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Autore: sognatrice errante 92    17/10/2015    4 recensioni
– Ascolta so quanto tu voglia fare questa cosa… - Jason aveva un tono praticamente fraterno, e in altre circostanze Percy gli avrebbe dato retta all’istante, ma in quell’occasione proprio non poteva, - E’ davvero troppo pericoloso farlo ora che siamo quasi alle porte di Atene e mancano appena… - - Jason! – lo fermò Percy mettendogli una mano sulla spalla, - Mi rendo conto di quanto possa essere pericoloso, credimi ma… - Percy fece un respiro profondo e cercò le parole giuste, - Ho bisogno di farlo… ho bisogno di queste ore insieme a lei… ho bisogno di passare un momento felice con lei… un momento soltanto in cui non saremo gli eroi che stanno per affrontare una guerra potenzialmente mortale… un momento in cui saremo semplicemente Annabeth ed io –
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Annabeth Chase, Jason Grace, Percy Jackson, Percy/Annabeth
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-Sinceramente amico, questa è un’idea folle - - Beh direi che ormai folle è il mio secondo nome Jason! – gli rispose Percy mentre prendeva dal tavolo tutto l’occorrente, - Percy in nome degli dei ragiona – continuò Jason cercando ancora una volta di fargli cambiare idea, - Questa non è la baia di Long Island, il mare nelle antiche terre è pericoloso anche se sei figlio di Poseidone -. Percy scoppiò a ridere come un bambino mentre riponeva nello zaino tutto quello che pensava potesse essergli utile, -Grazie dell’aggiornamento fratello, in effetti non avevo fatto caso a tutti i mostri che hanno cercato di ucciderci nell’ultimo periodo. Proprio l'altro giorno un gigante ed una dea barra sorellastra incavolata giusto? -.

Percy chiuse la sacca impermeabile che Leo gli aveva fabbricato in meno di dieci minuti, quanto Percy aveva confessato all’amico a cosa gli servisse, Leo aveva trovato l’idea grandiosa; - Cavolo amico tu sei matto la legare… ma è un’idea fantastica, ti aiuto volentieri – e si era messo a lavoro un secondo dopo, era bello avere almeno una persona che capisse i colpi di follia dopo tutto. – Ok tutto pronto per andare – salirono sul ponte, Percy adagiò la sacca sulla prua della nave e chiuse gli occhi per ascoltare le onde sotto di loro, - Perfetto, nessuna minaccia in vista – disse a Jason con un tono soddisfatto, - Vado giù a chiamare Annabeth – diede una pacca sulla spalla del figlio di Giove e si avviò verso le cabine, - Percy… - Jason gli andò dietro, questa volta alzando leggermente il tono della voce, - Non mi allontanerò molto amico tranquillo – lo interruppe Percy cercando di chiudere definitivamente il discorso, ma Jason evocò un soffio di vento e saltò di fronte a lui bloccandolo all’entrata della stiva, aveva uno sguardo davvero preoccupato, Percy capiva la sua insistenza, in fondo avevano sfiorato insieme la morte in mare appena due giorni prima, ma non si sarebbe fatto fermare. – Ascolta so quanto tu voglia fare questa cosa… - Jason aveva un tono praticamente fraterno, e in altre circostanze Percy gli avrebbe dato retta all’istante, ma in quell’occasione proprio non poteva, - E’ davvero troppo pericoloso farlo ora che siamo quasi alle porte di Atene e mancano appena… - - Jason! – lo fermò Percy mettendogli una mano sulla spalla, - Mi rendo conto di quanto possa essere pericoloso, credimi ma… - Percy fece un respiro profondo e cercò le parole giuste, - Ho bisogno di farlo… ho bisogno di queste ore insieme a lei… ho bisogno di passare un momento felice con lei… un momento soltanto in cui non saremo gli eroi che stanno per affrontare una guerra potenzialmente mortale… un momento in cui saremo semplicemente Annabeth ed io – Jason voleva ribattere, ma non disse nulla e Percy lo apprezzo. – Sbarcheremo a Mykonos domani, poi dritti ad Atene, Leo vuole fermarsi per un po’ e preparare la Argo II al meglio visto che quella tempesta ha fatto parecchi danni, ed io voglio passare questo momento con Annabeth. Non ho avuto abbastanza momenti felici con lei nell’ultimo anno, certo probabilmente non mi basteranno mai i momenti con lei ma… voglio regalarle almeno oggi, non sappiamo cosa cavolo vi troveremo ad affrontare domani Jason, quindi ti prego… per favore… cerca di capirmi -. Jason sorrise debolmente e si fece da parte per farlo scendere nella cabina di Annabeth, Percy fece qualche passa e si voltò a guardarlo, - Vuoi un consiglio Grace? -, Jason lo fissò con aria divertita, - Certo Jackson -, - Prendi Piper, spicca il volo, portala su una nuvola o dove ti pare e prenditi un momento anche tu per stringerla – Percy fece l’occhiolino e s’incamminò di nuovo lasciando Jason imbambolato e rosso come un peperone.

