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Autore: niebo    02/10/2015    2 recensioni
Questa è la storia di un mondo...
Questa è la storia di un viaggio...
Questa è la storia di un desiderio...
Questa è la storia di quattro risate....
Questa è la storia di anche più di quattro feels....
Tutti pronti... si parte!!!
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Shoujo-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Un passo a destra… due a sinistra… un giro su sé stessi e un calcio in aria..!!!

Questa è la mia mossa vincente.
Oh sì.
Sono un dio ahahahah..!!!
Non mi fermerà NESSUNO ora.
Or.. AH.
“Arrivo mam..!!” a sentire il suono improvviso del campanello, mi alzai per aprire…
…ma inciampai nel filo del mio joystick e ruzzolai a terra come un salame, mentre la console ebbe un atterraggio morbido sulle mie chiappe.
“Ahia che cacchio…” alzai la testa e vidi l’ombra minacciosa di mia madre che stava entrando nella mia stanza.
“Schizzettino di sperma della mammaaa!!!”
“MAMMA, TI PREGO SMETTILA, DI CHIAMARMI COSI’!!!” gridai ancora ingarbugliato nei fili.
Silenzio.
Due secondi dopo, quasi sputai un polmone al sentire qualcosa di estremamente pesante atterrare sulla mia schiena.
“E io ti ho detto di non chiamarmi mamma.
Ancora poco e il suo piede avrebbe raggiunto la mia colonna vertebrale.
“Coff..!! M..ma tu SEI mia ma….”
Sentii il peso aumentare. Ma cosa...
Mi voltai un poco e vidi che stava facendo equilibrismo sulla mia schiena, con una gamba che volteggiava libera in aria.
“Ok ok..!! COFF.. Madre mia signora padrona dell’universo..!!!!”
……
Un attimo dopo, con un balzo da finta ballerina, era ritornata con entrambi i piedi sul pavimento.
“Bravo il mio cucciolotto!” disse inginocchiandosi vicino a me e dandomi un bacino sulla fronte, dopo avermi alzato la frangia. “Ricordati di venire subito ad aprirmi la porta però la prossima voltaaa..!!”
Gridò mentre correva in cucina a sistemare la spesa, che aveva portato in casa poco prima.
Mmmh…
Ci misi un attimo a realizzare che mi trovavo ancora arrotolato tra i fili.
Poteva almeno aiutarmi quella..!!!
Strinsi i denti.

Rotola a destra… rotola a sinistra… giravolta su sé stess…

No, ok non avrebbe mai funzionato.

Sospirai e mi alzai in piedi un po’ barcollante, come avrebbe fatto qualsiasi persona normale.
Mi levai tutto di dosso e andai dalla madre signora padrona bla bla (tra di noi posso semplicemente chiamarla “mamma” vero..?) per vedere se avesse bisogno d’aiuto.
“Hai bisogno di una man…”
Non feci in tempo a finire la frase (e mi scuso perché probabilmente, da quando ho iniziato a raccontare, non ne ho ancora finita una) che si voltò verso di me in lacrime.
“No… Non dirmelo… Non ANCORA.”
Mamma fece segno di sì con la testa.
Mi spiattellai la mano sulla faccia con rassegnazione.
“Ho capito, HO CAPITO. Vado.”
Il suo viso si illuminò subito con un radioso sorriso.
“Grazie patatino!”
“Ngh… ti preferivo quando mi davi dello schizzo di sperma….”
Mugugnai incredulo delle mie stesse parole.
“A dopo allora!!”
Presi le chiavi e richiusi la porta dietro di me.
La solita recita…
Come se non sapessi che mamma fingeva sempre di dimenticarsi di prendere la frutta per far uscire più spesso me di casa….
So che lo faceva per il mio bene ma… da quando papà se n’era andato, attraversare quella porta per me era diventato sempre più difficile.

 

