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Autore: BebaTaylor    03/10/2015    0 recensioni
Lauren ha perso il fidanzato Sean poco prima di Natale ed è distrutta ma ha Jason — migliore amico di entrambi — che fa di tutto per farla sorridere, che però non è felice del fatto che Lauren abbia riallacciato i rapporti con Dean, il nipote della vicina di casa. E Lauren si troverà a scegliere: Jason e il suo amore, la sua dolcezza, la sua reverenza o Dean e la passione bruciante che prova per lui?
Genere: Drammatico, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Contesto generale/vago
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Burn

It doesn't take much to learn
when the bridges that you burn
It doesn't take much to cry
when you're living in a lie
And deceiving that someone who cares
If I could turn back the time
I would put you first in my life
[Don't say is too late — Westlife —]


9.



Lauren aprì gli occhi e sorrise, felice, ignorò Duchessa che le passeggiava sulla pancia e sospirò.
Lei amava Dean e Dean amava lei, cosa poteva chiedere di più?
La porta di camera sua si aprì del tutto, «Tesoro?» chiamò sua madre, «C'è Jason.»
Lauren sbuffò, scostò la gatta che miagolò, «Digli che arrivo subito.» esclamò sedendosi, domandandosi cosa ci facesse Jason a casa sua alle nove di domenica mattina e cosa volesse.
Cinque minuti dopo era in salotto.
«Lauren!» esclamò Jason, «Come stai?»
«Bene.» sorrise, «Cosa vuoi?» chiese, «Perché se inizi con la solita storia giuro che ti prendo a cazzotti.»
Jason sospirò, «Parlare.» mormorò in risposta, «Facciamo colazione insieme?»
Lei lo fissò, indecisa su cosa fare. Poteva dirgli di no, mandare un SMS a Dean e uscire con lui. Sospirò, passandosi una mano sul viso con un gesto che mostrava tutta la sua stanchezza. «Okay.» disse, sapendo che se avesse detto di no Jason avrebbe iniziato a farle un mucchio di domande e, in ogni caso, non voleva trattare certi argomenti con sua madre nella stanza accanto. «Dammi dieci minuti che mi vesto.» aggiunse, «Stai qui e aspettami.» disse e tornò in camera sua, pensando al modo ideale di dare la notizia a Jason. Si rese conto che non c'era un modo “giusto” per informalo, perché Jason avrebbe reagito male in ogni caso, sia che glielo avesse detto facendo giri di parole, sia se fosse stata sincera.
Sospirò mentre si pettinava, dicendosi che doveva essere sincera, che poi sarebbe tornata a casa e avrebbe chiamato Dean. A quel pensiero sorrise, felice.

