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Autore: Martins92    10/10/2015    0 recensioni
Nata in un piccolo paese italiano della Calabria, Catherine all’età di 12 anni si trasferisce con la sua famiglia in un appartamento nel Bronx, negli Stati Uniti, per motivi lavorativi del padre. Cresciuta in un ambiente malfamato, conosce presto i vizi della vita e diventa una donna cinica, sicura di se, una vera femme fatale. Incontra molti uomini durante il suo cammino, ma pare che nessuno di questi sia alla sua portata. Quando un giorno, dopo il suo primo matrimonio caduto in frantumi, incontra un uomo affascinante che segnerà la sua vita per sempre. Storia di un amore passionale e al tempo stesso tormentato, perché dietro alla apparente felicità si cela un abisso nero dal quale sarà difficile per Catherine riemergere.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Stavolta è qualcosa di più dolce a svegliarmi. Il profumo delle lasagne che sta cucinando mia madre. Mi stropiccio gli occhi sbadigliando, non ho nessuna voglia di alzarmi.
‘’Alzati, gioia mia. E’ quasi ora di pranzo’’                                                                                                                                    
Do’ uno sguardo all’orologio, ‘’sono solo le 10:00, poteva farmi dormire ancora un po’  ‘’.
 Chissà da quanto tempo è che è in piedi la Mamma. L’odorino che arriva dalla cucina è così invitante che decido di alzarmi. Mi dirigo verso la cucina minuscola, quante cose buone! Mamma come al suo solito sembra che abbia cucinato per un esercito.
‘’Buongiorno Ma’, c’è il caffè?’’ Le dico dopo averle scoccato un sonoro bacio sulla guancia.
‘’Si sarà freddato, bella mia, muoviti a fare colazione, su!’’
Mi giro e trovo sul tavolo la mia tazza con le coccinelle; latte e caffè, non desideravo altro. E’ ancora bollente. Sorseggio il mio latte macchiato e torno in sala da pranzo, dando un' occhiata fuori dalla finestra. Il paesaggio è gelido. Nessun albero. Solo macchine parcheggiate e qualche cassonetto. Sul marciapiede riesco a intravedere il selciato congelato. E’ come se tutto si fosse paralizzato. Nemmeno le foglie cadute a terra danzano nel vento. Nemmeno loro. Sembra che tutto si sia ibernato, come se aspettassero che io rimetta in moto gli ingranaggi…
Distolgo questi strani pensieri dalla testa e decido di farmi una doccia.
‘’Catherine.’’
Sento una voce chiamare la mia attenzione. Accidenti, dopo tutto questo trambusto mi sono completamente dimenticata di salutare Papà. Entro con uno scatto nella camera da letto e lo vedo, lì steso con le coperte fin sotto il naso. Gli occhi semi aperti  mostrano la sua cecità. Mi siedo accanto a lui e gli accarezzo la nuca.
‘’Ciao Papà. Come stai?’’
‘’Perchè sei tornata?’’
‘’Papà… Scusami. Ma non ce la facevo più a stare con William. E’ spregevole, io non voglio continuare a vivere con lui come marito’’.
‘’Catherine… Lo sai…Non m’è mai piaciuto.’’
La dolcezza nelle sue parole mi commuove e non riesco a trattenere le lacrime. Le asciugo in fretta con la manica del pigiama, per non farglielo capire, ma mio Padre conosce ogni mio movimento e mi carezza il viso delicatamente.
‘’Dolce Catherine, non piangere. Non preoccuparti. Tutto s’aggiusterà.’’
Scoppio in un pianto tremendo e mi accuccio sul suo petto come per cercare protezione. Lui non dice nulla, ma continua ad accarezzarmi i capelli. Penso a quanto dolore devo aver recato ai miei quando, da ragazza, uscivo e non sapevano mai quando sarei tornata, quando frequentavo compagnie sbagliate, quando più di una volta a tarda notte hanno ricevuto telefonate dalla questura. Quante volte mi hanno tirato fuori dai guai. Quante volte gli ho spezzato il cuore…
Ed io cosa ho fatto per migliorarmi? Niente. Vuoto totale. Questi pensieri ronzano come uno sciame di api nella mia testa, ma non riesco a sentirmi in colpa. Sarò cinica, molti lo pensano. Non riesco a smettere di pensare a ME, solo ed esclusivamente.
Esco dalla stanza senza dire nulla. Anche Papà rimane in silenzio. Torno in bagno e inizio a far scorrere l’acqua calda nella doccia. In un attimo il vapore mi avvolge completamente. Mi massaggio le tempie e penso a quanto possa essere stata egoista nella mia vita. Ma il pensiero scivola via.
Lo specchio è completamente appannato, con una mano apro un varco nitido dove riesco a vedere la mia immagine riflessa. Mi osservo. Osservo la mia nudità.
Penso a quanto tempo ho sprecato  a servire quell’asino. Stavo quasi dimenticando chi fossi, ma da adesso in poi le cose cambieranno radicalmente, perché Catherine è tornata e non cambierà mai più, per nessuno.
Continuo ad ammirarmi nello specchio;  mio amico e mio nemico, eppure non posso fare a meno di guardarmi. ‘’Non ho nulla da invidiare a quelle ochette di 20 anni, guardatemi…’’
 Non so se la donna riflessa sono realmente io, oppure è una immagine di me stessa che vive solo nella mia testa. Gli occhi neri, con ciglia lunghe e con quella forma un po’ orientale; penetranti. Basta sostenere lo sguardo di un qualsiasi uomo e nel giro di un secondo cade ai miei piedi. Il mio fisico, rotondeggiante ma sensuale. Può ammaliare chiunque, su questo non c’è dubbio. Le mie labbra,perfette, di un rosso fuoco, possono attirare anche il diavolo in persona.
 
