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Autore: Ayumi Yoshida    11/10/2015    3 recensioni
Fic ambientata alla fine del film. Giunto a casa sua, Shang rivede Mulan, ma lei sembra completamente diversa dalla ragazza che ha conosciuto mesi prima. È obbediente, sottomessa e silenziosa. E comincia ad averne paura.
“Cosa ho sbagliato, stavolta?”
“Perché dici 'sbagliato'? Non capisco. Quasi non sembri più tu.”

Storia vincitrice del 'Head Canon Contest - fin dove si spinge l'Immaginazione' indetto da Maiko_chan e dei premi Miglior Head Canon e Miglior personaggio femminile
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Fa Mulan, Fa Zhou, Li Shang, Nonna Fa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Titolo: Dietro le apparenze

Head Canon: la proposta di matrimonio di Shang

Fandom: Mulan

Personaggi e Pairing: Mulan, Shang, Fa Zhou, Fa Li, la nonna

Genere: introspettivo, romantico

Rating: verde

Avvertimenti: one shot

Introduzione:

Fic ambientata alla fine del film. Giunto a casa sua, Shang rivede Mulan, ma lei sembra completamente diversa dalla ragazza che ha conosciuto mesi prima. È obbediente, sottomessa e silenziosa. E comincia ad averne paura.
Cosa ho sbagliato, stavolta?”

“Perché dici 'sbagliato'? Non capisco. Quasi non sembri più tu.”

 

Dietro le apparenze

 

 

“Ti piacerebbe restare per cena?”
“Ti piacerebbe restare per sempre?”
“La cena va benissimo.”
(Mulan – Disney – 1998)



Se non fosse stata impegnata a meravigliarsi dello scompiglio che Shang aveva portato nel suo cuore presentandosi a casa sua pochi minuti dopo che era rientrata in seguito a mesi di assenza e che aveva chiesto perdono a suo padre, Mulan avrebbe potuto sconvolgersi per quanto velocemente fosse stata organizzata e servita la cena a cui aveva avuto il permesso da invitarlo.

Pettinata con maestria da sua madre, vestita con il suo abito migliore e con il cuore che le batteva rumoroso nel petto, dopo aver servito il riso senza aver fatto molti danni si era seduta al tavolo di fronte a Shang e a suo padre e tutti avevano cominciato a mangiare.

Lei, però, non riusciva neppure ad afferrare bene le bacchette, tanto l'ansia le mordeva lo stomaco: vedere il suo capitano lì, di fronte a lei accanto ai suoi genitori, mangiare conversando con suo padre mentre il suo cuore batteva tanto da rischiare di uscirle dal petto la metteva tremendamente a disagio. Lasciò cadere le bacchette sulla ciotola, che tintinnò all'impatto: Shang alzò la testa dalla sua e la guardò per un attimo, bloccandole il respiro. Era doloroso incontrare di nuovo quegli occhi come donna.

Le sue mani andarono subito a cercare la ciocca di capelli che torturava quando era nervosa, ma non la trovarono, dato che l'aveva tagliata qualche tempo prima insieme al resto dei capelli. Così non poté fare a meno di deglutire cercando di farsi coraggio e abbassare la testa guardando fisso sul tavolo.

Quello non era il campo di battaglia, dove si era finta uomo per dispensare suo padre dal servizio militare, dove aveva patito le stesse fatiche e gli stessi allenamenti degli uomini, dove aveva sconfitto gli Unni, dove, in qualche modo, tutto ciò che desiderava le era stato permesso.

Ormai era di nuovo a casa, sotto l'egida dei suoi genitori, e doveva tornare a comportarsi come si confaceva ad una figlia obbediente, restando in silenzio e lasciando parlare gli uomini, mettendo in atto ciò che le era stato così precisamente insegnato per trovare un marito e per soddisfarlo. Tuttavia, si sentiva tremendamente a disagio nel stare davanti a Shang in quel modo, silenziosa e sottomessa, dopo che lui l'aveva conosciuta coraggiosa e libera. Anche lui doveva trovarlo strano, dato come la guardava, a metà tra lo stupito e il divertito, ma, da buon soldato, non aveva fatto nulla che lo facesse notare, anzi, continuava a discutere amabilmente con i suoi genitori soltanto lanciandole ogni tanto uno sguardo di sfuggita: non era educato che il futuro sposo guardasse la sposa con desiderio, perché il matrimonio era solo un contratto tra due famiglie che venivano fatte incontrare e, per svariati motivi, decidevano di unire i propri templi di antenati.

