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Autore: laira16    14/10/2015    1 recensioni
Hikari é costretta ad abbandonare la SA... Cosa succederà?
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Salve a tutti. Chiedo scusa per eventuali errori e vi chiedo di non considerare veritiere le notizie storiche. Buona lettura
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​Capitolo 1
Come ogni giorno, i ragazzi della SA stavano prendendo il thé sapientemente preparato da Akira. Non erano cambiate molte cose per i sette ragazzi ad eccezioni di Jun e Megumi che facevano ormai coppia fissa con i rispettivi Sakura e Yahiro. Akira e Tadashi continuavano la loro relazione mentre Ryuu rimaneva il solito cuore solitario.
Kei e Hikari portavano avanti le loro sfide normalmente ma il loro rapporto cresceva ogni giorno di più  e di nascosto da occhi indiscreti erano soliti scambiarsi le loro tenerezze.
Quel giorno era arrivata l'ennesima sfida per Kei e come da copione, sarebbe vertuta sullo studio.
-Non capisco perché tu accanisca così  tanto a sfidarmi se giá sai di perdere in partenza- commentó Kei con la sua solita freddezza.
-Stavolta vedrai che riuscirò a vincere, Takishima!- esclamò la battagliera ragazza. L'uso del nome Kei era limitato alle occasioni in cui i due erano da soli.
-Povera illusa Numero Due...- disse lui con un sorrisetto, sapendo giá quale sarebbe stata la reazione della sua ragazza
E come sempre, Hikari urlò:- Non chiamarmi N...- ma stavolta l'epiteto le morì sul nascere.
Kei rimase sorpreso e la fissò: la ragazza guardava fisso davanti a sé perfettamente immobile ed un'espressione resa strana dagli occhi sbarrati. Si girò a guardare nella stessa direzione e nel girò di un secondo fu imitato da tutti i compagni.
Proprio davanti a loro c'era una bella donna matura alta e magra con lisci capelli neri e occhi grigi. Era una signora molto curata ed aveva una sorta di aria aristocratica che incuteva timore ed ammirazione allo stesso tempo. Ma la cosa che lasciava più esterrefatti era la sua straordinaria somiglianza con Hikari.
-Ciao Hikari...- mormorò con voce dolce e fissando lo sguardo dritto negli occhi della ragazza.
I ragazzi spostarono lo sguardo su Hikari che rimaneva immobile senza proferire parola. La sua espressione non divenne sorpresa a sentir quella donna pronunciare il suo nome quindi doveva conoscerla e anche molto bene.
In un'atmosfera satura di tensione e ansia, alla fine disse: -Ciao mamma!-. Mamma? Ora mi erano gli altri a rimanere immobili e di stucco. Conoscevano tutti la madre di Hikari e di certo non aveva niente a che fare con quella donna.
-L'accordo era valido per quando avrei compiuto 17 anni. Ne ho appena 16- aggiunse poi con tono spento
-Lo so, tesoro ma tuo nonno ti aveva anche detto che le circostanze avrebbero potuto anticipare il tutto di un anno- rispose la donna mantenendo il suo dolce tono di voce. Hikari sospirò e ciò diede l'impressione, soprattutto a Kei, che lei stesse prendendo consapevolezza di un segreto che si portava dietro da anni.
-Hikari- chiese finalmente Akira -chi é questa signora?- La ragazza rispose senza neanche guardarla: -É mia madre-
-Ma tua madre...- provò a dire Akira ma fu interrotta Hikari -Quelli che sapete essere i miei genitori in realtà sono i miei zii paterni, a cui mi hanno affidata quando ero avevo 3 anni-
-Incredibile...- commentò Tadashi
-Perché ché ti hanno affidata a loro?- domandò Ryuu. -Quando mia madre rimase incinta di me, mio padre non volle prendersi le sue responsabilità e la abbandonò. Quando nacqui passai i primi tre anni con la mamma ma mio nonno decise che avrei dovuto trascorrere una vita il piú normale possibile. Perciò fui affidata ai miei zii paterni-
-Non ci hai mai detto niente- disse Jun
-Non ce n'era bisogno- disse semplicemente Hikari
Kei si sentiva stranamente agitato perché aveva come la sensazione che stesse per succedere qualcosa di sconvolgente.
