Titolo: Dietro le apparenze
Head Canon: la proposta di
matrimonio di Shang
Fandom: Mulan
Personaggi e Pairing: Mulan, Shang,
Fa Zhou, Fa Li, la
nonna
Genere: introspettivo, romantico
Rating: verde
Avvertimenti: one shot
Introduzione:
Fic ambientata alla fine del film.
Giunto a casa sua,
Shang rivede Mulan, ma lei sembra completamente diversa dalla ragazza
che ha
conosciuto mesi prima. È obbediente, sottomessa e
silenziosa. E comincia ad
averne paura.
“Cosa
ho sbagliato, stavolta?”
“Perché dici 'sbagliato'?
Non capisco. Quasi non
sembri più tu.”
Dietro le apparenze
“Ti
piacerebbe restare per cena?”
“Ti piacerebbe restare per sempre?”
“La cena va benissimo.”
(Mulan – Disney – 1998)
Se
non fosse stata impegnata a meravigliarsi dello scompiglio che Shang
aveva
portato nel suo cuore presentandosi a casa sua pochi minuti dopo che
era
rientrata in seguito a mesi di assenza e che aveva chiesto perdono a
suo padre,
Mulan avrebbe potuto sconvolgersi per quanto velocemente fosse stata
organizzata e servita la cena a cui aveva avuto il permesso da
invitarlo.
Pettinata
con maestria da sua madre, vestita con il suo abito migliore e con il
cuore che
le batteva rumoroso nel petto, dopo aver servito il riso senza aver
fatto molti
danni si era seduta al tavolo di fronte a Shang e a suo padre e tutti
avevano
cominciato a mangiare.
Lei,
però, non riusciva neppure ad afferrare bene le bacchette,
tanto l'ansia le
mordeva lo stomaco: vedere il suo capitano lì, di fronte a
lei accanto ai suoi genitori,
mangiare conversando con suo padre mentre il suo cuore batteva tanto da
rischiare di uscirle dal petto la metteva tremendamente a disagio.
Lasciò
cadere le bacchette sulla ciotola, che tintinnò all'impatto:
Shang alzò la
testa dalla sua e la guardò per un attimo, bloccandole il
respiro. Era doloroso
incontrare di nuovo quegli occhi come
donna.
Le
sue mani andarono subito a cercare la ciocca di capelli che torturava
quando
era nervosa, ma non la trovarono, dato che l'aveva tagliata qualche
tempo prima
insieme al resto dei capelli. Così non poté fare
a meno di deglutire cercando
di farsi coraggio e abbassare la testa guardando fisso sul tavolo.
Quello
non era il campo di battaglia, dove si era finta uomo per dispensare
suo padre
dal servizio militare, dove aveva patito le stesse fatiche e gli stessi
allenamenti degli uomini, dove aveva sconfitto gli Unni, dove, in
qualche modo,
tutto ciò che desiderava le era
stato
permesso.
Ormai
era di nuovo a casa, sotto l'egida dei suoi genitori, e doveva tornare
a
comportarsi come si confaceva ad una figlia obbediente, restando in
silenzio e
lasciando parlare gli uomini, mettendo in atto ciò che le
era stato così
precisamente insegnato per trovare un marito e per soddisfarlo.
Tuttavia, si
sentiva tremendamente a disagio nel stare davanti a Shang in quel modo,
silenziosa e sottomessa, dopo che lui l'aveva conosciuta coraggiosa e
libera.
Anche lui doveva trovarlo strano, dato come la guardava, a
metà tra lo stupito
e il divertito, ma, da buon soldato, non aveva fatto nulla che lo
facesse
notare, anzi, continuava a discutere amabilmente con i suoi genitori
soltanto
lanciandole ogni tanto uno sguardo di sfuggita: non era educato che il
futuro
sposo guardasse la sposa con desiderio, perché il matrimonio
era solo un contratto
tra due famiglie che venivano fatte incontrare e, per svariati motivi,
decidevano di unire i propri templi di antenati.
Ma
lei amava Shang con tutta se stessa: il suo modo di fare forte e sicuro
le
aveva provocato le farfalle dello stomaco da quando la paura che lui le
ispirava si era trasformata in ammirazione, dopo che aveva finalmente
raccolto
la freccia e acceso il suo stupore. Dopo che, in seguito a settimane
infruttuose di allenamenti, era riuscita ad atterrarlo in uno scontro
uno
contro uno, a colpire un bersaglio con la polvere da sparo e con arco e
frecce.