7 mesi dopo…
 
‘’Catherine, dai muoviti, sono tre ore che sei chiusa in bagno!!’’ Mi grida Lenore da fuori la porte, battendo con la mano due colpi. Apro la porta e la vedo lì, con le braccia conserte, appoggiata al muro che mi fissa con aria scocciata.
‘’Scusa sorellina, dovevo sistemare questi capelli!’’
‘’Sempre a pensare ai capelli… Forza sbrighiamoci, ci stanno aspettando tutti da Susanne’’
Ultimamente il rapporto tra me e mia sorella Lenore sembra abbia preso una piega diversa. Certo, abbiamo due caratteri opposti e spesso ci scontriamo. Ma tutto sommato sembra abbia accettato la mia presenza a casa di Mamma e questo mi fa stare più serena. Ora riesco anche a contribuire economicamente, visto che ho iniziato a lavorare come parrucchiera a domicilio. Mi ha sempre affascinato modellare i capelli della gente, mi fa sentire bene aiutare qualcuno a sentirsi migliore nell’aspetto. Forse sta cambiando qualcosa dentro di me.
Oggi è il mio compleanno. Stiamo andando da questa amica di mia sorella, Susanne. La conosco da quando era piccola, ed è una delle poche ragazze che ancora non si è sposata. Forse per quel suo naso da capra.
Lenore mi ha presentato i suoi amici, ma non mi entusiasmano per niente. Fingo di divertirmi quando esco con loro perché mi sono accorta che nel quartiere non ho più nessuno con cui parlare. Per questo li frequento. Mi limito a fumare, quando sono in loro compagnia.
Arriviamo a casa di Susanne, sento uno strano odore d’incenso.
‘’Cos’è questa puzza assurda?’’ Schifata, guardo mia sorella. La casa è completamente buia ma ad un tratto scorgo due candeline accese e l’amtosfera si fa più calda; una cantilena ridicola riempie tutta la stanza e mi accorgo di essere circondata da una decina di persone che mi cantano ‘’ Tanti Auguri ‘’. Che idiozia, ho 30 anni mica 3.
‘’Felice compleanno Cat!’’ Susanne si avvicina e mi scocca due baci sulle guance. Io contracambio con un sorriso forzato.
Tutto questo per me? Che imbarazzo, quell’idiota di mia sorella deve aver architettato tutto.
Le luci si riaccendono e presto tutti si dimenticano che la protagonista della festa sono io. Si fiondano sul cibo a buffet che Lenore e Susanne avevano preparato minuziosamente. Mi guardo intorno e non conosco quasi nessuno degli invitati. Che cazzo di festa a sorpresa! L’avevo detto a Lenore che non volevo niente del genere.
Seccata, mi siedo in disparte su una sedia di vimini e mi accendo una sigaretta. Hanno acceso la musica ad alto volume, questo almeno non mi dispiace. Muovo la gamba accavallato a ritmo di musica.
‘’Buon compleanno, Catherine. Sei bellissima stasera.’’ Una voce terribilmente famigliare mi arriva alle spalle. Mi giro e vedo quel coglione di William con in mano un mazzo di rose. Odio le rose. Ed odio William. Lo sapevo che quella stronza di Lenore non aveva buone intenzioni.
‘’Ancora tu? ‘’ Cerco di fulminarlo con lo sguardo.
‘’Tieni, queste sono per te per augurarti…’’ Prendo le rose e gliele lancio addosso. Poi butto la sigaretta sul pavimento e la pesto con la suola della scarpa.
‘’Questa festa di merda può anche finire qui per me!!’’ Urlo a squarcia gola, uno degli invitati abbassa il volume dello stereo. Tutti sono allibiti da queste mie parole, ma non me ne frega niente. Sono schifata dall’atteggiamento meschino di mia sorella, che come sempre ha agito alle mie spalle.
‘’Voglio sapere chi cazzo ti ha invitato a questa fottutissima festa!’’ Sono furiosa.
‘’Catherine, ti vuoi calmare? L’ho invitato io, che problemi hai?’’ Lenore si catapulta davanti a William come per difenderlo.
‘’Che problemi ho? Ho divorziato da quest’uomo perché mi fa schifo e tu che fai? Lo inviti alla mia presunta festa di compleanno?? Lenore, ma vaffanculo!!’’
Dopo questa violenta affermazione giro e tacchi e mi dirigo verso l’uscita di quella piccola casa squallida. Lenore mi insegue e per poco non mi strappa il vestito per fermarmi.
‘’Senti, Lenore, te lo dico con calma. Non intrometterti nella mia vita.’’
‘’Cat, ascolta ti prego, lui è ancora innamorato di te, è un brav’uomo, dagli un’altra possibilità. Non frantumare il cuore ai nostri poveri genitori.’’
‘’Lenore, tu non capisci. Quell’uomo mi ha picchiata, mi ha schiavizzata in casa mia, non ho intenzione di tornarci insieme, se proprio ti piace sposatelo!! Ma LASCIAMI VIVERE!’’
Con gli occhi infuocati d’odio la fisso come per sfidarla a rispondere. Lei semplicemente scuote la testa e dice: ‘’Non cambierai mai Cat, rimarrai una fallita.’’
A quest’affermazione non ci sto e le mollo un ceffone che per poco non la fa cadere. Susanne la raggiunge in fretta e furia; questa è l’occasione adatta per uscire da quella dannata casa.
   
 
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