«Perché?»
Lauren fissò Jason, poi la sua tazza di cappuccino, fissando il fiore creato con il topping al cioccolato. «Perché sì, Jason.» disse. «Non c'è una ragione precisa che posso darti, se non che lui mi piace.»
«Ma... perché lui? Perché non un altro? Perché non io?» chiese lui, sporgendosi verso di lei e stringendole il polso destro.
Lauren lo fissò, sorpresa da quel “Perché non io?”, «Perché mi piace Dean, ecco il perché.» rispose e spostò il braccio, afferrò la bustina di zucchero bianco e l'agitò, per poi posarla sul tavolo, accanto alla tazza.
«Ma ci deve essere una ragione perché preferisci lui a me!» esclamò Jason.
Lauren lo ignorò e prese la schiuma di latte, rompendo uno dei petali del fiore.
«Lauren! Rispondimi!» esclamò Jason, ma Lauren continuò ad ignorarlo, finendo per mangiare tutta la schiuma. Solo allora versò lo zucchero. «Lauren!»
Lei girò il cucchiaio nel liquido caldo e fissò Jason, «Perché tu sei un rompiscatole paranoico.» rispose, «Perché tu vuoi che faccia solo quello che vuoi tu, di quello che voglio io alla fine non te ne frega nulla.» sibilò.
«Ma io ci tengo a te, Lau, per questo faccio così!» disse Jason.
Lauren sorseggiò il cappuccino, «Non è il modo giusto per dimostrarmelo.» disse, «Io sarei felice per te se tu frequentassi una ragazza, non ti starei addosso come un avvoltoio!» aggiunse.
«Io non ti sto addosso!» replicò lui, «Io mi preoccupo, sono due cose diverse!» disse.
«Tu non ti preoccupi.» disse Lauren, «Tu vuoi che faccia quello che vuoi te, che esca con chi vuoi tu...»
«Io mi preoccupo!» esclamò Jason, «Io non voglio che tu esca con Dean!»
Lauren lo fissò, pensando che fosse il momento giusto per “sganciare la bomba”, «Io e lui stiamo insieme.» disse.
Jason sgranò gli occhi. «Tu... tu...» balbettò, «Io non voglio!» disse, «Lui... come fai...» borbottò, «Io non voglio! È solo un coglione che vuole portarti a letto.»
Lauren finì il cappuccino, prese delle monete dalla borsa e le contò, per poi posarle sul tavolino, fermò una cameriera e le chiese se poteva portarle un sacchetto in cui mettere la brioche - non l'aveva neppure toccata - «Non parlare di Dean in questo modo.» disse e prese un tovagliolo di carta.
«Io parlo così di lui!» replicò Jason, «Io non lo conosco!» esclamò, alzando la voce e beccandosi un'occhiataccia dalla cameriera che aveva portato il sacchetto a Lauren. «È un coglione!»
Lauren avvolse la brioche in un paio di tovaglioli prima di infilarla nel sacchetto, spinse le monete verso Jason e si alzò in piedi. «Non farti più sentire, almeno che tu non voglia chiedere scusa.» disse, prese la sua borsa e uscì dal bar, delusa dal comportamento di Jason. Voleva che lui fosse felice per lei, che si congratulasse, che capisse il suo bisogno di amare e di essere amata di nuovo.
Sean era morto e non poteva morire anche lei. Non poteva rinunciare alla sua vita solo per far contento Jason.
Era quasi arrivata all'angolo della strada quando si sentì chiamare. «Ciao Stuart.» disse.
«Che faccia incazzata!» sorrise lui, «Cos'è successo?»
Lauren sospirò. «Io e Dean stiamo insieme.» rispose.
«Sono contento per te.» disse stuart e Lauren capì che era sincero e ciò la fece sorridere, «E fammi indovinare: lo hai detto a Jason e lui non è contento.»
Lei annuì. «Sì, e così.» confermò «E non so se picchiarlo o cosa.»
Stuart annuì e le diede una leggera pacca sulle spalle, «Oh, ti capisco.» disse, «Certe volte mi viene voglia di dargli un cazzotto sul naso.»
Lauren sospirò e si guardò attorno, sperando di non vedere Jason - anche se il parcheggio era dalla porta opposta, era sicura che lui l'avrebbe cercata per mari e monti -, «Quello che mi dà più fastidio è che continua ad insultare Dean anche se non lo conosce.» disse.
Stuart la fissò, «È un'idiota.» disse, «Vuoi un passaggio?»
Lauren scrollò le spalle, «Se non è un disturbo.» disse.
Stuart le sorrise e le mise una mano sulla schiena, «Nessun disturbo.» assicurò, «E comunque l'autobus passa fra tre quarti d'ora.»
Lauren sorrise, «Va bene.» disse e lo seguì, l'auto dell'amico era posteggiata - in doppia fila - poco distante.

***

Jason fissò Lauren salire in auto con stuart e si sentì male. Dolore che si aggiungeva a dolore. A Lauren - la sua Lauren - piaceva Dean e, cosa ancora più terrificante, stavano insieme.
Ed ora Lauren era salita in auto con stuart. Di lui si fidava, anche se ultimamente non sapeva se considerarlo un amico oppure no, perché non lo capiva, perché non diceva nulla sulle bugie di Lauren, perché non ci trovava nulla di strano in Dean.
Jason sospirò e si voltò, dirigendosi verso la sua auto, deciso a tornare da Lauren e parlarle per farle cambiare idea.

«È andata via?» ansimò venti minuti dopo.
«Sì.» disse la madre di Lauren, «Suo padre l'ha chiamata e lei è andata da lui.» ripeté.
«Ma... perché?» pigolò Jason stringendo con forza le sbarre del cancello, «Perché?» mormorò sentendosi schiacciato da tutte quelle cose e l'espressione quasi infastidita della madre della sua migliore amica non semplificava le cose.
«Perché le andava.» rispose la donna e guardò Duchessa giocare con una foglia secca.
«Ma io... dove sono andati? Io devo parlare con lei!» esclamò.
«Via.» sospirò la donna e Jason capì che non era contenta e che si stava arrabbiando, «Non te lo dico perché Lauren mi ha detto di non farlo e io rispetto i suoi desideri.» aggiunse e si voltò per tornare dentro casa.
«Ma non ti dà fastidio che stia con Dean?» esclamò lui, «Lui... e poi Sean...»
«Non mi dà fastidio.» rispose la donna, «Dovrebbe?» chiese, «Dean è un bravo ragazzo.» aggiunse, «Ciao.» disse ed entrò in casa.
Jason sospirò e abbassò la testa, sentendo che sarebbe potuto scoppiare in lacrime da un momento all'altro. Avrebbe voluto raggomitolarsi lì, davanti al cancello, e piangere fino a prosciugarsi. Invece trascinò i piedi fino all'auto, salì e partì, diretto a casa, dove c'era l'unica persona che lo capiva. Era sicuro che sua madre sarebbe stata d'accordo con lui e che lo avrebbe consolato.

