Sebbene il contesto in cui vivesse gli rendesse le cose leggermente più difficili, Claude Frollo aveva sempre amato l’arte, in tutte le sue forme. In quel momento, tuttavia, per quanto impegno ci stesse mettendo, non riusciva a trovare nulla di più sublime del suono del tamburello suonato dalle aggraziate e leggiadre mani della zingara che ballava sul sagrato di Notre Dame.