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Autore: Kitsune Blake    19/10/2015    3 recensioni
In procinto di partire, Eddie si reca dalla donna che non ha mai smesso di amare. E potrebbe essere l’ultima volta.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Edward Blake/Il Comico, Sally Jupiter
Note: Missing Moments, Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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Ed eccomi con una nuova shot su Eddie e Sally. Giuro, prima o poi finirò anche Miracle. Spero che nel frattempo questa storiella sia comunque di vostro gradimento!

Shot partecipante al contest "Will you still love me when I'm gone?".

 

 

 

 

 

 

Titolo: “Good morning, Vietnam!”
Fandom: Watchmen
Personaggi/Pairing: Edward Blake, Sally Jupiter, Laurie (comparsa), Eddie/Sally
Generi: Introspettivo, Malinconico
Avvertimenti: Missing moments
Rating: Verde
Situazione: Uno dei due personaggi parte per la guerra
Introduzione: In procinto di partire, Eddie si reca dalla donna che non ha mai smesso di amare. E potrebbe essere l’ultima volta.
Note: Il titolo è tratto dall’omonimo film.

 

 

 

 

 

 

“Good morning, Vietnam!”

 

 

 

 

 

 

Non sapeva esattamente cosa sperasse di ottenere.
Spinto dai propri piedi e un po’ dalla fiaschetta di whisky ormai vuota, Eddie arrivò alla porta che tante volte per lui era rimasta chiusa.
Gettò a terra il mozzicone del sigaro, e perse qualche istante per osservarlo mentre si spegneva sull’asfalto umido, in un’ultima scia di fumo bianco. Fu a quel punto che bussò alla porta. Una, due, tre volte. Nessuna risposta. Dopotutto se lo aspettava, e non era la prima volta.
Stava giusto per voltarsi e andarsene, con un sospiro che era assieme rabbia e rassegnazione, quando la porta si aprì, rivelando la persona che cercava.
“Eddie, che accidenti fai qui? Sono le due di notte!”
Sally gli aveva parlato in un bisbiglio rabbioso. C’era ancora una nota di paura nel suo sguardo, una cosa che probabilmente mai se ne sarebbe andata, e persino – forse – una sfumatura di tristezza.
Con un sospiro, Eddie si appoggiò alla soglia.
“Fra due ore parto” disse, tentando un vago sorriso, ma lui stesso poteva sentirne l’amaro in bocca.
La tristezza si fece più marcata negli occhi di Sally, che però non rinunciò al suo cipiglio severo.
“D’accordo allora” disse, scostandosi per farlo passare, “cinque minuti.”
Nonostante gli anni e i maledetti trascorsi, quella donna lo capiva al volo. Eddie non ringraziò, ma cercò il suo sguardo prima di entrare. Sally teneva ostinatamente gli occhi scostati da lui. Se l’aspettava.
Non volle insistere, perciò entrò e salì in silenzio le scale, arrivando nella solita stanza.
Laurie era nel proprio letto e dormiva profondamente. Libri e quaderni erano sparsi sulla scrivania, i vestiti gettati alla rinfusa sulla sedia.
Eddie non si avvicinò. Non poteva rischiare di svegliarla, sebbene il desiderio di parlarle fosse più che mai bruciante. Non poteva: era il tacito accordo.
Erano forse passati un paio di minuti quando la voce di Sally lo chiamò dal piano di sotto. In un gesto fugace, Eddie allungò le dita e accarezzò la guancia di quella ragazzina che, secondo le voci, non aveva certo ereditato il carattere tranquillo e severo di Laurence. Al pensiero, lui sorrise. Poi si arrese e raggiunse Sally, che aveva già messo il piede sul primo gradino per raggiungerlo.
“Rilassati, Sal” disse, raggiungendo la soglia, “me ne vado.”
Lei non rispose, come se fosse indecisa sulle parole da scegliere.
“Dai questo alla ragazzina” disse lui, anticipandola. Le porse un peluche, un piccolo orso che aveva comprato anni prima e che non era mai riuscito a dare a sua figlia. Si sentiva un idiota, adesso, ma non sapeva se ne avrebbe mai più avuto l’occasione.
“Eddie…” disse lei, in un misto fra rimprovero e triste rassegnazione.
“Daglielo” ripeté lui, e non ammetteva repliche. “Dille che è un regalo del vecchio Hollis, fa’ un po’ tu.”
“D’accordo.”
Eddie aspettò che aggiungesse altro, ma non si stupì quando la donna distolse ancora lo sguardo.
“Allora vado, Sal” disse quindi, con tutte le intenzioni di andarsene, per evitare che il peso allo stomaco diventasse davvero troppo grande da sopportare.
Uscì dalla porta, tornando alla fresca aria di New York. A passi decisi, si inoltrò nella notte.
“Eddie.”
Incerto su ciò che aveva appena sentito, si volse, e vide che effettivamente Sally era ancora in piedi sulla soglia. I suoi occhi, questa volta, erano colmi di tristezza. Nessuna lacrima, lei non avrebbe mai pianto per lui.
“Buon viaggio.”
Un bacio sarebbe stato troppo bello. Altrettanto impossibile, però.
Fece uno sbuffo, prima di accendersi un altro sigaro.
“Ci vediamo.”
Con quelle parole, sparì nella notte. Ma sarebbe tornato. Non aveva certo intenzione di crepare in una cazzo di giungla.

 

 

 

 

 

   
 
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