***

«Che cosa diavolo hai fatto?»
Jason alzò lo sguardo dal suo doppio cheesburger e fissò Stuart, che lo guardava con il viso stravolto dalla collera. «Io?» pigolò, «Niente.»
«Niente?» urlò l'altro, «Ti pare nulla?»
«Che succede?» chiese Deacon e afferrò un pomodoro che era scivolato nella scatolina di cartone.
«Lauren si è messa con Dean.» rispose Stuart.
«Oh, mi fa piacere.» commentò Deacon e Jason lo fissò, con la voglia di infilargli il panino in gola.
«E a Jason la cosa fa incazzare.» riprese a parlare l'altro sedendosi al suo posto. «È andato dalla sua cara mammina a lamentarsi e Emma, che non si fa i cazzi suoi nemmeno se la paghi, è andata dalla madre di Lauren, dicendole di tutti i colori.» continuò, «Quando lei le ha detto che deve farsi i cazzi suoi, Emma le ha dato una sberla.»
Jason abbassò lo sguardo, ricordando quello che era successo nemmeno un'ora prima.
«Ma è da... pazzi.» squittì Roxane, «Cazzo, Jason, ogni tanto sembri veramente deficiente!» 
Lui la guardò, «Io la amo.» disse, «E non capisco perché stia con lui e non con me.» continuò, fissando quello che era rimasto del suo panino e sentendo lo stomaco che si chiudeva. «Perché lui?» pigolò, «Noi siamo migliori amici, dovrebbe preferire me a quel cretino che conosce appena.»
Roxane sbuffò e bevve un sorso di Coca-Cola, «Primo: tu non le hai mai detto che la ami, quindi lei non lo sa.» disse, «Secondo...» bevve ancora, «Lei e Dean si conoscono da bambini, quindi non è che lo conosce appena.» continuò, «Terzo: se lo offendi è logico che lei non ti voglia vedere.»
«Dovresti essere felice per lei, idiota.» disse Stuart, «Noi siamo felici se lei lo è, quindi dovresti esserlo anche tu.» aggiunse, «O almeno... fai finta di esserlo.»
Jason continuò a tenere la testa bassa, «Voi non capite.» sussurrò, «Non capite.» ripeté alzando il viso e ingoiando il groppo in gola, «Io ho promesso a Sean di proteggerla.» disse e rimase bloccato per qualche secondo quando Samanta lo schiaffeggiò.
«Vuoi smetterla di tirare fuori 'sta storia?» ringhiò la giovane. «Smettila!» esclamò, «E non fare tanto l'amico che ha fatto una promessa al proprio migliore amico in punto di morte, perché lo sappiamo tutti che se ci fosse stata l'occasione buona ti saresti portato a letto Lauren fregandotene dell'amicizia di Sean.»
Jason la guardò, dicendosi che aveva ragione. «Io la amo.» ripeté.
«Tu sei idiota.» sbottò Deacon. «E anche tua madre.» disse, «La mamma di Lauren dovrebbe denunciarla.»
Jason rimase in silenzio, pensando che nessuno lo capiva sul serio.

