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Autore: metaldolphin    11/10/2015    0 recensioni
Le persone che ci circondano siamo solite classificarle tramite il livello di confidenza ed intimità che abbiamo con loro.
Ci sono i semplici conoscenti, ci sono gli amici e gli Amici, di solito pochi, ma veri.
Questi ultimi, quelli con la "A" maiuscola ti conoscono bene e sanno come aiutarti, nonostante i tuoi difetti e i tuoi problemi.
Sousuke Sagara ne ha uno molto particolare...
Genere: Generale, Guerra, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kaname Chidori, Sousuke Sagara
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Quando uscite dall’edificio, Mila vi conduce a piedi verso un grande hangar in cui sono stipati mezzi militari.
Auto, blindati, un paio di aerei ed elicotteri, cingolati e, in fondo, AS di ultima generazione.
Superate la postazione di sorveglianza all’ingresso, l’immenso ambiente sembra deserto. Ti guardi intorno, non sembra esserci nessuno da incontrare.
-Arriverà qui?- chiedi alle ragazze, ma loro si limitano a sorridere e a scuotere il capo.
-È già qui.- dice Mila. Poi chiama: -AR!
Al suo richiamo qualcosa di grande si muove. Dalla seconda fila di AS inginocchiati nella posizione di standby, si alza in piedi una sagoma bianca familiare, appena decorata di blu e rosso.
-Buongiorno Sergente Sagara.- rimbomba una voce metallica.
Resti senza parole, mentre il grande robot saluta la tua compagna: -Benvenuta miss Chidori.
-Ciao, AR, grazie!- risponde lei senza mostrarsi troppo sorpresa, mentre il grande mezzo resta in attesa.
Fai un passo verso di lui; non avresti mai creduto che lo avresti rivisto ricostruito a quel modo.
-AR!- esclami felice, correndo fin sotto alla corazza nuova di zecca e ti volti verso Mila: -Come si chiama questa nuova versione?
Lei risponde con un’alzata di spalle: -Semplicemente “AR”.

Mille interrogativi ti si affollano alla mente, ma li accantoni tutti: hai ritrovato il tuo più stretto collaboratore, colui che ti ha autonomamente salvato la vita, prendendo una decisione in un modo che una normale macchina mai avrebbe potuto fare.
-Le va di fare un giro, Sergente?- chiede l’AS bianco.
Stavolta sei tu a sorridere: -Non sono più un sergente, AR. Chiamami semplicemente “Sousuke”.
AR sembra elaborare per un attimo la cosa, poi si corregge: -Roger1. Ti va di fare un giro, Sousuke?
Ti volti a guardare Mila. Quel mezzo non è più tuo e anche se non sai a chi appartiene, quella ragazza ne è l’unica rappresentante, al momento.
Lei annuisce facendo spallucce: -Anche se volessi, non potrei impedirglielo, se non disattivandolo: ormai AR è autonomo e nessuno riesce a pilotarlo. In effetti nessuno, tranne te, l’ha mai fatto, Sousuke.
La cosa non ti stupisce e ti volti verso Kaname… vorresti andare, ma ormai sei abituato a pensare come parte di una coppia e cerchi l’appoggio di lei. Comprendendo il tuo desiderio lei annuisce, ma la voce metallica sovrasta ancora una volta tutti gli altri suoni: -Vuole aggiungersi a noi, miss Chidori?
È educato come un lord e lei non esita: -D’accordo, AR. Però chiamami Kaname.
-Roger.- conferma il robot.
Mila sorride, vi guarda un po’ malinconica e vi saluta: -Ci vediamo più tardi, allora. Divertitevi.
Quindi si volta e si avvia fuori dall’edificio.

