“Dannazione, aniki. Ti odio”
“Anche io ti amo, Mitsuki”, disse sorridendo astutamente il ragazzo.
“Stupido, aniki” disse Mitsuki in tono seccato, prima di buttarsi nel petto del fratello. “Ti amo, onii-chan” disse con una voce dolce, cercando di imitare Kana-chan. Hiroomi l'abbracciò forte. “E non ho bisogno di nient'altro.”
“In ogni caso, onii-chan. La discussione è tutta centrata sul cambiare o meno, ma io penso che è normale farlo, giusto? Adesso non siamo nella stessa situazione di prima ma questo non vuol dire che sia una cosa negativa. Vogliamo solo dimostrare quello che proviamo l'uno per l'altro ma non ci capiamo e quindi litighiamo. E' questo il problema, non tanto il cambiamento in sé.” Hiroomi rimase colpito da quelle parole, che erano più che vere. Annuì per far capire alla sorella che era più che d'accordo con lei e ancora una volta la strinse a sé.


                                                                      Commento dell'Autrice.
Se siete arrivati fin qui, grazie mille! Spero vi possa piacere almeno un po', 
ho inserito l'OOC perché penso che i personaggi non siano molto realistici, ma non saprei!
Spero in ogni caso che possa essere gradita, che lo siano o meno.
Scusatemi per qualsiasi errore che possiate trovare, nel caso sentitevi liberi di farmelo presente!
Grazie ancora e alla prossima!
Lu-chan       
  
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