Ma lei amava Shang con tutta se stessa: il suo modo di fare forte e sicuro le aveva provocato le farfalle dello stomaco da quando la paura che lui le ispirava si era trasformata in ammirazione, dopo che aveva finalmente raccolto la freccia e acceso il suo stupore. Dopo che, in seguito a settimane infruttuose di allenamenti, era riuscita ad atterrarlo in uno scontro uno contro uno, a colpire un bersaglio con la polvere da sparo e con arco e frecce. Dopo che gli aveva salvato la vita sulla montagna piena di neve e lui le aveva finalmente fatto regalo della sua fiducia.

Anche lei doveva interessargli, se aveva fatto un lungo viaggio fino a casa sua senza essere riuscito a trovare una scusa migliore di restituirle l'elmetto. Ricordare il suo viso stupito e impreparato quando l'aveva rivista in giardino, le ridiede un po' di fiducia e le fece scappare un sorriso rumoroso che tutti fecero finta di non aver udito continuando a parlare. Soltanto Shang, per un secondo, lo ricambiò timidamente, e il cuore di Mulan le scoppiò nel petto: lui la amava, la amava così tanto da non rispettare le regole e da osare guardarla davanti ai suoi genitori.

Avrebbe fatto qualunque cosa per non perderlo, anche essere la figlia e la sposa perfetta in cui aveva sempre fallito.

 

“Mulan, il tè.”

Nel mezzo della cena, era compito della sposa versare il tè alla famiglia dello sposo, con grazia e lentezza, per non distruggere l'armonia appena formatasi tra le due famiglie. Per fortuna erano soltanto in cinque e ricordare l'ordine da seguire per servire era facile: prima lo sposo, poi il capofamiglia, poi gli anziani, poi tutti gli altri.
Sollevandosi sulle ginocchia si sporse verso l'altra parte del tavolo, dove sedevano Shang e suo padre, e avvicinò il bollitore alla tazza del suo capitano, versando il tè lentamente per evitare che schizzasse fuori bagnando il riso. Concentrata com'era nell'azione, non si accorse neanche di come la mano di Shang si era irrigidita attorno alle bacchette mentre lei, così vicina, gli riempiva la tazza: Mulan sembrava una persona completamente diversa rispetto a quella che aveva conosciuto fino a pochi giorni prima, e vederla comportarsi in quel modo lo metteva ancora più a disagio di quanto non lo fosse già. Aveva immaginato che sarebbe stato complicato spiegare la sua venuta così improvvisa a casa loro, non c'era elmetto da restituire che tenesse, ma la sua mente non era arrivata a concepire un livello così elevato di difficoltà.

Per un uomo non poteva esserci amore, quello che sentiva per Mulan e che gli faceva tremare lo stomaco di fronte all'alta statura di Fa Zhou. Per un uomo, una moglie era soltanto un oggetto che doveva aiutarlo a protrarre nel tempo il nome della famiglia generando figli, crescendoli, occupandosi delle loro necessità mentre era in guerra, ma lei aveva rovesciato tutte quelle convinzioni, dimostrandosi suo pari, impressionandolo con la sua forza e con il suo coraggio, senza tirarsi indietro davanti alla sua spada quando avrebbe, adesso pensava stupidamente, dovuto ucciderla per il tradimento di cui si era macchiata. Ma in quel momento si stava comportando come ogni ragazza in età da marito che suo padre l'aveva costretto ad incontrare contro la sua volontà prima di partire per quella guerra. Non se lo aspettava.
Si costrinse a non guardarla fino alla fine della cena, quando si alzò, finalmente libero dalle conversazioni militari e di facciata, e si affrettò verso il giardino quasi ormai completamente buio, lasciandosi Fa Zhou alle spalle. Aveva letto più volte la delusione negli occhi di Mulan, forse per via della proposta di matrimonio che aveva intenzione di farle, ma che non era mai arrivata. Ormai non ne era più convinto, si sentiva confuso: era come se lei non fosse più la ragazza che aveva conosciuto. Con un sospiro si sedette su una panchina di pietra sovrastata dai ciliegi, quasi neri per via del buio, e cercò di spingere lo sguardo oltre il laghetto, verso il tempio degli antenati, ma una mano sottile gli sfiorò la spalla e Mulan si sedette accanto a lui: riuscì a vedere che i suoi occhi brillavano di insicurezza anche nell'oscurità.

