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Autore: bigTony    01/10/2015    0 recensioni
Vent'anni dopo i fatti narrati dal Re, che i fan non tarderanno ad individuare.
Genere: Mistero, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Eppure lei voleva solo fare la brava.
Non le piaceva quando suo padre la rimproverava o quando sua madre le teneva il broncio, ma accidenti, stava succedendo sempre più spesso. Non importa quanto Ellie ci provasse, prima o poi faceva qualcosa che causava la loro reazione indignata.
“Uffa, com’è difficile accontentare i grandi!”, pensava. E succedeva sempre quando invitava le sue amichette a casa per giocare con lei.
«Che figure mi fai fare, davanti alle tue amiche, Ellie? Non ti rendi conto che cerchiamo di essere accettati dal vicinato? Non è facile. Questo è un quartiere signorile e tu fai sempre questi pasticci. Meno male che mammina riesce sempre in un modo o nell’altro a rimediare.»
“Veramente mammina è brava a sistemare le mie birichinate, ovviamente con l’aiuto di Wendy. Dopo che rimette a posto i pasticci che combino, nessuno si accorge mai di nulla. Tranne papino. A lui non si riesce a nascondere proprio niente. Sarà che lui è stato il capolavoro di Wendy, che poi ha dato un’aggiustatina anche a mamma, ma certe cose ora lui le intuisce come se avesse sviluppato un sesto senso. Per qualche strano motivo, solo con me l’opera di Wendy sembra riuscita solo a metà e nessuno si spiega il perché.”
«Rachel, questa è una faccenda seria. Ellie deve imparare a controllarsi. Se perde il controllo di nuovo, dovremo andarcene anche da qui. E sinceramente comincio ad essere stufo di ricominciare ogni volta daccapo.»
Credeva di parlare sottovoce, ma la bambina lo aveva sentito ugualmente. Aveva tanti difetti, ma l’udito le funzionava benissimo. Ricordava di aver pianto, nel sentire queste parole dette dal suo papino. Però sapeva anche che lui aveva ragione. Doveva imparare a controllarsi, ma era solo una bambina di sei anni. Ci voleva tempo.
«Louis, il cuore di un uomo è più duro di una pietra, ricordi? Perché ci ostiniamo a voler essere accettati da questa gente? Noi non siamo come loro. Dovremmo stare lontani, accettare la nostra natura…»
«Rachel, amore mio, considera quanto tempo c’è voluto per, tutti noi, per ritornare alla normalità. E adesso tu vorresti gettare tutto dalla finestra solo perché la piccola ancora non riesce a controllarsi come si deve? È una bambina, accidenti! Prima o poi dovrà imparare. Devi starle più vicina, magari. Non possiamo abusare dell’aiuto di Wendy.»
“Già, Wendy. Da quando sta con noi ha cambiato completamente comportamento”, pensò la bambina. E in effetti aveva ragione. Chissà per quali dinamiche psicologiche, la convivenza aveva in qualche modo ammorbidito, per così dire, il suo carattere. Nei primi tempi della sua adozione, la sua prima reazione era stata la ribellione e aveva cercato più volte di scappare, ma poi aveva capito e accettato il suo nuovo stato. E col tempo aveva imparato quanto fosse bello avere una famiglia. Una famiglia che si occupa di te, ti nutre, ti protegge. Niente di tutto questo aveva fatto parte del suo passato, ma adesso le cose erano cambiate profondamente e non avrebbe mai più voluto tornare indietro alla sua vecchia vita.
Ogni tanto Louis o Rachel le chiedevano un piccolo aiuto, che lei dava loro volentieri. Ognuno di noi ha una qualità, una capacità peculiare e Wendy non faceva eccezione. Aveva imparato ad essere utile a quelle persone che le avevano dato ciò che non aveva mai avuto prima: amore.
“Sempre meglio un amore bizzarro che nessun amore”, pensò la piccola Ellie. Questa doveva averla sentita da qualcuno che ora non ricordava.
Era tardi, ma lei non aveva sonno. Salì comunque in camera sua per non dare un altro dispiacere ai genitori. Passò davanti alla camera da letto dei suoi e si soffermò ad osservare la vecchia foto del suo fratellino Gage che mamma ancora non aveva cuore di buttare via, nonostante le insistenze di papino.
