Anime & Manga > Puella Magi Madoka Magica
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Autore: Amaya Lee    17/10/2015    2 recensioni
[ HomuMado | one-shot senza molte pretese – alla magia, che si cela in chiunque. ]
Madoka vorrebbe disegnarla.
E poi si rende conto di averlo già fatto.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shoujo-ai | Personaggi: Altri, Homura Akemi, Madoka Kaname | Coppie: Homura/Madoka
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Ti appartengono gli occhi di una fata, ma il mio inchiostro quelli non ricorderà





この声が届くのなら
きっと奇跡はおこせるだろう
[If my voice can reach you,
then I can certainly create a miracle, right?]

 






Si ritrova a disegnare, certe volte, questi lunghi e lucenti capelli neri, tanto neri che l'inchiostro dei pennini quasi non basta a ritrarli.

Si ritrova, lei, la più attenta, la più scrupolosa di tutte, a viaggiare con la mente tra un battito e l'altro del cuore, e non ascoltare nulla se non il suono della graffite come aderisce al foglio.

Si ritrova a scoprire che vuol dire sognare ad occhi aperti, quando il suo polso si muove da solo e una ragazza appare sui suoi blocchi; non sempre, questo è chiaro. Ma in ognuno dei suoi album quella stessa ragazza, che non ha mai visto, compare almeno una volta, e mentre spesso li sfoglia distrattamente ritrova quella pagina, ed è come se la conoscesse da sempre. Allo stesso tempo, tuttavia, non capisce. È una fata?

No, può darsi, forse...

Ah, sospira, fatto sta che è proprio graziosa.





La gentilezza fa parte di ogni aspetto di Madoka Kaname, che ha seguito i passi della madre e, dopo tante di quelle peripezie che, a detta di Sayaka, «le bastano per una vita intera» è diventata una donna in carriera. Vale decisamente qualcosa, come sotto sotto ha sempre desiderato.

Il tic-toc del tacco 5 centimetri la precede all'ingresso del suo piano, quando varca come una piccola tempesta le porte scorrevoli. "Mami-san, Mami-san–"

La donna, camicia bianca e boccoli biondi ben ordinati, la sta aspettando poggiata alla scrivania a mezzaluna della segretaria. "Non è necessario correre, Madoka."

"Ma ho qui il suo tè, si raffredda."

"Ah, grazie infinite," le premurose mani, leggermente meno callose delle sue, avvolgono la tazza che le viene porta. "Potremmo discutere dell'evincimento mensile delle entrate–?"

Madoka fa un tentativo di sistemarsi la tracolla, mentre riparte verso il corridoio. "Mi dispiace, Mami-san, ho– Ah, Kyoko, Kyoko deve parlarmi tra dieci minuti!" Scroge il sorriso bonario che Mami le rivolge prima di voltarsi completamente.

La stanza delle fotocopie è vuota a metà. Vero, è parecchio stipata, più lunga che larga e per l'ufficio di un'illustratrice non rappresenta il massimo della comodità, ma Madoka Kaname – le sue dipendenti soprattutto – sa come arrangiarsi.

Madoka getta la borsa sul tavolino, afferra un plico di carta bianca, la pigia nell'apertura, inserisce la copia formattata dei dialoghi che Sayaka ha steso per lei come soltanto Sayaka sa fare, e preme il pulsante delle 30 stampe. Poi si appoggia alla copiatrice ed esala un piccolo sospiro di stanchezza, e torna già a controllare l'orologio prima di sondare la stanza.

Colei che probabilmente è qui per l'apprendistato la sta osservando, sopra il filo degli occhiali squadrati, una montatura nera e classica che complimenta bene i suoi tratti. Madoka vorrebbe disegnarla.

E poi si rende conto di averlo già fatto.

L'apprendista fa rispettosamente un passo indietro, ma non china il capo. "Buongiorno."

"Oh. Ah, buongiorno a te!" Madoka si guarda le scarpe smaltate, poi sale alla camicia – che è in ordine, per fortuna – e si domanda se sia riuscita a celare bene l'espressione di sorpresa. Spera di non essere colta ad aggrapparsi alla fotocopiatrice, o dovrebbe spiegare.  Madoka nota la cartella che la ragazza trasporta in una mano.  "Kyoko ha delegato le scartoffie a te, dico bene?"

Annuendo con un sorriso rassegnato, l'apprendista s'inforca gli occhiali sul naso, e scosta appena i capelli che le sono finiti sul collo, tra il colletto nero e la pelle nivea. Madoka non vuole fare nulla di stupido.

Perciò, quando incontra nuovamente lo sguardo penetrante dell'apprendista, è semplicemente il naturale corso degli eventi che ciò debba accadere, e Madoka mormori "Assomigli ad una fata."

E poi,

"Voglio dire, la mia fata! Cioè... ah, non è qui. Non la fata. I miei album. La fata è negli album... Ho disegnato... Um."

La fotocopiatrice completa il proprio lavoro con un trillo e le mani di Madoka arraffano le 30 copie del dialogo. Lei pensa, colpevolmente, che la propria faccia deve avere la sfumatura di un semaforo.

La stanza delle fotocopie è mite ma spoglia, e Madoka è sempre stata convinta che le donne veramente graziose si trovassero solo nei grandi teatri o intrappolate nelle tele delle mostre d'arte.

"La ringrazio." L'apprendista non ha degli occhi in particolar modo espressivi, eppure Madoka non lo vede da nessuna parte, l'imbarazzo, lì. E Madoka ha un certo giudizio per le emozioni degli altri. "...Dice che somiglio ad un suo disegno?"

"Per quanto strano può sembrare, siete identiche."

Segue lo sguardo della ragazza ammorbidirsi, l'angolo della bocca minuta ed incantevole curvarsi. E questo è meglio di un disegno. "Allora pare che un po' di magia ce l'abbiamo tutti."








#AdessoParloIo
Dovrei scrivere più spesso su puella magi, è divertente. Spero di non aver incasinato le protagoniste, pur trattandosi di uno scritto breve e, come specificato, senza pretese. (È semplicemente ciò che è uscito da un piccolo pensiero mentre scarabocchiavo nell'album.) Comunque mi farebbe piacere ricevere opinioni in proposito, in vista di altri possibili lavori nel fandom! 

[この声が届くのなら きっと奇跡はおこせるだろう] sono alcuni lyrics dell'opening song dell'anime, Connect, giusto per chiarificare. Grazie di cuore per aver letto e a chi lascerà una recensione, spero abbiate apprezzato questo scorcio della MadoHomu! A presto, se la dea vuole
amaya



 

  
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