I
Splendore di drago, bellezza di fenice
Splendore di drago, bellezza di fenice
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Non c'è morte nel fuoco, ma nuova vita.
Per il suo Khal, per se stessa, per le uova.
Drogo cavalca lontano, verso le stelle eterne[1], su di uno stallone fatto di auri vapori.
Lei resta sulla terra, e rinasce – non è un cavallo, è un drago, non vive di biade né d'erbe, ma di lacrime d'incenso[2], dei fumi odorosi dei sacrifici[3]; non è sola, è una madre, che cova fra le fiamme.
Avvolta fra collane d'oro, gialle e rosa e vermiglie, screziate di blu, simili ad aurore e tramonti liquidi, osserva l'incendio sciogliere il lungo sonno dei suoi bambini, farli carne – nel rosso sono stati generati, i draghi, nel rosso sono ora partoriti.
Piccoli musi di pietra le sfiorano la pelle e lei li bacia, mentre abbraccia fuoco e sangue.
E quando il chiarore lunare si è dissolto, alza gli occhi al cielo ancora nero per i vapori.
Emergono, la madre e i tre figli, dal fumo profumato. Caldo effluvio, speziato. Odora di legna e carne affumicate, di ossa calcinate.
Fauci spalancate, Drogon emette il suo primo vagito.
[3] Nell'antica Grecia, si credeva che le divinità si nutrissero dei fumi delle offerte sacrificali.
Per il suo Khal, per se stessa, per le uova.
Drogo cavalca lontano, verso le stelle eterne[1], su di uno stallone fatto di auri vapori.
Lei resta sulla terra, e rinasce – non è un cavallo, è un drago, non vive di biade né d'erbe, ma di lacrime d'incenso[2], dei fumi odorosi dei sacrifici[3]; non è sola, è una madre, che cova fra le fiamme.
Avvolta fra collane d'oro, gialle e rosa e vermiglie, screziate di blu, simili ad aurore e tramonti liquidi, osserva l'incendio sciogliere il lungo sonno dei suoi bambini, farli carne – nel rosso sono stati generati, i draghi, nel rosso sono ora partoriti.
Piccoli musi di pietra le sfiorano la pelle e lei li bacia, mentre abbraccia fuoco e sangue.
E quando il chiarore lunare si è dissolto, alza gli occhi al cielo ancora nero per i vapori.
Emergono, la madre e i tre figli, dal fumo profumato. Caldo effluvio, speziato. Odora di legna e carne affumicate, di ossa calcinate.
Fauci spalancate, Drogon emette il suo primo vagito.
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Note:
[1] Nella Casa del Bianco e del Nero di Braavos, l'Uomo Gentile dice ad Arya che nelle Terre della Notte, nome col quale il popolo dothraki definisce il mondo ultraterreno, le stelle brillano in eterno.
[2] Da Le metamorfosi di Ovidio.[3] Nell'antica Grecia, si credeva che le divinità si nutrissero dei fumi delle offerte sacrificali.
Capitoli:
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