Capitolo uno, Giovedì
[…what ever happened to
our love?]
Where are those happy days,
they seem so hard to find?
I try to reach for you
but you have closed your mind…
What ever happened to our love?
I wish I understood…
it used to be so nice,
it used to be so good...
Dove sono
quei giorni felici,
che
sembrano così difficili da ritrovare?
Io ho
provato ad arrivare a te,
ma tu hai
chiuso la tua mente…
Cos’è
mai accaduto al nostro amore?
Vorrei
capire…
Era così bello,
era
così buono…
-…Il
solito?-
Sono
talmente rincoglionito e inebetito che non mi accorgo neanche che qualcuno mi
sta parlando. Ma che cazzo ci faccio qui? Il mio stomaco, a digiuno oramai da
ieri –venticinque
ore, tredici minuti e qualche
secondo-, mi ha guidato automaticamente al posto a me più familiare,
ovvero l’Ichiraku (del genere, se al cuor non
si comanda, figuriamoci allo stomaco…).
Alzo gli
occhi; il sorriso del vecchietto, oramai miliardario grazie ai miei profumati
pranzetti, mi sta sorridendo.
Sbuffo.
No, non ho proprio voglia della solita ciotolona di ramen, adesso… il che dovrebbe
farvi capire almeno in piccola parte quanto io sia follemente disperato.
-Oh…
ehm… no…-, dico, con una faccia annoiata, decisamente non adatta a
me.
-Ehi,
ragazzo, che c’hai?-, mi chiede lui, dandomi una pacca affettuosa sulla
spalla. Io lo guardo attentamente, pensando che effettivamente sarebbe
più cortese da parte mia iniziare a ricordarmi il suo nome, prima o
poi… ma pazienza!
-Oh…
niente…-, rispondo, afflitto.
-…Fammi
indovinare.-, ribatte, con l’aria di uno che la sa lunga.
-C’è di mezzo una
donna.-
Bingo.
-La tua donna.-
Eggià.
-Ti ha
mollato.-
Ma detto
così, fa ancora più male, stronzo!
-…E’
così, non è vero?-
Io
annuisco. E’ tutto terribilmente vero, porca miseria.
-…Lascia
fare a me, allora! Ah, in questi casi la miglior soluzione è un bel
pasto semplice semplice! Te
lo preparo io! Tu va’ a sederti!-
Faccio
come dice, trascinandomi verso il tavolino fuori dal chiosco, maledicendo
tutti, ma maledicendo soprattutto lei.
*
-Ehilà.-
Una voce
annoiata e seccata si rivolge a me, mentre sono intento a contemplare il piatto
di insalatina stitica e pomodorini anemici (sì, è questo “il piatto semplice semplice” che mi
avrebbe rimesso in sesto… mah).
Shikamaru,
con il solito viso perennemente annoiato, fumando un mozzicone di sigaretta, si
siede all’altro capo del piccolo tavolino.
Lo
osservo; ha qualcosa di diverso oggi…
-Ciao.-, gli rispondo a mia volta, con assai scarso
entusiasmo.
…La
sua espressione è diversa; un’espressione che mi ricorda
tremendamente quella di qualcun altro…
Il
ragazzo mi rivolge uno sguardo di pura pietà, alla vista della roba che
sto mangiando.
-Naruto,
hai problemi con la tua donna, vero…?-
-…Come
cavolo lo fate a scoprire subito tutti quanti?!-
-…Ehm…
il nome del piatto.-
Prende il
menù e va alla pagine del ‘piatto
speciale del locale’, che raffigura esattamente la fogliolina di insalata
depressa dinnanzi a me; ha un nome piuttosto eloquente… “il piatto del cornuto”… ma
che diavolo ha capito?! Mando e rimando il vecchietto di-cui-non-ricordo-mai-il-nome-porca-miseria a quel bel paese, mentre Shikamaru,
pigramente, cerca di farmi calmare; cala dunque il silenzio, mentre mangio
qualche foglia di insalatina.
-…Sakura
ti ha mollato?-, chiede lui dopo un po’.
Ma porca
puttana, è decisamente troppo chiedere un po’ di tatto a questo
mondo…
-…No,
no, va tutto bene.-
-Ma se te
lo si legge in faccia…-
-…Vabbè, abbiamo avuto un piccolo litigio. Cose da
nulla.-
-Naruto,
tu e lei litigate costantemente.-
-…Non
così tanto. Non come stavolta.-, affermo, sbuffando.