Dopo che gli aveva salvato la vita sulla montagna piena di neve e lui
le aveva finalmente
fatto regalo della sua fiducia.
Anche
lei doveva interessargli, se aveva fatto un lungo viaggio fino a casa
sua senza
essere riuscito a trovare una scusa migliore di restituirle l'elmetto.
Ricordare il suo viso stupito e impreparato quando l'aveva rivista in
giardino,
le ridiede un po' di fiducia e le fece scappare un sorriso rumoroso che
tutti
fecero finta di non aver udito continuando a parlare. Soltanto Shang,
per un
secondo, lo ricambiò timidamente, e il cuore di Mulan le
scoppiò nel petto: lui
la amava, la amava così tanto da non rispettare le regole e
da osare guardarla
davanti ai suoi genitori.
Avrebbe
fatto qualunque cosa per non perderlo, anche essere la figlia e la
sposa
perfetta in cui aveva sempre fallito.
“Mulan,
il tè.”
Nel
mezzo della cena, era compito della sposa versare il tè alla
famiglia dello
sposo, con grazia e lentezza, per non distruggere l'armonia appena
formatasi
tra le due famiglie. Per fortuna erano soltanto in cinque e ricordare
l'ordine
da seguire per servire era facile: prima lo sposo, poi il capofamiglia,
poi gli
anziani, poi tutti gli altri.
Sollevandosi sulle ginocchia si sporse verso l'altra parte del tavolo,
dove
sedevano Shang e suo padre, e avvicinò il bollitore alla
tazza del suo
capitano, versando il tè lentamente per evitare che
schizzasse fuori bagnando
il riso. Concentrata com'era nell'azione, non si accorse neanche di
come la
mano di Shang si era irrigidita attorno alle bacchette mentre lei,
così vicina,
gli riempiva la tazza: Mulan sembrava una persona completamente diversa
rispetto a quella che aveva conosciuto fino a pochi giorni prima, e
vederla
comportarsi in quel modo lo metteva ancora più a disagio di
quanto non lo fosse
già. Aveva immaginato che sarebbe stato complicato spiegare
la sua venuta così
improvvisa a casa loro, non c'era elmetto da restituire che tenesse, ma
la sua
mente non era arrivata a concepire un livello così elevato
di difficoltà.
Per
un uomo non poteva esserci amore, quello che sentiva per Mulan e che
gli faceva
tremare lo stomaco di fronte all'alta statura di Fa Zhou. Per un uomo,
una
moglie era soltanto un oggetto che doveva aiutarlo a protrarre nel
tempo il
nome della famiglia generando figli, crescendoli, occupandosi delle
loro
necessità mentre era in guerra, ma lei aveva rovesciato
tutte quelle
convinzioni, dimostrandosi suo pari, impressionandolo con la sua forza
e con il
suo coraggio, senza tirarsi indietro davanti alla sua spada quando
avrebbe,
adesso pensava stupidamente, dovuto
ucciderla per il tradimento di cui si era macchiata. Ma in quel momento
si
stava comportando come ogni ragazza in età da marito che suo
padre l'aveva
costretto ad incontrare contro la sua volontà prima di
partire per quella
guerra. Non se lo aspettava.
Si costrinse a non guardarla fino alla fine della cena, quando si
alzò,
finalmente libero dalle conversazioni militari e di facciata, e si
affrettò
verso il giardino quasi ormai completamente buio, lasciandosi Fa Zhou
alle
spalle. Aveva letto più volte la delusione negli occhi di
Mulan, forse per via
della proposta di matrimonio che aveva intenzione di farle, ma che non
era mai
arrivata. Ormai non ne era più convinto, si sentiva confuso:
era come se lei
non fosse più la ragazza che aveva conosciuto. Con un
sospiro si sedette su una
panchina di pietra sovrastata dai ciliegi, quasi neri per via del buio,
e cercò
di spingere lo sguardo oltre il laghetto, verso il tempio degli
antenati, ma
una mano sottile gli sfiorò la spalla e Mulan si sedette
accanto a lui: riuscì
a vedere che i suoi occhi brillavano di insicurezza anche
nell'oscurità.