Nel frattempo AR si è abbassato per consentirti di arrampicarti agilmente fin sul cockpit2 e far salire sul grande palmo della mano la tua compagna. Mentre ti sistemi sull’ergonomico sedile, lui porta Kaname presso di te e le consente di scendere per far sì che si accomodi sulle tue ginocchia.
Il portellone si chiude e la voce sintetica chiede: -Possiamo andare, Sousuke?
-Dove ci porti, AR?- chiedi.
-Oggi siete miei ospiti, raggiungeremo presto il punto prefissato.
Vi rassegnate ai modi cortesi del grande AS e vi godete la passeggiata: AR si muove in completa autonomia e con pochi passi esce dall’hangar e poi dalla base. La cosa ti mette in allarme, ma nessuno tenta di fermarvi e allora provi a rilassarti.
Certe abitudini sono dure a morire, ma puoi farcela.
L’AS attraversa la giungla e giunge fin sul ciglio di un’alta scogliera rocciosa. Spicca un salto ben coordinato, strappando un gridolino di paura a Kaname, che viene rassicurata prontamente: -Stai tranquilla, non è mia intenzione mettervi in pericolo.
Cammina sul fondale con l’acqua sino al petto per allontanarsi di una decina di metri dalla costa. Qui si ferma per informarvi: - Nel vano porta bagagli c’è una sacca. È per te, Sousuke.
Con lo sguardo perplesso apri il portello che ti ha indicato l’AS e lo apri per scorgerne il contenuto.
-So che ti piace un’attività umana chiamata “pesca”. Ho sbagliato?
Sorridi. Lo fai spesso, ormai.
-No, AR, non sbagli.
Uscite e vi accomodate sui palmi delle grandi mani che il robot tiene accostate per voi ad in metro dalla superficie dell’oceano e la tua mente corre a quella prima volta in cui, dopo la crisi sul TDD-1, vi trovaste a pescare insieme, tu e Kaname, a quanto siete cambiati da allora.

Nella borsa c’è tutto l’occorrente compreso il vostro pranzo, e ti accingi a preparare la lenza per lei, poi ne sistemi una per te. È da tanto tempo che non ti dedichi al tuo hobby e una leggera sensazione di euforia ti assale, mentre il vento leggero vi scompiglia i capelli e getti le lenze con due lanci perfetti, respirando a fondo la salsedine che la brezza marina porta al viso.
-Grazie, AR, è magnifico!- dici, sentendo di doverlo fare: è davvero un grande regalo essere lì insieme, ancora una volta.
Però lui resta in silenzio.
Solo diversi minuti dopo, e ti pare di scorgere una leggera esitazione nella voce metallica, gli sentite dire: -Io… io non posso accettare un altro pilota. Hanno provato in tanti. Sono stato definito “un AS inutile”.
La cosa non ti stupisce più di tanto neanche stavolta. Tessa lo aveva detto chiaramente: AR era una macchina diversa da tutte le altre, persino da Dana, l’intelligenza artificiale che presiedeva al sottomarino… e dopo che il primo pilota lo aveva guidato, si era settato sui suoi schemi mentali.
Quel primo pilota eri tu.
Sai pure che è triste e che l’unico robot a poter provare un qualsiasi sentimento è lui. Non sai tecnicamente perché, non lo sa nessuno, dato che il suo creatore ha portato con sé quel segreto nella tomba, ma le cose stanno così e nessuno può cambiarle.
-Anche io ti definivo a quel modo, ma non te la sei mai presa così tanto.
Hai un modo tutto tuo di tirarlo su e Kaname ti guarda perplessa, ma resta in silenzio ad ascoltare quel dialogo così irreale tra un ex soldato ed un robot.
-Sì. Ma non lo hai mai pensato per davvero. Io… lo so. Con te ero utile.
Ti stupisci della sua sensibilità, della sua capacità di leggerti e sai che non dovresti. Forse in maniera un po’ brutale chiedi: -Cosa vorresti che facessi, AR? Sai bene che la Mithril non c’è più. Adesso sono un semplice istruttore e anche se lavoro in una caserma, sono un civile. E i civili non possono tenere un AS sotto casa o in garage. Non so nemmeno quale sia l’organizzazione che ti ha ricostruito quale ruolo vi abbia Mila. Spiegami e forse ti saprò dire qualcosa.
L’AS resta di nuovo muto ad elaborare il tuo punto di vista, poi risponde: -Mila mi ha ricostruito. La base dove alloggio è delle Nazioni Unite, un reparto anonimo che agisce dietro direttive precise in caso di crisi. Loro speravano di potermi utilizzare, ma non posso essere resettato. Io… sono diverso. È per quella cosa, il Lambda Driver; ormai sono rimasto solo io ad averlo: i piani di costruzione erano sul TDD-1, ormai cancellati dalla testata nucleare. Mila sa come ripararmi, ma le sue conoscenze si limitano a questo. Devo restare inutile, Sousuke Sagara?

