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Autore: Shinkocchi_    04/10/2015    0 recensioni
A rifletterci in effetti pare essere trascorso un battito di ciglia dal giorno in cui si è ritrovato compagno di classe di Haru e Asahi, a formare un disastrato trio di caratteri discordi eppure nel contempo armoniosi fra loro.
[Shigino Kisumi/Shiina Asahi] [Free!HighSpeed2]
Genere: Angst, Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Shigino Kisumi, Shiina Asahi
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Note - scrissi questo obbrobrio mesi fa, dopo aver letto la novel di High Speed 2! e aver avuto il tempo di digerire il tutto e farmi degli headcanon. Come prima fic pubblicata nel fandom di Free! è un po' un suicidio, lo so, ma questi due patati sono così belli e così stupidamente innamorati che al diavolo tutto mannaggia, per l'otp questo e altro. Per chi non lo sapesse, comunque, High Speed 2! è la novel da cui sarà tratto il film di Free! Starting Days, dunque potrebbe esserci qualche leggero spoiler, ma nulla di veramente fondamentale. Ci tendo inoltre a precisare che (1) la fic è ambientata all'ultimo anno di medie del gruppo, quindi l'accenno ad Haru che ha smesso di nuotare si riferisce alla sua decisione successiva all'incontro con Rin che torna dall'Australia e, (2) ho deciso di mettere Asahi in veste di capitano in quanto, nonostante non ci sia la certezza, nella novel viene nominato rappresentante delle matricole del club e dunque probabile capitano al suo ultimo anno.
Detto questo, boh, direi basta? Solo e soltanto, amateli perchè sì, e buona lettura.