Camminare in mezzo alle folle cittadine non era mai stato il mio forte…
Caos, fretta, gente che ti squadra come se fossi un alieno… e stress.
TANTO stress.
Avevo cambiato punto di vista nel corso degli anni… una volta facevo parte di quella categoria di persone che voleva farsi notare, avere un qualcosa di diverso che potesse fungere da segnaletica in mezzo a tutto quel grigiore e a quella monotonia.
In quel periodo mi ero tinto i capelli di questo rosso fuoco. Ammetto che ora io mi ci senta un po’ a disagio, ma non mi dispiacciono troppo, anzi… ormai fanno parte della mia personalità eccentrica ed estremamente figa..!!
……ok, chi voglio prendere in giro?
Sono una persona piena di insicurezze, catapultata in un mondo che non comprendo e in una famiglia che mi ha lasciato a me stesso.
Beh…
Mamma cerca di prendersi cura di me come può… Mi rendo conto di quanto si sforzi di tenere quella maschera così esagerata per fa star bene me, e al contempo per non far ricadere quella…come dire… atmosfera lugubre in casa…
Papà…
Oh sì papà.
Lui semplicemente se n’era andato. Quando si era accorto che la situazione in casa si stava facendo difficile, e che con mamma era ormai alle strette, aveva deciso di partire per l’Amazzonia per riflettere sulla sua vita… o boh qualcosa del genere.
E beh… chi l’ha più visto poi.
In cuor mio spero sempre che sia stato impalato da qualche indigeno o che sia finito in un grosso pentolone come nei cartoni animati… lui, le palle che non ha mai avuto, e quella sua lingua conta balle di merda.
Continuo a ripetermi che non me ne frega più niente di lui… come a lui non è fregato più nulla di me e mamma… Ma sia io che lei, nonostante tutto, non riusciamo a distaccarci da quella testa di….
Eh insomma, io esco di casa ancora meno di prima, probabilmente temendo che spunti all’improvviso in mezzo a questa folla caotica e mi dica “Disegni ancora gli alberi tondi e le nuvole sorridenti, ragazzino?”
Gh….
Quell’uomo… se n’è pure andato lasciandomi la sua maledizione.
Il disegno.
Lui dipingeva in realtà… a me piace molto di più inchiostrare… però… quanta fatica, quanti pianti e quanti sacrifici dietro questa passione.
Se non fosse che non posso farne a meno ormai, potrei tenere anche in considerazione l’idea di smettere.
Grrrr… dannato vecchio nnnngh… rimbambito..!!!!

Il suono di un clacson mi riportò alla realtà.
Che cavolo, di nuovo..!!
Devo smetterla di pensarci.
Sai meglio che mi goda questa città… questa bellissima città.
Londra.
La amavo una volta, ma ora è diventata decisamente invivibile.
Quello che a voi parrà strano, ma che in cuor mio ho sempre saputo, è che l’evoluzione non fa solo passi avanti… ma anche indietro. Siamo tornati ad usare vecchi treni… ma i cui binari sono sospesi in aria per mancanza di spazio. Ci arrampichiamo sugli alberi come scimmie solo per trovare punti di raccordo satellitari o cavi per ricaricare i nostri aggeggi elettronici. Muoversi a piedi è ritornata un abitudine, in quanto non c’è più spazio per la circolazione di veicoli, che ormai non hanno più nulla con cui funzionare come una volta… e trasporti pubblici lenti, ahimè, non li vuole nessuno. Siamo ritornati a mangiare il cibo nato direttamente dalla terra, tanta frutta, tanta verdura… ma tutta geneticamente modificata per soddisfare le nostre esigenze… esigenze che ormai sono tornate ad essere pura e semplice sopravvivenza, nulla più.…
Insomma…. è tutto un enorme paradosso.

