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Autore: FrancesRnR    16/10/2015    1 recensioni
"-BAILEY, BAILEY!! Delinquente che non sei altro, questa volta te la faccio pagare!! Verrai espulso dalla scuola!! Vieni qui, immediatamente!!!-
-Si fotta, preside! Meglio così!- Un ragazzo dalla lunga chioma di capelli rossi sfrecciò davanti alle classi come un fulmine, inseguito dalla preside che, non sto scherzando, sembrava avesse seriamente intenzione di ucciderlo per quanto era incazzata."
"-Tu sei fuori amico, ma che hai fatto?!-
-Oh, nulla di ché, ho messo un petardo nel cesso dei professori... non sapevo che fare, solita roba. E tu?-"
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altro personaggio, Axl Rose, Izzy Stradlin
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ciao a tutti! Questa è la mia prima fanfic che scrivo e l'ho dedicata ai miei amori: i Guns N' Roses! Si tratta del primo incontro tra Axl/ William(che come al solito si mette nei guai) e un più pacato Izzy(Jeff) Scusate eventuali errori, è sera e sono stanca morta xD Cosa succederà? Non è perfetta,lo so siate clementi! Per il resto, vi auguro buona lettura!


Ore 7,00.
Mi sveglio, mangio e mi preparo per andare a quella scuola di merda che i miei mi costringono a frequentare. Come al solito. Ogni giorno è uguale qui, in questo microscopico paesino di campagna cagato da nessuno: Lafayette. Le mie giornate sono spesso e volentieri monotone e piatte, ma va be', ora non c'è tempo di pensare a quello. Mia madre mi dice che devo studiare, studiare e studiare per trovare un futuro. Non mi importa del futuro, l'unica cosa a cui tengo è la mia preziosissima chitarra, è l'unica che mi tira su il morale in questo posto fatto da chiusi di mente e bigotti. Da come avrete capito, non ho molti amici, ok, non ne ho neanche uno, eppure non credo di essere così male. Sono un ragazzo poco loquace, un po' intorverso, questo è vero, però non credo di essere così male, tutto sommato. Sono uno di quei rocker dai capelli lunghi con solo una cosa nella testa: la musica. La mia passione, la mia fuga dalla noiosa realtà che mi circonda. Il mio futuro era suonare in una rock band, e io lo sapevo.
La gente di quest'odiosa campagna ci guarda chi con sdegno, chi con disgusto, chi ci guarda male e basta, chi distoglie lo sguardo con aria di superiorità e mormora qualcosa del tipo: "Dio perdonali!". Patetico.
Fanculo tutto questo, non mi importa, finché ho il rock n' roll nella mia vita va tutto bene. 
Comunque sia, dopo aver provato a strimpellare qualcosa con la mia chitarra, uscii di casa di malavoglia per dirigermi a scuola.
Tanto che ci andavo a fare? Non ascoltavo nemmeno una parola di quello che dicevano i professori e avrei continuato in questo modo. 
Entrai, le lezioni passarono normalmente annoiandomi come solo Dio sa come. I professori parlavano in modo incomprensibile, mentre io ero con la mente da tutt'altra parte. Ad un certo punto, al cambio dell'ora, decisi di saltare la prossima lezione.
Fortunatamente, avevo un mio nascondiglio segreto: uno stanzino inutilizzato nella quale non entrava anima viva. Lì, rilassato e indisturbato dal mondo esterno, cominciai a scrivere il testo di una canzone che avevo composto, intitolata "Don't cry". L'ispirazione non era dalla mia parte, cancellai e riscrissi più volte, non mi convinceva proprio nulla. Fantasia zero. Ma provai e riprovai ugualmente. 
E solo quando dalla mia penna uscì finalmente qualcosa di decente, sentii dei rumori provenire dai bagni e dei passi, anzi, qualcuno che correva come se avesse appena commesso un furto a una banca. Di solito in questa occasione non me ne sarebbe fregato niente e avrei continuato a farmi i fatti miei, ma qualcosa, un'impulsiva curiosità mi spinse a controllare. Non so perché, un sesto senso mi diceva che ne valeva la pena.