“È
colpa mia?” esclamò a bruciapelo, come se avesse
potuto leggere i suoi pensieri.
“Cosa ho sbagliato, stavolta?”
Continuava
a tormentarsi le mani guardandolo fisso negli occhi, impaurita.
“Perché
dici 'sbagliato'?”
replicò Shang a
disagio, guardando davanti a sé senza davvero vedere
ciò che aveva di fronte.
Certi tipi di conversazioni non sarebbero mai state il suo forte.
“Non capisco.
Quasi non sembri più tu.” si lasciò
scappare, sotto pressione, ma lei non se ne
accorse neppure, troppo presa dai suoi pensieri.
“Cosa
ho sbagliato?” ripeté testardamente, alzando
leggermente la voce per forzarlo a
guardarla. “Sono rimasta in silenzio, ho tenuto lo sguardo
basso, ho versato
bene il tè; cosa ho sbagliato,
questa
volta?”
Sorpreso,
Shang la vide abbassare gli occhi a sua volta dispiaciuta ed infuriata,
stringendo le labbra.
“Cosa
vuol dire 'sono rimasta in silenzio, ho tenuto lo sguardo basso, ho
versato
bene il tè'? Ti sei comportata
così di
proposito?” le chiese incredulo, dimenticando
improvvisamente il timore.
Lei sollevò la testa, sicura, e lo guardò negli
occhi senza indugi.
“Sì.
Una buona sposa deve fare così per compiacere il suo futuro
marito. Ed io non
voglio perderti perché non ne sono in grado.”
Pronunciò
quelle ultime parole con voce sicura, ma più soffice, come
se volesse che
nessun altro oltre loro, né i ciliegi, né le
foglie, né l'acqua del laghetto,
potesse udirle.
Era
stato ingenuo nel pensare che tutto sarebbe stato facile, che sarebbe
bastato
presentarsi a casa sua e fare a Mulan una proposta di matrimonio, e che
lei
l'avrebbe accettata saltandogli al collo felice, dopo quello che era
accaduto
tra loro. Lei era diversa e lo era sempre stata. Si passò
una mano nei capelli
con un sorriso incredulo, poi si volse verso di lei, prendendole una
mano tra
le sue: era sottile proprio come aveva immaginato quando gli aveva
toccato la
spalla.
“Prima
mi hai spaventato. Temevo che non fossi più la ragazza che
ha combattuto in
armatura tutti quegli uomini e che ha cavalcato con me. A quella
ragazza volevo
chiedere di diventare mia moglie, ma non la vedevo più e mi
stavo
preoccupando.”
Tentò
di sbarazzarsi dell'imbarazzo che dire quelle parole gli provocava
tentando di
continuare a sorridere divertito, forte e tutto d'un pezzo come un uomo
di
guerra doveva essere, ma Mulan gli mozzò il respiro
all'improvviso,
stringendolo fortissimo tra le sue braccia.
“Ti
giuro che sono io, sono io.”
replicò
semplicemente, senza riuscire a nascondergli il sorriso felice che le
era
spuntato sul volto. Era il suo sì, e lui non voleva
aspettare oltre: si era
recato lì soltanto per quello.
Le
prese una mano e la trascinò, trionfante, verso la casa al
centro del giardino.
Prima di entrare, però, le lasciò la mano per
rispetto a Fa Zhou che, seduto al
tavolo con l'espressione sconfitta, tentò di alzarsi
velocemente quando lo vide
rientrare di gran carriera.
“Capitano
Li!” esclamò sorpreso, affaccendandosi, ma il
ragazzo gli fece segno con la
mano di restare con la mano.
“Vorrei
parlarle, onorevole Fa Zhou.” disse, e la sua voce non
risultò neppure
impastata come credeva, ma sicura e dura come quando impartiva ordini
al suo
esercito. “Riguardo sua figlia Mulan.”
Fa
Li e la nonna, dietro di lui, si strinsero nelle spalle intimorite,
attirando
Mulan verso di loro, lontano da lui, mentre Shang vedeva passare negli
occhi di
Fa Zhou il timore, la paura, il terrore che sua figlia potesse essere
rifiutata.
