Can we play sakka, captain?




 

La lancetta dell'orologio si muoveva, emanando un suono calmo in quella camera da letto. In quella stanza c'era tranquillità, silenzio; le pareti blu erano il ripetitore della quiete, come lo era il pavimento di marmo.
Tenma si era buttato, e steso, sul letto,con il pallone tra le sue braccia, aspettava solo l'ora dell'allenamento e finalmente poteva fare qualcosa in quella giornata veramente noiosa.
Guardò fuori dalla finestra, dei bambini stavano giocando a pallone ed era felice a vederli sorridenti e pieni di energia.
« Soyokaze Step! » urlò tutto ad un tratto un bambino, da quanto poteva notare il castano, gli piaceva non solo lui, ma anche il calcio.
« Hey! Non sei come Matsukaze, mettitelo in testa! »
« Sì ma un giorno vorrei andare alla Raimon, come lui e come Endou Mamoru! » quel bambino gli stava dando tanta voglia di giocare a calcio con quelle parole, sperava anche un giorno di vederlo all'opera in quella squadra.
Erano le quattro di pomeriggio, tra qualche minuto la Raimon si doveva allenare. Matsukaze uscì fuori dalla sua casa e si incamminò verso il campo al fiume, con il suo cellulare e la sua musica che usava per stare calmo prima di un allenamento o una partita.
“Can't you tell I got news for you, sun is shining and so are you! Ah, ecco il campo da calcio.” gli piaceva tanto quella canzone, soprattutto quando la usava prima di qualcosa di importante per lui, gli serviva a caricare tutta la sua forza sui suoi piedi.
Stranamente però, quel giorno, al campo non c'era nessuno.
“Che succede? Perché non c'è nessuno?” si chiese tra sé e sé, ma poi prese il cellulare e iniziò a chiamare i suoi compagni.
« Capitano, mi dispiace, ma oggi avevo promesso ad Hayami che saremmo andati a pesca insieme a Kurama. » rispose Hamano alla sua chiamata.
« Tenma-kun, sono impegnato con mio fratello ora, sai che non sta bene, ed oggi volevo fargli visita. » rispose invece Tsurugi.
« Mi dispiace, oggi avevo delle lezioni importanti di piano e Kirino vuole stare anche con me in questa giornata. » disse Shindou.
Tutte le altre chiamate con gli altri compagni, invece, davano sempre “linea occupata”.
“Ma lo fanno apposta o no? Mi stanno prendendo in giro?” una serie di domande torturarono la testa del povero castano, si sentiva solo in mezzo a tutto quel verde che c'era.
Si era steso sulla riva del fiume, stava anche piangendo per via della sua solitudine e perché nessuno aveva voglia di giocare con lui... o almeno così poteva sembrare.
« Capitano! » urlò una voce stridula, che attirò l'attenzione di Matsukaze. Si alzò e lo vide:
« Hikaru! Che ci fai qui? » domandò stupito, vedendo anche che il violetto stava respirando a fatica per la corsa che aveva fatto.
« Voglio allenarmi, capitano! »
« Meglio se torni a casa, non c'è nessuno oggi, niente allenamento. » rispose poi il castano, sconsolato per via dei suoi compagni che quel giorno non avevano una minima voglia di giocare con lui, ma Hikaru ribatté:
« Non mi frega! Voglio allenarmi insieme a te! »
« Hikaru... »
« Ti prego! Voglio essere più utile alla squadra! » Kageyama stava urlando, voleva allenarsi a tutti i costi con lui, anche se c'erano solo loro due.
Tenma quasi si commosse, si asciugò le lacrime che aveva cacciato fuori dai suoi occhi prima del suo arrivo ed andò a prendere un pallone dal suo borsone.