 
L’abitudine di rincasare tardi l’anno della consegna dei diplomi
 
 
Kisumi non ha l'abitudine di chiudere la palestra a ora tarda; è il capitano della squadra di basket, è vero, può disporre delle chiavi come preferisce, vero anche questo; eppure, se non fosse stato per la richiesta della squadra femminile della scuola di organizzare gli orari per gli allenamenti a quest'ora starebbe già a casa da un pezzo, sotto coperte calde a osservare suo fratello che colora con i pastelli ogni cosa gli passi per la mente.
Kisumi non ha l'abitudine di chiudere la palestra a ora tarda e di norma nemmeno quel caso umano di Shiina Asahi ce l'ha.
Forse è proprio per questo che si sorprende a scorgerlo seduto su uno dei blocchi di partenza della piscina, lo sguardo perso verso chissà quale futuro e le mani in grembo a reggere un presente che scivola via come sabbia dalle mani.
Sospira e muove qualche passo, apparentemente inosservato -Ehi.- saluta con le mani in tasca e una scrollata di spalle, provocando un rapido movimento nel giovane che gli sta di fronte -Come mai ancora qui a quest'ora?-
Il sorriso che gli offre è dei migliori, ma Asahi non è mai stato il tipo da farsi intortare da smancerie del genere, o almeno non con lui. Il rosso si riprende dallo stupore e dopo un “ciaossu” borbottato gli rivolge una smorfia in risposta, mentre Kisumi si accomoda nel blocco di fianco al suo, senza chiedere il permesso -Potrei porti la stessa domanda.-
-Ah, impegni con la squadra femminile.- scuote il capo con nonchalance e ridacchia -Geloso?-
-Neanche fra mille anni!- sbotta, poi si calma e ritorna a guardare la piscina di fronte a loro con un leggero broncio, che tuttavia dura non più di un attimo, perché nel momento stesso in cui Shigino l’ha impresso nella propria memoria è già scivolato via dal suo volto, sostituito da un’espressione smarrita.
-È febbraio.- constata Asahi con una semplicità disarmante, e a una prima osservazione pare un commento privo di nesso logico, ma per Kisumi un senso ce l’ha davvero -Avevo semplicemente voglia di passare un po' di tempo qui.-
È perché è il loro ultimo anno, perché a breve giungerà il momento della consegna del diploma e la sua strada comincerà a districarsi da quella di tutti gli altri, così come è già accaduto con Rin e Sousuke a suo tempo. A rifletterci in effetti pare essere trascorso un battito di ciglia dal giorno in cui si è ritrovato compagno di classe di Haru e Asahi, a formare un disastrato trio di caratteri discordi eppure nel contempo armoniosi fra loro; e ricorda ancora alla perfezione i pranzi passati assieme sul banco di Haruka per sfuggire alle ragazze, i tifi a squarciagola fatti dagli spalti della piscina e quelli ricevuti sul campo, con il cuore che batte a mille nelle orecchie e la palla fra le mani.
-Sarà strano lasciare questo posto, contiene così tanti ricordi che non riesco nemmeno a...ricordarli tutti, ah dannazione.- si gratta la testa con forza il capitano del club di nuoto, poi gli rivolge uno sguardo di sottecchi, in attesa.
Asahi è cresciuto così tanto da quel nostalgico e distante primo anno di medie che quasi fatica a rendersene conto; non è cambiato tanto fisicamente: è più alto e robusto, certo, ma non sarà mai un colosso in altezza, cosa per cui Ikuya ormai ha guadagnato i centimetri necessari per sfotterlo a vita, e né il ciuffo sparato in aria contro qualunque legge della fisica, né il quotidiano cartone di latte paiono rimediare alla mancanza.
Asahi, nota Kisumi, è cresciuto dentro più di quanto non lo sia fuori, e nonostante i modi rozzi e impacciati che gli sono propri è maturato veramente; la fenice è risorta dalle ceneri e ha messo le basi per il futuro su un nido di bracieri pronti a divampare.
-Alla fine andremo in scuole diverse, vero?-
-Così pare.- tentenna prima di continuare -Ho sentito dire da Makoto che lui andrà alla Iwatobi con Haru.-
-...Davvero? Capisco.- Asahi non si azzarda a chiedere se il compagno ha intenzione di continuare a nuotare, a riprendere, al liceo e Kisumi non infierisce in alcun modo; sa quante ne abbia passate il team di nuoto negli ultimi anni e pur non facendone parte si è sempre ritrovato a condividerne le esperienze in un modo o nell’altro.
-Ad ogni modo...- i piedi del rosso dondolano in maniera infantile sfiorando la superficie dell'acqua, facendo scivolare i lembi arrotolati dei pantaloni ad altezza dei polpacci -Sarà strano non avere più intorno voi...te.- e Kisumi si blocca, trattiene il respiro e qualsiasi risposta avesse in mente evapora come nove al sole -Quindi, ecco...uh? Ehi, tutto ben—
Il contatto con la superficie dell'acqua è immediato e improvviso e il capitano del club di basket non sa bene chi sia caduto prima, chi dei due abbia spinto l'altro o vi si sia aggrappato, se sia stata una reazione involontaria causata da quella confessione, imbarazzo o chissà cos'altro, ma non fa in tempo a riemergere, con la mano ancora stretta sulla manica della camicia dell'altro, che viene zittito da uno schizzo in piena faccia.
-Sei idiota o cosa!?- il rosso si agita e sbraita mentre si sfrega gli occhi -Cosa diavolo volevi far—
Kisumi non sa se sia colpa del fatto che siano entrambi zuppi o del fatto che sia febbraio del loro ultimo sentimentale anno di medie, ma non può fare a meno di pensare che deve avere davvero un'espressione patetica se persino lo Shiina Asahi noto per essere istintivo e senza pelo sulla lingua non riesce a essere schietto. Il giovane schiude le labbra, boccheggia e trema.
-E-Ero serio!- Asahi sbotta con una tale rapidità che Kisumi sussulta e la sua presa sulla mano del rosso brucia più di quanto non dovrebbe -Ero serio quando ho detto che...sarà fin troppo tranquilla la vita senza di te.-
-...Dillo meglio.-
-Dire meglio cosa? Che stai dicendo ora?-
-Che ti mancherò.-
Questa volta il capitano del club di nuoto rischia quasi di strozzarsi all'affermazione, si sporge in avanti, paonazzo e nega fino a sentire il viso bruciare -Non ho mai detto nulla del genere!-
-Però lo intendevi, non è vero!?- in qualche modo Shigino sa che è così, anche se forse è il compagno stesso a non essersene accorto considerando quanto è ingenuo e inconsapevole in certi ambiti.
-P-Piantala! Sei imbarazzante, Bakisumi!-
Il silenzio cala senza essere sgradevole e al giovane ogni parola muore in bocca; si rende conto che neanche sentirsi affermare una cosa del genere sia poi così necessario in quel momento in fin dei conti, perché in qualche modo lo sa, Shigino, poco importa se il sussurro di Asahi risulta quasi inudibile, se il ragazzo ha il difetto di urlare spesso e di dire le cose importanti a tono basso.
-Mi mancherai, cazzo.-
E Kisuki crede di notare un bagliore lucido nel suo sguardo, una fiamma viva in quelle iridi livide che arriva a incendiargli le guance senza pietà mentre lo ascolta soffocare ogni respiro in un insulto piccato prima di dargli le spalle, coprendosi il viso con l'avambraccio.
-...Ehi, stai piangendo sul serio?-
-Mi è solo entrato del cloro negli occhi, idiota!-
Ma probabilmente è solo frutto della sua immaginazione.
  
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