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Autore: Beyond Life    15/10/2015    0 recensioni
Scrivo questo diario, per documentare ciò che sta succedendo.
Non ho certezze sul fatto che qualcuno, presto o tardi, possa trovarlo, ma voglio far sapere a chiunque stia leggendo queste pagine, la verità.
In queste illusioni che mi avvolgono, trascinandomi con esse, io non piangerò.
Genere: Drammatico, Mistero, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Noah Miller











-Noah Miller! Hai intenzione di studiare per l'interrogazione di domani, o speri ancora in un miracolo divino?- chiese una donna sulla cinquantina, con un rovo al posto dei capelli ed un megafono al posto della voce. Osservava attentamente un ragazzo, intento a raccogliere qualche foglio e qualche biro per poi gettarli incurante nel suo zaino.

La campanella era suonata da qualche secondo e già lui era pronto a scattare verso la porta.

Le sorrise. -Se mai succederà, le prometto che lei sarà la prima a saperlo, Signora Oober!- rispose con un cenno di mano, mentre, seguito dai suoi compagni, si incamminava per i corridoi.

Venne subito raggiunto dal suo più caro amico, Mike Olsen, nonché capitano dei Coyote, la squadra di football della loro scuola. Iniziò ad elencargli come avrebbero passato il pomeriggio, tra videogiochi e popcorn, per terminare con una serata al Black Hopes, il locale più famoso e frequentato di quella piccola cittadina dimenticata da Dio. Noah tentava in continuazione di interromperlo per fargli sapere i suoi di progetti, ma l'amico, che agli occhi della maggioranza delle ragazze in quell'edificio appariva perfetto, con i suoi occhi azzurri, capelli biondi, sorriso che potrebbe riportare in vita un cagnolino (così lo avevano descritto una volta un gruppo di “innocenti fanciulle”, che probabilmente di innocente non avevano più nemmeno l'orecchio) ma aveva forse il peggiore dei difetti.

Non ascoltava.

-Mike...- ripetè Noah per la diciottesimo volta, quando raggiunsero il parcheggio.

-...e vedrai, quella Vanessa stasera ti si appiccicherà come una colla! Avanti ammettilo che è carina, ti sta puntando da quasi un mese ma tu non le hai dato nemmeno una possibilità! Non ti dico che devi sposartela, solo concedile una notte con il tanto desiderato Noah Miller! E poi...-

-Mike non posso oggi!- riuscì ad urlargli tutto di un fiato. L'amico si bloccò con la bocca ancora aperta. Passò qualche secondo di completo silenzio, quando gli chiese il perché.

-Te lo avrò ripetuto mille volta da giorni ormai. Oggi mi trasferisco in quella nuova casa.- gli disse mentre cercava le chiavi della toyota dal suo zaino.

-E allora? Cos'è, devi appendere le tendine rosa ricamate alle finestre?- gli chiese l'amico aprendo le braccia. -Avanti amico non puoi non venire stasera!-

Noah si fermò un'istante per guardare il suo compagno, poi si voltò, aprì l'auto e si mise alla guida, non prima di aver urlato al suo amico, con un ghigno sulle labbra -In realtà le volevo attaccare lilla!-


 

Guidò per una ventina di minuti, prima di parcheggiare davanti ad una villetta piuttosto malconcia. La vernice era assai vecchia, i vetri delle finestre rotti, se doveva fare un elenco delle cose che non andavano, sarebbe rimasto ad osservarla per un giorno intero.

Ad attenderlo, davanti alla porta, c'era sua madre, impeccabilmente vestita con un tailleur rosso fuoco, i lunghi capelli castani acconciati in una chignon basso e un tacco che faceva venire le vertigini a lui. Era in compagnia di un'altra donna, l'agente immobiliare probabilmente.

Sbuffando, scese dall'auto e le raggiunse, salutando entrambe.

-Tesoro finalmente sei arrivato! Il camion dei traslochi è già arrivato, ho fatto lasciare i tuoi scatoloni in salotto. Allora che te ne pare?- chiese la madre con un enorme sorriso, indicando la struttura dietro se.