Mentre si avvicinava alla cabina di Annabeth, Percy ripensò a tutto quello che era successo da quando avevano sconfitto Crono; finalmente avrebbero potuto essere felici, ma qualcuno aveva avuto altri piano per loro due, erano rimasti separati per mesi, si erano ritrovai e finiti nel Tartaro, avevano vinto la morte ed ora stavano viaggiando di nuovo verso di lei con un bersaglio gigante disegnato in testa. Aveva fiducia nei suoi amici, aveva fiducia nella loro forza, ma questo non rendeva l’imminente battaglia più semplice, e se quello era destinato ad essere il loro ultimo giorno, Percy era intenzionato a passarlo insieme ad Annabeth.

La porta della cabina era aperta, e la voce di Annabeth insieme a quella di Piper e Hazel riecheggiava in corridoio; Percy sbirciò in cabina e le vide insieme sedute sul pavimento a chiacchierare come tre normali ragazze, Percy non disse nulla e sorrise ascoltando i loro progetti per quando sarebbero tornate a casa. Hazel diceva che sarebbe volentieri tornata a New Orleans per far conoscere a Frank le sue origini, Annabeth parlava di quello che avrebbe voluto mostrare alle amiche quando sarebbero andate a New York, e Piper immaginava le lezioni di surf a Santa Monica facendo inorridire Hazel che odiava l’oceano e che pianificava di raggiungerle tra le onde in groppa ad Arion. Annabeth sorrideva felice, ed il pensiero che avrebbe potuto realizzare quei progetti diede a Percy una scarica di coraggio in più, l’avrebbe riportata a casa sana e salva a qualunque costo.

-Buongiorno Testa D’alghe – disse Annabeth quando si accorse di lui, - Che fai fermo lì? - - Sembrava un discorso importante, non volevo interrompervi – rispose scherzando, - Tranquillo Percy entra pure, stavamo giusto per salire a mangiare qualcosa – disse Piper mentre si rimettevano in piedi, - Come mai siamo fermi? – chiese Hazel – Non che mi dispiaccia avere un po’ di sollievo allo stomaco, ma è strano fermarsi ora -, - Siamo quasi a Mykonos e Leo vuole essere sicuro che la nave sia pronta a dovere per quando raggiungeremo … beh lo sapete -. Le ragazze si non risposera, si guardarono tra loro e sorrisero debolmente, quasi come a volersi dire un “Vi voglio Bene” ma senza dirlo ad alta voce; - Ok l’assenza di mal di mare mi ha messo davvero appetito, facciamo colazione? – disse Hazel facendole sorridere davvero, e uscirono dalla cabina per raggiungere la sala da pranzo, Annabeth chiuse la porta e si avviò ma Percy la prese per mano, - Ti andrebbe di fare colazione fuori? – le chiese sorridendo, - Colazione fuori? – rispose Annabeth divertita – Hai prenotato un tavolo per due? -, Percy le baciò la fronte e la vide arrossire, adorava quando succedeva, - Qualcosa del genere- le disse e Annabeth lo guardò stupita. – Divertitevi allora – Leo sbucò nel corridoio con un sorriso ebete stampato in faccia, - Ti mando un messaggio quando saremo pronti a ripartire - - Grazie amico... Pronta? – disse ad Annabeth – Per cosa esattamente? -, - Tranquilla lo scoprirai presto – Jason anticipò la risposta e poi si avviò insieme a Leo per raggiungere gli altri.