***

Ormai era quasi fine Novembre e Jason non sentiva o vedeva Lauren da quando lei si era messa insieme a Dean. Ovvero un mese e mezzo. Sei lunghe settimane che lo avevano svuotato, privato di tutte le energie. Se chiamava Lauren lei deviava la chiamata, se la chiamava nascondendo il numero telefonico lei riattaccava appena sentiva la sua voce. Se le mandava messaggi non riceveva risposta, se andava fuori dal lavoro lei lo ignorava, passandogli davanti senza degnarlo del minimo sguardo.
Solo una volta era riuscito a parlarle, ma Lauren gli aveva detto che, o accettava la cosa e smetteva di parlare male di Dean oppure poteva andare a quel paese.
E lui si sentiva vuoto, triste, sconsolato e... sempre più innamorato.
Guardò Dean uscire dal lavoro e scese dall'auto. «Devi lasciarla.» esclamò fissandolo, «Non la meriti.»
L'altro sospirò, «Senti, piantala.» disse, «Ringrazia il Cielo che non abbia detto nulla a Lauren di queste tue stupide visite.» aggiunse.
Jason strinse i pugni, «Tu non la meriti.» ringhiò, «Ti sei messo in mezzo, brutto idiota.» sputò, «Devi lasciare stare Lauren!»
Dean sospirò, abbassò il viso e lo guardò. «Devi smetterla.» disse, «Smetterla di importunare Lauren, smetterla di mandare tua madre dai genitori di Lauren, smetterla di venire qui e rompermi i coglioni.» aggiunse e lo oltrepassò, dirigendosi verso la sua auto.
Jason lo fissò ed emise un lungo sospiro, poi entrò nella sua auto e partì.

***

Dean guardò Lauren, indeciso se dirle quello che faceva Jason oppure se tacere. La fissò mentre si provava una sciarpa viola scuro, «Ti sta bene.» le sorrise.
Lauren lo guardò e sorrise anche lei, «Allora la prendo.» esclamò, allegra.
Lui la fissò, sorridendo e la seguì alla cassa. Mentre aspettava gettò uno sguardo alla vetrina del negozio del centro commerciale, scoprendo che Jason li stava fissando.
Lo guardò, per un paio di secondi, distolse lo sguardo, puntandolo su Lauren che stava pagando. I due uscirono e Lauren sobbalzò quando vide Jason e Dean si affrettò a stringerle la mano che non stringeva i manici del sacchetto.
«Lauren...» pigolò Jason, «Per favore...»
Lauren lo osservò poi si girò verso Dean, «Andiamo?» disse, «Ho voglia di una cioccolata calda.» sorrise.
Dean annuì e le strinse ancora più forte le mano.
Un quarto d'ora dopo una giovane cameriera dai capelli neri portò loro due cioccolate calde, quella di Lauren aveva anche la panna montata.
«Stai bene?» domandò Dean.
Lauren annuì e afferrò il cucchiaino. «Sì.» rispose e sorrise, «Non preoccuparti.»
Dean annuì e girò il cucchiaino nella cioccolata, «Se sei stanca e vuoi andare a casa dimmelo pure.» disse.
«Non sono stanca.» sorrise lei, «E comunque devo ancora prendere il cibo per Duchessa.» ricordò.
Dean annuì, «Me ne ero dimenticato.»
Lauren infilò in bocca il cucchiaino con un ciuffo di panna, «Non preoccuparti.» disse, «È tutto okay.» sorrise, «È un luogo pubblico, anche lui può venirci.»
Dean rimase sorpreso non aspettandosi che Lauren capisse il perché lui le avesse fatto quella domanda. Sorrise e le prese la mano, «Ti amo.» disse.
Anche lei sorrise, «Ti amo.» soffiò con le labbra sporche di panna e cioccolato. Dean si trattenne dal baciarla perché erano in pubblico e perché aveva visto Jason a un paio di metri di distanza. Sospirò e continuò a mangiare la sua cioccolata, dicendosi che non sarebbe successo nulla, che Jason si limitava solo a guardarli e che era lui a sembrare “matto”.
Così continuò a bere la cioccolata e a sorridere a Lauren, dicendosi che era tutto perfetto. Che nulla avrebbe potuto rompere quella felicità che lo avvolgeva da quando aveva ripreso i contatti con Lauren.
Mentre passeggiavano verso l'ingresso del supermercato Dean si domandò cosa potesse regalare a Lauren per Natale.
«A che pensi?»
Dean sorrise alla ragazza, «A cosa regalarti.» ammise, «Sono indeciso.»
Lauren sorrise, «Ah, sono sicura che qualsiasi cosa sceglierai sarà perfetta!»
Dean si fermò e anche Lauren fece lo stesso, sorrise, si chinò e le baciò le labbra, ignaro di Jason che era dietro di loro e li stava fissando.