Certo che
fa male. Fa male…
-…Quando
è successo?-
-Ieri.-
-E tu da ieri
stai così?!-
-Così
come?!-
-…Così.-
Alzo
dunque gli occhi per guardarlo… quando mi accordo finalmente di un
piccolo, minuscolo ed infimo particolare: Shikamaru
ha la mia stessa espressione affranta.
-Shikamaru.-
-Eh.-
-Anche tu
non te la passi bene, vero?-
Lui fa
una faccia piuttosto seccata e fa spallucce.
-…Abbiamo
litigato.-
-…Capisco.
E’ grave?-
-…Nah.-
-Ma se tu
e Temari litigate costantemente…-, gli
rinfaccio.
Lui
sbuffa, stravaccandosi sulla sedia, le mani in tasca, allungando le gambe sotto
il tavolo e buttando la cenere della sigaretta per terra.
-Già.-
-…Quando
è successo?-
-…Ieri.-
-E tu da ieri
stai così?!-
Mi guarda
–e nel suo viso scorgo una punta di assoluta amarezza.
-Sì.
Sto così. Ma non così a pezzi come te.-, risponde, piccato.
-Eh, ma
voi due vivevate assieme.-
-E che
c’entra?!-
-Be’, è più grave.-
-…Invece
Sakura ti ha messo un bel pacco di corna. Chi sta peggio?-, risponde
malignamente.
Lo guardo
con un’aria di sfida.
-Non
è assolutamente così! Ti ho detto, abbiamo litigato per una
cazzata. Punto. Stop. Fine. Ora siamo ancora love love-
-…E
allora perché ti mangi ‘sta roba?-
-Perché
non ho voglia di ramen. E perché mangiare solo
ramen fa male. E perché ho…-
-Ok,
allora la cosa è seria.-, ribatte lui, con un ghigno in faccia.
-Anche la
tua sembra esserlo.-
-Temari
non mi ha messo le corna.-
-…Non
ancora.-
Ci
guardiamo torvi per un po’.
-…E
comunque, Sakura non mi ha messo le corna, porca miseria.-
-E allora
che è successo?-
-…Potrei
farti la stessa domanda.-
-…Alla
quale non risponderò.-, ribatte.
-Ok.-
-Parliamo
d’altro, allora.-
-Perfetto.-
Ma
rimaniamo sonoramente in silenzio,a riflettere ognuno
sui casini propri.
*
Sono
sempre più convinto che Shikamaru
abbia perfettamente ragione: le donne, per noi uomini, siano solo una continua
fonte di guai, dopo tutto.
Esattamente.
Che me ne faccio, io, di una che mi rimbecca in continuazione, che è
acida, manesca, maschiaccio, lunatica, precisina, perfettina e testarda
-oh, terribilmente testarda? Sto molto meglio senza… Ma proprio tanto.
Per
esempio. Posso dire tutte le parolacce che voglio, senza che qualcuno mi
riprenda in continuazione per le volgarità o inciviltà che
proferisco; posso pulire casa mia una volta ogni tot mesi -con tot maggiore ed/od uguale a cinque;
posso mangiare quel che cazzo voglio; posso…
Posso…
Posso…
…Be’,
fare tante cose, che ora sfortunatamente non mi vengono in mente.
Mentre
penso ciò, torno a casa, quasi trascinandomi; apro la porta, e noto
qualcosa che sporge dallo stipite.
Ah-ah,
un biglietto di scuse da parte sua! “Scusami,
Naruto, tornerò subito da te!” Lo
sapevo che sarebbe tornata…
…Seee, col cavolo. E’ una convocazione della vecchia zitell- ehm, il sommo
Quinto Hokage.
-Che
palle…-, ringhio, richiudendo la porta, dirigendomi da Tsunade.
Arrivo
davanti il suo studio; busso; una voce mi risponde; entro.
Il Quinto
sta sbadigliando sulla sua poltrona, facendomi cenno di avvicinarmi, cosa che
faccio, piuttosto riluttante.
-…Che
c’è?-, faccio, senza tante cerimonie.
-Una
missione fresca fresca per te! Non sei contento?-
Veramente,
no.
-Oh, sì.-, mento, abbozzando un sorriso. Che palle, una
missione…
Faccio
per andarmene; ho la mano sul pomello della porta, quando la vecchia mi dice,
guardandomi di sbieco:
-Sai…
ho visto Sakura.-
Ed eccolo
qua, il vero motivo della visita!
