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Autore: Shainareth    15/10/2015    2 recensioni
In cima alla Torre, lasciata al buio proprio per poter godere al meglio quella visione, i cinque amici se ne stavano seduti sul tetto, le gambe penzoloni e il naso all’insù, in attesa di scorgere la prima delle stelle cadenti a cui avrebbero affidato i loro desideri più remoti.
Genere: Commedia, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Beast Boy, Cyborg, Raven, Robin, Starfire
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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STELLE CADENTI




Era una calda serata d’agosto e il cielo terso era cosparso di meravigliose luci lontane, che in quella notte di San Lorenzo avrebbero lasciato una luminosa scia al loro passaggio, facendo sussultare i cuori di chi, con gli occhi sognanti, rimaneva ad ammirare quello spettacolo che si ripeteva ogni anno. In cima alla Torre, lasciata al buio proprio per poter godere al meglio quella visione, i cinque amici se ne stavano seduti sul tetto, le gambe penzoloni e il naso all’insù, in attesa di scorgere la prima delle stelle cadenti a cui avrebbero affidato i loro desideri più remoti.
   «Io so già quale esprimere», iniziò Starfire, intrecciando le dita delle mani all’altezza del petto. Le avevano spiegato da poco di quell’usanza terrestre e l’aveva trovata affascinante e, soprattutto, molto romantica. «Volete saperlo?»
   «Se lo dici, non si avvererà», l’ammonì affettuosamente Beast Boy, con il quale la ragazza condivideva l’indole allegra e sognante. «Tienilo per te fino a che non vedrai una stella cadente.»
   «Tutta quest’attesa è davvero emozionante», riprese allora lei, in trepidazione come se fosse stata una bambina. «E adesso il mio nome terrestre mi piace ancora di più.»
   Stupito, il giovane si dimenticò per un attimo della volta stellata e si girò a guardare nella sua direzione. «È vero, è associato alle stelle, ma… qual è il tuo vero nome?»
   «Koriand'r», rispose lei con un largo sorriso, poiché non capitava spesso che i suoi compagni s’interessassero delle sue origini e della lingua o delle usanze del suo paese natio.
   Beast Boy strizzò gli occhi e si portò le mani alle tempie. «Spero di non dimenticarlo… Sono troppo abituato a chiamarti Starfire.»
   «E dovresti continuare a farlo», lo avvertì Robin, pur con espressione serena in volto. «Non è prudente far conoscere troppo di noi alla gente comune. Non si sa mai cosa potrebbe accadere.»
   «Gli altri sono un conto, ma almeno fra noi potremmo parlarne», obiettò l’altro, atteggiando la bocca in una smorfia contrariata. «Per esempio, tutti voi sapete qual è il mio vero nome, ma io non conosco il vostro. Beh… a parte quello di Star.»
   «Ha ragione», gli diede subito man forte la ragazza. «Non è giusto, dovremmo essere tutti alla pari e… insomma, se non ci fidiamo di noi, di chi altri dovremmo farlo?»
   «Sono d’accordo», esordì a quel punto Cyborg, schierandosi con loro. «Dopo tutto quello che abbiamo passato insieme, presentarci a dovere è il minimo, no?» Si levò in piedi e mise le mani chiuse a pugno sui fianchi. «Inizierò io: il mio nome è Victor Stone. Piacere di conoscervi, gente.»
   Robin serrò le labbra, perplesso per quella novità, ma Starfire applaudì contenta. «Piacere nostro, Victor. Io sono Koriand'r e vengo da Tamaran.»
   Anche Beast Boy si mise in piedi e puntellò un piede contro il parapetto su cui erano seduti gli altri, in modo da assumere una posa che era solito definire da gran fico. «E io sono Garfield Mark Logan.»
   «Doppio nome?» s’interessò di sapere Raven, prendendo parola per la prima volta. «Ai tuoi non bastava averti chiamato Garfield?»
   «Di’ quello che ti pare», rimbeccò subito lui, impettendosi e incrociando le braccia al petto. «Io trovo che il doppio nome faccia fico.»
   «Nulla da ridire al riguardo», si corresse allora la maga, «ma non potevano chiamarti semplicemente Mark?»
   «No», prese a spiegare il ragazzo, tornando a sedersi accanto a lei. «Quello era il nome di mio padre.» Raven perse ogni voglia di scherzare e per un attimo invidiò il suo compagno, che aveva avuto la fortuna di ricevere il proprio nome da dei genitori sicuramente affettuosi. «E tu?» si sentì chiedere, proprio da Beast Boy. «Com’è che ti chiami, in realtà?»
   Lei si strinse nelle spalle. «Raven», disse solo.