***

Jason sobbalzò quando vide Lauren alla cassa del supermercato. Erano almeno dieci che non la vedeva, che non le parlava e le mancava da impazzire. Trattenne il respiro quando si mise in fila dietro di lei e chiuse gli occhi per un istante.
«Lauren.» mormorò.
Lei si girò e lo guardò per qualche secondo, «Ciao.» disse. 
Jason sorrise, «Come stai?» chiese.
«Bene.» rispose lei e si voltò, Jason deglutì e le sfiorò una spalla, «Che c'è?» chiese brusca.
Jason la fissò, chiedendosi dove fosse finita la sua migliore amica, perché fosse cambiata così tanto. «Io... io volevo solo sapere se...» balbettò sentendosi stupido.
«Vuoi sapere cosa?» domandò lei e si girò, avanzò di qualche passo e sospirò.
«Se ti va di andare a bere un caffè.» pigolò Jason, «Lauren... scusa.» mormorò, «TI prego scusami.»
Lei lo guardò e sospirò, «Jason... dovrei crederti?» disse, «Continui a chiedere scusa, a dire che non lo farai più ma continui a fare gli stessi stupidi errori.» esclamò.
Jason deglutì e strinse al petto il sacchetto con dentro i limoni. «Mi dispiace, Lau.» soffiò, «Posso spiegarti tutto.» aggiunse fissandola negli occhi, «Un caffè, ti prego.» la implorò, fregandosene di cosa potessero pensare gli altri.
Lauren ispirò e fissò Jason, «Va bene.» acconsentì, «Ma alla prima parola sbagliata alzo i tacchi e me ne vado, okay?»
Jason sorrise e annuì, felice.

«Mi dispiace essermi arrabbiato quella domenica.» esordì Jason dopo che ebbero ordinato. «Io ero... sorpreso.» disse, «È solo che mi preoccupo, lo sai.» continuò.
«Ma questo non ti dà il diritto di offendere Dean.» replicò lei e Jason si stupì del suo tono acido, «Tu non lo conosci.»
Jason si morse la lingua per non dire che lui non avrebbe mai voluto conoscerlo, «Lo so.» disse, «E mi dispiace tanto... è solo che io... tu sei troppo importante per me.» sorrise e le prese la mano, sfiorandone il dorso con due dita. «Tu sei tanto importate per me, Lau.»
«E allora perché non sei felice per me?» domandò lei, «Io sarei felice se tu t innamorassi di una ragazza.» disse, «Non mi metterei a fare la gelosona isterica e mestruata.» continuò, «Lo farei solo se mi ignorassi.» sospirò e scostò la mano. Jason continuò a fissarla senza spostare la sua, lasciandola sopra al tavolino tondo, «Ma io non ti ignoro.» riprese a parlare Lauren, «Io non lo faccio. Tu sei il mio migliore amico e io ti vorrò sempre bene e continuerò ad uscire con te...» disse, «Ma se tu fai il coglione tutto questo cambierà per forza, perché vorrei che il mio migliore amico rispettasse il ragazzo che amo.»
Jason deglutì e la guardò sentendosi triste. Spostò il braccio solo perché la cameriera era tornata con i loro caffè. «Io... io...» sospirò, «Mi dispiace.» disse, «Non riesco proprio a farmi piacere Dean, scusa.»
«Perché?» chiese Lauren, «Perché? Perché non gli dai una possibilità?» domandò e versò lo zucchero nel caffè, «Te l'ho presentato, ti ho dato la possibilità di conoscerlo ma tu hai sempre fatto il cocciuto, rifiutandoti di parlare con lui.»
Jason sospirò e annuì, sapendo che aveva ragione. Ma una parte di lui continuava a urlargli che Dean l'avrebbe fatta soffrire, «Mi dispiace.» ripeté, «Mi dispiace sul serio.» disse, «Cercherò di conoscerlo.» aggiunse e versò dello zucchero nel suo caffè.
Lauren sorseggiò il suo e posò la tazza sul piattino, «Bugiardo.» esclamò, «Menti sapendo di mentire.»
Jason abbassò la testa, sentendosi in parte colpevole. «Scusa.» mormorò, «Non riesco a farmelo piacere.» disse, «Ho il terrore che ti faccia soffrire.» sospirò, «Credo che non sia adatto a te.» esclamò guardando gli occhi azzurri dell'amica e sperando che lei capisse.
«E chi sarebbe adatto a me?» domandò lei e sorseggiò il caffè.
Jason fece un profondo respiro, «Io.» rispose. «Io.» ripeté.
«Tu?» domandò lei, «Jason, sei il mio migliore amico!» gli ricordò e lui si sentì male. «Non potrei mai stare con il mio migliore amico, lo sai.» disse.
«Perché?» chiese lui, «Cos'ha quello più di me?» domandò, «Posso renderti felice anche io.» disse, «Più di lui. Ti conosco come le mie tasche, so cosa ti piace e cosa ti fa schifo, mi basta un'occhiata per sapere se sei felice o triste...»
Lauren finì il caffè e posò la tazza sul piattino, «Jason, ti senti?» sospirò, «Anche Dean mi conosce e mi rende felice.» disse, «E poi ultimamente sembra che non mi conosci per nulla.» esclamò, «Altrimenti ti renderesti conto che io sono felice con Dean.» disse, «Io lo amo e lui ama me.»
«Lui è uno stupido!» esclamò Jason, «Lauren, come fai a non capirlo? Lui vuole una sostituta per le sua ex! Di te non gli importa nulla! È solo uno stronzo!» gridò e spalancò la bocca quando Lauren si alzò, recuperò la sua borsa e sospirò.
«Sei uno stupido.» sibilò, «E io che pensavo che potevamo sistemare le cose... sono stupida solo ad averlo pensato.» disse e Jason notò dell'amarezza nella sua voce. La guardò uscire dal locale, così si affrettò a finire il suo caffè, pagò e la raggiunse un attimo prima che salisse in auto.
«Lauren, ti prego, ascoltami!» esclamò.
«Dovrei ascoltarti? Sentire che lo insulti, dopo averci scambiato solo due parole?» chiese lei, restando appoggiata alla sua auto, «No, grazie.» disse, «Preferisco sentire Duchessa che miagola e che mi sale sulla pancia perché vuole le coccole.» 
«Ma Lauren...»pigolò Jason e sentì che sarebbe scoppiato a piangere da un momento all'altro. «Io lo faccio per te, perché non voglio che tu stia male!» gridò.
«Ma tu mi fai star male!» replicò lei. «Cerca di capirlo!»
Jason chiuse gli occhi e sospirò, «Perché non lo vuoi capire?» mormorò, «Perché non capisci che ti amo? Io ti amo, Lauren!»
Lei lo guardò, spalancò la bocca, rimanendo per un'istante ferma e immobile, poi si riscosse, spintonò Jason, salì in auto, chiuse la portiera e partì.
Jason fissò l'auto allontanarsi e si asciugò le lacrime, dicendosi che non doveva andare così, che Lauren doveva rispondergli che lo amava anche lei e che avrebbe lasciato Dean. Invece era fuggita.
Doveva trovarla e spiegarle tutto quanto.