“Gran bel posto mamma, la affittano per fare le feste di halloween?” pensò lui. La venditrice doveva aver notato il suo sguardo per nulla convinto, perché si mise a ridere mentre, voltandosi verso la madre le disse -Oh signora Miller, ha un figlio davvero bellissimo! Ha preso il suo stesso colore di capelli ed il suo sorriso!-

-Vero Signora Woon? Gli occhi verdi sono del padre, ma per il resto è cento per cento sua madre! Avanti Noah non ti scoraggiare, ci vorranno solo dei piccoli aggiustamenti e questa casa tornerà a splendere!-

“Qui di piccolo vedo gran poco...” -Posso entrare?- chiese il ragazzo.

La donna annui, porgendogli un mazzo di chiavi che comprendeva una molto più lunga rispetto alle altre. Prese quella e la inserì facendo scattare la serratura.

Dentro c'era il vuoto ed il silenzio più assoluto. Oltre alcuni scatoloni, c'erano gli oggetti che dovevano appartenere ai vecchi proprietari, coperti da lenzuoli piuttosto ingialliti e impolverati.

L'interno non era male: subito si presentava una scala che portava al piano superiore, di legno, a sinistra vi era il salotto piuttosto buio ed a destra,si vedeva parte della cucina. Si guardò attorno, notando che in effetti, la casa non era male se messa a nuova e sorridendo tra sé e sé, anche quelle tendine lilla avrebbero dato un bel tocco di classe.

Lui aveva già iniziato a salire le scale, mentre sentiva la donne che discutevano sui possibili arredamenti, sui colori dei muri e altri discorsi che si persero in quell'enorme struttura. Sopra era altrettanto mozzafiato: c'erano due bagni ed uno sgabuzzino, tre camere da letto, una leggermente piccola, una matrimoniale ed una stranamente in discreto strato e lui entrò proprio in quest'ultima.

Si appoggiò al letto, anch'esso coperto da un lenzuolo ed iniziò a pensare che ormai, doveva abituarsi all'idea che quella sarebbe stata la sua nuova stanza...e la sua nuova casa. Erano passati quattro anni da quando suo padre, Mark Miller, era morto in un incidente stradale, lasciando da soli lui e sua madre. La donna soffrì molto per quella perdita, ma da qualche mese si frequentava con un uomo, simpatico sotto sotto, ma per Noah ormai quella casa in cui anche il compagno di lei aveva iniziato a viverci, era diventata troppo stretta ed opprimente.

Così aveva deciso di andare a vivere da solo e, tra i vari annunci immobiliari, incredibilmente aveva trovato questa casa. Beh, lui avrebbe preferito un appartamento, ma sarebbe stato molto più lontano da scuola e troppo vicino alla sua vecchia casa.

Gli mancava il padre, molto spesso. Il primo periodo fu più difficile di quanto credesse: non era mai a casa, saltava le lezioni, frequentava soltanto locali e letti di sconosciute, ma sapeva che così non poteva continuare. Fu grazie al suo amico Mike, che uscì da quel lungo e buio tunnel di disperazione. Tuttavia, aveva scelto ugualmente di andarsene. Non l'aveva presa così male sua madre, quando venne a conoscenza di questa sua idea. Lo aveva anche aiutato e così, trovarono questa casa. Venne subito informato del motivo per cui questa casa era rimasta senza padrone per molti anni. Qui...

Si risvegliò da quei ricordi proprio quando sua madre varcò la porta di quella stanza, sorridendogli e andando a sedersi sul letto vicino a lui.

-Allora?- gli chiese.

-Mi piace. Non è male.-

-Ne sono felice Noah! Che ne dici di iniziare subito? Se vuoi partiamo da questa stanza, vedo che ti piace molto.- le disse la donna dando un buffetto sulla guancia del figlio. -Avanti, se vuoi ti aiuto a spostare questo vecchio letto. So che lo preferisci al centro della stanza, non vicino alla finestra.- continuò.

-No, per ora lo lascio qua. Andiamo a vedere la cucina.-

Si alzarono insieme ed uscirono dalla stanza, dirigendosi al piano inferiore.

Le loro voci si dispersero nell'aria, in quella casa che racchiudeva molta tristezza...e non solo.

Forse, se avessero spostato il letto, avrebbero notato quella piccola asse rettangolare di legno, leggermente sollevata.

   
 
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