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Autore: Josie Walking_Disaster Vengeance    09/10/2015    4 recensioni
-Ascolta, Geo. John e Paul potranno essere impegnati a fare i fidanzatini quanto vogliono, ma se pensi che io non mi sia accorto che sta succedendo qualcosa allora, sarò sincero, sei davvero un idiota- disse Ringo con molta calma e schiettezza -quindi se mi dicessi cosa c'è che non va, ne sarei davvero contento.
George abbassò lo sguardo per un attimo, prima di trovare coraggio e affrontare il più grande.
-Sono geloso- disse tutto d'un fiato e con molta serietà.
Per un attimo Ringo rimase in silenzio. Sbatté le palpebre un paio di volte, convinto di non aver capito bene.
[Starrison][Accenni McLennon]
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: George Harrison, John Lennon, Paul McCartney, Ringo Starr
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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What They Have




George pizzicava le corde della propria chitarra nel modo in cui un bambino avrebbe pizzicato il braccio di un suo amichetto antipatico.

Dalla sua chitarra non proveniva alcuna melodia, ma un lamento acuto e infastidito, quasi come se la stessa chitarra fosse viva e stesse subendo una qualche violenza.

Infastidito, come era George.

-Allora, vogliamo cominciare questa sessione di registrazione o siamo venuti qui per scaldare gli sgabelli?- domandò Ringo, afferrando le bacchette e appostandosi dietro la batteria.

-Mi sembra una buona idea. Magari quando John e Paul sbarcano da frociolandia e ritornano sulla terra iniziamo.

-Chiudi il becco, Harrison.

La voce di John era giunta dal lato opposto dello studio. Se ne stava sul divano con Paul a cavalcioni sopra di lui. George si era posizionato in modo da stare il più lontano possibile dai due amanti. O dai due oh-come-ti-amo-John-oh-come-ti-amo-Paul, come li chiamava lui, sarcastico, nella sua testa.

-Se chiudessi tu il tuo, McCartney eviterebbe di infilarci la lingua dentro e potremmo iniziare.

-George, conosco limoni meno acidi di te- gli fece sapere McCartney, le braccia strette attorno al suo John, che nel frattempo aveva le labbra affondate sul suo collo.

Cosa che lo faceva rabbrividire e ridacchiare.

Cosa che invece fece sbuffare George, oltre a fargli domandare cosa diavolo volesse dire che Paul faceva conoscenza coi limoni. 

Ringo invece lo guardava preoccupato.

Ultimamente il piccolo Harrison era diventato suscettibile.

-Visto che qui non si fa niente, me ne vado un attimo fuori a prendere un po' d'aria.

Venne ignorato da John e Paul e, dopo essersi sfilato la chitarra e averla gettata poco delicatamente a terra, uscì senza dire altro.

Ringo lanciò un'ultima occhiata a John e Paul che erano, per così dire, impegnati e seguì il più piccolo fuori dallo studio.

Uscì dalla porta sul retro e lo trovò seduto su un muretto che fumava nervosamente.

-Si può sapere cosa c'è che non va, Harrison?- gli chiese avvicinandosi.

George gli rifilò un'occhiataccia.

-Adesso mi chiami anche per cognome?

Ringo ignorò il commento acido e si avvicinò ulteriormente, fino ad essergli davanti.

Lo guardava dall'alto al basso.

-Ascolta, Geo. John e Paul potranno essere impegnati a fare i fidanzatini quanto vogliono, ma se pensi che io non mi sia accorto che sta succedendo qualcosa allora, sarò sincero, sei davvero un idiota- disse Ringo con molta calma e schiettezza -quindi se mi dicessi cosa c'è che non va, ne sarei davvero contento.

George abbassò lo sguardo per un attimo, prima di trovare coraggio e affrontare il più grande.

-Sono geloso- disse tutto d'un fiato e con molta serietà.

Per un attimo Ringo rimase in silenzio. Sbatté le palpebre un paio di volte, convinto di non aver capito bene.

-Geloso?

George sembrò agitarsi. Gettò a terra la sigaretta ormai spenta.

-Sì, sono geloso, contento?

-Ovvio che non sono contento, sono confuso. Sinceramente non capisco a cosa tu ti stia riferendo.

-A quei dannati Lennon e McCartney!