-Oh.
Bene.-
-…
Stava piangendo.-
Un ghigno
mi deforma il viso. Sta piangendo! Ergo, sta peggio di me! Ahahah!
…Ah…
ah… ah.
Cazzo,
stava piangendo. Per me.
-Come va fra di voi?-
-…Oh…
abbiamo avuto una piccola lite. Niente di che.-
-A
guardare dalla sua reazione, non credo proprio.-
Ma
perché in questo Villaggio nessuno si fa mai i cazzi suoi…
-Be’…
oh…-
-Sei
sicuro di aver sempre ascoltato ciò che aveva da dirti? Sempre?-
-Io…
be’… sì. Sempre.-, dico, con
scarso convincimento. Ma il problema non è questo, cavolo, non è
assolutamente questo!
Mi giro verso
di lei.
-E
tu… come stai…?-, mi chiede.
Queste vecchie zitelle ci godono
proprio a spettegolare sui problemi dei giovani, penso, malignamente, talmente
malignamente che dopo qualche secondo mi vergogno di
ciò che ho appena pensato; la solitudine porta ad un odio feroce verso
l’umanità, ne convengo.
-…Insomma.-
-Si vede,
e pure tanto.-
E il
fatto che non so mascherare poi così tanto abilmente il mio umore
l’abbiamo capito tutti, grazie, sommo Hokage!
Tsunade
mi rivolge un sorriso.
-Si
sistemerà tutto, vedrai. Sono cose provvisorie, queste.-
Sorrido,
faccio una sottospecie di inchino e me ne vado, con la mente piena di pensieri:
Sakura è triste, dunque, e piange, e soffre… e di tutto
ciò, la causa indovinate un po’ chi è?!
Ma ovvio! Lui! Naruto
Uzumaki!
Ma non
l’avrei mai detto, oh…
No, no,
non c’è coerenza; non c’è senso in tutto ciò
che è successo negli ultimi giorni; d’altronde, è stata lei
a lasciarmi, lei a dirmi, con voce spezzata, quelle cose…
…Non
le interessavo più, dunque? Avrebbe fatto meglio, molto meglio, dirmelo
in faccia, diretta, con coraggio… avrebbe fatto più male, forse,
ma ne sarei stato certo.
Così,
invece, sto solamente a pezzi... “Che cosa ho fatto?” è la
frase che oramai mi ripeto ogni minuto, da ventisette ore
e dodici -no, tredici- minuti che ne
sono passati… Ma non sarebbe stato decisamente meglio dirmi qualcosa
come: “Guarda, mio caro idiota, mi stai sulle palle per questo e questo
motivo!”?!
…No,
mi ha lasciato così, sull’arco della porta, dopo che le ho fatto
la proposta, anzi, LA grande proposta: andare a vivere insieme.
D’altronde, ci conosciamo, sopportiamo, malediciamo, picchiamo,
confortiamo, detestiamo e –bè,
sì, sotto sotto- amiamo da qualcosa come undici anni, cavolo, undici anni!
…E stiamo –no, stavamo- insieme da quattro… e lei
passa –no, cazzo, passava!- da
me anche qualche finesettimana, quando il padre non blaterava… insomma.
Dicevo.
Le ho fatto questa grande proposta (interrompendola, me ne rendo conto solo
adesso, quando lei aveva asserito che doveva dirmi una cosa -ma chissenefrega, d’altronde questa è una cosa
seria!) su cui, be’, ci speravo, e anche tanto.
Oramai non siamo più ragazzini, no? Le è tremato il labbro
inferiore, si è portata le mani alla bocca, come è solita fare,
in effetti, e ha iniziato a guardare dappertutto, tranne che verso di me; ha
sospirato, e, con voce rotta e spezzata, ha detto:
“Io, in verità, Naruto… vorrei un
momento di pausa…”
Come se
non conoscessi il linguaggio femminile dalla rispettabile età di ventitré
anni! Un “momento di pausa” uguale “mi spiace ma non ti amo
più”. Non è difficile da capire.
Io
l’ho guardata male, in effetti, molto male… era probabilmente uno
scherzo. Ma sì, la mia Sakura, la mia dolce piccola testarda Sakura non
mi avrebbe detto quelle cose. Quindi, intelligente quanto tutti mi dicono
essere –leggete: zero-, le ho
chiesto ridendo se quello fosse uno scherzo.