Percy adorava quando a sua ragazza super intelligente  non capiva cosa gli passasse per la testa, invertire i ruoli di tanto in tanto era piacevole, - Percy mi spieghi cosa hai in mente per favore? – disse infine Annabeth notando il suo sguardo divertito, - Vieni con me e scoprilo – rispose lui e le fece strada verso il ponte. La giornata era davvero perfetta, il sole splendeva nel cielo limpido e l’oceano era tranquillo, fortuna che Jason si fosse rilassato, una tempesta avrebbe di certo rovinato i piani; Percy guidò Annabeth verso la poppa della Argo, raccolse la sacca e con un salto saltò si mise in piedi sul balcone invitando Annabeth a raggiungerlo. – Percy ma che ti salta in mente? – Annabeth era ormai totalmente confusa, - Ti ho detto che volevo fare colazione fuori no? – rispose lui con il solito sorrisetto che faceva innervosire Annabeth, - Va bene ma pensavo ti riferissi al ponte, non al mare aperto - - Sono pur sempre figlio di Poseidone, dai ci divertiremo – le disse tendendole nuovamente la mano, - Percy non penso che… - - Esatto!- la interruppe lui – Non pensare, solo fidati del tuo ragazzo fuori di testa -. Annabeth scrutò il mare e infine prese la sua mano che la tirò in cima al balcone, - Sei davvero pazza lo sai? – disse Annabeth ancora incredula per quello che stavano per fare, - Me lo dicono spesso – rispose Percy divertito, - Trattieni il fiato – disse, e insieme saltarono nelle acque fresche del Mediterraneo.

L’acqua salata metteva sempre Percy di ottimo umore, e avere Annabeth che nuotava al suo fianco lo faceva sentire al meglio, la tirò a se e mentre la stringeva creò una bolla enorme intorno a loro così da permetterle di respirare, - Puoi prendere fiato ora su vuoi – la prese in giro quando la sua faccia stava assumendo una lieve sfumatura blu, Annabeth finalmente si rilassò e gli diede un pugno sulla spalla, - Confermo Testa D’alghe, sei pazzo -. Percy rise di gusto e si avvicinò a lei, - Pensavo avresti apprezzato… era da un po’ che non facevamo un giro in una bolla –, Annabeth sorrise e arrossì di nuovo ripensando a quando avevano fatto la stessa cosa al campo, - Chi dice che non apprezzo? – gli disse guardandolo negli occhi, e questa volta Percy non riuscì a resistere all’impulso di baciarla. D’un tratto fu come tornare indietro nel tempo, stringere Annabeth tenendole la mano, mentre lei gli accarezzava i capelli spettinati, quanto avrebbe voluto riaprire gli occhi e scoprire di essere tornato nel laghetto del Campo Mezzosangue, ma per ora quello era solo un sogno, sogno che aveva tutta l’intenzione di rendere reale quando sarebbe ritornato a casa con Annabeth e gli altri. Si separarono lentamente, rimanendo abbracciati con le fronti che si toccavano per qualche minuto ancora, Percy guardò Annabeth e si perse ancora nei suoi occhi mentre le scostava i capelli dal visto, - Hai fame? – le chiese infine, Annabeth gli sorrise ancora un po’ imbarazzata – Si, da morire - - Bene allora, andiamo! – Percy evocò le correnti e la bolla iniziò a muoversi; Annabeth si stringeva forte alla sua vita per paura di volare fuori mentre si godeva la fauna marina.