-Perché non rivelare a tutti i tuoi natali, Hikari?- domandó improvvisamente una voce dal fondo della serra.
A parlare era stato un ragazzo alto e dal fisico muscoloso. Aveva lunghi capelli biondi e due occhi azzurri come il mare. Procedeva verso i ragazzi con passo sicuro ed elegante, sprizzando fascino da tutti i pori. Era semplicemente bellissimo.
-E dopo anni finalmente ci si rivede, Hikari- disse il ragazzo. Aveva lo stesso cipiglio sicuro e strafottente di Kei ma non ispirava la stessa freddezza. In lui c'era un tratto di entusiasmo e passionalitá davvero coinvolgente.
-Yama!- esclamò Hikari e gli occhi le si illuminarono. Dopo neanche due secondi, si era tuffata tra le braccia del ragazzo stringendolo con affetto e questo fece allarmare Kei ancora di piú. Chi era quel ragazzo? E perché Hikari lo conosceva?
-Yama! Da quanto tempo non ci vediamo!- disse poi Hikari sciogliendosi dall'abbraccio e fissandolo intensamente. - Eri appena un bambino l'ultima volta che ti ho visto. E adesso ti ritrovo uomo fatto-.
-Beh, anche tu sei cresciuta, cara Hikari e anche bene- rispose con un sorriso Yama a quella bambina che ormai si era fatta donna.
Kei strinse i pugni sui braccioli della poltrona per non andare lí a picchiare quel ragazzo che aveva fin troppa confidenza con la sua ragazza. C'era una strana complicità tra di loro con se si conoscessero da una vita.
-Hikari- la chiamò e lei distolse lo sguardo da Yama per rivolgergli il suo sorriso, non immaginando la rabbia che aveva dentro il suo ragazzo. -Oh, scusate avete ragione. Ragazzi- disse Hikari- lui é Yamato un mio vecchio amico.-
-É un grande piacere per me conoscere gli amici di Hikari- disse Yama accennando un inchino davvero cavalleresco. Akira, che tanto amava smancerie di quel genere, ebbe gli occhi a cuoricino.
Hikari passò a presentare i suoi amici uno ad uno e l'ultimo fu proprio Kei.
-E lui é...-  aveva cominciato a dire Hikari ma era star prontamente interrotta da Yama
-Kei Takishima, lo so- aveva detto accennando un sorrisetto che sembrava celare molte cose -Come potrei non conoscere l'erede del Takishima Group?- disse porgendo la sua mano. Kei rimase a fissarlo cercando di ricordare se avesse mai incontrato quel ragazzo ma la memoria non l'aiutava. E la sua memoria non sbagliava mai. Quando si accorse che Hikari lo stava fissando incuriosita perché non aveva ancora stretto la mano di Yama sospesa a mezz'aria, la afferrò educatamente ma senza stringere più di tanto. Fissò quel ragazzo negli occhi cercando di carpire un qualche indizio nel suo sguardo ma era imperscrutabile. Terminate le presentazioni, Yama prese Hikari per le  spalle e dolcemente le disse: -Credo che sia ora che tu vada a preparare i tuoi bagagli- Bagagli? Quella parola fece trasalire Kei.
-Perché devi preparare i bagagli?- chiese d'impulso Kei ma temeva di ricevere la risposta. Hikari si era fatta improvvisamente silenziosa e aveva mutato espressione come se fino ad allora fosse rimasta in una ovattata bolla di sapone e questa fosse poi scoppiata gettandola nella realtá.Non rispose e Kei aveva paura di sentirsi dare quella risposta che aveva giá intuito. -Che significa che devi fare i bagagli, Hikari?- insistette ancora il ragazzo.
-Significa che é ora che si riunisca alla sua famiglia- Anche questa volta intervenne una voce fuori campo ma era piú adulta e matura di quella di Yama. Davanti ai ragazzi si pose un uomo imponente con barba e capelli bianchi ma in grado di incutere timore con il solo sguardo. Nessuno ebbe difficoltà a capire che si trattava del nonno di Hikari, visto che avevano gli stessi occhi.  Non si prese neanche la briga di presentarsi e salutare e si rivolse direttamente a  Hikari. -Hikari so che i nostri patti fissavano il compimento dei tuoi 17 anni come data per il tuo rientro tra noi ma purtroppo le circostanze hanno cambiato le cose e abbiamo dovuto anticipare- Si stava limitando a spiegare qualcosa ma il suo tono sembrava che stesse dettando un ordine. Hikari si limitò ad annuire.