Lei ha
iniziato a piangere silenziosamente, e ha detto:
“No, m-mi spiace… Io… io…
ho b-bisogno di capire un po’ meglio… q-quello che mi sta intorno…
cosa voglio… cosa s-succede… scusami… Ma, per un po’ di
tempo, è meglio s-se non ci vediamo…”
E se
n’è andata via. Così, d’un tratto, improvvisamente,
repentinamente, lasciandomi sull’atrio della mia catapecchia con un mezzo
sorriso sul volto, le braccia allargate, la mente sconvolta e il cuore in mille
pezzi.
Ed
è così che da un giorno e mezzo sto assolutamente a pezzi. Sono
ventisei ore che mangio pochissimo, dormo ancora di meno, dico ancora meno
stronzate del solito –il che, in effetti, potrebbe pure essere un fattore
positivo, non so-, e il solito sorriso ebete sul mio volto è stato
sostituito da un’espressione perennemente scazzata e triste.
Guardo
l’orologio, svogliatamente; e mi rendo conto che sono passati esattamente
ventisette ore e ventisette minuti… ma dopo mi
deprimo ancora di più, pensando a quanti altre ne dovranno ancora
passare, maledizione!
********
Finalmente ce l’ho fatta *-* Ho scritto questo capitolo qualche
mese fa, mentre era in prosecuzione un’altra mia fan fiction - sempre su Naruto-, e oggi finalmente sono riuscita ad upparlo!**
Questa è la mia primissima commedia, dal momento che finora ho
scritto solo cose tristi e tragiche xD Ergo, siate
clementi.
Devo dire che mi costa molto più fatica scrivere cercando di
suscitare ilarità rispetto allo scrivere cercando di commuovere…
Per carità, non pretendo che la trama di questa fanfic
sia assurdamente originale o profonda, insomma, ma spero almeno che vi faccia
divertire e/o vi piaccia.^^’ Non chiedetemi
perché, ma non mi aspetto chissà quale grande risultato
><”.
Cooooomunque u_u Ogni capitolo conterrà una canzone, che
cercherà di adattarsi al massimo alla situazione… e vi assicuro
che questa è una cosa che mi ha fatto veramente penare! Ho
tutt’ora qualche capitolo scoperto, ma spero di risolvere quanto prima x). Le canzoni saranno prese dai più vari autori,
anche quelli più strani (contate che nell’altra mia fan fiction su
Naruto ho usato un carme di Catullo xD); in ogni caso, sarà la canzone ad adattarsi al
testo, non viceversa. Quindi, se la
canzone non vi piace o non la conoscete alla fin fine non sarà una cosa
molto importante. xD Quella di questo capitolo
è “S.O.S.” degli Abba x3 Potete trovare qui [ http://www.youtube.com/watch?v=6hITSFgZTr4
] il video direttamente dal musical “Mamma Mia!” (ma quanto
è bello quel film? *__*). A me piace molto come
canzone, e comunque si accorda abbastanza con quello che accadrà a Naruto e Sakura durante la fanfic
(i due avranno qualche problema di comunicazione ^^)… la traduzione
italiana l’ho fatta io, ma letta così è assolutamente
orribile. O_O Vi consiglio di ascoltarla…^^
Ultima cosa. Ho dato come titolo “One
Week” perché –ma dai? XD- gli avvenimenti dureranno circa
una settimana, e anche perché c’è una certa canzone che
è perfetta per questa fan fiction… *O*
Uhm… Che altro dire? Commentate in tanti, vi prego *_____*!! Davvero, vi scongiuro, ho bisogno di recensioni; sono
tuttora molto indecisa se continuare con la fanfic o
meno. ^^’
Al prossimo capitolo! (a breve, lo prometto! X3)
Clahp
PS: su EFP ci sono decisamente
troppe poche fanfic NaruSaku.
E no, così non va bene u_u” Facciamo
vedere a tutti quanto può essere meravigliosa questa coppia!**
Coming soon:
Ditemi voi: che me ne faccio io di
una seccatura maschiaccio rompipalle che mi rimbecca per ogni minima cosa che
faccio o che –peggio!- non faccio, che mi stira malissimo ogni
qualsivoglia abito abbia la sventura di passare sotto il ferro da stiro, che
cucina degli spaghetti per il ramen terribilmente
scotti, che impreca come uno scaricatore di porto quando deve pulire casa, e
che è intrattabile nove giorni -virgola novantanove periodico- su dieci?! Ma sto molto meglio senza… ma proprio tanto.