Tutto è decisamente un grande paradosso…

Argh di nuovo…!!!
Mi guardai attorno risvegliandomi dallo stato comatoso dei miei pensieri.
Mh… sì di qua.
Mi sembrava di aver percorso miglia e miglia, ma in realtà ero semplicemente arrivato al fruttivendolo sotto casa.
Riflettere tra sé e sé rende una traversata decisamente molto, molto più epica.
Entrai accompagnato dal suono di un campanellino.
“Salve…” bofonchiai sotto voce.
“Buon pomeriggio!” mi rispose il commesso dall’altra parte.
Un tipo davvero, davvero molto strano. E quando dico strano, intendo strano forte..!!!
Innanzitutto aveva sempre il sorriso stampato in faccia. Un sorriso rilassato… di quelli che ti farebbero sentire a tuo agio, se non fossero decisamente TROPPO inquietanti.
E così mi stava fissando proprio in quel momento.
D..dev’essere un monaco zen o cosa..?? Non è possibile essere perennemente in quello stato di Nirvana da film horror di serie B..!!
Ok no poi i suoi capelli… vogliamo parlare dei suoi capell..??
“Desidera?” mi disse sorridendo.
“E..eh sì!! Allora, due pesche uhmmm quattro arance, tre mele e un paio di banane….”
Allora i capelli sono una cosa troppo aliena cioè son lil..!!!
“E’ tutto?” chiese levando la borsa dalla bilancia.
“C..cos..?? Di già..?!” sussurrai tra me e me “Sì sì è tutto è tutto!! Dia qua..!!” presi il sacchetto, pagai e uscii stizzito dal locale.
“Arrivederci!” mi disse con la sua voce gentile.
Senza neanche voltarmi, perché sapevo il modo in cui mi stava guardando, risposi farfugliando un “a mai più” e me ne andai.
Tre… due… uno…
“HA I CAPELLI LILLA CAZZO..!!!” gridai in mezzo alla folla.
Come se il tempo si fosse frizzato per una manciata di secondi, la gente intorno a me si fermò a squadrarmi, manco fossi io quello strano.
Baaaaaaah…!!
Mi grattai un po’ la testa e ripresi il cammino verso casa.
In realtà da una parte… il fatto che quel commesso avesse i capelli di quel colore, un po’ mi faceva piacere… era pur sempre più strano di me!
…peccato che nessuno lo avrebbe mai saputo.
Insomma diciamocela il problema non è che fossero proprio quei capelli da cartone animato…. Ma aveva un’aria strana!! E sospetta..!! E anche inquiet..!!
Mentre ravanavo nel sacchetto per tirare fuori una banana, la mia mano urtò qualcosa.
Qualcosa  che non doveva essere lì dentro.
“Un’albicocca..? Di nuovo???”
Un’altra abitudine strana di quel tizio era quella di mettermi SEMPRE un’albicocca tra la spesa che facevo. E io non ne chiedevo mai!! Non mi piacciono le albicocche..!!
…a mamma sì, ma non è questo il punto.
Perché?
E vi starete chiedendo anche perché non andassi mai a reclamare… beh perché nello scontrino non era conteggiata! Quindi errore suo, pancia mia!
….o della mamma.
In ogni caso all’inizio pensavo fosse una svista… ma ogni santissima volta, l’errore si ripeteva.
Pensavo potessero essere avvelenate. Da un tipo come quello mi sarei aspettato di tutto!!
Ma le prime volte (e anche le successive) la mamma le aveva mangiate senza nessuna drammatica conseguenza.
Tzk…
Non lo so… non ho idea di cosa sia ma qualcosa in quel tipo non va.
Proprio n….
All’improvviso la vista di un anziano mi riportò alla realtà. Più o meno.. se così si poteva definire.
Ma cosa…
Stava infatti camminando con legati al grembo due palloncini, uno blu e uno rosso.
Quasi volesse prendere il volo.
“Questa sì che è bella….”
Passatomi vicino, continuai a fissarlo anche dopo che mi ebbe sorpassato di un paio di metri.
Mi ritrovai a camminare all’indietro ancora per qualche passo pur di godere il più possibile di quello spettacolo bizzarro.
Mentre non prestavo attenzione a dove stavo mettendo i piedi, però, pestai una cacca di cane fresca fresca.
“Aaaaaah che sfiga..!!”  imprecai.
Appoggiai un attimo la borsa ai miei piedi e scrutai la suola della mia scarpa.
Il verdetto: COLPEVOLE.
….di aver pestato una cacca che lì non doveva stare.
In mezzo al marciapiede poi..!!
“Ma quando cazzo impareranno i padroni a non far cagare i loro cani in mezzo alle palle??? O comunque a liberarsene..!!”
Iniziai a strisciare il piede per terra, neanche stessi facendo un’imitazione decisamente scadente del moonwalk di Michael Jackson.
Mmh.. può andare…
Raccolsi il sacchetto e ripresi a camminare ma…
SPLAT.
……
E’ uno scherzo, vero…?
“N..non posso averne pestata un’altra..!!!!” gridai ai quattro venti.
Ma, dopo aver abbassato lo sguardo, potei  constatare con grande rammarico che fosse proprio così.
“Nnnnnnh..!!” strinsi i denti per evitare sonore bestemmie “Come cavolo è possib..???”
Alzai lo sguardo allargando le braccia, e ciò che vidi mi lasciò letteralmente a bocca aperta.
La strada era piena, anzi, stracolma di altre cacche sparse per la strada.
“M…ma non è possibile… neanche una mandria di bufali riuscirebbe a riempire così tutta la….”
……..
Meglio che io ritorni sui mie passi e cambi vi….
….AH.
Non feci in tempo a voltarmi che sbattei la testa contro un palo.
(Abbiamo poca sfiga oggi, eh?)
Ma un attimo prima non c’era, ne sono sicuro, cacchio..!!
Se sono venuto da lì non potevo avere un palo alle spalle!! M..mi credete, no?!
Fatto sta che, dopo quella botta, persi i sensi.
Mi sentii cadere vuoto e leggero,  ed ebbi come la sensazione che il mio corpo stesse attraversando il cemento sotto di me.

Non ho la minima di idea di quali fossero state le dinamiche successive alla caduta… fatto sta che, a darmi un caloroso benvenuto all’Altro Mondo, c’erano quelli che, probabilmente, erano gli occhi di Satana in persona.

  
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