“È colpa mia?” esclamò a bruciapelo, come se avesse potuto leggere i suoi pensieri. “Cosa ho sbagliato, stavolta?”

Continuava a tormentarsi le mani guardandolo fisso negli occhi, impaurita.

“Perché dici 'sbagliato'?” replicò Shang a disagio, guardando davanti a sé senza davvero vedere ciò che aveva di fronte. Certi tipi di conversazioni non sarebbero mai state il suo forte. “Non capisco. Quasi non sembri più tu.” si lasciò scappare, sotto pressione, ma lei non se ne accorse neppure, troppo presa dai suoi pensieri.

“Cosa ho sbagliato?” ripeté testardamente, alzando leggermente la voce per forzarlo a guardarla. “Sono rimasta in silenzio, ho tenuto lo sguardo basso, ho versato bene il tè; cosa ho sbagliato, questa volta?”

Sorpreso, Shang la vide abbassare gli occhi a sua volta dispiaciuta ed infuriata, stringendo le labbra.

“Cosa vuol dire 'sono rimasta in silenzio, ho tenuto lo sguardo basso, ho versato bene il tè'? Ti sei comportata così di proposito?” le chiese incredulo, dimenticando improvvisamente il timore. Lei sollevò la testa, sicura, e lo guardò negli occhi senza indugi.

“Sì. Una buona sposa deve fare così per compiacere il suo futuro marito. Ed io non voglio perderti perché non ne sono in grado.”

Pronunciò quelle ultime parole con voce sicura, ma più soffice, come se volesse che nessun altro oltre loro, né i ciliegi, né le foglie, né l'acqua del laghetto, potesse udirle.

Era stato ingenuo nel pensare che tutto sarebbe stato facile, che sarebbe bastato presentarsi a casa sua e fare a Mulan una proposta di matrimonio, e che lei l'avrebbe accettata saltandogli al collo felice, dopo quello che era accaduto tra loro. Lei era diversa e lo era sempre stata. Si passò una mano nei capelli con un sorriso incredulo, poi si volse verso di lei, prendendole una mano tra le sue: era sottile proprio come aveva immaginato quando gli aveva toccato la spalla.

“Prima mi hai spaventato. Temevo che non fossi più la ragazza che ha combattuto in armatura tutti quegli uomini e che ha cavalcato con me. A quella ragazza volevo chiedere di diventare mia moglie, ma non la vedevo più e mi stavo preoccupando.”

Tentò di sbarazzarsi dell'imbarazzo che dire quelle parole gli provocava tentando di continuare a sorridere divertito, forte e tutto d'un pezzo come un uomo di guerra doveva essere, ma Mulan gli mozzò il respiro all'improvviso, stringendolo fortissimo tra le sue braccia.

“Ti giuro che sono io, sono io.” replicò semplicemente, senza riuscire a nascondergli il sorriso felice che le era spuntato sul volto. Era il suo sì, e lui non voleva aspettare oltre: si era recato lì soltanto per quello.

Le prese una mano e la trascinò, trionfante, verso la casa al centro del giardino. Prima di entrare, però, le lasciò la mano per rispetto a Fa Zhou che, seduto al tavolo con l'espressione sconfitta, tentò di alzarsi velocemente quando lo vide rientrare di gran carriera.

“Capitano Li!” esclamò sorpreso, affaccendandosi, ma il ragazzo gli fece segno con la mano di restare con la mano.

“Vorrei parlarle, onorevole Fa Zhou.” disse, e la sua voce non risultò neppure impastata come credeva, ma sicura e dura come quando impartiva ordini al suo esercito. “Riguardo sua figlia Mulan.

Fa Li e la nonna, dietro di lui, si strinsero nelle spalle intimorite, attirando Mulan verso di loro, lontano da lui, mentre Shang vedeva passare negli occhi di Fa Zhou il timore, la paura, il terrore che sua figlia potesse essere rifiutata.