-BAILEY, BAILEY!! Delinquente che non sei altro, questa volta te la faccio pagare!! Verrai espulso dalla scuola!! Vieni qui, immediatamente!!!-
-Si fotta, preside! Meglio così!- 
Un ragazzo dalla lunga chioma di capelli rossi sfrecciò davanti alle classi come un fulmine, inseguito dalla preside che, non sto scherzando, sembrava avesse seriamente intenzione di ucciderlo per quanto era incazzata. Quest'ultima non riusciva a stare al passo del giovane che si allontanava man mano, cosa che la faceva incazzare ancor di più, facendole diventare la faccia completamente rossa dalla rabbia mentre il rosso se la rideva, concentrato sulla sua fuga.
Una scenetta esilarante, davvero. Cercai di sghignazzare, ma una mano, del tutto all'improvviso, afferrò saldamente il mio polso non dandomi nemmeno il tempo di rendermi conto della situazione. -Scappiamo, sbrigati!- Quel Bailey mi coinvolse nel suo piano (che poi che piano era non lo avevo ancora capito né tantomeno sapevo che aveva fatto per scatenare questo casino). E sapete cosa? Lo feci sul serio. Ci demmo letteralmente alla fuga.
-Comunque, io mi chiamo William, piacere!!- Disse con il fiatone iniziando le presentazioni mentre correvamo come matti.
-Senti, le presentazioni le rimandiamo a dopo, dobbiamo seminare la strega!- 
-Oh giusto!- Rise e continuammo a scappare senza meta finché non la seminammo. 
Alla fine, uscimmo da scuola andandocene via. Riprendemmo fiato in un piccolo parco vicino. 
-Quindi, come hai detto di chiamarti?- Chiese pel di carota. 
-Veramente non ho ancora detto come mi chiamo... comunque, sono Jeffrey Isbell, chiamami Jeff... piacere?- Sembrò più una domanda, ma lui inaspettatamente, rise: -Io sono William, William Bailey, come ti ho detto prima!-
Aveva una faccia proprio da stronzo e uno sguardo furbetto accentuato dai brillanti occhi verdi e vispi, ma non sembrava male.
-Tu sei fuori amico, ma che hai fatto?!-
-Oh, nulla di ché, ho messo un petardo nel cesso dei professori... non sapevo che fare, solita roba. E tu?- Disse con un tono sorprendentemente calmo. Insomma, avevo capito che anche a lui della scuola non è che gliene fregasse più di tanto.
-Eh?-
-Tu! Che ci facevi in quello stanzino da solo?-
-Oh, emh... diciamo che la scuola mi scoccia e ogni tanto vado a...- mi guardò con i suoi occhietti curiosi. -Scrivere... niente di ché...-
-Scrivere che?- Ok, ora chiedeva troppo e di raccontare la mia vita personale non andava, ma cercai di essere cordiale con quello strano ragazzo.
-Scrivere... canzoni, insomma.- La sua espressione mutò e lo sguardo gli si accese in un secondo: -Davvero?! Ascolti rock, giusto?-
E così la giornata passò in questo modo: io e William parlammo tutto il giorno di musica, di come ci appassionava, dei nostri artisti e gruppi preferiti rock, ma anche di come ci annoiasse la vita a Lafayette. Avevamo interessi comuni ed eravamo anche simili per alcuni aspetti. Inoltre scoprii che sapeva cantare. Insomma, fu subito amicizia. Era un ragazzo dal carattere particolare, non uno che vedi tutti i giorni, ma era bello parlare con lui.

Qualche mese dopo...
-Jeff?-
-Sì?-
-Dici che un giorno...i nostri sogni si realizzeranno? Riusciremo a lasciare questo schifo di posto e a fondare la rock band più spaccaculi del pianeta?-
-Ci riusciremo, Will. Ci riusciremo...- Gli accarezzai i capelli.
Sì, ci riusciremo.




 
   
 
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