Ed
eccomi con una nuova shot su Eddie e
Sally. Giuro, prima o poi finirò anche Miracle. Spero che
nel frattempo questa
storiella sia comunque di vostro gradimento!
Fandom: Watchmen
Personaggi/Pairing: Edward Blake,
Sally Jupiter, Laurie (comparsa), Eddie/Sally
Generi: Introspettivo,
Malinconico
Avvertimenti: Missing moments
Rating: Verde
Situazione: Uno dei due
personaggi parte per la guerra
Introduzione: In procinto di
partire, Eddie si reca dalla donna che non ha mai smesso di amare. E
potrebbe
essere l’ultima volta.
Note: Il titolo è tratto
dall’omonimo
film.
Spinto
dai propri piedi e un po’ dalla fiaschetta di whisky ormai
vuota, Eddie arrivò
alla porta che tante volte per lui era rimasta chiusa.
Gettò
a terra il mozzicone del sigaro, e perse qualche istante per osservarlo
mentre
si spegneva sull’asfalto umido, in un’ultima scia
di fumo bianco. Fu a quel
punto che bussò alla porta. Una, due, tre volte. Nessuna
risposta. Dopotutto se
lo aspettava, e non era la prima volta.
Stava
giusto per voltarsi e andarsene, con un sospiro che era assieme rabbia
e
rassegnazione, quando la porta si aprì, rivelando la persona
che cercava.
“Eddie,
che accidenti fai qui? Sono le due di notte!”
Sally
gli aveva parlato in un bisbiglio rabbioso. C’era ancora una
nota di paura nel
suo sguardo, una cosa che probabilmente mai se ne sarebbe andata, e
persino –
forse – una sfumatura di tristezza.
Con
un sospiro, Eddie si appoggiò alla soglia.
“Fra
due ore parto” disse, tentando un vago sorriso, ma lui stesso
poteva sentirne
l’amaro in bocca.
La
tristezza si fece più marcata negli occhi di Sally, che
però non rinunciò al
suo cipiglio severo.
“D’accordo
allora” disse, scostandosi per farlo passare,
“cinque minuti.”
Nonostante
gli anni e i maledetti trascorsi, quella donna lo capiva al volo. Eddie
non
ringraziò, ma cercò il suo sguardo prima di
entrare. Sally teneva ostinatamente
gli occhi scostati da lui. Se l’aspettava.
Non
volle insistere, perciò entrò e salì
in silenzio le scale, arrivando nella
solita stanza.
Laurie
era nel proprio letto e dormiva profondamente. Libri e quaderni erano
sparsi
sulla scrivania, i vestiti gettati alla rinfusa sulla sedia.
Eddie
non si avvicinò. Non poteva rischiare di svegliarla, sebbene
il desiderio di
parlarle fosse più che mai bruciante. Non poteva: era il
tacito accordo.
Erano
forse passati un paio di minuti quando la voce di Sally lo
chiamò dal piano di
sotto. In un gesto fugace, Eddie allungò le dita e
accarezzò la guancia di
quella ragazzina che, secondo le voci, non aveva certo ereditato il
carattere
tranquillo e severo di Laurence. Al pensiero, lui sorrise. Poi si
arrese e
raggiunse Sally, che aveva già messo il piede sul primo
gradino per
raggiungerlo.
“Rilassati,
Sal” disse, raggiungendo la soglia, “me ne
vado.”
Lei
non rispose, come se fosse indecisa sulle parole da scegliere.
“Dai
questo alla ragazzina” disse lui, anticipandola. Le porse un
peluche, un
piccolo orso che aveva comprato anni prima e che non era mai riuscito a
dare a
sua figlia. Si sentiva un idiota, adesso, ma non sapeva se ne avrebbe
mai più
avuto l’occasione.
“Eddie…”
disse lei, in un misto fra rimprovero e triste rassegnazione.
“Daglielo”
ripeté lui, e non ammetteva repliche. “Dille che
è un regalo del vecchio
Hollis, fa’ un po’ tu.”
“D’accordo.”
Eddie
aspettò che aggiungesse altro, ma non si stupì
quando la donna distolse ancora
lo sguardo.
“Allora
vado, Sal” disse quindi, con tutte le intenzioni di
andarsene, per evitare che
il peso allo stomaco diventasse davvero troppo grande da sopportare.
Uscì
dalla porta, tornando alla fresca aria di New York. A passi decisi, si
inoltrò
nella notte.
“Eddie.”
Incerto
su ciò che aveva appena sentito, si volse, e vide che
effettivamente Sally era
ancora in piedi sulla soglia. I suoi occhi, questa volta, erano colmi
di
tristezza. Nessuna lacrima, lei non avrebbe mai pianto per lui.
“Buon
viaggio.”
Un
bacio sarebbe stato troppo bello. Altrettanto impossibile,
però.
Fece
uno sbuffo, prima di accendersi un altro sigaro.
“Ci
vediamo.”
Con
quelle parole, sparì nella notte. Ma sarebbe tornato. Non
aveva certo
intenzione di crepare in una cazzo di giungla.