“Non posso negare di essere venuto qui con un preciso scopo, onorevole Fa Zhou,” cominciò dopo aver fatto un respiro profondo, guardandolo “come avrà certamente immaginato, ma non ho trovato la ragazza che credevo.” L'uomo si immobilizzò del tutto e nella casa non si udì più un rumore.

Era la fine.

“Non ho trovato la ragazza che credevo di aver conosciuto. Ho trovato una ragazza silenziosa, obbediente, sottomessa, ma, mi perdoni se oso, onorevole Fa Zhou, la Fa Mulan che ho conosciuto in questi mesi non è così, non credo che Fa Mulan sia così.”

Fa Zhou spalancò gli occhi, sorpreso, senza sapere cosa dire.

“Questo significa che, dopo tutto, non vuole prenderla in sposa?” gracchiò la nonna all'improvviso, incrociando le braccia e guardandolo storto. “Scusi tanto se mia nipote ha ereditato i geni dei nostri antenati più scavezzacollo!”

“Al contrario.” Shang sorrise apertamente mentre si inginocchiava sul pavimento. “Proprio per questo, onorevole Fa Zhou,” Si inchinò davanti all'uomo e abbassò gli occhi, facendo un altro respiro profondo e rendendo, senza volerlo, quella proposta così teatrale che gli occhi delle donne si spalancarono in preda all'ansia dell'attesa. “desidero sposare sua figlia. Spero che possa accordarmi il suo permesso affinché diventi mia moglie.”

Mulan sentì di nuovo la voglia impellente di lanciargli le braccia attorno al collo, ma si trattenne e fissò combattuta suo padre. L'uomo sorrideva finalmente tranquillo, felice per il futuro ormai chiaro di sua figlia.

“Per me è un onore.” disse soltanto, annuendo all'indirizzo di sua figlia e lei si lasciò andare finalmente ad una corsa liberatoria per abbracciarlo, senza tenere conto di quei  codici non scritti che le imponevano di gioire soltanto nel suo cuore dell'interesse che Shang aveva mostrato verso di lei. Le leggi sociali, le convenzioni, ormai non erano più importanti, adesso che tutti, anche l'uomo della sua vita, l'avevano accettata per come era davvero. Dopo lotte, travestimenti e inganni, aveva trovato anche lei il suo posto nel mondo.

 

 

“Ognuno vede quel che tu pari, pochi sentono quel che tu sei.”
(Niccolò Machiavelli)

 

 

 

 

Note:

Questa storia è romantica (Mulan e Shang sono stati forse la prima coppia che io abbia mai shippato), ma cerca di chiudere anche il cerchio che si è aperto con il film – Mulan che scappa per “trovare finalmente il suo posto” e che viene accettata per quel che è alla fine da suo padre – ampliando un pochino l’introspezione.

Ho immaginato che, ritornata nell’ambiente che le ha inculcato tante credenze artefatte, convenzioni e leggi non scritte, Mulan possa aver avuto timore di rivelarsi, ancora una volta, per quello che è, complice la presenza dell’uomo di cui è innamorata.
Mulan si lascia comunque guidare dai sentimenti, e Shang, invece, si lascia bloccare dalla ragione; è questa la linea del film da me seguita. Spero, quindi, che la vicenda possa essere credibile.

L’head canon è la mai giunta nel film proposta di matrimonio. Ho odiato come hanno organizzato tutto nel secondo film e ho voluto dire la mia. :)

Per quanto riguarda tutto il cerimoniale, i comportamenti ecc. ecc. non ho inventato nulla: come si poteva già comprendere dal film e come ho approfondito sui libri e su internet, questa era la normalità, in quegli anni; la situazione più fertile per giocare sul contrasto “realtà-apparenza” che mi piace tanto analizzare.
Spero davvero che questa fic possa piacere, perché ci ho messo il cuore nello scriverla, e parlare di questi due personaggi è stato un po’ come un salto nel vuoto: con il terrore di rovinarne l’immagine, ma sperando con tutta me stessa di non averlo fatto e di cadere sul morbido.

Grazie per la lettura; se mi lasciaste un parere mi farebbe piacere! :):)


   
 
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