***

Lauren sistemò in fretta la spesa e si chiese come fosse possibile, come potesse essere accaduta una cosa del genere. Come non si era accorta che Jason era innamorato di lei?
Adesso era tutto così evidente... le gelosie, le scenate isteriche, le mille chiamate, il non volere che andasse in vacanza con Dean...
Lauren chiuse lo sportello del frigorifero e si diede della stupida. Era tutto così ovvio! Si domandò se anche gli altri lo sapessero e si disse di sì, che Deacon e gli altri lo sapevano.
Quasi urlò quando il telefono squillò, inspirò a fondo e andò nel salotto, afferrò il cordless, «Sì?» disse.
«Ehi, Lauren!»
«Dean.» mormorò lei e si sedette sul divano, «Ciao.» soffiò, sentendosi meglio, «Come stai?» chiese.
«Bene.» rispose lui, «Tu?»
«Jason è innamorato di me.» disse, «Lo sapevi?» chiese.
Dean sospirò, «Sì.» ammise, «Non te l'ho detto perché non era compito mio.» disse, «Te lo ha detto lui?» domandò, «Che gli hai risposto?»
«Sei geloso?» domandò lei e sospirò. «Sì, me lo ha detto prima. CI siamo incontrati al supermercato e mi ha supplicato di andare a prendere un caffè.» spiegò, «Per un po' è andato tutto bene, poi lui ti ha insultato, così abbiamo litigato e lui lo ha praticamente urlato mentre eravamo nel parcheggio...» continuò, «Mi sento così stupida...» sospirò.
«Perché?» chiese Dean, «Lauren, non è colpa tua.» disse, «Non sentirti responsabile.»
«Avrei dovuto accorgermene.» sospirò lei, «Sono la sua migliore amica e non mi sono accorta di nulla...» gemette sentendosi stupida. «Io gli parlavo di te... adesso capisco tante cose.» pigolò.
«Non preoccuparti.» disse lui, «Come ti senti?»
«Stupida.» rispose lei e si allungò per accarezzare Duchessa che dormiva tranquilla.
«Non sei stupida.» disse lui con dolcezza, «Lauren, rilassati, lascia passare qualche giorno e parlane di nuovo con lui.»
Lei sospirò, «Non sembra facile.» mormorò.
«Non ho detto che lo è.» disse Dean, «Vuoi che venga lì?»
«Sì.» rispose Lauren, «Mamma è via con Drew e c siamo solo io e Duchessa.» disse.
«Porto la pizza?» propose Dean, magari posso portare qualcosa di dolce...»
Lauren sorrise, «Sì.» esclamò, «Ottima idea.» disse.
«Per le sette e mezzo?» disse Dean.
«Perfetto.» esclamò lei, «Ci vediamo dopo!» aggiunse.
«A dopo!»
Lauren schiacciò il tasto verde e gettò il cordless sul divano con un sospiro. Si disse che sarebbe andato tutto bene, che non ci sarebbero stati problemi. Fece un'altra carezza a Duchessa poi si alzò, dicendosi che aveva il tempo per farsi una doccia veloce.

