Remake
di sunglasses
of
dissension.
Scritta
sentendo "Sta
Passando Novembre", Eros Ramazzotti
Cap.1 Incontrarsi nel Nuovo Mondo
Ace
guardò all’interno
del boccale e vide il proprio riflesso sulla superficie del liquore. Si
deterse
le labbra con la lingua e assottigliò gli occhi, incrociando
le gambe sotto di
sé.
“Sei
sicuro delle tue
informazioni?” chiese. Il pirata davanti a lui si
grattò un sopracciglio e alzò
le spalle.
“Certo.
Barbanera è
sicuramente alle calcagna di questo nuovo pirata, questo Cappello di
paglia”
ribatté l’altro. Si piegò in avanti e
ghignò.
“Lo
sai che tu somigli
tantissimo a quel pirata che Barbabianca sta cercando … il
figlio disperso?”
chiese. Ace ghignò, si calcò il cappello da
cowboy sulla testa e allungò le
gambe. Si alzò dal barile su cui era seduto, mise una mano
in tasca e ne tirò
fuori un doblone d’oro.
“Il
doppio di quello che
abbiamo stabilito. In modo che tu ti possa dimenticare di me e della
mia
somiglianza” disse. Finì di bere il contenuto del
bicchiere deglutendo
rumorosamente. L’altro allungò il braccio e prese
la moneta al volo.
“Sissignore”
ribatté.
Mise la moneta in tasca e ridacchiò. Ace gli diede le spalle
e si allontanò, ad
ogni suo passo il suo corpo ondeggiava avanti e indietro sulle gambe
molleggiate. Passò in mezzo a un gruppo di persone e
camminò accanto a una fila
di bancarelle.
“Forse
è tempo che io
torni a frequentare il mio fratellino” bisbigliò
con voce inudibile.
*************
“Nel
Nuovo Mondo uno
come me passa quasi inosservato” sussurrò Ace.
-
Quel maledetto
assassino di Teach. Si sbaglia se pensa che gli permetterò
di fare del male a
Rufy. Mi ha già portato via Satch –
rifletté. Sentì dei passi alle sue spalle,
mise la mano sul calcio della pistola mentre l’altra si
ricopriva di fuoco all’altezza
di indice e medio. Si girò e si trovò una spada
luccicante alla gola. Si
tramutò in fuoco, la attraversò e si
girò. Sgranò gli occhi, tornando normale e
con il movimento il medaglione a forma di teschio gli sbatté
contro il petto
muscoloso.
“Tu
sei …” sussurrò. Zoro
teneva una spada in mano, con l’altra afferrò il
manico di quella che stringeva
tra i denti. Liberò la bocca e ghignò, la luce
del sole si rifletteva nei suoi
occhi neri.
“Il
capitano si è
accorto che ci stai seguendo da un po’”
sussurrò. Rimise le spade nella fodera
e accentuò il ghigno.
“Perciò
se non hai
deciso improvvisamente di avere cattive intenzioni, puoi unirti a
noi”. Lo
invogliò. Ace alzò le mani e scoppiò a
ridere.
“Ricevuto
spadaccino”
disse. Zoro incrociò le braccia sul petto, il vento fece
ondeggiare la stoffa
della bandana nera che portava al braccio.
“Chiamami
Zoro” rispose
secco.