“Non
posso negare di essere venuto qui con un preciso scopo, onorevole Fa
Zhou,”
cominciò dopo aver fatto un respiro profondo, guardandolo
“come avrà certamente
immaginato, ma non ho trovato la ragazza che
credevo.” L'uomo si immobilizzò del tutto e nella
casa non si udì più un
rumore.
Era
la fine.
“Non
ho trovato la ragazza che credevo di aver conosciuto. Ho trovato una
ragazza
silenziosa, obbediente, sottomessa, ma, mi
perdoni se oso, onorevole Fa Zhou, la Fa Mulan che ho
conosciuto in questi
mesi non è così, non
credo che Fa Mulan
sia così.”
Fa
Zhou spalancò gli occhi, sorpreso, senza sapere cosa dire.
“Questo
significa che, dopo tutto, non vuole prenderla in sposa?”
gracchiò la nonna
all'improvviso, incrociando le braccia e guardandolo storto.
“Scusi tanto se
mia nipote ha ereditato i geni dei nostri antenati più
scavezzacollo!”
“Al
contrario.” Shang sorrise apertamente mentre si inginocchiava
sul pavimento.
“Proprio per questo, onorevole Fa Zhou,” Si
inchinò davanti all'uomo e abbassò
gli occhi, facendo un altro respiro profondo e rendendo, senza volerlo,
quella
proposta così teatrale che gli occhi delle donne si
spalancarono in preda
all'ansia dell'attesa. “desidero sposare sua figlia. Spero
che possa accordarmi
il suo permesso affinché diventi mia moglie.”
Mulan
sentì di nuovo la voglia impellente di lanciargli le braccia
attorno al collo,
ma si trattenne e fissò combattuta suo padre. L'uomo
sorrideva finalmente
tranquillo, felice per il futuro ormai chiaro di sua figlia.
“Per
me è un onore.” disse soltanto, annuendo
all'indirizzo di sua figlia e lei si
lasciò andare finalmente ad una corsa liberatoria per
abbracciarlo, senza
tenere conto di quei codici non scritti
che le imponevano di gioire soltanto nel suo cuore dell'interesse che
Shang
aveva mostrato verso di lei. Le leggi sociali, le convenzioni, ormai
non erano
più importanti, adesso che tutti, anche l'uomo della sua
vita, l'avevano
accettata per come era davvero. Dopo lotte, travestimenti e inganni,
aveva
trovato anche lei il suo posto nel mondo.
“Ognuno
vede quel che tu pari, pochi sentono quel che tu sei.”
(Niccolò Machiavelli)
Note:
Questa storia è
romantica (Mulan e Shang sono stati forse
la prima coppia che io abbia mai shippato), ma cerca di chiudere anche
il
cerchio che si è aperto con il film – Mulan che
scappa per “trovare finalmente
il suo posto” e che viene accettata per quel che è
alla fine da suo padre –
ampliando un pochino l’introspezione.
Ho immaginato che, ritornata
nell’ambiente che le ha inculcato
tante credenze artefatte, convenzioni e leggi non scritte, Mulan possa
aver
avuto timore di rivelarsi, ancora una volta, per quello che
è, complice la
presenza dell’uomo di cui è innamorata.
Mulan si lascia comunque guidare dai sentimenti, e Shang, invece, si
lascia
bloccare dalla ragione; è questa la linea del film da me
seguita. Spero,
quindi, che la vicenda possa essere credibile.
L’head canon è
la mai giunta nel film proposta di
matrimonio. Ho odiato come hanno organizzato tutto nel secondo film e
ho voluto
dire la mia. :)
Per quanto riguarda tutto il
cerimoniale, i comportamenti
ecc. ecc. non ho inventato nulla: come si poteva già
comprendere dal film e
come ho approfondito sui libri e su internet, questa era la
normalità, in
quegli anni; la situazione più fertile per giocare sul
contrasto
“realtà-apparenza” che mi piace tanto
analizzare.
Spero davvero che questa fic possa piacere, perché ci ho
messo il cuore nello
scriverla, e parlare di questi due personaggi è stato un
po’ come un salto nel
vuoto: con il terrore di rovinarne l’immagine, ma sperando
con tutta me stessa
di non averlo fatto e di cadere sul morbido.
Grazie per la lettura; se mi lasciaste un parere mi farebbe piacere! :):)