***

Jason fissò la macchina di Dean posteggiata davanti alla casa di Lauren ed emise un sospiro che suonò come un singhiozzo trattenuto. Fissò le lucine colorate che decoravano il balcone della sala da pranzo e si disse che quel Natele sarebbe stato il più brutto della sua vita, perché lo avrebbe passato lontano da Lauren. In quei mesi, dalla morte di Sean, ci aveva sperato sul serio. Aveva sperato che Lauren si innamorasse di lui e si aveva già immaginato il loro primo Natale come coppia, non come amici. Invece... invece l'aveva persa. E la colpa era tutta di quello stupido di Dean.
Ripartì velocemente — anche perché stava arrivando un'altra auto — dicendosi che doveva fare qualcosa, perché lui voleva Lauren, la desiderava disperatamente e doveva farle capire che Dean non era la persona giusta per lei.

***

Jason spalancò gli occhi quando vide Lauren entrare nel bar. Le sorrise, felice. «Sono felice che tu sia qui.»
Lauren si sedette, «Ciao.» disse.
Jason cercò di prenderle la mano ma rimase deluso quando Lauren lo scostò. «Di cosa volevi parlarmi?» domandò.
Lauren sospirò e ordinò un Irish Coffe, ignorando l'occhiataccia della cameriera — erano appena le cinque del pomeriggio — «Di quello che mi hai detto l'altro giorno.» disse.
Jason sorrise di più, fiducioso che Lauren avesse finalmente capito, «Ne sono felice.» disse.
Lauren sospirò, «Ci ho pensato molto.» disse, «Il punto è che tu sei il mio migliore amico.» esclamò, «O almeno lo eri fino a poco fa.» disse, «Io ti... ti ho sempre voluto bene, ma non...»
«Ma non?» pigolò Jason terrorizzato da quello che Lauren poteva dirgli.
Lauren ringraziò la cameriera e prese un ciuffo di panna, rimanendo per qualche secondo — e a Jason quegli istanti parvero eterni — in silenzio.
«Io non ti amo.» disse lei, «Mi dispiace, Jason, ma tu meriti una ragazza che ti ami.» continuò, «E non sono io quella ragazza.»
Jason spalancò gli occhi, «Ma Lauren..» pigolò e la fissò bere, «Perché?» domandò, «Perché non vuoi provarci?» chiese, «Potrebbe funzionare.» disse, «Anzi, sono sicuro che funzionerà.» mormorò e cercò, di nuovo, di prendere la mano di Lauren.
La ragazza sospirò e strinse il bicchiere, «No, Jason.» disse, «Non funzionerà perché non funziona un rapporto se solo uno dei sue è innamorato.» esclamò e sorrise con dolcezza, «Mi dispiace.»
Jason spalancò la bocca, «Ma... Lauren..» pigolò, non sapendo più cosa dire. «È perché c'è Dean, vero?» esclamò, «Se non ci fosse lui le cose sarebbero diverse.» disse.
Lauren sorseggiò l'Irish Coffe e sospirò, «No.» disse, «Sarebbero uguali.» sospirò, «Io non sono innamorata di te.» mormorò, «Mi dispiace.»
Jason fissò quel che rimaneva del suo cappuccino ormai freddo e lo finì in un sorso. «Non puoi dirlo.» mormorò, «Non puoi dirlo.»
Lauren sospirò, «Jason...» disse, «Non fare così.»
«E come dovrei fare?» esclamò lui, «Io sono anni che ci spero, che spero sul serio che tu ti accorga di me... e poi, quando potrebbe esserci l'occasione giusta... appare quello e tutti i miei sogni vanno a puttane.»
Lauren inspirò a fondo e prese un altro sorso. «Non è colpa mia.» disse, «Non ho scelto io di chi innamorarmi, è successo è basta.» sospirò, «E non chiamare Dean in quel modo, per favore.» lo pregò, «Aspetta... anni? Occasione giusta?» chiese, «L'occasione giusta era la morte di Sean?»
Jason si morse la lingua, dicendosi di essere stato stupido, «Io non intendevo quello!» si giustificò, «Io...»
«Tu intendevi proprio quello.» esclamò Lauren, roteò il bicchiere fissando il liquido scuro e sospirò, «Tu volevi dire che la tua occasione giusta era la morte di Sean.» disse, «Sean, il tuo migliore amico, l'uomo che avrei dovuto sposare...» ringhiò, «Altro che promessa!» esclamò, finì in un sorso il contenuto del bicchiere e sbuffò, «Tu hai travisato la promessa, rigirandola come ti faceva più comodo.»
«No!» esclamò Jason, «Lauren, io ti amo e so che nessuno ti ama come me, neppure quello.»
Lauren sospirò, «Si chiama Dean.» sibilò. «Io lo amo e lui ama me.» disse, «Io non ti amo.»
«La colpa è di quel coglione!» gridò Jason, «TI ha portato via da me.» piagnucolò.
Lauren si alzò in piedi. «Io me ne vado.» disse, «Non farti più sentire.» aggiunse, «Offri tu.» esclamò prima di uscire dal locale.
Jason sospirò e si accorse che gli altri avventori lo stavano guardando ma a lui non importava. Lauren se ne era andata, di nuovo e lui non sapeva cosa fare.