Pesci grandi e piccoli, di vari colori gli nuotavano a fianco e di tanto in tanto facevano qualche commento che faceva divertire Percy. Si allontanarono di una trentina di metri, la distanza giusta per godersi in pace la mattinata e controllare che nessun mostro attaccasse la Argo II; Percy fece scivolare la bolla sul fondo e alla fine si ritrovarono sotto una cupola naturale perfetta, inoltre usò i suoi poter per far evaporare l’acqua dal fondo e dai vestiti di Annabeth, così poterono sedersi per fare un ver picnic. Annabeth lo guardava esterrefatta mentre dalla sacca tirava fuori due coperte e delle candele che incastrò tra la sabbia e che poi accese con i fiammiferi, forse il fatto di aver acceso il fuoco sott’acqua l’aveva davvero scioccata pensò Percy, - Non ti siedi? – disse alla sua ragazza che rimaneva imbambolata per quello che aveva fatto, - Percy… - disse Annabeth mentre prendeva posto al suo fianco – Quando hai ideato tutto questo esattamente? -, - Ieri notte più o meno – rispose lui contentò di essere riuscito ad impressionarla, - Quando Leo è venuto a darmi il cambio di guardia insieme a Jason, mi ha detto che voleva fermare la nave per qualche ora, così l’avrebbe preparata al meglio per l’incontro con Apollo e Artemide, sai non si può mai stare tranquilli quando si deve incontrare un Dio -, Annabeth rise di gusto, - Si, l’ho sentito dire – disse facendo ridere anche Percy, - Comunque mentre andavo a letto ho pensato che eravamo quasi al momento finale e poi ho iniziato a pensare a te, e prima che me ne rendessi conto è sorto il sole e questa idea assurdo è arrivata come un fulmine. Non ho perso tempo a pianificare, ho chiesto a la sacca a Leo e … - Percy si bloccò quando incrociò lo sguardo di Annabeth e vide che piangeva, - Ehi… - sussurrò mentre le prendeva il visto tra le mani e le asciugava le lacrime, - Spero siano lacrime di gioia questa – Annabeth sorrise e lo baciò ancora, un bacio tenero, breve e tanto dolce, - E’ perfetto – gli sussurrò lei, e Percy seppe che quel momento valeva ogni rischio. - Mangiamo ? – le chiese quando riemerse dai suoi pensieri, - Certo, ho una fame da lupi - - Ok allora prendo qualche bel pesciolino al volo - - Che cosa? -, - Tranquilla scherzo – Percy scoppiò a ridere e Annabeth gli diede una gomitata, - Ero sicuro che non ti andasse il sushi, così mi sono organizzato diversamente – prese la sacca e ne estraesse due piatti e due bicchieri magici che si riempirono non appena li adagiò sulla coperta, frittelle e succo d’arancia per Percy, rigorosamente blu, e toast al formaggio con bacon e caffè per Annabeth.

La mattinata trascorse tranquilla, divorarono tre porzione a testa e parlarono di tutto quello che gli passava per la testa; ricordarono le passate imprese, gli amici che avevano perso e quelli che Percy non vedeva l’ora di riabbracciare una volta a casa, parlarono del periodo che avevano trascorso separati e di come li avesse uniti ancora di più, pensarono ai loro amici sulla Argo con i quali avevano condiviso tanto nell’ultimo periodo e che nonostante fossero stati in perenne pericolo di morte, quell’impresa gli aveva regalato anche qualcosa di unico. – Verrai con me a casa di Piper così faremo surf tutti insieme – gli disse Annabeth ad un certo punto, - Oh si, mi divertirò a prendere in giro Jason che prova a cavalcare le onge, ti immagini un figlio di Zeus che prova a fare surf? – scoppiarono a ridere e Percy non voleva altro per lei, che fosse felice e al sicuro. – Grazie Percy – Annabeth lo abbracciò e lui la strinse forte, - Sei riuscito a creare un momento di pace per noi in tutto questo… mi hai resa felice davvero – Percy la strinse più forte mentre un macigno di preoccupazione iniziava a farsi strada nel suo cuore, - Non possiamo rimanere così per sempre? – scherzò lui chiudendo gli occhi; a quelle parole Annabeth lasciò andare le lacrime che conservava probabilmente sin dall0inizio del loro viaggio, - Non desidererei niente di meglio – gli disse mentre si separavano, - Restare con te, e finalmente avere un po’ di pace -.