“Quasi non me lo ricordo più”, si ritrovò a pensare con una malinconia che una bimba di sei anni non dovrebbe provare. Ma erano tante, le cose relative a Ellie, che poco avevano a che fare con la normale vita di una bimba della sua età. Gage era stato portato via da un brutto incidente e Louis aveva fatto di tutto per salvarlo, ma alla fine si era dovuto arrendere. Conosceva già Wendy, ma non si era ancora creato quel rapporto che in seguito sarebbe stato così soddisfacente per entrambi. E nemmeno per Ellie era stato possibile fare le cose così per bene come aveva imparato a fare in seguito.
Chiusa nella sua cameretta, la bimba teneva la finestra spalancata e le tende tirate di lato. Nonostante fosse piena estate, non temeva le punture delle zanzare. “Mi piacerebbe avere di nuovo un’altalena”, pensò guardando il grande giardino della loro bella villetta. “Stavolta farei attenzione a non cadere.”
                                                                                              §
«Un altro omicidio, stanotte», constatò Louis mentre scuoteva la testa sconsolato sulla prima pagina del giornale. Lo aveva raccolto, come tutti i giorni, dalla soglia di casa nel primo mattino. «Anche questo quartiere sta diventando pericoloso. Forse dovremo considerare davvero di spostarci.»
Lei sapeva perfettamente che il marito aveva ragione, ma sapeva anche quali cose lui voleva sentirsi dire.
«Amore mio, sai benissimo che cambierebbe poco e niente. Dobbiamo rassegnarci», disse lei, poggiando una mano sulla sua. «Non esistono posti sicuri al cento per cento.»
«Ha ragione, Rachel. Comunque pensiamoci su. Io vado al lavoro, ci vediamo stasera.»
La baciò sulla soglia di casa, avvertendo il solito pizzicorino tra le scapole. Succedeva sempre, era una sorta di reazione condizionata. Ormai non ci faceva più caso.
«Mammina, quando potrò tornare a scuola?»
«Non appena starai meglio. E non appena avrai imparato a non fare più quelle brutte cose.»
«Ma oggi posso invitare una mia amichetta per giocare?»
«Invita Julie o Madison, se vuoi.»
Il broncio stava iniziando a montare un poco alla volta sul bel visetto di Ellie. Sporse il labbro inferiore e aggrottò le sopracciglia.
«Uffa, con loro non mi diverto più. Hanno visto Wendy…»
«Lo sai che è successo per colpa tua. Devi scegliere se giocare con loro o restare da sola.»
«E va bene, allora invita Madison. Lei mi piace un po’ di più.»
«Brava, signorina. Almeno con lei non corriamo pericoli.»
                                                                                              §
Louis era tornato a casa nel primo pomeriggio. Rachel lo attendeva come sempre sulla soglia di casa, ma stavolta non era sorridente come al solito. E lui aveva capito immediatamente il perché.
«È successo ancora, vero?»
L’uomo si lasciò cadere pesantemente sulla poltrona accanto al finto focolare. Aveva l’aria stanca.
«Si. Per fortuna ho fatto in modo che giocasse con Madison», rispose la donna. Poi fissò lo sguardo negli occhi del marito e gli prese una mano tra le sue.
«Andiamo via, Louis. Cerchiamo una casa in campagna, lontano da tutti. »
Louis aveva sperato. Aveva davvero creduto che la vita potesse rimettersi in moto per la loro famiglia. Ma era chiaro, adesso, che l’intervento di Wendy nei suoi confronti aveva un limite insormontabile. E purtroppo non arrestava solo la crescita fisica, ma anche quella mentale, quindi Ellie non avrebbe mai imparato da sé, non sarebbe mai diventata consapevole e non avrebbe mai potuto controllare i suoi impulsi.
Nella stanza dei giochi, dalle finestre filtrava la luce del pomeriggio che lentamente virava verso i colori caldi del tramonto. Il cavalluccio di legno cigolava sotto il lieve peso del corpo di Madison, mentre ad ogni dondolio Ellie assestava una coltellata alla schiena dell’amichetta, ridendo ogni volta come una matta. Dalle ferite non usciva una goccia di sangue. I morti viventi non sanguinano.
In un angolo, lo spirito di Victor Pascow osservava la scena senza dire una parola. Nella stanza di fronte il Wendigo cominciava ad avere fame.
 
 
 
Nota dell’autore: Il tributo, di cui al titolo, è ovviamente a Zio Steve. I cultori del Re avranno capito tutto (spero, altrimenti significa che ho sbagliato io), mentre per gli altri probabilmente questo racconto risulterà oscuro e sconclusionato. Me ne scuso. Così come mi scuso per qualche piccola, grande licenza che mi sono preso nei confronti di una storia che ho immaginato svilupparsi anni dopo i fatti narrati in Pet Sematary.
   
 
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