***

«Non vorrai mica regalarlo a Lauren, vero?»
Jason sperò di non essere arrossito, «Ehm... cosa?» domandò fissando Stuart.
«Lo sai benissimo di cosa parlo.» disse l'altro, «Oro bianco, smeraldo, una roba a forma di cerchio... l'anello che hai appena comprato, idiota!»
«È un anello.» si giustificò lui, «Un normale regalo!»
«Un anello non è un normale regalo.» sospirò Roxane. «Un anello è una promessa.» disse.
«È solo un regalo!» ripeté Jason.
«Un regalo che Lauren ti farà ingoiare.» disse Stuart. «Dai, dopo che hai rotto lo specchietto della macchina di Dean, Lauren non è in vena di accettare regali da parte tua.»
«È stato un'incidente!» squittì Jason, «Non l'ho fatto apposta.»
Samanta alzò le sopracciglia, «Certo, come no.» commentò, «Per caso avevi in mano l'ombrello e, sempre per caso, lo hai fatto scontrare con lo specchietto.»
«È stato un'incidente!» ripeté Jason.
«Come vuoi.» sospirò Samanta, «Andiamo a mangiare?» disse, «Ho una fame da lupi!»
«Non è che sei incinta?» rise Deacon, «Mia cugina mangiava per tre quando era incinta!»
«Nah.» rispose Samanta agitando la mano destra, «Ho solo fame.» disse.
Stuart sospirò, «Deacon, ogni tanto fai delle battute veramente idiote, lo sai?» esclamò. Deacon si girò verso di lui e sorrise.
«Da quando le ho detto che la amo Lauren mi ignora ancora di più.» sospirò Jason, infastidito da quello scambio di battute, «Sono sicuro che è colpa di Dean.»
Deacon sospirò, «Jason... non è colpa di Dean.» disse. «Vedi... ho parlato con Lauren,» esclamò «è arrabbiata perché tu continui ad inviarle quei messaggi in cui offendi Dean» disse, «Ed è incazzata perché gli hai distrutto lo specchietto...» continuò.
«Che cosa?» strillò Jason, «Ha parlato con te e non con me? Perché?» esclamò.
«Perché sei un'idiota.» disse Deacon. «Lei te lo ha detto che non è innamorata di te, ma tu non riesci a ficcartelo in quella bella testolina.»
Jason sospirò e sbuffò, «Io... ah, niente.» disse, «Tanto non capite.» esclamò, «Se Dean vi piace così tanto perché non ve lo sposate?» abbaiò, «Io me ne vado.» aggiunse e svoltò a destra, verso le porte del centro commerciale.
Se non poteva parlarne con i suoi amici tanto valeva starsene solo.




✫✫✫

Scusatemi per il ritardo. Ultimamente non faccio altro -.-
Capitolo un po' complicato da scrivere... ma ci sono riuscita. Ormai non manca tantissimo alla fine, uno/due capitoli escluso l'epilogo.
Grazie a chi legge/commenta/commenterà/mette la storia in una delle liste!

   
 
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