   «E basta?» domandò Starfire. «Non hai un nome diverso? O più lungo, come quello di B.B. o di Cyborg?»
   Anche quest’ultimo espresse la propria sorpresa al riguardo. «Capisco che forse su Tamaran non usano cognomi o roba simile, ma tu sei per metà umana…»
   «Mia madre mi ha abbandonata alle cure dei monaci di Azarath e non credo ci sia bisogno di specificare che tipo fosse mio padre…» si lasciò andare Raven, volgendo lo sguardo all’oscurità del mare che si trovava davanti a loro. «Perciò mi chiamo Raven. E basta.»
   Beast Boy fissò il suo profilo elegante, stupito del fatto che proprio il membro più misterioso del loro gruppo avesse sempre giocato a carte scoperte, rivelando la propria identità sin dall’inizio. «Ti presto il mio cognome», disse d’un tratto, guidato dal proprio buon cuore.
   «Cos…?» annaspò l’altra, non sapendo bene come prendere quella proposta – di matrimonio?
   «Raven Logan», dichiarò lui tutto convinto, senza minimamente pensare ad eventuali sfottò. «Suona bene, no?» insistette, facendo ridere Cyborg per ovvi motivi. «Che ne pensi?»
   Rossa in volto, la ragazza grugnì. «Se proprio devo scegliermi un cognome, sarebbe più appropriato usare quello di mia madre.»
   «E quale sarebbe?» s’incuriosì Starfire, entusiasta di tutte quelle scoperte.
   «Roth», rivelò dopo qualche attimo la maga.
   «Raven Roth», ripeté lentamente Cyborg, prendendosi tutto il tempo di gustare quel suono. «È meglio di Raven Logan», aggiunse poi, lanciando un’occhiata divertita a Beast Boy. Che s’immusonì.
   «Robin, tocca a te!» esclamò dopo un attimo l’aliena, voltandosi nella sua direzione e scrutandolo in attesa. Gli altri la imitarono e il giovane, che se n’era rimasto zitto e buono fino a quel momento, corrucciò lo sguardo. «Oh, andiamo», lo spronò Starfire, sfarfallando le ciglia per far leva sull’amore che provava per lei. «Noi ti abbiamo detto le nostre vere identità, ora tocca a te.»
   «Sì, amico», la appoggiò ancora una volta Cyborg. «Non vorrai davvero essere l’unico musone che ha dei segreti?»
   «Non ti fidi di noi?»
   Quell’ultima domanda, pronunciata per di più dalla ragazza con voce languida, fu un colpo basso. Robin sbuffò e si arrese. «E va bene, va bene, ho capito…» borbottò, passandosi una mano sul viso, forse cercando dentro di sé il coraggio per rivelare quella verità. «Mi chiamo Dick. Dick Grayson.»
   «Che nome del…»
   «Beast Boy!» abbaiò Raven, fermandolo appena in tempo.
   «Ma hai sentito che razza di nome ha?» ribatté lui, incredulo, additando il compagno.
   Il quale subito reagì, stizzito più che mai. «Non me lo faccio dire da uno che si chiama come il gatto dei fumetti!»
   «In effetti ve la giocate…» osservò Cyborg, sghignazzando divertito.
   «Perché?» volle sapere Starfire, non riuscendo a seguire il nocciolo del discorso. «Che ha che non va, il nome Dick?»
   «Niente», rispose Raven, avvicinandosi al suo orecchio per farsi udire da lei nonostante gli schiamazzi dei tre giovani che avevano preso a discutere e a darsi addosso gratuitamente. «Non dar retta a questi cafoni.»
   Pur non del tutto convinta, l’aliena decise di seguire il consiglio dell’amica e tornò a volgere la propria attenzione al cielo stellato. Proprio in quell’istante i suoi grandi occhi verdi catturarono una scia luminosa che durò solo pochi attimi. Esclamò di gioia, aggrappandosi al braccio della maga. «L’hai vista?!»
   A quel punto, tutti tacquero e alzarono lo sguardo al firmamento, che di nuovo fu solcato da una luce sfuggevole e poi da un’altra. Ogni screzio fu dimenticato all’istante e i cinque ragazzi tornarono a contemplare quello spettacolo con animo sereno, esprimendo forse il medesimo desiderio: che la loro amicizia durasse per sempre.












Fino all'ultimo sono stata indecisa se inserire questa shot nella raccolta La Bestia e la Strega, ma poi mi sono resa conto che il tema BBRae è appena accennato. Per tale ragione, visto anche che qui si parla prevalentemente di amicizia e di fiducia all'interno del team, ho infine optato per una storia a sé. Spero di non aver deluso nessuno, con questa. Sappiate che, anche se i miei preferiti restano Raven (soprattutto) e Beast Boy, in realtà amo tutti e cinque i nostri eroi.
Buon pomeriggio a tutti e a domani con il capitolo finale di Futuro.
Shainareth





  
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