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Autore: lapoetastra    06/10/2015    1 recensioni
Ogni Mercoledì sera, Peter e Jared si riuniscono sul divano del loro appartamento per mangiare pop corn e guardare tutta la saga di "Guerre Stellari", la loro preferita.
È una tradizione che portano avanti fin da quando erano piccoli.
Ogni Mercoledì sera.
Ma adesso, adesso c'è Charlie, nella vita di Peter.
Ed egli si trova perciò di fronte ad una scelta inevitabile: uscire con la ragazza per la quale ha una cotta, o rimanere a casa con il suo migliore amico?
Genere: Comico, Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna, Het
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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< Che cos’hai, Jared? >, domandò Peter, notando che l’amico si era fatto improvvisamente scuro in volto.
Franklin era seduto sul suo letto e lo osservava con sguardo truce mentre si  imbellettava per l’appuntamento di quella sera con Charlie, il secondo in due giorni.
Jared borbottò qualcosa di incomprensibile, distogliendo gli occhi dallo specchio nel quale era riflessa l’elegante immagine di Peter.
Bash sospirò.
< Ti conosco, sai? Ed ho capito che c’è qualcosa che non va >, continuò, sistemandosi la cravatta.
Ma, dato che non era abituato ad indossarla, non riuscì ad annodarla nel modo corretto, ottenendo soltanto un miscuglio indefinito di lucida stoffa.
Vedendolo, fu il turno di Jared di sospirare e, sempre con quell’aria offesa, si alzò ed andò ad aiutare l’amico.
Peter lo fissò, cercando di capire quale fosse l’improvvisa causa del suo malumore.
Il sorriso e l’allegria erano innate in Jared Franklin, e quel broncio… quel broncio non gli si addiceva affatto.
Quando ebbe finito, Bash si guardò nello specchio, scrutandosi con occhio critico alla ricerca della minima imperfezione.
< Allora, come sto? Dici che Charlie apprezzerà? >, domandò ammiccante a Jared, ma questi, invece di rispondere con una delle sue solite battute ironiche, grugnì e si alzò per andarsene.
Peter però riuscì a fermarlo prendendolo per un braccio prima che uscisse dalla stanza.
Una lampadina improvvisa gli brillò in mente.
< Tu sei geloso! >
Franklin non riuscì ad evitare di arrossire.
L’amico aveva centrato il punto.
< Non direi proprio geloso… >, cercò di difendersi, vergognandosi per come la voce gli era uscita stridula, facendo chiaramente percepire la menzogna insita in quella risposta.
E Peter lo conosceva troppo bene, ormai.
< Oh, invece tu sei proprio geloso, vecchio mio! Ma non ti preoccupare. Certo, Charlie ha molte… cose più di te, ed è anche più bella, lo ammetto, ma fidati che io amo solo ed esclusivamente te >, lo canzonò, mandandogli un bacio con la mano.
Jared era rosso come un pomodoro, ora, e non solo a causa dell’imbarazzo.
< Non scherzare, Bash. Io sono serio. >
Peter smise immediatamente di ridere, e lo osservò con intensità.
L’amico diceva sul serio, era davvero geloso.
< Ma io non capisco… >, mormorò dunque, confuso.
Franklin sospirò, nuovamente, e stavolta era un sospiro deluso e triste, quello.
< È mercoledì, oggi. È la nostra sera. La sera in cui ci mettiamo comodi sul divano e ci sfondiamo di pop corn guardandoci tutta la saga di “Guerre Stellari” >, spiegò, ed i suoi occhi, all’idea, brillarono per un attimo di pura emozione.
Bash rimase in silenzio, studiando al meglio le parole da usare per non offendere l’amico.
< Ma è una cosa che facciamo ogni Mercoledì, no? Lo rifaremo anche la prossima settimana, te lo assicuro, ma stasera… >
Ecco, aveva fatto un disastro.
Jared lo fissò, e c’era una amarezza infinita nei suoi occhi, che spezzò in due il cuore di Peter.
< È una nostra tradizione >, rispose Franklin, triste. < Fin da quando eravamo bambini, ed avevamo promesso che mai, per nessuna ragione al mondo, l’avremmo infranta, fino a quando saremmo vissuti. Ricordi? >
Sì, Peter lo ricordava benissimo.
Ma Charlie…
< Non stasera, Jared. Mi dispiace >, concluse, più secco di quanto avesse voluto, ed una volta preso il giubbotto, uscì, chiudendo la porta sul viso contrito e prossimo alle lacrime di Franklin.
 
 
 
Una noia mortale.
Ecco come poteva essere descritta brevemente la serata di Jared che, sdraiato sul divano, sbocconcellava pop corn e guardava “Guerre stellari”.
Ma i pop corn avevano un gusto amaro, ora, e “Guerre stellari” non era poi così divertente come ricordava.
Niente era bello, perché non c’era Peter con lui per far sì che tutto lo fosse.
Un altro sospiro rassegnato gli sfuggì dalle labbra, l’ennesimo in quella serata che aveva atteso dall’inizio della settimana ma che si era rivelata essere una delusione completa.
Il trillo del campanello lo fece sussultare.
Sicuramente era qualche vicino che si lamentava per l’eccessivo volume del televisore e gli avrebbe fatto una paternale sui giovani d’oggi e sulla loro totale mancanza di rispetto.
Giusto per completare l’opera, insomma.
Con passo stanco, Jared si recò all’ingresso della lussuosa casa ed aprì controvoglia la porta.
Nessun vicino stizzito.
Solo Peter.
< Che… che ci fai qui, a quest’ora? >, domandò stupito Franklin, che non riusciva a credere ai propri occhi.
Bash sorrise malizioso, entrando nell’appartamento e togliendosi il giubbotto.
< Beh, stavo andando da Charlie, ma… mi sentivo strano >, spiegò, spaparanzandosi sul divano ed iniziano ad ingurgitare pop corn.
Jared intanto era rimasto immobile, e continuava a studiarlo, serio.
< Strano in che senso? Non stavi bene? >, gli chiese, preoccupato.
Peter allargò ancora di più il proprio sorriso indecifrabile.
< Oh no, non è proprio questo, vecchio mio. È che… è come se fosse sbagliato stare con lei, stasera. Come se quello non fosse il posto per me, tutto qui. Così gliene ne ho parlato e lei… lei ha capito. Che donna, eh? >
Franklin fissò l’amico a bocca aperta.
< Quindi tu… tu hai preferito stare con me piuttosto che con lei? >
< Non sei poi così tanto brutto, sai? >, scherzò Peter, ma vedendo che l’altro non rideva, aggiunse, improvvisamente serio: < Non devi esserne stupito, Jared. Tu sei come un fratello per me, e trascorrere una serata in tua compagnia non è mai, mai, uno spreco di tempo. Stasera, poi, è la nostra sera. Ricordi la promessa che avevamo fatto da bambini? >
Jared annuì, quasi con le lacrime agli occhi dalla gioia e dall’emozione.
< Sì, Peter. Sì, la ricordo benissimo >, mormorò commosso.
< E allora cosa aspetti? Vieni qui, che stai perdendo la parte migliore del film e se non ti muovi rimarrai a stomaco vuoto >, lo incitò Bash, lasciandogli il posto e mostrandogli la ciotola ormai quasi vuota.
Franklin gli si sedette accanto, felice come mai era stato in vita sua.
Sorrise.
I pop corn erano gustosi.
Guerre stellari” era di nuovo il suo film preferito.
E tutto era bello, ora.
   
 
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