George si sentiva esasperato, e stupido. Anche un tantino imbarazzato, a dirla tutta. 

-Se è per il fatto che non ti lasciano scrivere abbastanza canzoni, puoi sempre andare lì e dirgl...-cominciò Ringo, ma l'altro non lo lasciò finire.

-Non mi stavo riferendo a quello!

-A cosa, allora? George, ti prego, parla. Non sono mai stato bravo con gli indovinelli.

George saltò giù dal muretto. Da in piedi i loro occhi erano alla stessa altezza.

-Del loro amore.

Se possibile, Ringo si sentiva più confuso di prima.

-Del loro rapporto- continuò George -della libertà che hanno nel comportarsi da froci quali sono di fronte a noi quando e quanto vogliono.

Dopo una breve pausa il più piccolo abbassò lo sguardo e quello che uscì dopo fu poco più che un mormorio.

-Perché noi non abbiamo questa libertà?- chiese -perché io e te ci dobbiamo nascondere?

Il più grande sentì il cuore scaldarsi appena comprese cosa voleva dire l'altro.

-Geo- disse portandogli la mano sotto il mento e sollevandolo appena per fare in modo che lo guardasse.

-Mi sto comportando da stupido, lo so. E' che vorrei quello che hanno loro.

Ringo scosse la testa.

-Pensi che non lo vorrei anche io? Poterti abbracciare.

E gli cinse la vita con un braccio.

-E accarezzare.

E portò il dorso della mano a sfiorargli una guancia.

-E baciare.

Le labbra lievemente premute sulle sue prima di sussurrare: 

-Tutte le volte che voglio?

Finalmente George sorrise e portò le braccia intorno al collo dell'altro, avvicinandolo a sé. Non c'era più spazio vuoto tra i due corpi, ormai.

-Perché non lo facciamo allora? Perché non glielo diciamo, Richie? Se loro non sono un problema per noi, non vedo perché noi dovremmo esserlo per loro.

-Non lo siete, infatti.

I due sobbalzarono e si girarono verso il punto in cui avevano sentito provenire la voce.

-E non lo siete mai stati.

Sulla soglia della porta c'erano due sorridenti John e Paul. Anche se "sorridenti" non era il  termine esatto. Sembravano più che altro due che si stessero divertendo davvero molto.

Era stato Paul a parlare.

George e Ringo non osavano muoversi.

-Dai, non pensavate mica che non ce ne fossimo accorti?- chiese John, con il suo solito tono sarcastico.

-E come avreste fatto?- domandò Ringo, chiedendosi se veramente lui e George fossero stati così palesi.

-Chiamalo sesto senso- disse Paul.

-Chiamalo gay-radar di ottima qualità- disse John.

Ringo si voltò nuovamente verso George per vedere come stesse reagendo.

Sorrideva divertito.

-A questo punto potremmo cambiare il nome dell'album "In Sgt. Peppers Gay Heart Club Band" 

Ed ecco che il suo piccolo, ironico, meraviglioso George era tornato se stesso.

L'eterosessualità all'interno della band, quella invece se ne era andata per sempre.






Hello People!
Niente domande, non ho idea di cosa sia questa cosa.  Ho messo come genere "generale" perché "cazzata di cui ti dovresti vergognare" non era disponibile.
Oggi è il compleanno del nostro Johnny, quindi giustamente ho deciso di pubblicare una Starrison (?) Ma dovevo scrivere qualcosa sugli Starrison capite, sono così ignorati *sigh* E un po' di McLennon ci doveva essere per forza e non c'è bisgno di spiegare il perché, perché se bazzicate su questo sito lo sapete :3 Inoltre non potevo resistere all'idea di tutta la band super gay, mi staranno mandando i colpi :D 
Sono abitutata a scrivere cose che oscillano tra il malinconico e l'angst, tutta questa leggerezza non è il mio campo. Ma ogni tanto ci sta, non posso ogni volta finire a piangere in un angolino della stanza e a chiedermi il perché di tanto masochismo. 
Comunque ringrazio chiunque sia passato a leggere (e Kia, te la sto scrivendo la fluff loggiuro, arriverà çwç)!
Alla prossima, 
Josie

E ancora auguri, caro John  ♡ 
   
 
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