Annabeth gli accarezzò la guancia e Percy cercò di trattenere le lacrime, - E’ da quando siamo tornati dal Tartaro che reprimo l’impulso di far costruire un jet pack a Leo, mettertelo in spalla e rispedirti a New York dove saresti al sicuro – Annabeth gli sorrise – Sicuro che ci arriverei intera?, con Leo non si piò mai dire – provò lei a scherzare ma Percy non rise, - Sono serio Annabeth – disse prendendole la mano e incrociando le dita alle sue. – Lo so … ma credimi se ti dico che il posto in cui mi sento più al sicuro è quello in cui ci sei tu con me – Percy fece un lieve sorriso divertito, - Vuoi farmi credere che anche nel labirinto e addirittura nel Tartaro ti sentivi al sicuro? -, - Beh ovviamente avevo paura, ma era certa che alla fine ce l’avremmo fatta, così come sono sicura che riusciremo a farcela anche ad Atene – questa volta fu lei e prendergli il visto tra le mani – Finchè saremo insieme niente mi spaventa davvero… ce la faremo Percy ne sono sicura -. Forse Piper le aveva insegnato il trucco della lingua ammaliatrice perché in quel momento credeva davvero alle sue parole, - Ti giuro sullo Stige, che ti riporterò a casa -, Annabeth gli baciò la fonte – Non devi promettermi una cosa di cui sono già sicura -. Percy si perse ancora una volta nei suoi occhi, erano stati la prima cosa che aveva visto al suo risveglio al Campo Mezzosangue quando aveva 12 anni, e dopo tutto quel tempo ancora pensava che fossero la cosa più bella del mondo. – Annabeth … - Percy voleva pronunciare quelle tre parole da tanto tempo ma non gli si era presentato il momento giusto, - Si? – rispose lei, - Io… ecco io… io ti – un rumore metallico lo distrasse facendolo girare di scatto temendo un nemico in avvicinamento, ma ad andargli in contro era un pesce meccanico che incredibilmente parò con una voce familiare – COMUNICAZIONE DI SERVIZIO… I PICCIONCINI SONO PREGATI DI TORNARE A BORDO… QUESTO PESCE SI AUTODISTRUGGERA’ TRA 5 SECONDI – e allo scadere del tempo il pesciolino esplose in mille pezzi. – Colazione finita – disse Annabeth con un’evidente nota di tristezza nella voce; Percy le accarezzò la guancia e per qualche istante ancora rimasero in silenzio.

Prepararono la sacca e Percy sollevò la bolla ancora una volta, - Reggiti! – disse prendendo Annabeth alla vita e un minuto dopo erano sotto la Argo II  dove un piccolo giser esplose facendoli volare in superfice e atterrare sul ponte perfettamente asciutti. – Tutto bene ragazzi? – chiese Leo dal posto di comando, - Certo! Abbiamo scovato il miglior tavolo del mediterraneo – rispose Annabeth che ancora stringeva Percy, - Carino il pesce amico, ma perché lo hai fatto saltare? – Leo fece uno dei suoi sorrisetti – E’ da quando ho visto il primo Mission Impossible che sogno di fare una cosa del genere – Percy non trattenne le risate, Leo Valdez era il ragazzo più incredibile del mondo.

-Siamo pronti? – disse Frank sbucando dalla stiva tenendo Hazel per la mano, - Tutto ok Zhang – rispose prontamente Leo, - Partiamo appena Jason torna giù con Piper – concluse, - Che vuoi dire con “torna giù” – chiese Annabeth, ma non ci fu bisogno di rispondere; Jason atterrò un istante dopo sul ponte tenendo stretta Piper tra le braccia, - Ma cosa? – provò a chiedere Annabeth, - Abbiamo fatto un voletto qui intorno – rispose Jason facendo l’occhiolino a Percy che ricambiò con un cenno di assenso. – Bene ragazzi, allora andiamo – annunciò Leo, - Festus rotta Mykonos, i Divini Gemelli ci aspettano -. Percy strinse Annabeth, Jason abbracciò Piper e Frank prese Hazel tra le sue braccia, mentre si avviavano verso l’atto finale della loro impresa Percy li guardò ad uno ad uno e ripensò alle parole di Annabeth “Insieme possiamo farcela”, a quel puntò capì che Annabeth non era la sola a voler tenere al sicuro, in un modo o nell’altro avrebbe fatto in modo che tornassero a casa tutti insieme. – Andiamo a prendere Gea a calci nel posteriore – disse, e tutti insieme risero guardando l’orizzonte.

   
 
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