Quella domanda ti colpisce. Per quanto possa essere autonomo, sapete entrambi che ha bisogno del suo pilota per funzionare al meglio... le Nazioni Unite avevano fatto male i propri calcoli nel ricostruirlo e adesso lo consideravano fonte di risorse sprecate. Cosa dovresti fare? Abbandonare la vita che ti sei conquistato a fatica per tornare in guerra?
Ti volti verso Kaname e vorresti dirle tante cose, ma le vedi scuotere il capo.
-AR ha una proposta da farti. Che ne dici di ascoltarlo?
L’AS riprende a parlare: -La tua nuova vita ti piace, Sousuke. Non ti dà i problemi di quella che avevi con me- afferma, invece di proporti quel qualcosa a cui accennava la tua compagna. E ti investe il pensiero di quelle crisi, dell’ultima che risale a tre giorni fa per colpa di uno stupido videogioco. E comprendi.
-Si, AR, mi piace la mia nuova vita. Ma i problemi non mancano comunque, non eri certo tu a darmeli.
-Ne vuoi parlare?- ed è come se un vecchio confidente fosse tornato ad ascoltarti ed aiutarti.
-I medici la chiamano “sindrome da stress post-traumatico” ed è comparsa quando ho lasciato i campi di battaglia, non riesco a scordare gli orrori della guerra…- spieghi, mentre Kaname tende una mano a stringere la tua.
-Capisco.  Mi dispiace- commenta il robot. Sai che ha avviato una ricerca in rete per capire meglio e adesso sa anche lui.
-Soffri di depressione? I flashback sono frequenti?- si informa con lo stesso tono di un medico premuroso… in questo non è cambiato molto.
-No, non mi capita troppo spesso. E Kaname mi aiuta a non essere troppo triste- gli dici, mentre sorridi a lei.
Di nuovo immersa nel silenzio dell’elaborazione, la sua intelligenza artificiale unica al mondo gli permette di pensare pressoché come un umano. Certo è limitato negli schemi della programmazione, ma è in grado di apprendere e capire ciò che provi. Alla Mithril i tecnici lo definivano il tu alter-ego, praticamente un riflesso di te. Quasi certamente, anche a distanza, per tutti i mesi in cui non vi siete visti, con te stava male anche lui.
-Capisco.- dice infine la voce sintetizzata. Poi aggiunge: -Ti ringrazio Kaname Chidori.
-E perché mai?- chiede lei senza capire.
-Per essere stata vicina a Sousuke.- afferma candidamente.
Lei ti fissa, seria, mentre ribatte in quella strampalata conversazione: -Lo avrei fatto comunque, AR. Ormai non riesco a stargli lontano.
-Capisco.- reitera la macchina. Elabora ancora, poi chiede conferma: -È questo “amore”?
Mentre avvampi e stai per rimproverare la sua invadente sfacciataggine, lei risponde con insolita pazienza: -diciamo che è anche questo, AR.
Ti rendi conto che il suo sistema di apprendimento è ormai sempre attivo e ti viene da ridere... le situazioni complicate non mancheranno mai nella tua vita.









1)) Roger: nella procedura radiotelefonica in lingua inglese ACP125 è un'istruzione di procedura che significa "ho ricevuto la vostra trasmissione soddisfacentemente". Nella versione italiana di tale procedura l'equivalente istruzione è "Ricevuto", non è mai una domanda ed è tuttora in vigore.

2) Cockpit: 
abitacolo o cabina di pilotaggio
   
 
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