-Chi é lui?- chiese Kei senza tante cerimonie e in piena agitazione. Il nonno di Hikari lo guardò male per il modo in cui gli si era rivolto ma invece che presentarsi personalmente, lascò che fosse Yama a schiarirsi la voce e dire:- Vi presento Sua Eccellenza il Duca Yoshida Takeda e sua figlia la Duchessa Natsuko-. Ed indicò rispettivamente il nonno e la madre di Hikari che fissavano fieri i ragazzi come se ci fosse una cerimonia ufficiale in atto.
-Takeda?- disse Jun -Ma é la stirpe nobile discendente dalla famiglia imperiale Minamoto.
Il Duca Yoshida annuì per confermare quanto appena detto. -Quindi Hikari...- disse Tadashi -E naturalmente vi presento la principessa Hikari-.
-Principessa?- esclamarono tutti i ragazzi assieme. Kei era quello piú esterrefatto di tutti. Credevano che Hikari fosse l'unica di loro a provenire da una famiglia assolutamente normale e adesso scoprivano che in realtà apparteneva ad una famiglia molto piú prestigiosa di tutte le loro messe assieme.
-Hikari, sei una principessa! Ho sempre saputo che in realtà tu fossi speciale- disse Akira sognante. La sua amica si rabbuiò all'uso del termine "speciale" perché era proprio a causa di questa specialità che stava per lasciarli.
-Hikari, tesoro- disse sua madre che fino ad allora era rimasta in silenzio -É ora di andare. Tra due ore abbiamo il volo- e le cinse le spalle.
-Ho giá provveduto a consegnare a tua lettera di ritiro alla preside della scuola- aggiunse il nonno.
Takishima Bagagli? Volo? Ritiro? I ragazzi cominciarono ad agitarsi ponendole tremila domande e fu necessario che Hikari alzasse le braccia per ottenere silenzio. Quando si furono calmate le acque, li fissò con espressione triste:
-Abbiamo sempre avuto questo accordo: una volta adolescente sarei tornata a vivere con loro. Mi dispiace ragazzi ma é ora che io mi riunisca alla mia famiglia. Il nostro viaggio finisce qui per me- Ogni parola detta da Hikari pesò come un macigno per i ragazzi  della SA. Hikari che aveva dato anima e corpo per la SA adesso li stava lasciando e per sempre.
Era difficile da digerire come notizia soprattutto se non avevi avuto il tempo di prepararti. E la cosa era resa ancora piú dura dalle lacrime che avevano iniziato a scendere dagli occhi di Hikari. Nessuno sapeva che cosa dire: volevano avvicinarsi per abbracciarla ma sapevano che Hikari non avrebbe voluto. Sarebbe stato ancora piú difficile per lei.
Dopo aver guardato i suoi amici per l'ultima volta, la ragazza si voltò per andarsene ma Kei la fermò per un braccio. Hikari non aveva bisogno di guardare per capire che si trattava di lui. Avrebbe riconosciuto ovunque la sua stretta forte e decisa.
-Non andare. Resta con me.- disse tutto d'un fiato. Yama si avvicinò con lo sguardo piuttosto teso perché aveva paura che Hikari potesse  cambiare idea.
-É la mia famiglia. Devo andare.- rispose Hikari senza neanche guardarlo in faccia. - E noi?- chiese Kei angosciato. Lei non rispose e si scostò dalla presa di quello che ormai poteva considerare solo un amico. Si aggrappò a Yama che le offriva gentilmente il braccio e se ne andarono insieme seguiti a ruota dai signori Takeda.
Kei urlò il nome di Hikari e provò a correre per raggiungerla ma fu bloccato da uomini della security sbucati dal nulla. Il ragazzo era abituato a vincere anche contro uomini più grandi e più grossi di lui ma quelli riuscirono a bloccarlo e ad opporgli resistenza per il tempo necessario perché Hikari e i suoi potessero andar via. Quando riuscì a liberarsi, Hikari era giá andata via.

 
  
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